Tutto ha inizio con la morte sospetta di un cittadino ateniese, verosimilmente avvelenato, in circostanze oscure. Il defunto, legato da una strana amicizia con il ricco mercante Filoneo, sembrava celare più di un segreto.
La moglie del defunto, i cui legami con lui si erano logorati nel tempo, aveva trovato conforto nell'amicizia con la concubina di Filoneo - una schiava o forse una donna libera, ma meteca e forestiera, che egli cedeva volentieri anche agli amici. La quale era ben felice di questa amicizia con una donna sposata e una cittadina ateniese e le aveva confidato il proprio timore che Filoneo si fosse stancato di lei e intendesse avviarla alla prostituzione.
Ecco dunque che scatta un piano malvagio!
Una fiala di veleno, camuffata da filtro d'amore, che passa di mano in mano, è la protagonista di questa tela di inganni.
Con il marito pronto a partire per un viaggio d'affari, la perfida moglie consiglia all’amica di mescolare un "filtro d’amore" al vino dei due uomini, durante un pranzo. Non sospettando nulla, la donna mette in atto il consiglio…
Filoneo, vittima inconsapevole del suo ospite, muore all’istante, fulminato dal veleno, mentre il marito dell’avvelenatrice, colpito in modo meno letale, muore venti giorni dopo.
La concubina viene accusata del duplice delitto e viene giustiziata.
Anni dopo, tuttavia, il figlio del defunto, raggiunta la maggiore età, si sente in dovere di fare riaprire il caso e accusa la matrigna, di omicidio premeditato.
Il padre, infatti, aveva avuto il tempo - prima che il veleno scatenasse i suoi effetti mortali - di comprendere il piano macabro e di rivelarlo al figlio, avuto da una precedente moglie, prima di esalare l'ultimo respiro. I fratellastri si schierano con la madre assassina. Ed è qui che entra in gioco Antifonte, al quale il giovane si rivolge per comporre il discorso che pronuncerà davanti al tribunale dell’Areopago, dove si giudicano gli accusati di omicidio premeditato, nel tentativo di far luce su questa intricata vicenda di inganni e tradimenti.
Le prove, a distanza di anni, sono ben poche!
Antifonte dovrà dunque presentare il suo cliente come un uomo in buona fede, ingenuo, che non avrebbe alcun motivo per muovere un’accusa così pesante se non la conoscenza della verità.
Qual è il delitto nel caso della matrigna? Omicidio premeditato o istigazione all’omicidio? Nel primo caso, il tribunale competente è l’Areopago, nel secondo il Palladio
Qual è il punto debole della causa?
A quale personaggio del mito, protagonista di una tragedia di Eschilo, potresti paragonare la matrigna?