La resistenza agli antibiotici è una delle maggiori minacce per la salute globale poiché, quando i batteri diventano resistenti agli antibiotici, le infezioni comuni (come polmoniti, infezioni urinarie, ferite infette) diventano molto più difficili, o impossibili, da curare. Circa 4,5 milioni di persone muoiono ogni anno a causa di infezioni resistenti agli antibiotici e la situazione sta purtroppo peggiorando, tanto da poter interessare gravemente le generazioni future. Un gruppo di ricercatori, guidati da Gerry Wright dell'Università McMaster di Hamilton in Canada, ha svolto una ricerca, pubblicata su Nature il 26 marzo 2025, in cui è stata scoperta una molecola promettente, chiamata lariocidina e prodotta da un batterio del genere Paenibacillus, che si è dimostrata efficace contro un'ampia gamma di batteri patogeni, inclusi quelli resistenti agli antibiotici attualmente in uso (i cosiddetti superbatteri). Lo sviluppo di un farmaco a base di lariocidina è ancora in fase iniziale, però alcuni test portati a termine su alcuni batteri resistenti hanno fornito risultati incoraggianti. «Si tratta di una nuova molecola con una nuova modalità d'azione», ha affermato Wright: «è un grande passo avanti per noi».
La lariocidina agisce attraverso un meccanismo innovativo, poiché inibisce la crescita batterica legandosi al ribosoma e interferendo con la sintesi proteica. In particolare, dati strutturali, genetici e biochimici mostrano che la lariocidina si lega a un sito specifico nella piccola subunità ribosomiale, dove interagisce con l'RNA ribosomiale 16S e l'aminoacil-tRNA, elementi cruciali per la sintesi proteica batterica, inibendone la traslocazione e inducendo errori di codifica per la corretta lettura del codice genetico. Questo attacco da parte della lariocidina porta alla produzione di proteine "difettose" che risultano letali per il batterio.
Un aspetto curioso di questa scoperta è che la lariocidina è prodotta da un batterio del genere Paenibacillus, che è stato isolato da un campione di terreno raccolto nel giardino di un tecnico del laboratorio. La lariocidina non è influenzata dai comuni meccanismi di resistenza, ha una bassa propensione a generare resistenza spontanea e non mostra tossicità per le cellule umane. Nonostante questi risultati incoraggianti, il percorso per trasformare la lariocidina in un farmaco commercializzabile è però ancora lungo.
Il processo di sviluppo e approvazione di un farmaco è infatti complesso e articolato, comprendendo studi preclinici e clinici di fase I, II e III, volti a valutare sicurezza ed efficacia sull'uomo. Il focus dei ricercatori è l'ottimizzazione dell'efficacia della lariocidina e la comprensione del suo profilo farmacocinetico, ovvero all'interno dell'organismo. Inoltre, la molecola è di dimensioni considerevoli e ulteriori studi sono necessari per identificare versioni più piccole e dunque potenzialmente più adatte alla somministrazione clinica. Wright e il suo team sono dunque concentrati sulla ricerca di modi per modificare la molecola e produrla in quantità da consentirne lo sviluppo clinico.