Carlo Casolo

“No one is finally dead until the ripples they cause in the world die away, until the clock wound up winds down, until the wine she made has finished its ferment, until the crop they planted is harvested. The span of someone’s life is only the core of their actual existence.” 

                                                                                                                                             Terry Pratchett

La sera del 28 marzo, Carlo Casolo ci ha lasciati. All’impotenza, di fronte ad un evento tanto ingiusto, si aggiunge la disperazione di non avere neanche la possibilità di stare vicini per dividere questo peso e salutare il nostro amico. Questa pagina vuole essere un modo per permettere, a chiunque lo voglia, di condividere un pensiero o anche solo un saluto, aiutandoci così a mantenere il ricordo della splendida persona che era.

Carlo Casolo 

Carlo Casolo nasce a Milano il 21 febbraio 1958. Nel 1977 consegue la maturità presso il Liceo Scientifico Marcantonio Flavinio di Vittorio Veneto. Nel febbraio del 1982 si laurea in Matematica all’Università di Padova, sotto la guida di Franco Napolitani, figura che resterà sempre tra quelle a lui più care. Dopo la laurea ed un periodo come borsista all’Università di Warwick, dove collabora con Trevor Hawks, Carlo vince il concorso per l’accesso all’insegnamento nella scuola superiore e, per un anno, insegna all’Istituto Professionale Segretarie d’Azienda di Conegliano (esperienza che ricorderà sempre con grande piacere). 

Nel 1986 vince un concorso da ricercatore all’Università di Udine e nel 1990, a soli 32 anni, viene nominato prima professore straordinario e poi ordinario. Rimane presso l’Università di Udine fino al 1994; in  questo periodo Carlo diventa anche prorettore alla didattica, iniziando così la lunga lista di incarichi amministrativi da lui assolti negli anni a venire. 

Appena trasferito all’Università di Firenze, dove nel 1994 viene chiamato a ricoprire il ruolo che prima era stato del professor Guido Zappa, è subito eletto direttore di dipartimento, un incarico assai oneroso sia per il rilievo della struttura che viene chiamato a dirigere, sia per il fatto che Carlo era nuovo dell’ambiente fiorentino. Nonostante questo, l’impegno preso viene portato a termine con la dedizione che Carlo mette in ogni sua attività e senza risparmio di energie. In seguito, in virtù del suo grande equilibrio, delle capacità pratiche, della pacatezza (ma anche della fermezza) e onestà che tutti gli riconoscono, Carlo viene chiamato a far parte di  numerose commissioni (da quella incaricata della divisione dei fondi di dipartimento, fino alla attuale CIA), come anche organismi quali la commissione tesi e il Collegio Docenti, e a rivestire ruoli quali quello di vicepresidente del Consiglio di Corso di Laurea.


Gli interessi di ricerca di Carlo hanno abbracciato in modo profondo, nonostante le differenze di problematiche e di metodi, sia i gruppi astratti finiti che quelli infiniti, cosa più unica che rara fra gli specialisti del settore contemporanei.

 La sua carriera inizia subito con un importante risultato, ottenuto nella tesi di laurea, riguardante uno dei temi che sarà centrale nei suoi futuri interessi, ovvero le questioni inerenti i sottogruppi subnormali, di cui un pioniere fu il tedesco Helmut Wielandt. Durante il periodo da borsista all’Università di Warwick, presto tutti si accorsero delle innate abilità di Carlo e scherzosamente gli affibbiarono il soprannome di “Il Wielandt italiano”. 

Oltre alle questioni legate alla subnormalità (e conseguentemente alle sottoclassi di gruppi localmente nilpotenti) Carlo ha ottenuto considerevoli risultati su, solo per citare alcuni settori: orbite in azioni su moduli finiti, classi di coniugio, gradi di caratteri irriducibili, complessi simpliciali associati ai gruppi. 

