Not Venice Again
Venezia, 3-7 settembre 2021
Not Venice Again
Venezia, 3-7 settembre 2021
Il titolo di questo sito è ripreso da quello di un giornale britannico che, dopo che alle Olimpiadi di Tokyo 2021 la staffetta italiana maschile di atletica 4 x 100 aveva battuto quella del Regno Unito per l'oro di 1/100 di secondo, titolava Not Italy Again, riferendosi alla precedente sconfitta dell'Inghilterra contro gli azzurri nella finale dei Campionati Europei di calcio 2020/21.
Dopo la mia visita a Venezia di giugno 2021, c'ero tornato già ad agosto - e qui il sito ve l'ho risparmiato - e poi ci sono tornato quest'altra volta a settembre - in questa occasione ho visto tutte cose diverse rispetto a giugno, che quindi vi racconto qui.
Una nota sull'alloggio. Per la concomitanza con la Mostra del Cinema, i prezzi degli alberghi a Venezia (e anche a Mestre) erano lievitati nel periodo. Inoltre al termine della mia visita a Venezia dovevo andare a Brisighella, il paese natale di mio padre, per incontrare dei parenti che non vedevo da molto tempo. Per questo giro la macchina era praticamente indispensabile - allora sono tornato a vecchie abitudini, e sono sceso a Mogliano Veneto, lungo il Terraglio (la strada da Venezia a Treviso), dove si lascia la macchina al parcheggio dell'albergo, e con 20/25 minuti di treno si arriva a Venezia. Nel raggio di pochi km da Mogliano si trovano poi parecchi ottimi ristoranti, ma questa volta ho preferito per pigrizia mangiare sempre a Mogliano, dove c'è comunque una discreta scelta. Non farò testimonial pubblici, ma se per caso voleste qualche dritta contattatemi in privato.
Ho approfittato del viaggio in macchina fino a Mogliano per fermarmi alla Tomba Brion, una fra le opera maggiori dell'architetto Carlo Scarpa. La prima parte di questo sito è dedicata proprio a Scarpa, di cui Venezia accoglie diverse opere.
Indice
Ok, qui non siamo a Venezia, ma a Altivole, in provincia di Treviso. La tomba di Giuseppe Brion (aggiungete "vega" al cognome se aveste dubbi riguardo a chi sia la persona di cui stiamo parlando) e famiglia è un'opera importante di Carlo Scarpa, l'architetto veneziano a cui ero stato introdotto da una cara amica (architetta, che lavora a Castelvecchio) esperta della sua opera. Visto che la tomba è praticamente sulla strada da Trento a Mogliano, in questa occasione mi sono fermato a vederla.
Mi aspettavo un'opera importante, ma non mi aspettavo una tale grandiosità. La tomba occupa un ampio spazio a forma di elle. Un ramo comprende la cappella e le tombe vere e proprie, l'altro offre un grande prato, una vasca per i pesci, e un'altra per le ninfee. I dettagli sono quelli tipici di Scarpa. Riporto qualche foto, che però non rendono l'effetto complessivo - vale forse addirittura il viaggio, ma comunque la deviazione se appena siete da quelle parti.
In genere nelle opere di Scarpa c'è sempre acqua che scorre
Uno stilema molto riconoscibile di Scarpa
La Fondazione Querini Stampalia l'ho scoperta solo nel 2020. Ha una bella collezione permanente di quadri, sculture e oggetti di arredamento. Ci sono tornato per le due mostre temporanee.
Un'evidenza fantascientifica mette insieme opere del poeta Andrea Zanzotto, dell'artista visivo Giuseppe Caccavale e del (grandissimo) fotografo Luigi Ghirri.
Venezia panoramica. La scoperta dell’orizzonte infinito racconta la storia della rappresentazione della città di Venezia, e presenta il più grande panorama di Venezia mai realizzato, che vedete qui in un video.
E poi, al piano terra c'è un importante intervento di Carlo Scarpa, di cui pure vi riporto qualche immagine.
Anche qui troviamo decorazioni lineari dorate
Il piano terra della Fondazione era soggetto ad allagamenti con l'acqua alta. Scarpa rialza il piano, lasciando spazio all'acqua di espandersi all'interno
Come sempre in Scarpa, c'è acqua che scorre...
Neanche le scale sono mai banali in Scarpa
Adriano Olivetti aveva aperto nel 1957 quello che oggi chiameremmo un flagship store a Piazza San Marco. L'architetto anche qui è stato Carlo Scarpa. Il negozio oggi è un bene FAI, e una visita è assolutamente raccomandabile.
Un dettaglio del piano terra, visto dal ballatoio. Accanto agli elementi decorativi, sulla sinistra c'è la familiare acqua che scorre...
