Agenda strategica 2019-2024: ripercorriamo i risultati degli ultimi cinque anni

Tra strategie, difficoltà, crisi improvvise e programmi di ripresa, ci sembra interessante ripercorrere le principali azioni e i provvedimenti presi dall’Unione Europea negli ultimi cinque anni, in vista dell’adozione dell’Agenda Strategica 2024-2029 il prossimo giugno.


Prima dell’inizio di ogni nuova legislatura – ogni cinque anni – il Consiglio europeo fissa le priorità politiche ufficiali dell’UE: l’agenda strategica, che contribuisce a guidare le istituzioni dell’UE e a definire le modalità per realizzare tali priorità.

L’agenda definisce anche le priorità politiche della Commissione europea, che saranno presentate all’intero Parlamento europeo e successivamente convertite in mandati specifici per ciascun commissario ed elaborate nelle commissioni competenti del Parlamento.

Proviamo a riassumere quali sono stati i principali punti dell’agenda strategica 2019-2024 e i risultati conseguiti dalla Commissione di Ursula von der Leyen nel suo mandato.


Le premesse

Il Consiglio europeo, nel 2019, definì quattro priorità da inserire nell’Agenda Strategica 2019-2024 per orientare i lavori delle diverse istituzioni dell’UE:

- Proteggere i cittadini e le libertà: migliorare il controllo delle frontiere, sviluppando una politica globale in termini di migrazione; lottare contro le minacce transfrontaliere e il terrorismo; aumentare la resilienza dell’UE rispetto alle catastrofi naturali e quelle provocate dall’uomo;

- Sviluppare una base economica forte e vivace: approfondire l’Unione economica e monetaria, rafforzando il ruolo internazionale dell’euro; investire nelle competenze e nell’istruzione, sostenendo le imprese europee; adottare la trasformazione digitale;

- Costruire un’Europa verde, equa, sociale e a impatto climatico zero: investire in iniziative ecologiche; creare un’economia circolare efficace e un mercato dell’energia dell’UE; favorire la transizione ecologica, riducendo al contempo la dipendenza dell’UE dall’esterno; attuare il pilastro europeo dei diritti sociali;

- Promuovere gli interessi e i valori europei sulla scena mondiale: costruire una politica estera efficace, promuovendo la pace, la stabilità, la democrazia e i diritti umani; proseguire una politica commerciale in linea con il multilateralismo e l’ordine internazionale globale; assumere una maggiore responsabilità in materia di sicurezza e di difesa.


Avendo preso visione dell’agenda strategica del Consiglio e avendo discusso con i gruppi politici del Parlamento europeo, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, presentò sei priorità politiche da portare avanti negli anni del suo mandato: un Green Deal europeo; un’economia che lavora per le persone; un’Europa pronta per l’era digitale; proteggere lo stile di vita europeo; un’Europa più forte nel mondo; un nuovo slancio per la democrazia europea.


I risultati

Di seguito proviamo a tirare le somme dei risultati conseguiti dalla Commissione europea, entrata in funzione il 1 dicembre 2019. Anticipiamo che in questi anni sono stati toccati i temi di tutte le priorità annunciate, in alcuni più o meno approfonditamente, nonostante le sfide che l’UE si è trovata ad affrontare, come la pandemia da COVID-19, le calamità naturali, una forte crisi energetica, lo scoppio della guerra in Ucraina e nel Medio Oriente.

Tuttavia, grazie al dialogo con il Parlamento europeo e con il Consiglio dell’Union europea, quasi il 75% delle proposte legislative gestite dalla Commissione von der Leyen è stato approvato.


La sconfitta della pandemia e il NextGenerationEU

L’Unione Europea ha avuto un ruolo fondamentale nella sconfitta della pandemia da COVID-19: infatti, già nel marzo 2020 la Commissione aveva istituito un team per coordinare la risposta all’emergenza sanitaria, riunendo tutti i filoni di lavoro.

Ad esempio, in aprile è stato lanciato SURE, strumento di finanziamento di regimi di riduzione dell’orario di lavoro in tutta l’UE, che ha sostenuto circa 31,5 milioni di lavoratori dipendenti e autonomi e oltre 2,5 milioni di imprese nel 2020, erogando 98,4 miliardi di euro di assistenza finanziaria a 19 Stati membri.

Tempestivamente, sono state avviate anche due iniziative di investimento, note come CRII e CRII+,  in risposta al coronavirus, che hanno aiutato gli Stati membri ad acquistare attrezzature mediche, a pagare gli operatori sanitari e a sostenere i lavoratori e le piccole e medie imprese.

Come aspetto più importante, l’UE ha contribuito al finanziamento, allo sviluppo e al reperimento dei vaccini, nonché alla loro diffusione. Dal superamento di questa crisi è anche nata la proposta di costruire un’Unione europea della salute, per una migliore risposta alle crisi sanitarie e alla collaborazione.

