Tratto da IL NUOVO TERRAGLIO
25 agosto 2020
Continuiamo con la pubblicazione a puntate del libro scritto dal nostro concittadino, Nuccio Sapuppo. In questa raccolta l’autore ha voluto raccontare – in forma di monografie – luoghi, avvenimenti e personaggi figli di Mogliano che si sono distinti per le opere che hanno compiuto nella loro vita
Sito in via Carlo Alberto Dalla chiesa n° 1/B, il Centro ricreativo Anziani A.C.R.A. è un punto di ritrovo veramente prezioso per gli Anziani moglianesi.
Senza di esso parecchi delle persone che oggi lo frequentano sicuramente non saprebbero come occupare le interminabili ore sia del mattino che del pomeriggio durante la giornata. Diventano lunghissime da trascorrere e per chi non ha un hobby da coltivare addirittura interminabili.
È il luogo adatto ed accogliente per trascorrervi alcune ore in totale relax ed in compagnia di persone coetanee con le quali si possono condividere o almeno disquisire problematiche comuni e preoccupazioni di vario genere.
Vi si praticano alcuni giochi che si possono fare in gruppo oppure in coppia, alcuni dei quali si possono anche imparare se non si conoscono, perché vi si trovano le persone disponibili a spiegarli ed insegnarli.
All’interno del Centro poi vengono organizzate vere e proprie scuole, del gioco del burraco, degli scacchi, di lingua spagnola, corso di computer, corso di ballo liscio, del tango argentino e del country, corso di teatro con scuola di recitazione, prove di canto col coro del centro e a una certa ora viene anche organizzata quasi tutti i giorni il giuoco della tombola alla quale possono partecipare tutti i presenti se vogliono.
La Direzione del Centro in particolari ricorrenze e nelle Feste durante l’anno sono in grado e si presta ad organizzare anche degli eventi con buffet ed organizzazione di intrattenimento.
FESTA DELLA DONNA marzo 2019
Domenica 10 marzo 2019, nonostante la situazione di precarietà in cui si trova quest’anno l’Associazione del Centro Anziani di Mogliano, a causa dei lavori di ristrutturazione in corso dell’edificio, il direttore Scandolin Luigi è riuscito ugualmente a non far mancare agli associati il consueto festeggiamento delle donne. E l’ha fatto alla grande, in silenzio, facendo una sorpresa a tutti! Ha usufruito dell’ambiente dell’ex canonica di via De Gasperi e dei soliti volontari per allestire l’auditorium, quindi ha richiesto la presenza di un quartetto speciale per l’intrattenimento avvenuto nel primo pomeriggio. Il quartetto era costituito dal tenore Franco Bertinol, dal soprano Paola Stefani, dal cantante Ernesto Gabrielli impegnato anche nelle percussioni ed accompagnati alla tastiera dal maestro Terenzio Savio. Quattro persone diversamente giovani, una più speciale dell’altra per le loro peculiarità, dallo spirito giovanile, che si sono esibite dal vivo, su un “non palco” e senza alcun supporto di apparecchiature di amplificazione. E’ stato un successo gradito ed apprezzato per la professionalità. Lo spirito che li animava era il divertimento personale e la gioia di trasmettere le proprie emozioni. Il maestro Terenzio Savio è conosciuto perchè il suo contributo è indispensabile anche presso il Centro dato che accompagna il coro “La vita è bella”. Ad intrattenere lo spettacolo c’era una quinta presenza, che si è inserita nello spettacolo alternando l’impegno canoro dei cantanti con momenti di poesia, dialettale e spiritosa, e alleggerendo così l’evolversi dello spettacolo. La signora Angela Caccin si è presentata come una casalinga di Campocroce di Mogliano che ha coltivato un bagaglio di esperienze e di umorismo fra le quattro mura domestiche al punto che, quando ha messo per iscritto in rima le sue riflessioni sulla propria condizione di donna, ha provocato un botto come avesse esploso dei fuochi d’artificio per l’autenticità degli stati d’animo espressi e per la simpatia del linguaggio dialettale veneto adottato. Una “Trilussa” nostrana.
Abbiamo apprezzato cinque personalità diverse che hanno manifestato bravure uniche e complementari tanto da rallegrare un pomeriggio trascorso in modo speciale.
Con il pensionamento può incominciare un’altra vita: quella che coltiva le passioni personali, la realizzazione dei sogni che per mancanza di tempo non si poteva attuare prima. Infatti, ciò che ha caratterizzato ciascun artista è stata l’espressione felice, realizzata, entusiasta nel presentare ciò che eseguivano. I brani proposti erano uno più stimolante dell’altro al punto da coinvolgere la partecipazione dell’auditorium all’entusiasmo che si è generato. Ricordo “Non cry for me Argentina”, “Con te partirò”, “La voce del silenzio”, “O sole mio” ed alcune romanze tratte da operette come “Libiam...” ( Traviata), “Tu che m’hai preso il cuor”, “Là ci darem la mano” ( Don Giovanni di Mozart ), “Bolero” di Ravel, “Tace il labbro” e “E’ scabroso le donne studiar” ( La vedova allegra ).-
Erano presenti anche il sindaco-donna Carola Arena e l’assessore- donna Tiziana Bau’.
Il tutto si è concluso con la distribuzione a tutte le donne presenti di una primula colorata.
Ne è risultata una rappresentazione di gran valore che ha costituito anche uno stimolo ad avvicinarsi all’ intramontabile musica classica. ( Mason A.)
