Dal 6 al 15 luglio 2021 ho fatto un viaggio a Roma, con sosta intermedia a Prato e Firenze. Era da gennaio 2020 che non vedevo quella che resta sempre la mia città.
Ho creato questo piccolo sito a mo' di quaderno di appunti, che si possa condividere.
Condividendo con amici alcune immagini di Prato, ho scoperto che tendevano a concepirla come una città meramente industriale. Invece ha un centro elegante, e con alcune perle. Qui sotto vi mostro il pulpito esterno della Cattedrale, opera di Donatello e Michelozzo, e Palazzo Pretorio.
Incidentalmente, ho soggiornato a Prato perché è a venti minuti di treno da Firenze, e si trova da alloggiare meglio. Poi a Prato c'è lo splendido Centro Pecci, di cui vi parlo qui di seguito.
Ero già stato una volta al Centro Pecci, che oltre a una collezione permanente, ospita mostre temporanee sempre interessanti. Stavolta le mostre erano tre:
Simone Forti. Senza fretta Mi sa che con conoscevo questo autore, principalmente di video, che ho trovato stimolanti - in genere non ho la pazienza di stare a vedere la maggior parte dei video d'arte, qui invece hanno catturato la mia attenzione.
Formafantasma. Cambio Una bella mostra sulla gestione dell'industria del legno, dello studio di design Formafantasma.
Chiara Fumai. Poems I will never release 2007–2017 Un'ampia e notevolissima retrospettiva dell'artista Chiara Fumai, prematuramente scomparsa nel 2017 a soli 39 anni. Si può anche vedere questo articolo su Artribune.
Come si vede nell'immagine qui sotto, tratta dal sito, il Centro Pecci ha una struttura toroidale con un raggio notevole, per cui quando sei dentro ti sembra di andare sempre dritto, e poi ti ritrovi al punto di partenza, per la gioia di eventuali matematici e/o lettori di fantascienza.
A Prato ci sono anche interessanti ristoranti. Una sera ho mangiato una eccellente cena giapponese, nel locale di un pratese che ha imparato l'arte in Giappone.
La seconda sera sono arrivato a Viareggio, a trovare una coppia di amici, e lì siamo andati sul cacciucco che vedete qui.
Lo scopo della visita a FIrenze era di visitare la mostra American Art 1961-2001 / Le collezioni del Walker Art Center / Da Andy Warhol a Kara Walker a Palazzo Strozzi. Già che c'ero sono andato a mangiare al mercato di Sant'Ambrogio. È molto meno noto di quello di San Lorenzo, e molto meno turistico. Vale la visita, e il (semplicissimo) pranzo.
A Palazzo Strozzi c'era anche l'installazione La Ferita dell'artista JR. È lo squarcio che vedete qui accanto.
Cito dal sito di Palazzo Strozzi:
Alta 28 metri e larga 33, la monumentale installazione di JR propone una sorta di squarcio visivo sulla facciata di Palazzo Strozzi, che si apre alla visione di un interno reale e immaginato allo stesso tempo. L’opera, realizzata con un collage fotografico in bianco e nero tipico dello stile dell’artista, è costruita come una anamorfosi, un gioco illusionistico in cui, osservando da un preciso punto di vista, si schiudono davanti agli occhi, proprio come all’interno di una ferita, diversi ambienti di Palazzo Strozzi: il colonnato del cortile, un immaginaria sala espositiva e una biblioteca.
Inserendo opere iconiche del patrimonio artistico fiorentino e citando direttamente un luogo reale come la biblioteca dell’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento, JR propone una diretta e suggestiva riflessione sull’accessibilità non solo a Palazzo Strozzi ma a tutti i luoghi della cultura nell’epoca del Covid-19. Palazzo Strozzi diviene così il palcoscenico spettacolare per una ferita, simbolica ma dolorosa, che accomuna tutte le istituzioni culturali italiane e non solo: musei, biblioteche, cinema e teatri, costretti a limitare o a non poter far accedere il pubblico ai propri spazi.
La mostra American Art 1961-2001 mi è parsa molto interessante. È presa in blocco dal Walker Art Center di Minneapolis. Si tratta in larga misura di artisti già visti (e a volte opere già viste), ma è molto esauriente e bene organizzata. Raccolgo qui sotto un piccolo campionario.
