Spunti in altri autori: Dante

Purgatorio XXX vv. 13-33

Quali i beati al novissimo bando

surgeran presti ognun di sua caverna,

la revestita voce alleluiando,

cotali in su la divina basterna

si levar cento, ad vocem tanti senis,

ministri e messaggier di vita etterna.

Tutti dicean: ‘Benedictus qui venis!’,

e fior gittando e di sopra e dintorno,

Manibus, oh, date lilia plenis!’.


L’espressione che Virgilio riferisce al funerale del giovane Marcello, e che traduciamo con “Versate gigli a piene mani”, è riportata da Dante, che la connette con l’arrivo di Beatrice in Purg. XXX. Il v. 21 e i due precedenti con cui rima non sono certo gli unici versi latini della Comedia: in particolare, nella seconda cantica, in ogni cornice viene cantata dagli espianti una preghiera; dal canto loro gli angeli che custodiscono le cornici accolgono Dante con le beatitudini. Qua e là si annoverano altre espressioni latine, ma tutte rigorosamente religiose. Invece “Manibus, oh, date lilïa plenis” e l’unica espressione latina profana della cantica. Oltretutto osserviamo come l’Inferno sia quasi privo di sintagmi latini (chiaramente per evitare che vengano “infangati” dal tema). E non è certo una combinazione che un verso di Virgilio venga declamato poche terzine prima della scomparsa improvvisa del suo autore dagli occhi di Dante, sulla cima del Purgatorio.