L’incipit di questo progetto nasce dall’analisi della organismo urbano dove emerge una profonda differenza nella struttura dell’edificato: da un tessuto edilizio compatto, caratterizzato da maglie urbane che si intrecciano, ad uno che va disperdendosi verso la campagna (costituita da punti sparsi nel tessuto agricolo) in cui si inserisce una nuova maglia dove troviamo il nuovo sistema architettonico urbano (composto dal progetto di residenze e di un asilo) e un sistema di piccole strutture puntuali foilles capaci di ospitare le attività di quartiere necessarie alla vita quotidiana, che ne determinano la qualità dell’organismo-quartiere in cui la pedonalità diventa un elemento caratterizzante di un sistema di piazze urbane a diverse quote.
Il sistema carrabile è progettato tenendo conto della velocità di attraversamento delle auto: la strada extraurbana (circonvallazione) collega il quartiere con il viale urbano di 120km[1], la strada urbana che consente gli spostamenti ad una moderata velocità e le strade di quartiere, percorribili ad una bassa velocità, per consentire l’accesso alle residenze, ad i suoi parcheggi e al carico e scarico merci delle attività di quartiere.
Il mercato, costituito da un sistema smontabile, ad una quota più bassa rispetto agli edifici, è dislocato nel lungo-campagna che guarda il paesaggio agricolo.
L’obiettivo del progetto è creare un sistema capace di trasformare un luogo da vuoto a spazio, il cui ordine e la cui forma, diano qualità al luogo e siano capaci di far scaturire relazioni tra le parti e gli abitanti/fruitori dell’area.
Un occasione per riflettere sul progetto di rigenerazione urbana in cui la nuova trama ha la capacità di ricucire e ricomporre le parti di luoghi estranei, di stabilire relazioni e nuove pratiche urbane in cui si possa riconoscere la propria identità.
[1] Cfr. Pasquale Culotta, Vincenzo Melluso, Progetto per un Viale Urbano di 120 KM, Medina, Palermo,1997
esterni