In seguito, il NextGenerationEU, un piano di ripresa da oltre 800 miliardi di euro (di questi, 194 miliardi sono spettati all'Italia), ha aiutato i Paesi membri in difficoltà economica durante e dopo la crisi pandemica: a febbraio 2024 erano stati erogati fondi per quasi 225 miliardi di euro. Inoltre, il 40% della spesa del piano di ripresa è stato utilizzato per investimenti e riforme nel clima e il 26% per la promozione della transizione digitale, in linea con gli obiettivi e le priorità dell’agenda.

In seguito, il NextGenerationEU, un piano di ripresa da oltre 800 miliardi di euro (di questi, 194 miliardi sono spettati all'Italia), ha aiutato i Paesi membri in difficoltà economica durante e dopo la crisi pandemica: a febbraio 2024 erano stati erogati fondi per quasi 225 miliardi di euro. Inoltre, il 40% della spesa del piano di ripresa è stato utilizzato per investimenti e riforme nel clima e il 26% per la promozione della transizione digitale, in linea con gli obiettivi e le priorità dell’agenda.


Un Green Deal europeo

Nel 2021 l’UE ha adottato la prima normativa europea per il clima, sancendo l’obiettivo di neutralità climatica entro il 2050 e una riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030. 

I progetti per il clima sono finanziati da fondi per quasi 400 miliardi di euro, attinti dal NextGenerationEU e dalla politica di coesione. Inoltre, non è mancata l’attenzione verso quelle realtà più vulnerabili: il Fondo per una transizione giusta e il Fondo sociale per il clima sostengono l’impatto socioeconomico della transizione verde.

La risposta all’invasione russa dell’Ucraina

Fin dall’inizio del conflitto, nel febbraio 2022, l’UE si è schierata a sostegno dell’Ucraina e del rispetto del diritto umanitario e internazionale: sono stati accolti milioni di rifugiati ucraini ed è stato avviato un programma di assistenza umanitaria, finanziaria e militare per oltre 88 miliardi di euro fino ad oggi.

A distanza di un anno, nel febbraio 2024, con il nuovo «strumento per l’Ucraina» sono stati messi a disposizione 50 miliardi di euro nei prossimi quattro anni per contribuire all’erogazione di servizi base. Inoltre, sono stati aperti corridoi di solidarietà per l’esportazione di merci ucraine e sono stati varati 13 pacchetti di sanzioni verso Mosca.

Ad oggi l’Ucraina è ufficialmente un paese candidato all’adesione all’UE e l’avvio di negoziati di adesione ha avuto il via libera.

La crisi energetica e il REPowerEU

A seguito delle azioni della Federazione Russa e del taglio delle importazioni di gas e petrolio russo, si è innescata la peggiore crisi energetica degli ultimi decenni.

Con il piano REPowerEU, presentato nel marzo 2022, che mobilita importi vicini ai 300 miliardi di euro, è stata ridotta la dipendenza dalla Russia e sono stati reperiti nuovi partner commerciali. Inoltre, il consumo del gas è stato ridotto del 18% a favore delle energie rinnovabili. Infine, è stata istituita una piattaforma dell’UE per l’energia, garantendo così alle imprese europee una posizione più forte sui mercati globali.

Una strategia europea in termini di difesa

In termini di difesa, la Commissione è intervenuta per contrastare l’aumento della disinformazione e della cattiva informazione, per intensificare la lotta contro la criminalità organizzata e il terrorismo e la cooperazione transfrontaliera tra forze di polizia e autorità di contrasto, potenziando il mandato di Europol e di Eurojust.

Inoltre, lo spazio Schengen è stato esteso a Croazia, Romania e Bulgaria e di recente è stato aggiornato il codice frontiere Schengen. Infine, con il Fondo europeo per la difesa sono state poste le basi per un programma europeo di sviluppo del settore industriale della difesa.


Affrontare la migrazione irregolare

Nel corso di questi anni, la Commissione ha presentato quattro piani d’azione per le principali rotte migratorie. Inoltre, grazie a diversi fondi, la Commissione ha fornito un sostegno finanziario agli Stati membri: con il Fondo Asilo – migrazione e integrazione (2019-2023) sono stati erogati circa 6 miliardi di euro; 3 miliardi provengono invece dal Fondo Sicurezza Interna – Frontiere e visti (2019-2020) per la gestione delle frontiere; infine, 1 miliardo proviene dal Fondo per la sicurezza interna – Polizia (2019-2020 per rafforzare la sicurezza.

Il sostegno dell’UE nelle situazioni di calamità

Il meccanismo di protezione civile dell’UE è stato un importante sostegno per i Paesi che hanno dovuto far fronte a calamità naturali, tra cui anche l’Italia con le alluvioni dello scorso anno.

