Vivere questo servizio con impegno, determinazione, assiduità e costanza, come rispetto verso se stessi e verso gli altri, dando sempre il massimo e quello che è possibile. È fondamentale per questo anche arrivare puntuali sia alle prove che alla messa.
Far sentire sempre tutti accolti e non giudicati, responsabili dell'impegno preso. Accogliere sempre tutti, più o meno simpatici, cercando di non chiudersi nelle solite relazioni ma cercando di fare famiglia che vive con amore e coinvolgimento il proprio servizio, imparando a comunicare tra le persone con sincerità e correzione fraterna. Ricordarsi di essere uno strumento nelle mani di Dio, per cui nel coro ascolto, accolgo, tollero e condivido.
Coinvolgere sempre l'assemblea, cercando così di essere una realtà aperta, accogliente e invitante. Ricordarsi di annunciare il canto e la relativa pagina o di preparare dei foglietti per gli altri fedeli, cercando di scegliere soprattutto canti che la comunità conosce e che può cantare. Cercare di coinvolgere soprattutto i più giovani, lasciando loro spazio e facendoli sentire a casa. Soprattutto coinvolgere i bambini del catechismo per aiutarli a vivere l'eucarestia come una grande festa di cui loro sono pienamente partecipi.
Ricordarsi sempre PER CHI si canta e PERCHÉ si canta, senza mai perdere il centro della liturgia: il canto è a servizio della liturgia e non il contrario. Siamo lì per cantare al Signore e cantare per il Signore. Per questo è importante vivere con serenità la messa (non chiacchierare!) e ricordarsi di pregare prima di iniziare le prove invocando il dono dello Spirito e affidando questo servizio continuamente nelle mani del Padre. Si potrebbe anche approfittare dei testi dei canti stessi per creare una bella condivisione di fede e aiuta sempre di più a capire ciò che cantiamo.
Il coro è servizio e non esibizione, servizio umile che possa trasmettere a tutti la passione e la gioia con cui si compie. Ricordarsi sempre di andare alle prove preparati, portando ognuno il proprio materiale senza che gli altri debbano pensare per noi. Cantare significa ascoltarsi reciprocamente senza che ci sia nessuno la cui voce passa sopra a quella degli altri, né lasciare che gli altri cantino per noi.
È sempre necessario vivere momenti di formazione che ci aiutino a ricentrarci e a crescere nella competenza in questo servizio. Soprattutto approfittare dei momenti di Zona Pastorale per creare relazioni e per arricchirsi nello scambio di esperienze.
Il servizio del direttore non è un servizio facile, che chiede carisma ma anche la collaborazione di tutti i membri del coro stesso. Ognuno mette in campo i propri doni per metterli a disposizione del coro. Si potrebbe creare un'equipe che affianchi il direttore e che, con lui, scelga i canti per le domeniche del Tempo Ordinario e dei tempi forti partendo dalle letture domenicali.
«O felice quell'alleluia cantato lassù! O alleluia di sicurezza e di pace! Là nessuno ci sarà nemico, là non perderemo mai nessun amico. Ivi risuoneranno le lodi di Dio. Certo risuonano anche ora qui. Qui però nell'ansia, mentre lassù nella tranquillità. Qui cantiamo da morituri, lassù da immortali. Qui nella speranza, lassù nella realtà. Qui da esuli e pellegrini, lassù nella patria. Cantiamo pure ora, non tanto per goderci il riposo, quanto per sollevarci dalla fatica. Cantiamo da viandanti. Canta, ma cammina. Canta per alleviare le asprezze della marcia, ma cantando non indulgere alla pigrizia. Canta e cammina. Che significa camminare? Andare avanti nel bene, progredire nella santità. Vi sono infatti, secondo l'Apostolo, alcuni che progrediscono sì, ma nel male. Se progredisci è segno che cammini, ma devi camminare nel bene, devi avanzare nella retta fede, devi avanzare nella retta fede, devi progredire nella santità. Canta e cammina.»
(Sant'Agostino)