Gaza è a un passo dall’occupazione totale. Dopo quasi due anni di bombardamenti sistematici, la Striscia è stata ridotta in macerie. L’acqua è un’arma, la fame una strategia, la distruzione un piano dichiarato. Oltre 60.000 persone sono state uccise. I sopravvissuti sono senza casa, senza cure, senza respiro.
Come Hiroshima, Gaza è oggi il simbolo di un mondo in cui la guerra non è l’eccezione, ma la regola. È genocidio. Eppure, tutto continua. Ma Gaza non è la sola. La guerra è ovunque. Nei bilanci dello Stato, nei satelliti che sorvegliano, nelle rotte del commercio globale, nei porti e nelle piattaforme digitali. È guerra logistica, algoritmica, finanziaria. È guerra che riorganizza rapporti sociali e istituzioni su basi autoritarie. È guerra che parte da qui. Da Vicenza. Una città con 15.000 militari e civili USA su 112.000 abitanti. Una città che ospita due basi militari americane, un comando NATO per la logistica bellica, aziende che traggono profitto dalla produzione di armi e sorveglianza. Una città attraversata da un’infrastruttura militare, economica e simbolica che collega le guerre globali al nostro quotidiano.
E proprio a Vicenza, tra il 12 e il 14 settembre 2025, il Comune organizza “Italia–America Friendship Festival: una kermesse lanciata nel cuore della NATO, durante un evento sponsorizzato dai colossi della guerra come Leonardo Corporation, Gruppo Fincantieri, Beretta USA Corp. Mascherata da evento culturale, è in realtà una rassegna pensata per normalizzare l’occupazione militare del territorio. Un’operazione di propaganda in piena regola.
Mentre a Gaza si muore con il supporto e la benedizione di Trump e degli USA, a Vicenza si celebra una retorica dell’amicizia che cancella la memoria delle lotte vicentine contro le basi. Una messa in scena globale, già vista a Yokota, Ramstein, Wiesbaden: ovunque ci siano basi USA, si inscena l’amicizia per disinnescare il dissenso.
NO MORE BASES NO MORE WARS non è un contro-festival. È un atto politico. Uno spazio per decifrare come funziona il regime di guerra globale e permanente e per condividere insieme pratiche concrete per sabotarlo. Un momento per tessere alleanze tra le lotte no war.
È un momento per denunciare, per condividere saperi, ma anche per immaginare disobbedienza.
Ci confronteremo sul ruolo degli USA nella costruzione del regime globale di guerra: una rete che lega insieme basi militari, logistica, finanziamenti, propaganda, esportazione di armi e sostegno politico al genocidio di Gaza.
Attraverso voci interne e critiche – storici, attivisti, ex militari – decostruiremo le narrazioni dominanti sull’interventismo, l’occupazione, la “guerra al terrorismo” e la complicità statunitense nel massacro di Gaza.
Con:
David Vine, antropologo e autore di "The United States of War";
Ann Wright, attivista CODEPINK
Andrew Bacevich, docente di storia alla Boston University, ex militare e fondatore del Quincy Institute;
Oggi in Palestina è in corso un genocidio sotto gli occhi del mondo, reso possibile dal sostegno militare e politico dell’Occidente e portato avanti da uno degli eserciti più avanzati e brutali del pianeta. Non è un “conflitto”. È occupazione, apartheid, annientamento sistematico di un popolo. Questo dibattito parte da qui. Dalla violenza coloniale israeliana, dalla resistenza quotidiana dei palestinesi e dalla solidarietà concreta di chi, anche in Europa, disobbedisce alla complicità.
Con:
Lara Kiswani - Arab Resource & Organizing Center;
Yasmine Akrimi - dottaranda in politiche decoloniali;
Cecilia Fasciani, giornalista che ha documentato l'occupazione da parte dei coloni in Cisgiordania;
Youth of Sumud, collettivo di attivisti della Masafer Yatta;
Riccardo Mattone Fantini, attivista Mediterranea with Palestine;
Le guerre non iniziano con le bombe. Iniziano con le basi militari: infrastrutture invisibili che trasformano interi territori in piattaforme per il dominio globale. Questo dibattito dà voce a chi resiste concretamente alla militarizzazione dei territori. Le basi militari non sono “difesa”, ma presidi permanenti del controllo, dell’estrazione e della guerra.
Con:
Movimento No Base - Coltano (Toscana);
Movimento No Muos (Sicilia);
Sung Hee Choi, attivista Sud Corea;
David Vine, antropologo.
Una tavola rotonda aperta per confrontarsi su quello che sta succedendo, oggi, nel mondo e nei nostri territori. Guerra, occupazione, genocidio, logistica, militarizzazione. Ma anche opposizione, solidarietà, sabotaggio, diserzione.
Con:
Yasmine Akrimi (Tunisia);
Interventionistische Linke (Germania);
Codepink (Usa);
Centri sociali del Nord Est;
Movimento No Muos (Sicilia);
Movimento No Base Coltano (Toscana);
Collettivo di Fabbrica GKN (Firenze);
Guerra alla Guerra;
Coordinamento Restiamo Umani - Seafuture (La Spezia);
Sabato 13 settembre alle ore 16 ci riuniamo in Piazza Castello per riaffermare con forza che siamo per una Vicenza libera dalle basi militari e dalle economie di guerra. Per la fine del genocidio del popolo palestinese e contro tutte le guerre e le politiche di riarmo.