HO SCELTO LA VITA

La mia ultima testimonianza pubblica sulla Shoah

Ho scelto questo libro perché racconta dell’ultima volta che Liliana Segre parla dell’Olocausto e si rivolge a dei ragazzi.

Ha deciso di non parlarne più perché questo le causa tanto dolore e alla sua età è ora di godersi le gioie dei nipoti e la sua famiglia.

L’incontro si svolge presso l’associazione Rondine nel 2020 proprio mentre è ancora in corso il pieno della pandemia che ci ha colpito.

Parla con i ragazzi che partecipano dicendo che potrebbero essere tutti suoi nipoti ideali e spiega la pena, l’amore e la pietà presenti nei suoi racconti.

Una parola importante che viene spesso ripetuta è INDIFFERENZA che ha fatto tanto male e tutti quelli che sono stati deportati o uccisi.

Mi ha colpito in particolare quando ripeteva che questa parola era rappresentata dalle finestre chiuse della città mentre veniva portata via insieme a suo papà, oppure il fatto che nessuno si domandava come mai c’erano alla stazione vagoni pieni di persone ma non si sapeva dove andavano.

Invita i ragazzi a scegliere sempre la vita e di dare importanza alla famiglia perché a lei è stata strappata via da un regime che non considerava gli ebrei delle persone ma delle cose a cui associare un numero il suo era 75190 e si legge ancora benissimo.

Fa riferimento a molte cose che succedono oggi ad esempio come i soldati tedeschi si comportavano con i prigionieri è un po' come oggi i bulli si comportano con chi non riesce a reagire ed a difendersi.

Spera che dopo tutte le volte che ha parlato qualcosa possa rimanere nella memoria.

Penso che tutto questo purtroppo stia accadendo di nuovo anche se per cose diverse tipo la pandemia e la guerra in Ucraina è come se fossimo tornati indietro nel tempo.

Io posso solo sperare che torneremo ad essere liberi perchè vorrà dire che il messaggio di Liliana lo abbiamo ricevuto.

Federico Santini