Dai suoi scritti traspaiono in maniera evidente la sua genialità, chiarezza e rigore, bellezza e armonia del ragionamento, e coloro i quali hanno avuto la fortuna di collaborare con lui, e di conoscere il suo lavoro, sono testimoni della sua sorprendente facilità nel dominare strumenti diversi e complessi, e della lucidità con cui riusciva a vedere attraverso le difficoltà per trovare, con idee ingegnose e originali, sempre i percorsi più eleganti.

Nella ricerca per Carlo erano importanti due cose: raggiungere la verità (nel modo più limpido possibile) e impegnarsi in tutto ciò che potesse essere utile per trasmettere conoscenza. 

In tutto il suo agire Carlo è sempre stato estremamente umile ed era solito minimizzare i suoi pur notevoli contribuiti. A tal proposito, ci piace ricordare un episodio che secondo noi mette bene in luce questa caratteristica della personalità di Carlo. 

Tra il 1989 ed 1991 vengono pubblicati quattro articoli in cui un giovane matematico tedesco, Walter Mohres, chiudeva un problema importante e che veniva studiato, con scarsi progressi, da un’ampia comunità di gruppisti. Gli articoli erano però di una difficoltà tecnica enorme e, inoltre, scritti in tedesco. Carlo, pur senza conoscere la lingua, ne iniziò lo studio e, si può dire, fu uno dei pochi a penetrare gli intricati argomenti delle dimostrazioni, per poi produrre una versione finalmente fruibile da tutti gli studiosi. La versione in questione conteneva anche una dimostrazione di Carlo di una problematica che era rimasta aperta da decenni e quindi ora si poneva definitivamente fine a una lunga questione, ma al solito Carlo minimizzava questo suo personale risultato, mentre riteneva più rilevante quanto da lui stesso fatto per rendere semplicemente accessibili i lavori di Mohres.

Siamo poi tutti quanti testimoni di quanto le sue capacità ed il suo impegno di docente fossero apprezzati e stimati. Le sue lezioni erano modello di chiarezza, come anche la grande mole di materiale didattico da lui prodotto negli anni. Le dispense dei suoi corsi, su cui si sono formate generazioni di studenti fiorentini, e che noi colleghi prendiamo ogni anno come riferimento per le nostre lezioni, restano un esempio di semplicità e chiarezza. Diverse case editrici si sono fatte avanti più volte per chiedergli di trasformare questo materiale in libri, ma Carlo ha sempre rifiutato queste offerte, fermamente convinto che il suo lavoro dovesse essere accessibile a tutti gratuitamente. 

Questa generosità, che si esplicava sia in consigli, aiuti e suggerimenti che condivideva con i colleghi, sia nella guida che mai rifiutava agli studenti, si è tradotta, tra le altre cose, in quasi cinquanta tesi seguite come relatore, dodici studenti di dottorato e cinquanta lavori scientifici (con più di venti diversi collaboratori). 

Vogliamo infine ricordare la sua enorme cultura anche in campo umanistico. 

Carlo era membro dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti. 

Ci vengono inoltre alla memoria le sue lezioni su Matematica in Letteratura o Matematica e Musica, quando, preso dall’entusiasmo era capace di parlare per ore di fila, trasportandoci con la mente in mondi di bellezza inaudita. Anche riguardo a questi suoi studi, Carlo ci ha donato numerosi saggi, che, per usare le parole dei suoi amati studenti, sono “un’eredità culturale che ci terrà occupati per molto tempo”.

Non possiamo poi non citare i suoi racconti scritti, dove l’investigatore Casolo assieme a noi, amici più cari, si trovava a risolvere casi polizieschi i cui protagonisti erano oggetti matematici - con i loro ideali! - ed importanti personaggi storici. Così come non possiamo non ricordare i suoi anagrammi, da quelli autoreferenziali all’Infinito del Leopardi. 

Ascoltarlo parlare di storia, musica, arte o letteratura, oltre che di scienza, è stato un grande piacere e soprattutto un arricchimento profondo, culturale e umano, per tutti coloro, che come noi, hanno avuto l’enorme fortuna di essergli accanto.

