Il santuario della Madonna del Buso a Gallio e il canyon del Buso Vecio

Tra le tante escursioni sull'altopiano dei Sette Comuni, una delle più suggestive è quella al santuario dedicato alla Madonna del Caravaggio e alla vicina forra in località Buso di Gallio. All'uscita da Gallio (VI), in direzione Enego/Foza, si arriva alla contrada Campanella e si seguono le indicazioni per Stoccareddo. Si può partire anche da Gallio e scendere lungo il sentiero della Covola (sentiero dei Mulini). Si giunge ad una graziosa chiesetta, costruita per volontà di Frà Giovanni Battista Casera (Agord 1790 - Asiago 1862) un eremita che, rimasto affascinato dalla bellezza di questo luogo, volle edificare un tempio con annesso eremitaggio, un campanile, un ponte di pietra che tuttora unisce i due versanti della valle e un ampio piazzale per accogliere i devoti della Madonna. Affidato per la sua manutenzione alla Fabbrica della Chiesa Parrocchiale di Gallio, il tempio venne distrutto dai bombardamenti durante la Grande Guerra, ma fu ricostruito dopo pochi anni. Guardando verso valle, è visibile sulla destra un sentiero percorribile solo a piedi che porta all'angusto canyon del "Buso Vecio" che si trova proprio sotto il Santuario, conosciuto anche come "Madonna del Buso". L'orrido è formato da rocce scavate nel corso dei millenni dalle acque del torrente Frenzela che in estate è normalmente asciutto. I sassi del selciato sono levigati e le pareti del canyon appaiono umide e ricoperte di licheni. Il canyon è largo in alcuni punti meno di due metri, profondo una trentina di metri e lungo qualche centinaio di metri.

La Val Frenzela è sostanzialmente un cedimento nel bordo dell' Altopiano, una gola che scende ripida e stretta, profonda, lunga, ancora verde di prati all'inizio, quasi un "canyon" fra pareti alte di pietra alla fine. Si apre di colpo, ottocento metri più in basso, sul paese di Valstagna in Valsugana, appena sopra Bassano. La Val Frenzela (dal tedesco medioevale "Frön-ziel-â/Fran-zeel-â" che significa "valle torrentizia terminale con strada incassata ripida") svolse nel corso della storia un ruolo assai importante per le genti di pianura e per quelle dell'Altopiano. Diversi furono i suoi utilizzi:

- "VIA DELLA LANA" in quanto dai lontani secoli della Repubblica Romana fino agli inizi del 1900 venne percorsa dalle greggi di pianura e dell'Altopiano per le transumanze autunnali e primaverili, collegando I'Altopiano alle vie armentarie, che conducevano a Padova, Vicenza, Treviso e Pordenone;

- "VIA DEL LEGNAME", perché a partire dalla fine del XIV secolo agevolò il trasporto del legname di Gallio e Asiago verso il Brenta e, quindi, verso l'Arsenale di Venezia;

- "VIA DEL CONTRABBANDO", che assicurò alle genti dell'Altopiano quei beni necessari al vivere quotidiano, come alcoolici, vestiario, olio, zucchero, sale, caffè e tabacco, che a causa dei dazi oltremodo onerosi non potevano facilmente essere acquistati al libero mercato;

- "VIA DEI PROFUGHI E DEI SOLDATI" perché nel maggio del 1916 a seguito dei bombardamenti austroungarici gran parte della popolazione di Gallio e Asiago fuggì in pianura, mentre truppe di soldati italiani risalivano la Valle per posizionarsi nelle trincee dell'Altopiano con l'obiettivo di contrastare l'avanzata delle truppe austriache.