APPELLO AI CANTURINI

A UN ANNO DALLE ELEZIONI

Perchè questo appello

Fra un anno esatto, la nostra Città sarà chiamata a rinnovare l’Amministrazione comunale. Fra un anno esatto, i Canturini saranno ancora una volta chiamati a scegliere con il proprio voto le idee, i programmi e le persone che caratterizzeranno lo sviluppo dei prossimi cinque anni della Città di Cantù.

Noi firmatari di questo appello, siamo persone con esperienze, professioni, appartenenze e culture che esprimono quella pluralità che riteniamo fondamentale valorizzare per garantire a Cantù un futuro prospero, responsabile, equo e fruibile da tutti. Ciò che ci accomuna è l’avere a cuore il nostro territorio inteso come comunità di persone, nessuna esclusa, e condivisione di risorse, nessuna sacrificata. Ciò che ci muove è l’inquietudine per quella maggioranza di cittadini che, purtroppo, non ritengono più possibile determinare con le proprie scelte elettorali il futuro della Città. 

Di questo, ci sentiamo corresponsabili. Riconosciamo come, spesso, la gestione delle quotidianità ed alcuni microegoismi abbiano offuscato una visione complessiva di medio e lungo periodo; le risposte, pur doverose, date alle crescenti emergenze affrontate abbiano fiaccato le energie dedicate alla ricerca di una prospettiva di sviluppo della Città; l’esserci a volte accomodati su convenzioni utilitaristiche abbia contribuito all’allontanamento dalla politica, dalla cittadinanza attiva, dalla ricerca del bene comune e dalla partecipazione al suo conseguimento. 

Altresì, crediamo che diverse responsabilità siano anche della politica rinchiusa in strutture, percorsi, modalità e burocrazie che hanno acuito uno scontro ideologico apparentemente insanabile, causa ancor più dirompente della disaffezione dei cittadini così indotti a ripiegarsi in soluzioni soggettive dei problemi; a ricercare risposte individuali ai loro bisogni; ad aver perso la fiducia nella possibilità di produrre un cambiamento perché convinti che chiunque ci governi pensi sostanzialmente al proprio tornaconto.

Un anno di tempo ci sembra essere il tempo minimo necessario per tornare a praticare un dialogo veritiero e un confronto costruttivo nella convinzione che questo debba essere il fondamento di programmi di governo della Città centrati sui bisogni dei cittadini e del territorio. In tempi di ristrettezza di risorse l’individuazione delle priorità passa per una partecipazione reale e valorizzata dei diversi portatori di interesse, contrapposta alle consultazioni di facciata, alla lettura ed interpretazione dei bisogni calate dall’alto.

Cantù, con il territorio limitrofo, è una città ricca di risorse, di saperi, di eccellenze e di potenzialità. 

Cantù è una città laboriosa, baricentro attivo di un ambito territoriale di sapiente produttività; Cantù deve saper coniugare queste peculiarità con una prospettiva di piena coesione sociale; Cantù deve saper mettere al centro di ogni decisione ed azione il valore della relazione fra le persone, i soggetti produttivi, sociali, culturali e istituzionali del territorio. 

Vogliamo a tal fine offrire il nostro contributo a questo precorso di ascolto, di confronto e di partecipazione tra tutti coloro che, in forma singola o strutturata, ritengono che la condivisione di poteri e responsabilità tra società civile ed Enti Pubblici, chiamati a programmare, progettare ed agire congiuntamente a favore della comunità nel quadro di un Regolamento di “Amministrazione condivisa”, sia il giusto metodo per garantire il “buon governo” della nostra Città. 

Lo proponiamo ribadendo la nostra convinzione di come le differenze risiedano nel “modo di fare le cose” più che “nelle cose da fare”; i percorsi abbiano pari valenza dei risultati; l’insieme debba prevalere sulle particolarità.

Lo proponiamo forti dell’impegno che abbiamo espresso per il bene della Città di Cantù; dell’attaccamento alla comunità e al territorio; ma anche della certezza che lo sviluppo di una comunità non può escludere nessuno dei suoi membri; non può che optare per una scelta preferenziale per quei cittadini in difficoltà, esclusi o svantaggiati; non può che crescere alla sola velocità da tutti sostenibile. 

Lo proponiamo a tutti i nostri concittadini che, con noi, vogliono intraprendere un nuovo modo di condividere le scelte per la Cantù di oggi e di domani e contribuire all’identificazione di quanto richiesto per il bene comune nostro e delle prossime generazioni.

Primi firmatari

Maria Teresa Bertollo, psicoterapeuta e vice presidente Ass. culturale, Michele Bianchi, ricercatore universitario e dirigente Ass. ricreativa, Anna Borghi, insegnante e socia Ass. di Volontariato, Paola Carugo, fisioterapista e operatore Ass. Commercio equo, Emanuele Colombo, architetto, Giorgio Colombo, serigrafo e presidente Coop sociale, Ivan Costacurta, imprenditore, Fabio Crippa, agente di commercio e consigliere Coop. sociale, Tito De Baggis, dirigente industria, Daniela Elli, medico pediatra e presidente ONG, Ali Fatash E. Moez, operaio e socio Ass. ricreativa, Michele Ferri, esercente e socio Ass. giovanile, Carlo Garbagnati, tecnico elettronico e presidente Ass. di volontariato, Sergio Marelli, agronomo e socio volontario Coop. sociale, Martina Marelli, educatrice e socia Ass. Promozione sociale, Carlo Marelli, architetto designer e volontario, Paolo Molteni,  architetto, Ambrogio Molteni, dirigente industria e presidente Ass. sportiva, Ruggero Nava, artigiano e volontario Coop. sociale, Mino Nava, trasportatore e volontario, Giorgio Penati, imprenditore, Agnese Ronchetti, fisioterapista e responsabile Ass. educativa, Agnese Selva, artigiana e vice presidente Ass. Promozione sociale, Ruggero Tagliabue, consulente fiscale e vicepresidente Ass. sportiva dilettantistica, Luigi Viganò, bancario e presidente Ass. culturale.