Sarà sempre vivo in noi il suo esempio non solo come matematico, uomo di scienza e di cultura, ma anche e soprattutto come uomo di grande sensibilità, riservatezza, generosità ed onestà.

Ricordi e pensieri di amici e colleghi

Carlo, oltre ad essere un matematico conosciuto e stimato in tutto il mondo per la  sua creatività e per la profondità del suo lavoro, era un docente che dedicava con passione  enormi energie alla didattica, come dimostra il gran numero di studenti che partecipavano ai suoi corsi o che lo sceglievano come relatore.  Era  un uomo di grande  equilibrio, originalità di pensiero ed onestà intellettuale, dalla cultura sconfinata e con moltissimi interessi,  qualità da tutti riconosciute. La sua perdita ci lascia  un vuoto che, in questo momento, appare incolmabile: Carlo era una persona rara, buona e gentile,  e chi ha avuto la fortuna di essere suo amico, sa bene che la sua assenza verrà sentita per sempre.

                                                                                                                                                                                                                    Gli Amici del Gruppo di Algebra, 1 Aprile 2020

Pensando a Carlo sono troppe le cose che mi vengono in mente ed impossibile ordinarle e scriverle appropriatamente. Forse servirebbe la padronanza della parola che aveva Carlo e che io, nonostante i venti anni passati in studio assieme, non sono riuscito ad acquisire. Dovrò scrive allora solo poche cose, iniziando dal momento in cui Carlo è apparso nella mia vita.

Mentre ero studente del corso di Algebra Superiore a Padova, aleggiava nella classe il nome di Carlo Casolo. Il nostro insegnante, con la noncuranza  che gli era solita, ci aveva fatto intuire che un suo studente, nella tesi di laurea, aveva risolto un difficile problema che da parecchio resisteva ai suoi tentativi di dimostrazione. Questo, per noi giovani apprendisti matematici, sembrava un fatto eroico e questo nostro “predecessore” divenne presto una sorta di figura mitologica.  Un giorno io e un  mio compagno di corso, vedemmo il nostro insegnante chiacchierare con un giovane barbuto e, pur tenendoci a  rispettosa distanza, capimmo che quel giovane era proprio Lui! Tempo dopo ci stupimmo ancora di più vedendo che era persino possibile, per noi studentelli, rivolgergli la parola e che addirittura ci rispondeva (con la parsimonia di parole che ha sempre mantenuto). Da allora (era il 1985) Carlo è entrato nella mia vita e, poco alla volta, ne è diventato una parte così integrante che adesso non vedo come potrò reggere la sua assenza. Per gli ultimi venti anni l’infernale studio 29 del Dini (gelido d’inverno e torrido d’estate) era il luogo dove andavo più volentieri ed ora capisco che la presenza di Carlo ne era il motivo. Ma  non lo capivo fino a che Carlo era qui. Perché, nella mia mente, Carlo non poteva “non esserci”. Non ho mai pensato che non fosse con noi per il rituale caffè del mattino, durante il quale si ripeteva la tradizionale reprimenda per il fatto che prendessi un caffè macchiato e, a seguire, inventava geniali (e difficilmente confutabili) argomenti che provavano perché  bere un caffè macchiato fosse moralmente e filosoficamente sbagliato. Carlo non poteva “non arrivare”  la mattina ed, entrando, salutare con l’ormai usuale “ Herr Puglisi” a cui rispondevo col solito “Herr Casolo”. E non ho mai pensato che non ci fosse Carlo con cui  ripercorrere i nostri ricordi dei vecchi “Carosello” o degli antichi programmi televisivi. E potrei elencare tante altre attività, di questi bellissimi ultimi venti anni, che non ho mai considerato potessero avvenire senza Carlo. E invece ora dovrò farlo.