Un Memento Mori (sotto) e un [per dirlo alla romana] Morì Ammazzato (sopra) di Andy Warhol
Robert Indiana
Donald Judd
Uno still di un video di Bruce Nauman
Dan Flavin
Frank Stella (alla parete) e Carl Andre (sul pavimento)
Tornare a Roma dopo tanto tempo ha fatto sì che mi sia quasi commosso a rivederla. Quando mi sono affacciato sulla città dal piazzale del Fontanone del Gianicolo, la vista mi ha proprio toccato. Poi, scendendo verso Trastevere, si cominciano a vedere tutte le magagne di Roma di questi tempi - ma a queste dedicherò in caso un altro sito, dopo aver avuto l'occasione di una seconda vista.
Fin da ragazzo mi piaceva camminare per Roma - l'ho trovata ancora una città tutto sommato adatta ai pedoni, con qualche attenzione. Un giorno ho fatto una camminata di 18 km, naturalmente con diverse soste intermedie al MAXXI, alla GNAM, e alla mostra dei Marmi Torlonia. Discrete distanze, ma minori, gli altri giorni.
Un bellissimo contenitore, anche se le mostre in corso, a parte Ghirri, non mi hanno del tutto entusiasmato, dato che richiedevano un'attenzione a numerosissimi e dettagliati testi. Riporto qui sotto una foto di Ghirri (presa alla cattedrale di Trani), e la magnifica statua di un coccodrillo, proveniente da Villa Adriana, qui esposta nel contesto di alcune opere dell'artista Luca Vitone.
Con lo stesso biglietto sarei potuto andare a visitare Casa Balla, ma sarà per un'altra volta.
Trani di Luigi Ghirri (1982)
Il coccodrillo di Villa Adriana
Ritorno sempre volentieri alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea. Questa volta ho avuto l'impressione che la qualità delle acquisizioni della storica Direttrice Palma Bucarelli sia molto superiore a quella delle acquisizioni più recenti - ma magari è solo la difficoltà di leggere le opere più vicine a noi.
Delle tante opere presenti, fra cui una splendida selezione di Alberto Burri, comincio col citare il sempre affascinante Sogni di Vittorio Corcos (1896), nell'immagine di Wikipedia.
Questo ritratto muliebre del 1932 di Giuseppe Capogrossi...
... mi pare rivelare nei dettagli dell'abito quella ricerca del segno che ne caratterizza l'opera successiva.
E poi, tre immagini di questa Statue de femme del 1935 di Dora Maar che ho trovato veramente molto potente.
I Musei Vaticani non dormono sugli allori di una collezione d'arte fra le più spettacolari al mondo. Fra le tante iniziative che propongono, c'è la possibilità di entrare un'ora prima dell'apertura dei musei, fare una colazione all'americana (completa di pancakes con maple syrup e peanut butter) nel Cortile della Pigna (qui sotto visto in una foto del sito), e poi entrare fra i primissimi ai musei veri e propri. Ho proposto l'idea a mio cognato, gli è piaciuta, e ci siamo andati.
La prospettiva dai tavoli della colazione (la Pigna è dall'altra parte)
Cosa ci sia nei Musei Vaticani lo sappiamo tutti. Cito quindi solo due opere che ho notato solo stavolta.
Un imponente busto di Pio XI (1926), di Adolfo Wildt
Una natura morta (1947) di Alberto Burri
Dal sito dedicato:
La Collezione Torlonia è la più recente delle grandi collezioni romane di scultura antica, ma per la ricchezza e la qualità delle opere in essa conservate si è imposta sin dal suo nascere come una delle più importanti raccolte private d’arte classica in Italia e nel mondo, creando intorno al suo nome una fama che è giunta inalterata fino ai nostri giorni.
La collezione è rimasta letteralmente in cantina per decenni. Scrive il giornalista David Willey sulla BBC:
The first time I saw the amazing Torlonia Marbles was more than 40 years ago. They were crammed higgledy-piggledy into a series of ill-lit strong rooms behind steel doors, and covered in dust, grime and rat droppings. It was a real shock to glimpse valuable and famous works of art in such a sorry, dirty, abandoned state.
Valgono il viaggio, credetemi. Ecco alcune immagini, tanto per darvi un'idea.
Molte delle opere appaiono restaurate come si usava un tempo, in modo da apparire intatte. Questa è stata lasciata nello stato precedente al completamento di un restauro ricostruttivo di questo tipo. Si compone di oltre un centinaio di pezzi, di cui diversi a integrazione di pezzi mancanti.
