Origini

Rivolgendosi al cavalier Ferdinando Saracinelli di Orvieto nella sua dedica contenuta nel volume Scherzi, Arie, Canzonette e Madrigali Libro Terzo, (Venezia - 1616), così scrive l'autore:


« poiché se bene io son nato nelli stati felicissimi di S.A.S. (Sua Altezza Serenissima il Gran Duca di Toscana)

l’Antichissima Città di Bagnarea, nondimeno come sa V.S. Illustrissima, è mia patria;

poiché d’essa, è figliola non discara la famiglia de Brunelli,

la qual Città è vicina e confinante alla nobilissima Città d’Orvieto »


Bagnarea, l’odierna Bagnoregio, si trova ubicata sul limite superiore della provincia di Viterbo, nella parte del Lazio che confina con l’Umbria e più precisamente con la città di Orvieto. Le sue origini sono antichissime e risalgono al tempo degli Etruschi. Altro suo vanto è quello di essere tra i primi centri italiani convertiti al cristianesimo (anno 295 ca.), caratteristica a cui è anche possibile legare la considerevole fioritura musicale post conciliare che ha vissuto la cittadina nella seconda metà del Cinquecento.

La più antica notizia che documenta la presenza della famiglia Brunelli a Bagnoregio, rinvenuta grazie ad uno studio effettuato dal Prof. Antonio Diviziani, si trova inserita in un atto notarile dove è riportato: «Giovan Angelo Brunelli si trasferisce a Bagnoregio nel 1463».

Proveniente da Lubriano, piccolo centro affacciato sulla valle di “Civita di Bagnoregio”, Giovan Angelo ebbe a Bagnoregio due figli: Antonio e Bernardino. Antonio a sua volta divenne padre di sei fanciulli tra i quali Pier Domenico.

Rimasto probabilmente vedovo subito dopo la nascita dell’unico figlio Romolo (ca. 1544), Pier Domenico decide di abbracciare la vita religiosa e il 13 ottobre 1549 è «Arciprete della Cattedrale di S. Donato» a Civita di Bagnoregio.

Il piccolo Romolo si trova così a crescere inserito nella locale comunità religiosa, non certo priva d’attività musicali, dove scopre o addirittura inizia la pratica del canto. Il 31 maggio 1551 Pier Domenico diventa «Priore della chiesa di S. Silvestro» a Sermugnano che, pur essendo Diocesi di Bagnoregio, era all’epoca sotto il dominio comunale di Orvieto.

E’ proprio in un verbale del Capitolo del Duomo della città di Orvieto, datato 15 settembre 1555, che è riportato il nome di Romolo ammesso dal Consiglio a servizio della Cappella Musicale in qualità di “Soprano”. Dalla stessa nota si apprende pure che Romolo era allievo della neo-nata scuola di musica già da qualche tempo e risiedeva presso il maestro «Jacobus de Kerle».

La cappella del Duomo vantava, al pari d’altri centri italiani, una nutrita schiera di “Pueri Cantores”, attività iniziata proprio con la nomina a M° di Cappella di Jacobus de Kerle il 14 novembre 1550 e proseguita da Francesco Fabri dal 15 ottobre 1555.Entrambi musicisti fiamminghi, dovettero sostenere l’incarico di «Docere pueros Urbevetanus», compito che svolsero con non poco profitto al punto che il servizio presso il Duomo di S. Maria della Stella rappresentò per i migliori piccoli cantori, un indispensabile requisito per accedere alle più ambite cappelle Sistina e Giulia di Roma.

Non mancarono neppure scambi di strumentisti e maestri tra le istituzioni romane e quella orvietana, tanto che lo stesso figlio di Francesco Fabri, Stefano, il 26 aprile 1599 è nominato maestro della Cappella Giulia in S. Pietro.

Il 31 dicembre 1555 il cassiere del Duomo di Orvieto effettua l’ultimo pagamento a Romolo che lascia il servizio per proseguire gli studi probabilmente in area laziale.