Carlo, pur non avendoci preparati a questa sua uscita di scena, ci ha lasciato una eredità preziosa che forse ci (mi) salverà e questa è costituita dalle persone che, in questi anni, ha “attirato” nella sua orbita. Forse “attirato” è il termine sbagliato perché sembra presupporre una volontà da parte di chi attira. Invece questo gruppo di amici si è formato in modo naturale e, con gli anni, si è arricchito e rafforzato. Ci sosterremo a vicenda e, appena ci sarà permesso, lo faremo anche fisicamente. Ma oltre a queste persone un altro grande sostegno arriverà dagli studenti. Sono travolto dalla commozione leggendo i loro commenti anche se, in cuor mio, sapevo che non poteva essere  altrimenti. Carlo era un matematico come pochi al mondo, con l’unico “difetto” di applicare, specie a se stesso, standard fin troppo elevati. Sono certo che, nella sua mente, giacevano risultati che lui non considerava neanche degni di essere raccontati, ma che molti di noi non riusciranno mai ad ottenere nella loro carriera. Nonostante questo, la cosa che Carlo sentiva maggiormente era l’insegnamento. Le energie che ha dedicato a questa attività sono difficili da immaginare. Le dispense dei suoi corsi sono esempi di chiarezza, rigore e completezza. Carlo ha sempre rifiutato le offerte di case editrici che volevano pubblicarle, perché desiderava che tutti potessero usare   liberamente quello che aveva scritto. Chi ha avuto la fortuna di essere suo studente percepiva “a pelle” la dedizione che Carlo aveva per la didattica e, anche se non si può dire che gli esami con lui fossero facili, era (è) l’insegnate più amato del Dini.

La orribile situazione in cui viviamo, e che non ci permette nemmeno di dare un doveroso saluto a Carlo, ha però una minima ricaduta positiva: possiamo ancora ascoltarlo nelle sue lezioni. Infatti, tutti noi docenti abbiamo dovuto improvvisare qualche sorta di didattica online e anche Carlo, da sempre fiero oppositore di questo “innovativo metodo di insegnamento”, ha però capito che era l’unico modo per portare avanti il suo corso. Con la prontezza che lo caratterizzava, ha iniziato a rendere disponibili le sue lezioni. Ironia della sorte, lo strumento usato è un programma (Beamer) che, spesso scherzando ma non troppo, Carlo sosteneva essere una delle cause del declino dell’umanità (assieme al caffè macchiato). Queste lezioni sono accessibili a tutti e, chi le vorrà ascoltare, potrà sentire la voce di Carlo che spiega, con la solita chiarezza, qualche astruso concetto.

Appena ne avrò la forza, ascolterò anch’io nuovamente la sua voce. Purtroppo mi spiegherà cosa sia un “grafo di Cayley” e non perché, bevendo un caffè macchiato ogni mattina, io commetta un atto moralmente deprecabile.


Orazio Puglisi, 2 Aprile 2020

So che quando mi troverò a percorrere quel tratto di corridoio del primo piano da cui si vede il tuo studio, non potrò più fare a meno di ricordarti. Un forte abbraccio, Carlo.

                                                                                                                                                                                                                                Elisabetta Ulivi, 1 Aprile 2020

Credo che non ci sia nessuno in Dipartimento, o che l'abbia semplicemente conosciuto, che non abbia apprezzato le qualità intellettuali, morali, la generosità e la gentilezza di Carlo, o non abbia ammirato la sua schiettezza ed onestà intellettuale, e soprattutto la sua capacità di essere conseguente alle sue opinioni, senza sconti, soprattutto per sé stesso. La scomparsa di Carlo crea un vuoto difficilmente colmabile. Lo ricorderò per una sua sorprendente dolcezza e per l'acuta ironia, che metteva sempre a nudo la sostanza delle cose, senza infingimenti. Dobbiamo farci molto coraggio, cercando di seguire il suo insegnamento ed il suo esempio.

                                                  Rolando Magnanini, 1 Aprile 2020

Io non l'ho mai avuto come docente, ma nel mio pellegrinaggio giornaliero nell'ufficio del Professor Puglisi molto spesso ho approfittato della sua gentilezza e disponibilità per fargli domande quando il professor Puglisi era assente per  qualche ragione. 