A proposito di restauri ricostruttivi, faccio un piccolo passo indietro per parlare del Laocoonte che c'è ai Musei Vaticani. Quando fu ritrovato, mancava del braccio destro, che fu integrato con un braccio disteso. Successivamente il braccio originale fu fortuitamente ritrovato, e si scoprì che, come aveva ipotizzato Michelangelo, che di queste cose un pochino se ne intendeva, il braccio era piegato in un gesto drammatico. La storia completa la leggete su Wikipedia. Nelle due foto qui sotto, tratte dalla stessa pagina di Wikipedia, ci sono le due versioni. In quella attuale sono state rimosse altre integrazioni.
Alle Scuderie del Quirinale c'è una mostra veramente splendida, che ripercorre il processo della prima unificazione dell'Italia, sotto l'egida romana. È una storia magnificamente raccontata, Anche tendenziosa, ma in maniera sottilmente stimolante, come quando definisce globalizzazione il processo pre-unificazione in cui le varie popolazioni imparavano a contare sulle specializzazioni delle altre.
Sul sito ci sono alcuni video molto esplicativi.
Cito dal sito:
Le Scuderie del Quirinale riaprono con una mostra di grande rilievo culturale e simbolico “Tota Italia. Alle origini di una nazione”, realizzata con la Direzione Generale Musei del Ministero della Cultura, e curata da Massimo Osanna e Stéphane Verger.
La mostra nel titolo riprende la famosa formula del giuramento di Augusto, l’uomo che per la prima volta unificò l’Italia in un territorio omogeneo. Un’unificazione sotto il segno di Roma, ma che al tempo stesso manteneva quella divisione in regioni che ancora oggi testimonia la ricchezza e la varietà delle nostre tradizioni.
La mostra racconterà questo complesso processo di unificazione - che fu scontro, incontro e ibridazione tra culture - attraverso i reperti e gli oggetti più significativi, partendo dalla straordinaria ricchezza dell’Italia preromana, affascinante mosaico di genti e di tradizioni, e ripercorrendo le tappe che, dal IV secolo all’età giulio-claudia, la condussero a essere unica sotto le insegne di Roma. Con una narrazione coerente e unitaria, libera sia dall’assoluta centralità di Roma sia dal rischio di una visione regionale, sarà possibile ammirare nella stessa sede espositiva le opere più significative di quella varietà espressiva che concorse alla formazione dell’Italia augustea e dell’Impero.
Gli eccellenti prestiti che costituiscono il corpus della mostra testimoniano l’importante patrimonio dei Musei Nazionali presenti sul territorio e racconteranno il costituirsi della nostra identità culturale, le radici del nostro Paese rievocandone anche la ricca pluralità sociale, etnica e culturale
La Famiglia Farnese aveva considerato di congiungere i suoi possedimenti sui due lati del Tevere: Palazzo Farnese (oggi sede dell'Ambasciata di Francia) sulla sponda sinistra, e Villa Farnesina (ora sede dell'Accademia dei Lincei) su quella destra. Del progetto, attribuito a Michelangelo, rimane solo il famoso Arco di Via Giulia, che vedete qui sotto nella foto tratta da Wikipedia.
L’Ambasciata di Francia ha affidato all'artista Olivier Grossetête, che lavora con cartone e nastro adesivo a progetti di questo tipo, il compito di realizzare un ponte effimero. Ed effimero è stato - installato il 13 luglio, il ponte di cartone sospeso a tre palloni è durato fino al 15, quando un temporale ne ha costretto al ritiro.
Io per pura coincidenza il 14 luglio ero a 500 metri da lì, quando mi è stato fatto notare che nel gruppo WhatsApp di PROMART si parlava del ponte. L'ho fotografato da Ponte Sisto, ed ho trovato notevole come il ponte fosse stato collocato in modo da sovrapporsi, come vedete nelle foto qui sotto, quasi perfettamente al successivo Ponte Mazzini.
Invece non ho fatto in tempo ad intercettare un altro intervento di JR, simile a quello operato su Palazzo Strozzi. Avevo visto che c'erano delle impalcature sulla facciata di Palazzo Farnese, pensavo fosse manutenzione, invece si trattava della preparazione dell´altro squarcio che vedete qui sotto, nella foto tratta dalla pagina di Artribune.