NUOVA ESPERIENZA PRESSO IL CENTRO (FILMS D'AUTORE)
Film “LA SPOSA BAMBINA” regia di Khadija Al-Salami
Uscito nel 2014 e vincitore di svariati premi, è un film che affronta un tema molto forte. Stride fin dall’inizio della proiezione il divario fra il mondo occidentale coi suoi usi e costumi, le sue conquiste riguardo ai diritti civili e la conservazione di stili di vita arcaici in luoghi impervi e difficilmente accessibili dove si applicano ancor oggi e si fanno rispettare con la forza, leggi tribali che si disperdono nella notte dei tempi. In questi due contesti viene esaltato l’animo limpido del bambino, la sua capacità di trasformare ogni attività domestica in gioco, la sua inclinazione a gioire anche di quel poco che la povertà e la semplicità permette; ciò che gli basta è il percepire l’amore profondo che si respira nella propria famiglia. Il diritto di essere rispettato come bambino. A far precipitare una bambina dall’infanzia all’inferno sono stati i pregiudizi: “la donna porta la vergogna in famiglia”, la donna è proprietà del padre prima e del marito poi, la donna deve obbedire, lavorare e non lamentarsi mai. L’istruzione alla donna non serve a niente. La donna può sposarsi ( un marito scelto da altri ) ed essere usata sia per il lavoro domestico che come oggetto sessuale fin da bambina e può di conseguenza anche morire senza che ciò sia scandalo o colpa di qualcuno. A distruggere la vita di migliaia di bambine ( e donne ) è l’ignoranza, la prevaricazione, i pregiudizi: il tutto condito con la masticazione continua di “quell’erba” che toglie i morsi della fame e rende invincibili e forti soprattutto verso i deboli. Due mondi distintamente divisi: quello maschile che tutto può e quello femminile, sottomesso, causa di disonore e vergogna. A salvare la vita di tante bambine potrebbe essere l’applicazione di leggi rispettose delle esigenze fisiche e psichiche della vita umana, indifferentemente dal sesso, nelle varie fasi di sviluppo per la formazione di adulti equilibrati e liberi.
Film DEPARTURES del 2008, titolo originale OKURIBITO diretto da Yòjirò Takita, vincitore del Premio Oscar nel 2009 a Los ngeles.
Un film che parla di sentimenti, di stati d'animo, del percorso della vita che un po' si sceglie e un po' ce la troviamo già tracciata dalle scelte di chi ci ha preceduto. Un percorso di vita che cerchiamo di adattare alle nostre esigenze, che scegliamo per necessità economiche ma che non sempre ci soddisfa nell'intimo. Ma ad un certo punto, fermandoci a riflettere e ad analizzare in noi stessi, sappiamo trovare il senso della vita anche in un'attività aborrita da tutti. Ciò che ha senso nella vita non è il tipo di lavoro in sé che svolgiamo ma il significato che ha per noi, le motivazioni che permettono di esercitare ogni giorno un certo rituale. Il protagonista si trascinava fin dall'infanzia, una profonda ferita affettiva causata dall'allontanamento del padre e dalla conseguente disgregazione della sua famiglia. Il dolore per la mancanza della figura paterna tanto amata lo aveva accompagnato fin nell'età adulta e si era trasformata in rancore. Fin da bambino si era dedicato alla musica, a cui tanto teneva suo padre, perfezionando l'uso del violoncello al punto da trasformarlo nell'età adulta nel lavoro di musicista. Tornando al proprio paese, in seguito ad una crisi economica, ha rispolverato vecchi ricordi che hanno fatto emergere con maggiore chiarezza i sentimenti che hanno dato un senso alla sua vita.
Ha riscoperto i vari aspetti dell'amore: quello oscillante tra amore-odio che lo legava al proprio padre; quello in continua evoluzione verso la propria moglie ( alla ricerca di condivisione, passione e comprensione); quello amicale dei rapporti interpersonali con il datore di lavoro, la collega e gli aitanti del luogo dell'infanzia ritrovati dopo tanto tempo; quello del perdono e della pace ritrovata. Grande importanza nel cogliere il valore del suo operato, sono state anche le positive reazioni di riconoscenza espresse dai familiari dei defunti dopo aver svolto il suo lavoro di esteta necrofilo. Il ritrovamento del padre di cui non ricordava più l'espressione del volto, gli ha fatto scoprire quanto egli lo avesse amato da lontano; quel corpo sconosciuto aveva sempre pensato a lui, e, in punto di morte stringeva il prezioso sasso levigato che aveva ricevuto in dono dal suo bambino molti anni addietro. I sentimenti espressi erano palpabili. Il regista penetra nell'animo del bambino prima e dell'adulto poi con un'acutezza che commuove. Analizza il processo di maturità che avviene nella vita umana e la capacità di comprendere e superare le avversità che inevitabilmente tutti incontrano. L'amore è la chiave che risolve i problemi: induce ad analizzare il proprio passato in una prospettiva diversa propendendo per la comprensione. L'amore è il trampolino di lancio per affrontare con animo sereno il futuro; soprattutto ci si ritrova in pace con se stessi. I valori emergenti dal film sono svariati: la ricerca di uno scopo nella vita che soddisfi la propria coscienza; la capacità di assaporare ogni azione attribuendone un senso; la capacità di affrontare il proprio lavoro ( anche il più infimo ) in modo professionale e coinvolgente; il non perdere mai di vista la realizzazione del proprio essere pur rispettando le esigenze e le opinioni di chi ha scelto di condividere la nostra vita; la comprensione e l'accettazione di comportamenti divergenti dai nostri allo scopo di appianare le controversie. Ma soprattutto si percepisce che le parole non sempre sono essenziali o esaurienti per trasmettere i sentimenti ma è molto più schietto, chiaro e profondo il silenzioso linguaggio del corpo. Alla fine della proiezione ci siamo ritrovati più arricchiti interiormente.