Dal 2019 sono stati erogati oltre 3 miliardi di euro tramite il Fondo di solidarietà dell’UE per calamità naturali ed emergenze sanitarie. Ma gli aiuti europei si estendono anche a livello mondiale: dal 2020 l’UE ha coordinato 232 operazioni di ponte aereo umanitario in risposta a 12 diverse crisi nel mondo.

Inoltre, è stato istituito RescEU, ovvero una riserva comune di risorse europee dotata di una flotta di aerei ed elicotteri antincendio, di aerei per l’evacuazione medica e di scorte di materiale medico.


Un’Europa digitale

L’Unione Europea ha anche investito per tutelare i cittadini all’interno degli spazi digitali. In particolare, sono stati investiti miliardi nell’espansione della fibra ottica e del 5G; con la normativa sui servizi digitali e quella sui mercati digitali sono stati posti i principi fondamentali per le imprese digitali; con la normativa sui dati si auspica a una maggiore condivisione e competitività dei mercati europei del cloud. Infine, l’Unione Europea è diventato il primo continente a dotarsi di una normativa sull’intelligenza artificiale con l’AI Act.


Promozione della competitività industriale

Per aiutare l’industria a conservare competitività sul piano mondiale nella fase di transizione ecologica, sono stati sostenuti alcuni settori specifici: la normativa europea sui chip, che sostiene l’espansione e l’innovazione del settore, ha generato oltre 100 miliardi di euro di investimenti pianificati; con la normativa sull’industria a zero emissioni nette si prevede che entro il 2030 almeno il 40% della domanda unionale di tecnologie a zero emissioni dovrebbe essere soddisfatta dalla capacità di produzione europea; sulla stessa scia, la normativa sulle materie prime critiche è volta a garantire alle imprese europee l’accesso alle materie prime essenziali, attingendo anche da altri Paesi partner.

L’economia sociale di mercato

Nell’ottica di garantire competenza e benessere per i lavoratori, la Commissione ha stabilito il Patto per le competenze nel luglio 2020, con una dotazione di 65 miliardi di euro di investimenti in competenze, provenienti dal bilancio dell’UE e dal NextGenerationEu. Inoltre, è stato creato un quadro di riferimento europeo per migliorare l’adeguatezza delle retribuzioni minime e sono state stabilite norme in materia di trasparenza salariale, seguendo il principio secondo cui a lavoro uguale, retribuzione uguale, indipendentemente dal genere.

Tutelare la democrazia e lo Stato di diritto

Con il piano d’azione per la democrazia europea di dicembre 2020, la Commissione ha adottato misure per promuovere elezioni libere ed eque, rafforzare la libertà dei media e contrastare la disinformazione. Infatti, in questi anni di mandato la Commissione ha stabilito leggi per regolamentare la pubblicità politica, garantire la libertà dei media, nonché tutelarne la libertà e il pluralismo. Nel maggio 2023 è stato adottato un pacchetto di misure anticorruzione e, grazie al meccanismo di condizionalità, l’UE può trattenere i fondi dell’UE in caso di violazioni dello Stato di diritto, come sta accadendo nei confronti dell’Ungheria.

I rapporti internazionali e il Global Gateway

Il Global Gateway è il più vasto programma di investimenti a livello globale mai realizzato dall’Europa: 300 miliardi di euro destinati a investimenti e progetti di qualità, in regime di partenariato con alcuni Stati extra-UE. Ad ora sono stati selezionati ben 200 progetti faro.

Nel 2022 sono stati avviati i negoziati di adesione con Albania e Macedonia del Nord Nel, nel dicembre 2023 con Ucraina e Moldova; mentre Bosnia-Erzegovina e Georgia sono diventati Paesi candidati all’adesione all’UE.

Verso l’agenda 2024-2029

Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, sta guidando il processo di stesura dell’agenda strategica 2024-2029, la cui adozione è prevista per giugno 2024. La definizione dei temi da discutere durerà per tutto il primo semestre di quest’anno.

Tuttavia, a ottobre scorso si è tenuta una riunione informale del Consiglio europeo, da cui sono emerse alcune di quelle che saranno le priorità: sicurezza e difesa, resilienza e competitività, energia, migrazione, dialogo a livello globale, allargamento. Si tratta di temi già toccati, più o meno approfonditamente, nell’agenda 2019-2024 che si sposano con alcune esigenze degli Stati membri sorte negli ultimi anni. Siamo allora impazienti di scoprire in che modo questi temi saranno approfonditi e quali saranno le prospettive dell’Unione Europea nei prossimi cinque anni.


Casa Europa Viareggio, 15 Maggio 2024

Agenda Strategica 2019-2024.pdf

L'Agenda Strategica 2019-2024

Keeping our promise to Europe_Brochure_IT.pdf

Il rapporto sui risultati degli ultimi cinque anni