C'è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare.
Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
I versi dell'Ecclesiaste potrebbero ben rappresentare i tuoi pensieri, Isocrate! Ora che ti accingi, quasi centenario, a riprendere in mano il tuo Panatenaico. Tre anni, tre lunghi anni sono trascorsi da quando hai dovuto metterlo da parte: troppo debole il fisico, pesante la malattia. Ma ora, tornata un po' di salute, ecco che è urgente dire tutto quello che hai dire. Affidare a questi fogli il tuo testamento spirituale...
Atene. Atene è stata l'unica polis amata, la più bella, la più colta, la più giusta fra le poleis. A lei vuoi dedicare il tuo elogio.
Stai correggendo il discorso con alcuni ragazzi della tua scuola. C'è un pezzo sugli antenati che ti sembra particolarmente riuscito! Eccolo:
Οὕτω γὰρ ὁσίως καὶ καλῶς καὶ τὰ περὶ τὴν πόλιν καὶ τὰ περὶ σφᾶς αὐτοὺς διῴκησαν, ὥσπερ προσῆκον ἦν τοὺς ἀπὸ θεῶν μὲν γεγονότας, πρώτους δὲ καὶ πόλιν οἰκήσαντας καὶ νόμοις χρησαμένους, ἅπαντα δὲ τὸν χρόνον ἠσκηκότας εὐσέβειαν μὲν περὶ τοὺς θεοὺς δικαιοσύνην δὲ περὶ τοὺς ἀνθρώπους, ὄντας δὲ μήτε μιγάδας μήτ' ἐπήλυδας, ἀλλὰ μόνους αὐτόχθονας τῶν Ἑλλήνων, καὶ ταύτην ἔχοντας τὴν χώραν τροφὸν, ἐξ ἧσπερ ἔφυσαν, καὶ στέργοντας αὐτὴν ὁμοίως ὥσπερ οἱ βέλτιστοι τοὺς πατέρας καὶ τὰς μητέρας τὰς αὑτῶν, πρὸς δὲ τούτοις οὕτω θεοφιλεῖς ὄντας ὥσθ' ὃ δοκεῖ χαλεπώτατον εἶναι καὶ σπανιώτατον, εὑρεῖν τινὰς τῶν οἴκων τῶν τυραννικῶν καὶ βασιλικῶν ἐπὶ τέτταρας ἢ πέντε γενεὰς διαμείναντας, καὶ τοῦτο συμβῆναι μόνοις ἐκείνοις.
Gli antenati - scrivevi - hanno amministrato la polis e i loro interessi privati onestamente e hanno sempre praticato la religiosità e la giustizia, essi che non erano né di razza mista, né immigrati, ma essi soli autoctoni (αὐτόχθων, -ον = autoctono, indigeno) fra i Greci.
Gli antenati amarono Atene come... non ci vedi più tanto bene! ma il concetto era questo "come i migliori amano il padre e la madre"... È così che hai scritto? Chiedi ai tuoi studenti.
Hai usato l'aggettivo μιγάς, -άδος, ὁ, ἡ che significa