( Mason A. )
21 aprile 2017 primo soccorso
Il 21 aprile 2017 si è tenuto presso il Centro Anziani di Mogliano, l'ultimo di tre incontri-lezione sul “primo soccorso” tenuti dalla volontaria “monitore del soccorso” della C.R.I. Parro Lesli coadiuvata dalla collega Favaretto Lina. Gli incontri consistevano sia in una parte di lezioni teoriche con l'ausilio di proiezioni video esplicative, sia da una parte pratica che permetteva a ciascuno dei partecipanti di concretizzare su un manichino che fungeva da esempio di persona infortunata, quanto appreso sulle modalità di intervento ai fini di attuare una compressione toracica o l'espulsione di oggetti causa di soffocamento. Gli incontri sono stati quanto mai interessanti e utili dato gli argomenti affrontati che dovrebbero essere materia di conoscenza di base per tutti: giovani e anziani. L'infortunio o un malore possono accadere a chiunque senza distinzione di età, in qualsiasi momento della vita ed in ogni ambiente: familiare o lavorativo, interno od esterno. Quante piccole ferite, sbucciature, bernoccoli accadono in casa, in giardino, a scuola! Quanti incidenti stradali! E gli anziani, con i loro mancamenti nei luoghi più svariati! Talvolta sono solo piccoli malanni. Purtroppo però, accadono infortuni più importanti e più preoccupanti. Da qui emerge l'importanza di essere all'altezza della situazione per saper affrontarla e per intervenire in tempo. Una conoscenza scientifica di base dell'anatomia umana e di patologia dovrebbe essere patrimonio di ciascuno per comprendere come agire di fronte alla necessità di intervento. Di conseguenza si rende necessaria una competenza di “primo intervento”che, se ben gestita, può salvare la vita ad un infortunato. Al termine degli incontri c'è stata data l'opportunità di avere un fascicolo esplicativo sulle diverse procedure di interventi relative ai vari infortuni. Si auspica che tale esperienza sia riproposta ancora in futuro perché tali insegnamenti hanno necessità di ripetizioni ed approfondimenti al fine di acquisire maggiore dimestichezza con tali argomenti ed abilità.
Mason Annamaria
31 Marzo 2017 VISITA ALLE CHIESE MUSEALI DI MURANO
“C'è una città di questo mondo, ma così bella, ma così strana, che pare un gioco di fata Morgana, una visione del cuore profondo.”
A quale altra città è stata dedicata una poesia così!
Venerdì 31 Marzo 2017; sole caldo e splendente. Giornata ideale per andare a conoscere una briciola di arte veneziana nell'isola di Murano con un gruppo di soci del Centro Anziani. Viaggio rilassante in treno fino alla stazione di Venezia e poi in vaporetto.
“….tutta sospesa tra due turchini, quello del mare, quello del cielo...” Andare a Venezia è sempre una cosa che ha del magico, sembra di andare in un altro mondo. Ci andiamo così poco… eppure abbiamo la fortuna di averla così vicina!
Ci siamo concessi una giornata per conoscere ed ammirare qualcosa di speciale nella chiesa di Santa Maria e Donato e nella basilica di San Pietro martire. Una guida speciale, orgogliosa di essere un isolano, artista per più di quarant'anni in una fabbrica del vetro locale, ci ha accompagnato con estrema disponibilità e illustrato con una conoscenza approfondita la storia, l'architettura, i dipinti, i bassorilievi e le principali opere d'arte presenti nelle due chiese facendoci apprezzare oltre alla bravura dell'artista, soprattutto il simbolismo che ogni rappresentazione sottintende. Ci ha insegnato ad osservare un'opera stimolandoci ad interpretare il significato simbolico dei movimenti rappresentati dai personaggi dipinti o scolpiti. Alcuni movimenti assumono un preciso significato che solo chi conosce le sacre scritture riesce ad interpretare e ad apprezzare. Un oggetto messo in evidenza o collocato in un preciso posto nella tela, un personaggio che assume una certa postura ed espressione del volto, una porta chiusa o aperta, lo studio della luce che oscura o illumina una certa zona, sono tutti elementi che concorrono a rappresentare la spiritualità e a trasmettere al credente illetterato dei tempi passati, un insegnamento religioso e ( lasciatemelo passare ) un certo condizionamento teologico e ideologico caratteristico dei secoli passati.