Il successivo passo storico attraverso le fonti archivistiche finora conosciute, è rappresentato dalla nascita di Antonio, primogenito di Romolo e Jacopa, il 20 dicembre 1577 a S. Croce sull'Arno (PI), dove il padre si era trasferito per un probabile incarico di lavoro come musicista.

Il ritorno della famiglia a Civita di Bagnoregio è invece documentato dall'atto di battesimo del secondo nato di Romolo e Jacopa: Pier Domenico, datato 17 febbraio 1579.

Sfortunatamente non sono stati ritrovati documenti dai quali sia possibile capire se Romolo divenne o no Maestro di Cappella a Civita, di certo sappiamo invece che egli operò come insegnante di musica. Tale certezza deriva dalla lettura di alcuni Atti Civili custoditi presso la Curia Vescovile di Bagnoregio, nei quali Romolo è sovente nominato per questioni inerenti a mancati pagamenti. Dai medesimi documenti si evince che i suoi compiti riguardarono principalmente l’insegnamento del canto e dell’Arpicordo, ma anche della grammatica italiana e latina, materie queste che confermano il fatto che Romolo abbia frequentato un’autentica “Scuola di Musica” all’interno di chissà quale altra cappella oltre a quella orvietana.

Il 15 marzo 1586 è battezzato il quartogenito della famiglia del musicista con il nome di Giovanni Battista, cui farà seguito due anni più tardi la nascita di Lorenzo (20 giugno 1588).

Penultimo nato della famiglia, Lorenzo è avviato dal padre alla pratica della musica, così come era avvenuto undici anni prima per suo fratello Antonio, professione che avrebbe saputo svolgere con capacità di poco inferiori a quelle del fratello maggiore, occupando subito dopo di lui gli stessi incarichi musicali nei medesimi luoghi.

Il 21 giugno 1591 riceve il battesimo Giovanni Battista, sesto e ultimo figlio di Romolo e Jacopa.

Ad avvalorare la certezza sulle origini bagnoresi della famiglia, concorrono anche alcuni documenti catastali dell’epoca, dai quali Romolo risulta essere proprietario di alcuni appezzamenti di terreno situati nella vallata intorno a Civita; in particolare: «Habet in contrada Montionis petium terre» e «Habet in contrada Civi vineam, arboretum et terrenum». Conoscendo bene l’entità degli “stipendi” percepiti dai musicisti dell’epoca, si deduce che tali terreni possano essere solo frutto di donazioni ereditarie.

Lo stretto legame dei Brunelli con la città di Bagnoregio, emerge ancora con chiarezza dalla consultazione dei numerosi documenti conservati negli archivi del luogo, relativi a nascite, matrimoni, successioni, atti notarili e catastali. In uno di essi è addirittura indicato il possesso da parte della famiglia di una “Pila sepolcrale”, situata davanti alla cappella di S. Nicola nella cattedrale di Civita.

Benestanti e attivi per tutto il Seicento, i Brunelli di Bagnoregio ricoprirono ruoli di rilievo all’interno della comunità, come: notai, religiosi e farmacisti, dimostrando sempre una particolare attenzione alle necessità della loro città. Si deve, infatti, a un certo Bonaventura Brunelli il merito di aver lasciato nel 1694 in eredità, alla Cattedrale di Bagnoregio e all’Ospedale dei Pellegrini di Roma, tutti i suoi averi tra cui una farmacia in Roma. Il cospicuo patrimonio riservato a Bagnoregio, denominato “Beneficio Brunelli”, fu utilizzato a sostegno delle famiglie bisognose, secondo quanto indicato nelle intenzioni testamentarie. Alla memoria dell’illustre famiglia è stata dedicata, in segno di riconoscenza, una delle vie del centro storico di Bagnoregio.


Estratto da: EMILIANO RAMACCI, La famiglia di Antonio Brunelli a Bagnoregio in: Musiche d'Ingegno studi per Antonio Brunelli da S. Croce (a cura di P. Gargiulo), Pacini editore, Pisa, 1999.