Sei nato ad Atene intorno al 390, ti sei formato sotto l'insegnamento di Isocrate e forse anche di Platone. Nonostante la tua ricca famiglia, hai scelto di esercitare la professione di logografo, che ti ha garantito ricompense abbondanti e uno stile di vita lussuoso.
Hai avuto relazioni con rinomate cortigiane dell'epoca, tra cui Frine, che hai difeso da un'accusa di empietà.
In politica, hai supportato Demostene e il partito antimacedone, ma durante lo scandalo di Arpalo (324), ti sei schierato contro di lui, accusandolo pubblicamente di complicità con il nemico.
In un anno non determinato, ma probabilmente successivo al 350 a.C., ti trovi coinvolto in un caso giudiziario di grande risonanza: Eutia, usando un'orazione di Anassimene di Lampsaco, ha accusato Frine, un'etera che è stata tua amante, di empietà, reato punibile con la pena di morte. Tu, celebre avvocato ateniese, hai difeso personalmente Frine, componendo una delle tue orazioni più famose: Per Frine. Le accuse mosse contro di lei, poco consistenti dal punto di vista giuridico, nascondevano probabilmente il malcontento dei tradizionalisti ateniesi per il suo comportamento sfrontato e per le sue immense ricchezze accumulate nel tempo, oltre al suo aperto antimacedonismo, che la legava a te. Il processo assume soprattutto un significato politico, con nemici di Iperide che cercano di danneggiare la tua reputazione attaccando legalmente una persona strettamente legata a te. Per ottenere il favore dei giudici, pare che tu abbia avuto l'idea di denudare la cortigiana, mostrando la bellezza del suo corpo e che per questo Frine sia stata assolta.
Dopo la morte di Alessandro Magno nel 323, ti sei riavvicinato a Demostene, sperando in una rinascita greca contro i Macedoni. Ma dopo la sconfitta di Atene a Crannone nel 322, sei stato catturato dai soldati di Antipatro e giustiziato.
Anche se il corpus delle tue orazioni è andato perduto nel corso del tempo, importanti scoperte di papiri hanno restituito, in parte o completamente, cinque delle tue orazioni giudiziarie (Contro Demostene, Per Licofrone, Per Eussenippo, Contro Filippide, Contro Atenogene) e una orazione epidittica, l'Epitafio per i caduti nel primo anno della guerra detta lamiaca (323-322).
Molte altre orazioni che hai scritto sono giunte in modo frammentario, fra cui l'orazione scritte per la difesa di Frine.
Hai creduto nell'individualismo e nel culto della personalità, e sei stato un oratore di grande successo. Il tuo stile è stato elogiato per la sua varietà, combinando la forza espressiva di Demostene con la grazia di Lisia. Sobrio nell'uso delle figure retoriche, hai dimostrato una notevole capacità nell'uso garbato dell'ironia e nella chiarezza del tuo linguaggio. La tua abilità nell'adattare lo stile al contenuto e al genere delle tue orazioni è evidente, soprattutto nell'Epitafio, considerato un capolavoro del genere epidittico.
Hai approfondito lo studio della condizione sociale delle donne ad Atene, per difendere Frine, la tua amante, che era un'etera, cortigiana di alto livello.
Ad Atene c'èra una differenza tra cittadine ateniesi e meteci: Le donne ateniesi, soprattutto quelle povere, non avevano la libertà economica e sociale delle etere straniere. Le cittadine, infatti, avevano difficoltà a trovare marito se non avevano una dote. Molte etere, che erano spesso straniere (meteci), potevano accumulare ricchezze e godere di una certa autonomia, cosa non permessa alle cittadine. Le cittadine ateniesi invidiavano le etere straniere per la loro ricchezza.
Le etere come, come Frine, potevano raggiungere una notevole fama e influenza. Nonostante la loro posizione ai margini della società, potevano intrattenere relazioni con uomini di potere e influenzare la vita politica e culturale della città. Frine, ad esempio, era legata all'oratore Iperide e fu modella per la statua di Afrodite Cnidia. Le etere potevano anche commissionare opere d'arte e farsi rappresentare in statue pubbliche. Le etere erano spesso oggetto di critiche e stereotipi negativi. Venivano accusate di avidità e di comportamenti immorali. Le commedie dell'epoca spesso le ritraevano come figure che approfittavano degli uomini. Nonostante ciò, la loro presenza era una parte integrante della vita sociale ateniese.
Al processo contro Frine, essendo al fianco di Frine e vedendo che i suoi discorsi non stavano ottenendo alcun risultato, e che i giudici erano inclini a condannarla, l'hai portata davanti al pubblico e, strappandole i vestiti, hai mostrato il suo seno nudo. Questo gesto, unito alle sue suppliche emotive basate sulla sua vista, ha fatto sì che i giudici, presi dalla superstizione, e considerando Frine come una sacerdotessa e favorita di Afrodite, con compassione abbiano deciso di non condannarla a morte
Hai preso spunto da questa statua di Prassitele che rappresenta Afrodite. Si dice che proprio Frine sia stata la modella sello scultore