Ogni elemento di un'opera artistica ( braccia, mani, sguardo, gradinate, colonne, animali simbolici…) richiede una interpretazione razionale di ciò che sottintende. Cosicchè, dopo aver setacciato con lo sguardo ogni particolare di un dipinto, ci si trova turbati da uno strano stato d'animo che ci ha cambiati perché ci ha messi in comunicazione spirituale con un'entità umana vissuta secoli fa che ci ha trasmesso i suoi pensieri, le sue paure, le sue aspettative. E' come se ci avesse parlato attraverso le sue opere. In questo sta la magia dell'arte: l'espressione di uno stato d'animo. La comunicazione attraverso il significato simbolico. Abbiamo apprezzato con occhi diversi e più attenti cose che mai avremmo capito guardandole nel modo frettoloso e superficiale con cui ci approcciamo solitamente. Difficile è spiegare lo stupore di trovarci di fronte ad un Tintoretto, un Bellini, un Paolo Caliari detto il Veronese, un Palma il giovane ed un Salviati. Nel pomeriggio un gruppo di noi ha aderito volentieri all'idea di visitare la chiesa di San Pantaleone ( conosciuto come San Pantalon ) nel sestiere di Dorsoduro. E' stato un nuovo bagno di conoscenza e stupore per la spiegazione e la competenza della guida. Qui, oltre all'intero soffitto rivestito di tele dipinte e unite fra loro in un tutt'uno armonioso, ciò che ci ha lasciato senza parole per lo stupore è stata la sacrestia, tutta ricoperta di preziosi bassorilievi lignei sopravvissuti alla prepotenza napoleonica. Per salvarli, infatti, sono stati segati in pezzi facilmente trasportabili e poi nascosti (perfino sotto terra) fino allo scampato pericolo.Uscendo dalle chiese, la magia di ciò che avevamo visto dentro continuava nella bellezza e nell'originalità dell'ambiente veneziano: calli, ponti, canaletti, architettura di palazzi e balconi orientaleggianti, negozietti particolari, vetri colorati… il tutto illuminato dal sole.“…. non si può dire quel ch'ella sia, tanto è nuova mirabile cosa: isola dolce, misteriosa, regno infinito di fantasia….”. Poesia ancora attuale, scritta da Valeri, innamorato di Venezia.Tutto rimasto come secoli fa; si ritorna al presente avvicinandoci alla stazione.
Esperienza da ripetere sicuramente.
Mason AnnamariaDomenica 20 novembre. Tempo freddo e uggioso: chi ha voglia di muoversi? Dove si può andare? O si resta in casa sprofondati in poltrona davanti allo schermo ... oppure, perchè non si va al Centro Anziani ? Cè la castagnata. Si pranza e si resta anche un po' leggerini ( che non guasta ) perchè poi al Centro si sbocconcella, ci si veste da domenica e alle 14,30 ( pomeriggio bravo ) ci si ritrova al Centro Anziani. L'atrio è già tutto pieno, un vociare davanti al banco del bar ( siamo tutti un po'sordi...), tutti sguardi sorridenti, tutte espressioni d'attesa...altro che il night! Il Dj Carlo ha già acceso i suoi strumenti di lavoro nella sala polifunzionale e si è già sparsa quell'atmosfera festosa che ben dispone lo spirito. Ci si ritrova tutti, i soliti amanti del ballo, ci si saluta, ci si riconosce perchè ci si incontra anche nelle altre feste paesane e si consolidano amicizie perchè si hanno degli interessi comuni: la voglia di stare insieme, di rasserenarci e di divertirci. E inizia il ballo...che non ha nulla da invidiare le altre sale danzanti. Si ballano tutti i ritmi. Si imparano passi nuovi. Il tempo vola... ed entrano alcuni volontari, accalappiati loro malgrado fra le persone generose disponibili, con i primi vassoi di porzioni di castagne da distribuire a tutti i soci presenti in sala: un tovagliolo ed una porzione di caldarroste ancora calde. Qualcuno aveva provveduto ad arrostirle e a portarle tempestivamente al Centro. A quel punto la musica va da sola e accompagna la castagnata. Alla fine si sono contati circa 320 contenitori-porzione distribuiti fra i presenti. E poi tutti al bar per mandar giù le castagne con un buon bicchiere di vino, che ci sta anche bene. E' stato sempre a questo punto che è entrato Don Pedro, un sacerdote messicano mandato dal Vaticano che si è gustato anche lui le specialità della nostra terra: vino e castagne. Alle 18,00 tutti a casa: pronti per vedere la partita. Domenica piena e soddisfacente. E senza patire il sonno.
24 febbraio 2017 CONFERENZA SULLA SALUTE AL CENTRO ANZIANI
E' diventata ormai una gradita consuetudine presso il Centro Ricreativo Anziani di Mogliano la presenza con scadenza annuale, del dottor Giovanni Schiesari, già primario presso l'Ospedale di Mirano. Egli tiene, da alcuni anni, una conferenza a carattere sanitario, approfondendo un argomento di grande interesse riguardante la sua professionalità di specialista dermatologo allergologo. Egli, infatti, è stato un precursore negli '70 fra gli specialisti che hanno approfondito con la ricerca le malattie della pelle. Ha ringraziato il Lions Club che gli ha dato l'opportunità di mettere a disposizione di tutti, i risultati degli studi compiuti a cui è giunto con le sue sperimentazioni durate durante una vita dedicata alle cure mediche. E' importante per chi ha raggiunto una certa soglia nel percorso della propria vita, partecipare a convegni che trattino problemi sulla salute. Tali argomenti non saziano mai completamente la curiosità di chi vorrebbe saperne sempre di più; oggi più che mai ci si trova a percorrere la propria via con una andatura a slalom per evitare gli acciacchi che inevitabilmente si presentano con l'avanzare dell'età. Quest'anno il suo intervento si è tenuto il 24/02/2017 sulla dermatite allergica da contatto. Per molti anni il problema della dermatite da contatto è stato vissuto come un tabù: chi soffriva di dermatite si sottoponeva a svariate cure che risolvevano il problema per qualche giorno, poi, l'eruzione cutanea cominciava a riaffiorare. Non si riusciva a risalire alla causa. Ci sono voluti anni di studi e una volta risaliti alle cause scatenanti, si è riusciti a risolvere le patologie. Le allergie, infatti, includono molte patologie:
• respiratorie ( riniti, polveri da fieno, asma, ecc…)
• dermatiti ( eczema della pelle, da contatto con sostanze allergeniche)
Essere allergici è una manifestazione che si eredita geneticamente: motivo per cui alcuni manifestano certe allergie ed altre persone sottoposte alle stesse condizioni, sembrano immuni. La dermatite da contatto riguarda una gran parte della popolazione e viene scatenata da una sostanza detta “allergene” che sensibilizza la pelle per cui l'apparato unitario ha delle reazioni cutanee. L'allergia si acquisisce con il tempo e poi non va più via: c'è perciò un tempo di sensibilizzazione prima dello scatenarsi del problema. L'allergia resta per sempre: si può solo evitare di scatenare la reazione cutanea eliminando il contatto con la sostanza allergizzante. Per capire a quali sostanze si è allergici, il paziente viene sottoposto a patch tests che dà il referto sulla pelle nel giro di ventiquattr'ore. Si tratta di un'indagine capillare: il patch test, infatti consiste nell'applicare sulla pelle un certo numero di dischetti ciascuno imbevuto con una sostanza diversa. Nel giro di alcune ore la pelle reagisce al contatto arrossandosi e manifestando così l'allergia per la determinata sostanza. A questo punto abbiamo scoperto che la nostra esistenza è immersa in un mondo di sostanze allergizzanti. Per chi è geneticamente allergico, forse ci vorrebbe un ambiente come il deserto, o come le calotte polari per evitare il contatto con gli allergeni. Il dott. Schiesari ha fatto un elenco di elementi che compongono i prodotti che usiamo quotidianamente e con i quali veniamo continuamente a contatto: questi componenti si trovano in una infinità di sostanze che sono diventate indispensabili in ogni momento della nostra giornata. Si trovano nelle creme, negli sciampoo, nelle schiume da barba, soprattutto nei cosmetici ( tintura dei capelli tanto amata per camuffare l'età, creme antirughe, fondo tinta, eyeline,... ), nei detersivi, negli indumenti colorati, nelle calzature, nei metalli ( gancetti, orecchini, bottoni, cinturini ) che non siano d'oro ( addirittura le leghe nell'oro), in alcune piante e fiori ornamentali ( mimose …), in alcuni ortaggi ( il pomodoro contiene nichel ), in alcuni animali marini ( meduse, ricci di mare, murene, scorfani, razze, anemoni, racine…). Una vita dura. A questo punto qualcuno potrebbe pensare anche di optare per uno stile di vita rigoroso ed essenziale evitando cosmetici e detersivi, e cercando di ritornare, laddove è possibile, ai metodi usati al tempo dei nostri nonni. Metodi molto meno agevoli ma più sani. Domanda: chi svolge un lavoro che presupponga il contatto con le suddette sostanze ( muratori, parrucchieri, estetisti, operai nei calzaturifici, nell'industria sanitaria, nell'abbigliamento…) deve necessariamente cambiare lavoro? Sì, non c'è altra cura. Non c'è altra soluzione. Una volta che si è diventati allergici, si resta per sempre.
Come se non bastasse, per quel che riguarda la salute, il dott. Schiesari ha elencato anche alcune medicine alle quali si sono riscontrate allergie: antibiotici ( neomicina, penicellina, streptomicina…), antistaminici (fargan, polaramin…), anestetici locali (pomate…), antidolorifici (voltaren, fastum…).
Le sostanze incriminate sono soprattutto: cromo, nichel, cobalto, parafenilendiamina…
Ha aggiunto che anche alcuni prodotti naturali che si trovano in erboristeria possono dare allergia manifestando reazioni violente: non tutto ciò che è naturale è buono, basti pensare ad alcune piante velenose. Alla fine del suo intervento, il dott. Schiesari è stato circondato da un certo numero di persone che gli sottoponevano i propri acciacchi e chiedevano in diretta una delucidazione.
E' stata una conferenza estremamente istruttiva. E un po' preoccupante. Ci ha fatto riflettere sul nostro stile di vita. Su un ritorno alla semplicità e all'essenzialità eliminando tutto ciò che crediamo ci renda più belli, forse più giovanili ma cercando almeno di evitare ciò che non è necessario.
Mason Annamaria
19 febbraio 2017 L'OPERETTA ARRIVA AL CENTRO ANZIANI
"L'unione fa la forza”: questo sicuramente è stato il principio che ha ispirato l'operetta “Al cavallino bianco” che è andata in scena domenica 19 febbraio 2017 presso la sala polivante del Centro Anziani di Mogliano. Infatti, oltre alla rappresentazione teatrale de “La compagnia dei Sogni” si sono amalgamati in modo armonioso e organico, il coro “La vita è bella” accompagnato dal pianista Terenzio Savio e diretto da Giordano Giordani, ed il gruppo danza “Fuori Quota”. Ne è saltata fuori un'operetta musicale gradevolissima, spiritosa e simpatica che tratta l'eterno mondo complicato dei sentimenti: l'intreccio amoroso, i sogni, le speranze disilluse, le preferenze che emergono a far prevaricare gli uni sugli altri, la concorrenza negli interessi economici e il conseguente orgoglio a non farsi sopraffare. Sono emersi in simpatia alcuni attori che si esibiscono per passione e convinzione tali da immedesimarsi nel loro ruolo e suscitare nello spettatore, grande ilarità. Inoltre, si è fatta notare la potenza vocale di Kati, la portalettere, e qualche altro attore dotato di talento canoro che hanno dato lustro all'esibizione. Abbiamo assistito ad una rappresentazione che non ha niente da invidiare a quelle dei cosidetti professionisti.
