La rivalità politica e oratoria con Demostene ha fatto sì che preziose informazioni sulla vita di uno compaiano anche nei racconti sulla vita dell'altro. Ad esempio, la Vita di Demostene di Plutarco fornisce dettagli sulla tua vita, e viceversa. Altre informazioni sulla tua biografia si trovano nelle tue stesse orazioni, soprattutto nell'orazione XIX, Sulla corrotta ambasceria.
Sei nato ad Atene intorno al 390 o 389 a.C. Tuo padre, esiliato durante il regime dei Trenta Tiranni, tornato ad Atene in difficili condizioni economiche, è diventato insegnante, mentre tua madre era sacerdotessa dei culti misterici. Da giovane hai aiutato tuo padre nel lavoro e hai tentato senza grande successo una carriera da attore. Tali informazioni sulla tua famiglia e sulla tua giovinezza provengono principalmente dalle orazioni di Demostene, quindi è opportuno considerarle con cautela.
Dopo aver militato come oplita contro i Macedoni, sei entrato attivamente in politica solo dopo i 40 anni, seguendo le orme di Eubulo, famoso amministratore delle finanze ateniesi. Hai partecipato a entrambe le ambascerie inviate ad Alessandro nel 348 e nel 347; sembra che dopo di esse la tua posizione, prima ostile ai Macedoni, abbia subito un cambiamento che ha sollevato il sospetto di Demostene, il quale ha tentato di portarti in tribunale attraverso l'amico Timarco.
Ti sei difeso con un discorso, presentando Timarco come una persona senza principi morali, il che ti ha permesso di vincere la causa contro l'amico di Demostene. Tuttavia, nel 343 Demostene ti ha nuovamente accusato personalmente, questa volta per il tentativo di conferire speciali onori a Alessandro. Ti sei difeso con un discorso in cui hai respinto le accuse di corruzione di Demostene, dimostrando che il suo racconto era falso e contraddittorio.
Anche in questo caso, hai vinto il processo, ma dopo la sconfitta di Atene a Cheronea nel 338, che ha segnato la fine della sua libertà, hai cercato di vendicarti del tuo perenne nemico Demostene, colpevole, secondo te, della disfatta, opponendoti al tentativo di onorarlo con una corona d'oro. Demostene ha replicato e stavolta hai perso! Sei stato costretto all'esilio, prima a Efeso, poi a Rodi e infine a Samo, dove sei probabilmente morto nel 314. Anche se le tue orazioni non rispecchiano gli alti ideali patriottici di Demostene, il tuo comportamento, nonostante qualche critica, non doveva essere così cinico e immorale come lui amava dipingerlo. In mancanza di prove concrete che il tuo cambiamento di atteggiamento nei confronti di Alessandro fosse dovuto alla corruzione, la tua reputazione rimane controversa.
Di te rimangono tre discorsi: Contro Timarco, Sulla corrotta ambasceria, Contro Ctesifonte. Un discorso Deliaco, poi, considerato falso anche dagli antichi, è andato perduto.
La prima è rivolta contro Timarco, collaboratore di Demostene e perseguito per la sua notoria immoralità, che secondo te lo rendeva ineleggibile per parlare in pubblico. Timarco sembra essere stato riconosciuto colpevole. Il discorso Sulla corrotta ambasceria si basa sulla tua convinzione che una guerra contro Filippo fosse impraticabile, come hai sostenuto nel 346, quando eri associato a Demostene nelle ambasciate presso il re macedone. Queste ambasciate, sebbene caratterizzate da gravi ritardi, portarono infine alla deludente pace di Filocrate. Infine, la Contro Ctesifonte, in cui ti opponi alla proposta di Ctesifonte di conferire una corona a Demostene per i suoi servigi ad Atene. Hai messo Ctesifonte sotto accusa per illegalità, ma il caso non è stato processato fino al 330 a.C., quando, non ottenendo un quinto dei voti a tuo favore, sei stato multato di mille dracme e, non potendo o non volendo pagare, sei andato in esilio.
Le tue caratteristiche stilistiche sono simili a quelle di Lisia: non hai uno stile così vivace come quello di Demostene, ma preferisci la chiarezza, l'accuratezza compositiva e, fondamentalmente, la caratterizzazione dei personaggi, meditando attentamente in vista della pubblicazione. Il tuo lessico è principalmente costituito da parole di uso comune che non richiedono spiegazioni, senza scegliere termini poetici o insoliti come alcuni altri oratori.
Vari notevolmente la lunghezza delle tue frasi; alcune sono lunghe e composte da una serie di clausole partecipiali e relative, soprattutto nei passaggi narrativi, dove tale stile è giustificato. In generale, tuttavia, tendi a usare frasi più brevi rispetto a Isocrate e ti attieni alla regola che un periodo non dovrebbe essere così lungo da non poter essere pronunciato tutto in un respiro.
Nelle caselle con i tuoi casi, puoi guardare 'dentro te stesso' per conoscere le risposte ai quesiti!
Eccole (memorizzale!)