Il ricordo che mi rimarrà del professor Casolo sarà la discussione del mio seminario di laurea Magistrale, che lo interessò molto e su cui mi fece un sacco di domande che mi sono ritrovato a fare a me stesso successivamente nella mia carriera lavorativa. Si era appassionato di un argomento (l'intelligenza artificiale) solamente sentendomi parlare, e aveva avanzato domande molto profonde e riflessioni cruciali che ho incontrato nella mia ricerca precedente e successiva al mio lavoro di tesi. 

Questa è la mia piccola testimonianza di quanto fosse appassionato a ogni aspetto della Matematica, e quanto riusciva a dare anche dal lato umano a una persona che a stento conosceva.

Alessandro Iannone, 1 Aprile 2020

Continuo a pensare a quanto mi mancherà sentire la tua opinione sulle questioni più delicate e più importanti. Sempre non banale, sempre ferma, mai offensiva, mai opportunistica. Non sarà facile fare a meno del tuo punto di vista.

Elisa  Francini, 1 Aprile 2020

Col cuore a pezzi, increduli e sopraffatti, salutiamo colui che è stato per noi molto più di un docente. La passione del professor Casolo, la sua cura e dedizione all'insegnamento, resteranno per sempre un prezioso ricordo in chiunque abbia avuto il privilegio di essere suo allievo.

Non solo ineccepibile insegnante, ma anche maestro di valori, persona

gentile e sempre presente, sensibile e idealista.

Non si può spiegare l'amore per la matematica che è stato in grado di

trasmetterci.

Il nostro Dini non sarà più lo stesso, ma il suo ricordo sarà sempre vivo in noi, la sua eredità rimarrà una grande ricchezza per ciascuno.

Con grande dolore ma con ancora più grande affetto,


Gli studenti e le studentesse di Matematica, 1 Aprile 2020

Mi hai accolto, da matricola spaesata, insegnandomi l'algebra. Con chiarezza, semplicità e precisione mi hai trasmesso una passione forte e pura. Mi hai insegnato ad amare la matematica in ogni suo aspetto, pur rispettandone il formalismo severo. Mi hai fatto conoscere la bellezza delle sue strutture più astratte e sfuggenti. Mi hai insegnato ad apprezzare la difficoltà e la fatica della comprensione, più della gratificazione che ne deriva. Ho amato le tue dispense, scritte in modo cristallino e perfetto, e più volte, a lezione, ho riso del tuo umorismo serio, a volte persino ermetico, ma mai banale e sempre arguto.

Se adesso, da dottorando, sogno di diventare professore, è anche grazie ai modelli ai quali ho potuto ispirarmi. Purtroppo uno di questi adesso non c'è più.

Giulio, 1 Aprile 2020

Abbiamo avuto la fortuna di condividere con Carlo una parte dell’immenso lavoro che svolgeva per la didattica e gli studenti. Ci mancheranno il suo equilibrio e rigore, la sua onestà intellettuale e la sua estrema gentilezza. Rimpiangiamo la sua amicizia.

Stefania Bellavia, Costanza Conti, Benedetta Morini, Alessandra Papini, 1 Aprile 2020

I dottorandi si uniscono al cordoglio per l'improvvisa scomparsa del Professor Casolo. La sua perdita lascia un grande vuoto: era una colonna portante del dipartimento, un punto di riferimento per studenti e dottorandi, una persona gentile e sempre disponibile, un professore e maestro straordinario, un matematico al quale ispirarsi. Ci riteniamo immensamente fortunati di averlo conosciuto e siamo orgogliosi di aver imparato da lui. Siamo certi che ciò che ha lasciato continuerà ad arricchire noi stessi e il nostro percorso.

Dottorandi Unifi, 1 Aprile 2020

Mi associo al dolore del Dipartimento, colleghi e studenti per l'improvvisa morte di Carlo Casolo.