Mason Annamaria
03 febbraio 2017 CONFERENZA SU “IL RUOLO DEI CIRCOLI ANZIANI”
Grande appuntamento presso il Centro Anziani di Mogliano Veneto il 3 Febbraio 2017 per la conferenza sul tema “ Il ruolo dei Circoli Anziani” che ha visto come relatori due personaggi di spicco a livello nazionale: il Dott. Tonino Franceschetti, vice-presidente Regionale Centro Anziani ANCeSCAO e Consigliere Nazionale, ed il Prof. Gino Mazzoli, Psico Sociologo (Praxis – Reggio Emilia).
L'Amministrazione comunale di Mogliano attraverso la presenza di Tiziana Baù Assessore alle Politiche Sociali è intervenuta portando i propri saluti e la propria solidarietà per quanto il Centro Anziani organizza e propone concretamente. L'esposizione del Dott. Franceschetti ha portato a conoscenza dell'assemblea, l'esistenza di una rete organizzativa con obiettivi e finalità concrete per l'espandersi di associazioni volte verso un futuro costruttivo.
Uno degli obiettivi riguardava le nuove iniziative da proporre agli anziani per interessarli e richiamarli alla partecipazione della vita sociale. Oggi, entrando nelle varie stanze del Centro, si coglie che ad unire una gran parte dei soci sono soprattutto “le carte e le ombre” per cui stazionano ore in compagnia, senza alcuno stimolo culturale o alternativo. Per gli anziani del giorno d'oggi, che stanno cambiando con i tempi, sia pur lentamente, e si stanno adeguando alle nuove esigenze, ha un ruolo determinante il volontariato nelle associazioni. L'ANCeSCAO VENETO conta 400.000 iscritti circa coordinati in 67 centri sociali presenti in tutte le provincie. Tali centri sociali sono in crescita a livello nazionale: sintomo questo dell'invecchiamento della popolazione e dell'esigenza di condivisione e confronto sociale. Il ruolo del volontariato è un aspetto determinante e integrante per la crescita dei Centri Sociali come apporto di nuove progettualità. Il Veneto è ben rappresentato a livello nazionale con la presenza di 4 esponenti di cui tre femminili: Casanova Natalina, Mazzetti Serenella, Scocco Iolanda e Carollo Leone.
Le attività più qualificanti che si organizzano sono:
- corsi di computer a vari livelli per i soci
- concorsi regionali di pittura e fotografi
- turismo
Come in ogni attività che si affronta è il caso di analizzare anche il rovescio della medaglia per porvi rimedio. All'interno delle strutture si riscontrano delle anomalie quali:
- il conservatorismo
- l'individualismo
che, con la loro staticità e chiusura rischiano di determinare la fine della vita di un Centro Sociale.
Il Dott. Franceschetti propone come risoluzione, il ricambio ciclico del presidente ed un percorso culturale basato su nuove persone, nuovi iscritti con un apporto di nuove idee, nuove attività, nuovi interessi e soprattutto organizzando corsi di formazione.
Per la crescita dei Centri Sociali si deve puntare sicuramente
a) su nuovi progetti e nuovi servizi acciocchè “una sola tessera offra molte attività” e prezzi competitivi per gli associati
b) su un aumento delle iscrizioni per incrementare le entrate economiche
c) maggiori iscrizioni comportano l'opportunità di rinnovo di turnover nella gestione dei Centri e quindi la realizzazione di nuovi contributi personali
d) la divulgazione in rete porta a conoscenza di tutti la realizzazione delle varie attività
e) l'offerta di “tutela dei diritti dei soci danneggiati” da parte di alcuni specialisti che seguono, aiutano, consigliano, sorreggono coloro che ne hanno necessità
f) convenzioni con i centri termali organizzando pacchetti di cure
g) turismo inteso come proposta progettuale economica che vede i centri della regione uniti nell'attivare un tour operator che coordina le uscite turistiche.
