1973 - L. Marinangeli
La discontinuità, la variabilità di argomenti e di tecnica, che si rilevano nella pittura di Trecci, potrebbero influenzare negativamente l'occhio del profano. Un Carattere introverso, ma nello stesso tempo dirompente nell'altrui e nella propria insoddisfazione, accumula nel pittori argomenti carichi di frenetismo che si placa nell'accostamento dei colori, nella trasparenza delle immagini e nella continua ricerca di ogni espressione artistica. Nel "Ritratto di uomo", insieme a quell'immagine così mite, ma densa di significato, l'artista divide le stesse ansie, le stesse preoccupazioni, le stesse fobie, le stesse speranze; e ci danno la certezza di una acuta sensibilità.
Interessanti sono anche le piccole nature morte e i paesaggi ricchi di autunnali colori, contrapposti alla nudità di quei "Tronchi" ridotti quasi all'idea della natura stessa.
1974 - Domenico Purificato
"... ottimo conoscitore della propria tecnica, Trecci porta all'esasperazione ogni particolare per cogliere di un momento la smisurata sconcertante realtà..."
1974 - Lamberto Ciavatta
Ho conosciuto Claudio Trecci a Nettuno. Esponeva alcune sue opere in un giro di mostre organizzate dal giornale Il Messaggero.
Fra tanti non passava inosservato, anzi si faceva notare non solo per la giovane età e per pitture da "grande", ma soprattutto per il messaggio nascosto che quelle opere infondevano anche senza attentamente osservarle. C'era in loro, nella loro oscurità, una luce intensa, rara, pregna di significati e di valori. Nelle semplici "Pannocchie di mais" trasudava il sudore contadino, la luce brillante del sole, seppur quel fondo nero sembrava volesse oscurare e sminuire il duro lavoro. I volti tristi, i colori autunnali, la fatica e il dolore dell'uomo si legge in ogni sua opera.
1974 - Il Messaggero
Claudio Trecci, un artista che ha molto da dire sui valori della vita e dell'esistenza.
1974 - Giovanni Zavarella
"... queste immagini confuse danno la sensazione del caos, del ritmo, ma pur sempre rimangono sospese tra note delicate e tristi..."
1975 - Cronache di Assisi
"... Arte, come interpretazione della malinconica poesia, è nascosta dietro alle immagini di solitudine..."
1975 - Giovanni Zavarella
Nella pittura di Trecci balza evidente il serio impegno formale e sostanziale in una nobile ricerca raffigurativa dell'uomo nel suo momento esistenziale. Il suo colore, basato sulla variazione dell'ocra, al massimo è tricorde cromatico con una predilezione caratterale alla tristezza pensosa che rifugge dal pressapochismo.
2024 - Franco Bulfarini
Claudio Trecci è pittore, architetto, scrittore e viaggiatore. Conosciuto per la sua arte più all'estero che in Italia, ove è rientrato da pochi anni, è attenzionato sia dalla critica che dal pubblico. Sua la capacità di esprimersi con uso attento di luci e ombre, con approccio estetico-pittorico d'intensità cromatico-emozionale, sia in senso figurale che astratto.
2024 - Franco Bulfarini intorno al dittico "Amorini"
Amorini. Tecnica interessante: centrale il dinamismo delle figure di sintesi concettuale, gli Amorini. Le due fasce in basso di cromie diverse individuano suoli di ancoraggio psicologico e cromatico alternativi o discontinui. In uno sfondo bruno pece volteggiano come in una lotta o in un gioco di fanciulli, o forse in una danza angelica come il titolo suggerirebbe, esseri filiformi che potrebbero avallare avatar mistici di nostre vicissitudini, ove lotte reali od interiore o danze o pugne sportive, che tralasciando il titolo, avallano possibili letture, ed in loro, nei loro volteggi armoniosi, l' emergere di gesti ed imprese mirabili. Un'insieme da svelare che richiama la nostra natura di esseri viventi carichi di energie e di vita, rispecchiata nel cielo di affreschi lontani, e biblici, ribadita qui e ora nel corpo di una tela. Sono essi Angeli o putti espressi e resi nel contrasto o nel confronto nell'apparire dell'istanza che dal buio lascia intravvedere la luce del segno che è sempre vitale, armonioso, solenne e forse imperituro.