Dopo alcuni lavori di ristrutturazione, Palazzo Grassi (parte, insieme a Punta della Dogana, della Pinault Collection), ha riaperto con la mostra HYPERVENEZIA, del fotografo Mario Peliti. Si tratta di un progetto grandioso e rigoroso, che mira a documentare (quasi) ogni angolo di Venezia. Le foto sono in bianco e nero, senza persone, fatte in genere al mattino presto, con esposizioni abbastanza lunghe da rendere il cielo quasi sempre bianco. Se mai ci fosse bisogno, queste foto mostrano che il confine fra foto artistica e foto puramente documentaria, se mai c'è, è alquanto labile.
Non è una mostra facile, nel senso che può apparire troppo cerebrale, ma se ci si prende il tempo di visitare virtualmente, con tutta calma, i luoghi dove le foto ci portano, mi sentirei di sostenere che se ne può ricavare una grande soddisfazione.
Nella prima foto, presa nella sala centrale, una mappa della città disegnata attraverso le foto.
Di qui si va verso un angolo meno frequentato, per quanto possibile, di Venezia
Qui dietro c'è il mio ristorante preferito
Può sembrare una foto banale, ma a guardarle, queste case del tutto ordinarie finiscono nell'insieme per assumere un aspetto quasi monumentale.
Non poteva mancare l'acqua alta
Lungo il Dorsoduro Museum Mile c'è la collezione di Palazzo Cini, di cui ho parlato altrove. Invece non ero mai stato alla Fondazione Cini, che si trova sull'isola di San Giorgio Maggiore, nei luoghi di un ex monastero benedettino, Così ho fatto il tour guidato completo, che comprende tre parti.
Il Labirinto di Borges è ispirato al racconto Il giardino dei sentieri che si biforcano di Jorge Luis Borges. Le siepi disegnano la scritta BORGES, e altro. Comunque come labirinto è facile da percorrere, dato che le siepi sono basse, e quindi alle biforcazioni si può vedere dove si va a finire prendendo un ramo piuttosto che l'altro.
La Fondazione comprende fra l'altro due bei chiostri, uno dei quali disegnato da Palladio, altri ambienti dovuti pure a Palladio, uno scalone d'onore, e una magnifica biblioteca.
La bellissima biblioteca occupa il corridoio dove si aprivano le celle dei monaci del monastero
L'ingresso di una delle celle
Avevo già notato in occasione di una recente visita ai Musei Vaticani che la Chiesa Cattolica ha un rapporto per niente conflittuale con l'Arte contemporanea. Qui ho avuto conferma che lo stesso vale per l'Architettura. In occasione della Biennale dell'Architettura 2018, il Padiglione del Vaticano era stato collocato proprio qui a San Giorgio Maggiore, nel bosco della Fondazione, Il Padiglione consiste di una serie di cappelle disegnate da architetti di fama - tipo Norman Foster. Mentre in genere i padiglioni vengono smantellati a fine Biennale, questo è rimasto, ed è uno splendore.
Nella prima foto la cappella disegnata dall'architetto giapponese Teronobu Fujimori. Nelle foto successive, suggestioni di luce in altre cappelle.
Paola Dorigatti mi ha suggerito di visitare la Casa dei Tre Oci, alla Giudecca, dove non ero mai stato. In questa occasione c'era una magnifica mostra di fotografie di Mario De Biasi.
Quando ero ragazzino, una delle riviste che circolava in casa mia era Epoca. Il fotoreporter per antonomasia di Epoca è stato Mario De Biasi. Viaggiatore coraggioso ed instancabile, è stato sempre sostenuto e incoraggiato da Arnoldo Mondadori.
Ha acquisito fama internazionale con reportage tipo quello crudo e diretto dall'Ungheria nel 1956. Ha poi documentato l'Italia di quegli anni, dalla Mostra del Cinema alle realtà locali.
E inoltre, mi sentirei di dire che tanti italiani, negli anni del dopoguerra, hanno sviluppato l'interesse a viaggiare in paesi lontani anche grazie ai suoi reportage.
Orgosolo, 1956
New York, 1956
Non so se avete visto Le amiche, un bellissimo film di Michelangelo Antonioni del 1955. Ve lo raccomando - mi ha fatto piacere vedere questa foto del cast, alla Mostra di Venezia 1955. Da sinistra a destra: Anna Maria Pancani, Michelangelo Antonioni, Valentina Cortese, Madeleine Fischer, Franco Fabrizi, Eleonora Rossi Drago
Sophia Loren, Mostra del Cinema di Venezia 1958. Notate come De Biasi abbia scelto l'angolazione opposta rispetto a tutti gli altri fotografi.
Non ero mai stato al Cimitero di San Michele, così ho approfittato di questa occasione per visitarlo.
La tomba di Emilio Vedova è un rigoroso monocromo
Sulle tombe di Igor e Vera Stravinsky troviamo i sassolini deposti come segno di ricordo e rispetto nella tradizione ebraica
Ho trovato toccanti le scarpette da ballo deposte sulla tomba di Diaghilew
E se mi permettete, mi è apparso ironico trovare al cimitero questa tomba del telefono pubblico a schede