L'assassinio di Charlie Kirk è avvenuto mercoledì 10 settembre 2025 sul palco della Utah Valley University, la prima tappa del suo tour nazionale, America Comeback Tour. Prima della sua morte, molti in Europa non sapevano chi fosse, ma in America aveva un gran seguito soprattutto tra le nuove generazioni.
Autore del delitto è il 22enne Tyler Robinson arrestato e accusato di omicidio aggravato. Lo ha sparato con un fucile di precisione, una carabina Mauser, detenuta legalmente, da una distanza di 180 m. Il procuratore dello Stato dello Utah ha annunciato la richiesta di pena di morte, citando l’aggravante dell’odio politico e la premeditazione per il ragazzo con orientamenti a “sinistra”, posizioni "pro-gay" e a favore dei "diritti delle persone trans" in quanto compagno di una donna transgender. Tuttavia le indagini non hanno trovato legami con gruppi estremisti e la sinistra radicale.
L'assassinio ha suscitato una condanna bipartisan da parte del mondo politico. Messaggi di cordoglio sono arrivati sia dai repubblicani che dai democratici. Anche a livello internazionale vi è stata la condanna unanime dell’assassinio. In Italia Matteo Salvini ha parlato di "un uomo devoto alla famiglia e al Paese", Giorgia Meloni di "un omicidio atroce".
Negli Stati Uniti, si è osservato un minuto di silenzio alla Camera dei Rappresentanti in suo onore, quando Charlie Kirk era ancora ritenuto in condizioni critiche e Trump ha ordinato di tenere le bandiere a mezz’asta fino alla domenica successiva, in segno di lutto nazionale per la sua morte, annunciando che Kirk sarebbe stato insignito della Medaglia presidenziale della Libertà.
Circa 200.000 persone si sono radunate attorno allo stadio degli Arizona Cardinals dove si è svolto il suo funerale. All'interno oltre 60000 posti: una folla vestita con i colori della bandiera americana, con cappellini del movimento MAGA (Make America Great Again) e magliette con la scritta “Freedom”. Presenti anche i vertici dell’amministrazione statunitense, Donald Trump, J.D. Vance e Marco Rubio.
La cerimonia si è trasformata in un evento sia politico che religioso tra preghiere, canti e avvertimenti al "nemico", dimostrando quanto questi due aspetti siano di fatto fusi nella destra statunitense che governa. I discorsi hanno presentato Kirk come un martire della libertà, un nuovo Cristo assassinato per le sue idee. Elon Musk ha pronunciato un discorso incendiario definendo la sinistra come il partito della morte, ma lo hanno fatto anche Donald Trump e il suo vice JD Vance, con la narrazione di uno scontro tra il bene e il male, evocando la versione di una “sinistra omicida” proponendo la costruzione di una “verità alternativa” ai fatti.
Poco importa la verità. Quello che conta è come viene raccontata la storia, come si può fare propaganda politica.
Ma chi era questo giovane repubblicano, questo martire della libertà? Trentuno anni, figlio dell’alta borghesia di Chicago, assurto a megafono della nuova destra nei campus americani pur non avendo lui frequentato università, né conseguito lauree, Charlie Kirk aveva fondato Turning Point Usa, una sorta di “Fronte della gioventù” del movimento Maga, finalizzato a diffondere ideali conservatori nei college liberali, sfidando studenti e studentesse liberali in dibattiti. Negli atenei non si limitava a proclami o programmi politici, ma anche alla compilazione di liste di docenti sovversivi, denunciava coloro che insegnano argomenti non graditi come la critical race theory (una teoria giurisprudenziale sul razzismo presente in leggi, procedure, regolamentazioni che influisce sugli esiti dei singoli individui) o la teoria gender (gli studi di genere che indagano come le costruzioni sociali e culturali di "maschile" e "femminile" influenzino le vite umane e le divisioni sociali, affermando che l’identità non sia legata al sesso biologico)
Nel mirino di Kirk ci sono le donne “libere”, gli stranieri, i trans, gli esponenti progressisti (perfino Martin Luther King diventa agente del male per aver sostituito diritti civili ai valori «originari» della Costituzione). Poi sostegno assoluto ad Israele (anche se negli ultimi tempi si era allontanato dalle posizioni di Netanyahu), denuncia della «anarchia sessuale» responsabile della decrescita demografica. Insomma la somma dei valori fondamentali: quelli occidentali e cristiani, quelli del suprematismo bianco declinato con suggestioni eugenetiche (la grande deportazione o demigrazione come direbbe Vannacci).
Charlie Kirk si definiva “un vero patriota”, grande amante delle armi, era arrivato ad affermare che la difesa del Secondo emendamento per la libera circolazione delle armi valeva bene “alcune sfortunate morti per arma da fuoco”.
Milioni di seguaci sui social, il suo podcast trasmesso ogni settimana lo ha portato ad occupare il vuoto nei movimenti giovanili di destra; non a caso il Washington Post lo ha descritto come una delle voci più autorevoli della destra. Le sue naturali doti politiche lo hanno portato all’attenzione di Donald Trump che lo riceverà più di 100 volte; ne è stato luogotenente e consigliere nell’epurazione di quadri di partito secondo il ricatto del primary method (se non si sostiene il ministro candidato del presidente, molto probabilmente si verrà sostituiti da un avversario più “affidabile” nelle primarie.)
Il New York Times lo ha definito kingmaker riferendosi alla sua capacità di influenzare le scelte degli elettori proprio come avveniva nella successione monarchica.
Queste erano le idee di Charlie Kirk, ma era anche un giovane uomo, padre e marito, amico e fratello, da combattere sul piano intellettuale, non fisico.
Il suo caso va oltre la cronaca nera. La sua uccisione rappresenta un campanello d’allarme per un Paese sempre più incapace di ascoltarsi e dialogare: la politica si è trasformata in un conflitto culturale, dove l’avversario non è più un interlocutore da convincere, bensì un nemico da abbattere.
Eppure, è possibile contrastare i veleni intenzionalmente e quotidianamente immessi nella sfera pubblica non cavalcando l’odio e la violenza, ricordando i valori democratici, i diritti umani per tutti, ricordando la storia, i suoi misfatti e le sue conquiste, chi eravamo, chi siamo, anche parafrasando l’evangelico Kirk: “fratelli”.