Il Dott. Franceschetti ha così riassunto gli scopi dei Centri Sociali per incrementarli, valorizzarli ma soprattutto per renderli un punto di riferimento sociale per la qualità della vita dei soci. I punti essenziali sono:
- autofinanziamento
- rinnovamento generazionale
- apertura al mondo della scuola
- formazione dei dirigenti
- divulgazione della propria immagine
- rinnovamento
- coinvolgimento delle nuove generazioni
- nuove strutture informatiche
- confronto con nuove idee
Dopo la relazione approfondita e documentata del dott. Franceschetti, è seguito l'intervento del Prof. Gino Mazzoli che ha trovato condivisione per la competenza e la professionalità dimostrata sulle problematiche sociali. Egli definisce gli anziani “uno stato sociale al centro della trasformazione demografica ” dato che costituiscono una grande percentuale di popolazione ( circa il 30% in Italia ). Il Prof Mazzoli ha toccato velocemente, come avesse una bacchetta magica immaginaria, le maggiori problematiche che la società attuale attraversa:
- la disoccupazione
- la disgregazione delle famiglie ( le separazioni coniugali)
- il conseguente impoverimento delle famiglie
- eventi famigliari ( lutti, mutui, rate da pagare…) che rendono i singoli più vulnerabili e più fragili di qualche tempo fa
- il ceto medio impoverito
- l'incertezza del futuro che determina uno stato d'animo generale di paura
- la mancanza di un punto di riferimento sociale: legami sociali sbriciolati
Egli vede nei Centri Sociali una porta aperta alla gente che ha bisogno di una risposta a livello sociale. Intravvede la necessità di istituire una associazione basata sulla fiducia che riunisca ed offra dei servizi estesi a tutti anche ai più bisognosi. Servizi economici, facilmente accessibili, comodi, dove costruire legami sociali attraverso punti di informazione e di inserimento. Egli auspica la realizzazione di un intervento concreto del volontariato nel territorio che identifichi l'anziano solo, bisognoso di un aiuto per soddisfare laddove sia necessario le piccole incombenze ( fare le spese, recarsi a pagare le bollette presso gli uffici preposti, provvedere alla riparazione di piccoli guasti, acquistare farmaci, intervenire a domicilio con esercizi ginnici mirati offrendosi di attuare piccole forme di solidarietà a costi non elevati, ecc…)
L'ANCeSCAO punta sul volontariato. C'è molta strada da percorrere per superare la chiusura ed il conservatorismo che rischiano di mortificare le iniziative con conseguente esaurimento dei Centri Sociali. Anche la poca vocazione sociale, la poca solidarietà e l'individualismo non aiutano la crescita. La sfida che l'ANCeSCAO si pone è quella di costruire nuovi progetti, collegare legami sociali, realizzare attività utili da compiere insieme. Indispensabile è avvicinarsi alle nuove tecnologie per divulgare le nostre attività e per conoscersi. La nuova società vive online: se non si è inseriti online, non si esiste, nel senso che si è esclusi dal gruppo perché non ci si fa conoscere; oggi, le nostre esigenze, i nostri pensieri possono raggiungere tutti soprattutto online. I Centri Sociali devono cercare di agganciare i soci nel territorio attraverso i giovani da impiegare come volontari esperti nei nuovi mezzi di comunicazione. Il Centro anziani deve essere in continua evoluzione nella vita quotidiana, deve costituire la risposta alle esigenze esistenziali dell'anziano.Alla fine del discorso del prof. Mazzoli è seguito un momento di silenzio per permettere all'assemblea di digerire la quantità di informazioni ricevute e per rielaborare quei concetti di cui la nostra quotidianità ci aveva fatto prendere coscienza ma che i professionisti erano riusciti ad incasellare secondo un ordine. Eravamo consapevoli della veridicità di quanto ascoltato. Per quel che mi riguarda mi sono trovata a riflettere sull'importanza dello sforzo, da parte dell'anziano di aggiornarsi per rincorrere la vita, per non emarginarsi e non rifugiarsi nelle “carte ed ombre” che svagano attraverso azioni ripetitive e statiche. Ci ha fatto del bene ascoltare persone competenti perché ci hanno dato una scossa smuovendo almeno per un po' il torpore nel quale facilmente l'anziano cade per mancanza di stimoli e di interessi.A questo punto qualcuno è intervenuto sollevando il problema dell'anziano solo, scarsamente autosufficiente che avrebbe necessità di una struttura alternativa alla casa di riposo. Il Prof. Mazzoli ha accennato al “villaggio sociale”, alle strutture protette ( si sono fatte alcune esperienze in Germania ed in Svezia ) che accolgono gli anziani in difficoltà assegnando loro piccoli appartamenti dove trovano sia i momenti di individualità che i momenti di socialità negli spazi comuni. Sono strutture che offrono tutti i servizi ricreando una parvenza di confort famigliari. tutti questi punti interrogativi si è conclusa una interessantissima conferenza quanto mai attuale e propositiva che non è destinata a cadere nel vuoto perché coinvolge oggi più che mai, concretamente la nostra realtà sociale.
Mason Annamaria
Epifania 2017
Tutti gioiscono per l'arrivo della befana: soprattutto i bambini ed i nonni. Gli appartenenti all'età di mezzo gioiscono solo perché non vanno a lavorare: hanno uno scopo diverso. I bambini l'attendono guardando con apprensione ed aspettativa la cappa del camino (chi ce l'ha) o lo stretto tubo dell'aspiratore posto sopra i fornelli ( ricordo mia figlia quando era piccola ) chiedendosi come poteva farcela una vecchina a passarci attraverso. Era più logica di me che le avevo raccontato la storia dell'orso. Ma perché i nonni si divertono tanto quanto i bambini? Forse perché si ricordano lo stato d'animo di quando erano bambini? Forse perché le nonne ricordano l'orgoglio di essere state “befane” nel fiore degli anni, con la bellezza della loro giovinezza, quando riempivano le calze per i loro figli. Epifania: l'ennesima occasione per ritrovarsi a festeggiare presso il Centro Anziani di Mogliano. Ci si ritrova nel primo pomeriggio e si sorride consapevoli che si è al “raduno annuale delle befane” dato che abbiamo scolpito nel volto i segni del tempo. Nessuna nonna si offende a sentirsi definire scherzosamente “befana”: ce n'è per tutte, il tempo è galantuomo e non fa sconti. Ci si scambia gli auguri ritardatari di “Buone Feste” perché si sa che “l'Epifania tutte le feste si porta via...”. La nonna Anna, una datata iscritta al Centro, piena di energia, di salute e di allegria, per l'occasione si è comperata un allegro collant grigio con grandi ragnatele bianche ricamate per essere in tema. E via col valzer lento, con il valzer veloce, con la mazurca cadenzata… obbligatorio divertirsi. Ad un certo punto viene distribuita la pinza e s'innalza un chiacchierio festoso nella sala ancora addobbata con le strenne natalizie, presso il banco del bar, lungo i corridoi… tanta gente, tanto bisogno di ritrovarsi insieme serenamente. E' la festa della befana, la nostra festa.