Anna Consortini, 1 Aprile 2020

Caro Professore,

la sua scomparsa improvvisa e inaspettata ci provoca grande dolore, e lascia a tutti noi un vuoto incolmabile nel cuore .

Trovare una persona così appassionata al suo lavoro e che quella passione riesce a trasmetterla a chi lo ascolta è cosa rara, ed io non posso che essere onorato di averla avuta come professore. Il suo modo di fare lezione, sempre così formale e ordinato ma mai distaccato dagli studenti, resterà un ricordo indelebile di questi anni universitari. 

E' stata una persona affabile, disponibile e dalla sagace ironia, un modello sia come professore che come uomo.

Lei mi ha insegnato ad amare la matematica, e proprio attraverso questa passione la ricorderò sempre con affetto e sincera ammirazione.

Grazie.

Tommaso, 1 Aprile 2020

Non ho parole per esprimere mio dolore per la perdita di Carlo, persona eccellente e di animo mite e gentile. Le mie più sentite condoglianze ai suoi familiari ed ai colleghi algebristi, per i quali egli era sicuramente un punto di riferimento importante, oltre che un caro amico.

Luigi Brugnano, 1 Aprile 2020

Abbiamo appreso con enorme tristezza della morte di Carlo Casolo. 

Manteniamo di lui il ricordo, vivo, di un eccellente didatta e di una splendida persona.

Ci uniamo al cordoglio comune con sincere e fortemente sentite condoglianze. 

Una frase che in questo triste momento ci torna alla mente, è quella che fa da epilogo alle dispense che scrisse -e che consumammo, chi volente chi nolente- tanti, ma non troppi, anni fa:

"In tal modo, prima di morire all'età di ventuno anni, per un duello i cui pretesti rimangono misteriosi, Evariste Galois chiudeva un problema che per secoli aveva affascinato ed eluso molti tra i matematici migliori, e nel contempo apriva interi nuovi orizzonti alla matematica, dando vita, si può dire, a quella che sarebbe diventata l'algebra moderna.

Alla memoria di tal gigante, sopra le spalle del quale egli non solo è indegno ma anche incapace di salire, il sottoscritto dedica queste imperfette pagine.

Si capisce che ci vuole ben altro: siate felici."

Un carissimo saluto ed un abbraccio,

Serena Becheri, Luigi Biondi, Matteo Berna, Emanuele Bucarelli, Silvia Castellani, Luigi Cinelli, Claudia Carapelle, Claudia Cianci, Marta Cianconi, Tommaso Colozza, Guido De Philippis, Marta Galanti, Giovanni Gherdovich, Serena Guarino Lo Bianco, Giulia Marini, Michele Marini, Berardo Ruffini, Giulia Sarfatti, Olivia Sarfatti, Matteo Santacesaria, Sara Santarnecchi, Stefano Zanardi, 1 Aprile 2020

Caro Carlo,

è solo da ieri che te ne sei andato, e già mi manchi tremendamente. Sei stato il mio maestro (e lo eri tuttora, non ho mai smesso di provare stupore e ispirazione quando mi capitava di venire investito dal fiume delle tue idee e del tuo talento), ma poi sei diventato molto più di questo... un amico di quelli che ci sono sempre, una persona a cui sapevo di poter tornare in ogni momento per avere una guida, un consiglio, un conforto. Per parlare di libri, di musica, per una cena insieme. Oggi, in questa tristezza sconfinata, mi sono capitate tra le mani delle foto in cui tu appari solare, sorridente, in mezzo a tante persone che ti hanno amato e ti ameranno sempre. Ho avuto una irrefrenabile voglia che insieme a me, seppur da lontano, quelle foto le vedessero anche quelle persone, i nostri amici... quelli con cui ho condiviso la fortuna di fare tanta strada insieme a te, e con cui condivido ora un dolore immenso. Ma guardando quelle immagini, tu che sorridi, Carlo... un sorriso lo hai strappato anche a me. Ed è con questo sorriso che vorrei provare adesso a salutarti, anche se è così maledettamente difficile. 

