Dall’annuncio alla tumulazione: i riti dopo il decesso di Papa Francesco
La morte del Papa – Dopo un lungo ricovero presso il Policlinico “Agostino Gemelli” di Roma, il Papa era stato dimesso e aveva fatto ritorno presso la sua abitazione a Casa Santa Marta. Le visite fuori programma del Pontefice alla Piazza e alla Basilica di San Pietro, e a quella di Santa Maria Maggiore, poi la Benedizione “Urbi et Orbi” nel giorno di Pasqua dalla Loggia Centrale, avevano ridato ai fedeli un po’ di speranza. Eppure, nella mattinata di lunedì 21 aprile, giorno dopo la Pasqua, è arrivato l’annuncio che nessuno voleva sentire: il Cardinale Kevin Farrell ha comunicato il decesso del Papa, avvenuto alle ore 7.35 dello stesso giorno. La notizia ha fatto il giro del mondo e in pochissime ore sono pervenuti messaggi di cordoglio da parte delle più alte cariche dello Stato e degli altri Paesi.
I riti dopo la morte – Alle ore 20.00 del 21 aprile stesso si è tenuto il rito di constatazione del decesso. Sono state comunicate le cause della morte, un ictus cerebrale, nell’atto di morte redatto dal dott. Andrea Arcangeli, letto e convalidato dal Camerlengo, Cardinale Farrell, ossia la figura che ha guidato la Chiesa fino all’elezione del nuovo Pontefice. Con questo rito la Chiesa è entrata ufficialmente nello stato di Sede Vacante: questa espressione indica l’assenza del Sommo Pontefice. La salma del Papa è poi stata posta in una semplice bara. Come previsto dalla secolare tradizione della Chiesa, alla presenza del Camerlengo, del Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano e dell’Arcivescovo Edgar Peña, Sostituto per gli Affari Generali, sono stati sigillati gli appartamenti pontifici situati nel Palazzo Apostolico, inutilizzati durante il pontificato di Francesco, che ha preferito porre la sua residenza a Casa Santa Marta.
Cosa è successo dopo – Intanto, il Decano del Collegio Cardinalizio, Giovanni Battista Re, ha iniziato a convocare a Roma tutti i Cardinali, ossia le figure chiamate a eleggere il nuovo papa. Si sono tenute nelle giornate successive al decesso le Congregazioni Generali, ossia le riunioni dei Cardinali per organizzare il funerale di Francesco e i riti che lo hanno seguito.
I funerali e la tumulazione – La salma ha visto l’afflusso di 250mila persone che si sono recate a Roma per rendere a Francesco l’ultimo saluto. Nella serata di venerdì 25 aprile si è tenuto il rito di chiusura della bara del Romano Pontefice Francesco. Alle ore 10.00 di sabato 26 aprile ha avuto luogo in una Piazza San Pietro gremita di oltre 200mila fedeli la Solenne Messa Esequiale, presieduta dal Decano, il Cardinale Re, alla presenza di numerosissime delegazioni e capi di Stato. Il feretro del Sommo Pontefice, subito dopo, è stato traslato mediante la papamobile presso la Basilica di Santa Maria Maggiore, in un lungo ed emozionante corteo che ha attraversato le strade della Città Eterna. Nella Basilica Mariana, l’Arciprete Coadiutore, il Cardinale Rolandas Makrickas, ha apposto i sigilli sulla bara. Papa Francesco è poi stato tumulato nel luogo e nella maniera da lui stesso indicate all’interno del testamento rilasciato nel giugno 2022. Il sepolcro semplice, in marmo, con la sola iscrizione “FRANCISCVS”, è stato interpretato dai fedeli come un segno di continuità con lo stile umile del suo pontificato.
Un’eredità che resta – Con la morte di Francesco si è concluso un capitolo della storia della Chiesa e del mondo intero. Ne è iniziato uno nuovo, ma certamente non sarà dimenticata l’eredità di un Papa che ha saputo parlare ai giovani, che è sempre stato dalla parte degli ultimi, degli emarginati, dei sofferenti. Non saranno dimenticati i suoi numerosissimi appelli di pace, che ogni domenica rivolgeva ai “potenti” della Terra, persino da quella che è stata rinominata la “Cattedra speciale” del “Gemelli”. La Chiesa andrà avanti, il mondo andrà avanti, ma la voce di Francesco risuonerà ancora nel cuore di milioni di credenti e non.
Domenico Cicero 1D