Mason Annamaria
18 dicembre 2016 ESIBIZIONE CORO
Seduta davanti al sipario rosso che nascondeva il palcoscenico nuovo, inaugurato proprio in occasione dello scambio di auguri natalizi, il 18 dicembre 2016, mi accingevo ad ascoltare l'esibizione del coro "La vita è bella" presso il Centro Ricreativo Anziani di Mogliano. ra da tempo che il Centro sentiva l'esigenza di avere un palcoscenico per le sue rappresentazioni, perchè ogni esibizione, posta su un piano più alto rispetto alla platea, acquista maggiore prestigio e si apprezza di più dato che si vedono meglio i protagonisti. Il direttore Giordano Giordani, (coadiuvato dal maestro Terenzio Savio alla tastiera ) per l'occasione, si è comperato perfino la sua prima bacchetta per dirigere il coro, cosa di cui aveva fatto a meno per ben 12 anni, tanti quanti sono passati dall'inizio della formazione del gruppo. L'apertura del sipario ha accolto i coristi con un applauso di aspettativa che non è stata smentita: il primo canto poetico "Poster" ha subito suscitato un'atmosfera di "sogno", di evasione che, personalmente, mi ha riportato col ricordo indietro, al tempo dei miei 16 anni, quando con la testa "volavo senza ali". Mi sono gustata profondamente l'armonia di quelle note msicali "...e andare ...lontano ....lontano...", "...e sui binari quanta vita passa e quanta passerà....e tu sogni di fuggire via..." Al termine dell'esecuzione, il maestro Giordani, commosso, disse che il brano era stato dedicato ad una compagna recentemente scomparsa. Quell'attimo di tristezza fu subito superato dal successivo brano gioioso che inneggiava alla vita, seguito da un terzo e da un quarto...tutti allegri ed esortanti ad apprezzare ciò che il presente offre e a godere di ogni attimo. Ogni brano era particolarmente ricercato per i valori che esprimeva e dall'esecuzione traspariva la passione dei coristi e la convinzione in ciò che facevano: il tutto determinò un clima di entusiasmo e di voglia di vivere. Nella seconda parte dello spettacolo ci sono stati due momenti scherzosi: uno è stato dato dall'intervento burlesco di un componente della compagnia teatrale "Nina non fare la stupida" che ha presentato un brano tratto da una loro commedia e interpretato dal gruppo corale. Infine, alcuni coristi hanno allietato la oro ultima esibizione indossando il beretto rosso di Babbo Natale. Finito lo spettacolo, nessuno aveva voglia di lasciare la sala: c'era il desiderio di prolungare le emozioni suscitate nel proprio animo: ci si è soffermati per lo scambio degli auguri natalizi e per fare quattro chiacchiere assaggiando un bocconcino di pandoro innaffiato con un goccio di vino bianco.
Mason Annamaria
20 novembre 2016 FESTA D'AUTUNNO
Domenica 20 novembre. Tempo freddo e uggioso: chi ha voglia di muoversi? Dove si può andare? O si resta in casa sprofondati in poltrona davanti allo schermo ... oppure, perchè non si va al Centro Anziani? Cè la castagnata. Si pranza e si resta anche un po' leggerini ( che non guasta ) perchè poi al Centro si sbocconcella, ci si veste da domenica e alle 14,30 ( pomeriggio bravo ) ci si ritrova al Centro Anziani. L'atrio è già tutto pieno, un vociare davanti al banco del bar ( siamo tutti un po'sordi...), tutti sguardi sorridenti, tutte espressioni d'attesa...altro che il night! Il Dj Carlo ha già acceso i suoi strumenti di lavoro nella sala polifunzionale e si è già sparsa quell'atmosfera festosa che ben dispone lo spirito. Ci si ritrova tutti, i soliti amanti del ballo, ci si saluta, ci si riconosce perchè ci si incontra anche nelle altre feste paesane e si consolidano amicizie perchè si hanno degli interessi comuni: la voglia di stare insieme, di rasserenarci e di divertirci. E inizia il ballo...che non ha nulla da invidiare le altre sale danzanti. Si ballano tutti i ritmi. Si imparano passi nuovi. Il tempo vola... ed entrano alcuni volontari, accalappiati loro malgrado fra le persone generose disponibili, con i primi vassoi di porzioni di castagne da distribuire a tutti i soci presenti in sala: un tovagliolo ed una porzione di caldarroste ancora calde. Qualcuno aveva provveduto ad arrostirle e a portarle tempestivamente al Centro. A quel punto la musica va da sola e accompagna la castagnata. Alla fine si sono contati circa 320 contenitori-porzione distribuiti fra i presenti. E poi tutti al bar per mandar giù le castagne con un buon bicchiere di vino, che ci sta anche bene. E' stato sempre a questo punto che è entrato Don Pedro, un sacerdote messicano mandato dal Vaticano che si è gustato anche lui le specialità della nostra terra: vino e castagne. Alle 18,00 tutti a casa: pronti per vedere la partita. Domenica piena e soddisfacente. E senza patire il sonno.
E' stata una cosa semplice che unisce le persone e rallegra lo spirito: l'essenza della vita.
Mason Annamaria