Commento di Chiara Ballardin

In questi versi, Virgilio presenta quelli che saranno i grandi protagonisti della storia di Roma. Parte con i primi grandi del periodo monarchico: Romolo, prima di tutti, e poi Tullo, Anco, i Tarquini. A porre termine al periodo monarchico è il personaggio di Bruto “ultor”, primo console romano insieme a Collatino. Subito dopo vengono introdotti i Deci, i Drusi, Torquato, e Camillo, tutti personaggi contraddistinti da un grande amore per la patria, e morti per essa. Dal verso 830 Virgilio narra la guerra civile del 49 a.C. tra i così definiti da lui “socer”e “gener”, rispettivamente Cesare e Pompeo, così chiamati perché, come spiega Servio, Pompeo aveva sposato Giulia, figlia di Cesare. Quest’ultimo dalle “aggeribus Alpis”, scende la penisola italiana, contro Pompeo, che si avvale di un esercito più potente grazie all’aiuto della popolazione orientale degli Eoi. Nonostante questo aiuto, l’episodio qui presentato, la battaglia di Farsalo, vede Cesare vincitore. Virgilio inoltre si sofferma anche su un importante appello ai giovani: “ne tanta animis adsuescite bella, neu patri validas in viscera vertite vires” (vv.832-3) incitandoli il più possibile al stare quindi lontani dalla guerra e di non abituarsi ad essa, e a deporre le armi, stesso invito che all’ultimo verso fa a Pompeo: “proice tela manu, sanguis meus!”(v.835)