Ciao Carlo!

Emanuele Pacifici, 1 Aprile 2020

L'ultima volta che lo ho visto era il 26 febbraio 2020, il mercoledì precedente la prima domenica di quaresima. Con la scusa di presentare i risultati che avevamo ottenuto applicando le sue idee, ero andato a trovarlo in dipartimento a Firenze, per vederlo in mezzo ai tanti allievi ed amici veri che aveva. Dopo il seminario, come al solito, gli ho chiesto un aiuto. Gli ho chiesto... se mi sapeva dire qualcosa di... Giordano Bruno. Si e' acceso quel suo sorriso schivo. Mi ha fatto sedere accanto a lui, mi ha risposto -come al solito- che ne sapeva poco e poi... mi incantato per un'ora con il fascino di quella sua cultura, quella che si applicava sempre e solo all'onesta ricerca della verità. Con l'umiltà dei grandi. Poi io -in treno- tornando a casa... ho fatto i compiti che lui mi aveva assegnato: mi sono letto "La Cena delle Ceneri". Ecco, io Carlo me lo ricorderò così.

Ulderico Dardano, 1 Aprile 2020

Sono senza parole per questa notizia triste e terribile. E che tristezza non poterlo neanche salutare.  Se hai il modo, rappresenta il mio dolore e il mio cordoglio alla famiglia e al Dipartimento tutto. Un caro saluto,

Pietro Zecca, 1 Aprile 2020

Il personale della Biblioteca si unisce alla tristezza per l'improvvisa scomparsa del prof. Casolo. La notizia è rimbalzata in questo strano silenzio con un effetto assordante, tanto da farla sembrare ancora più irreale. Lo ricordiamo estremamente gentile, attento e disponibile. Era frequente vederlo entrare in sala di lettura, per un aggiornamento sulle novità, per richiedere un volume o parlare con uno studente, con modi sempre affabili e partecipi. Un pensiero ai familiari, da tutti noi. 

Il personale della Biblioteca del DIMAI, 1 Aprile 2020

Caro Giorgio, 

Ho appreso stamani, confinato come tutti in casa, della scomparsa di Carlo Casolo. Sono molto addolorato e sorpreso. Ho avuto tante occasioni di apprezzare le doti umane e scientifiche di Carlo. Davvero sono senza parole. Mi permetto di scrivere a te, pensando idealmente a tutti gli amici del dipartimento di Firenze. Per quel che posso, vi sono vicino. Un carissimo saluto. 

Carlo Toffalori, 1 Aprile 2020 

La giornata è stata segnata dalla notizia che il prof. Casolo è morto. Da 14 anni lavoro a Matematica e lui, come altri (alcuni dei quali altrettanto scomparsi), era fra i più gentili, schivi e garbati abitanti del Dipartimento. L'ho incontrato per anni nelle mia strada verso il lavoro o verso casa, al supermercato, una volta anche ad una manifestazione per le donne (ai tempi di Berlusconi e della nipote di Mubarak). Mi fece piacere vederlo lì, tra la folla, con l'inseparabile Fumagalli. Di lui ho guardato le pagine web sul vecchio sito del Dipartimento, in cerca di aggiornamenti di bibliografie correnti. La sua pagina, oltre ad esercizi e dispense, mostrava la sua curiosità culturale, in particolare letteraria. Aveva scritto qualcosa su letteratura e matematica, scelto pagine e scrittori che avevano mostrato interesse e conoscenza di questo mondo per me "parallelo". Non ha mai evitato un "buongiorno" e lo ha sempre pronunciato guardando l'altro negli occhi. Non mi stupisce che fosse sentito "vicino". Mi dispiace molto.

Laura Bitossi, 1 Aprile 2020

Schivo e schietto. Rigoroso e gentile. Impegnato e pacato. Dedito ed ironico. Affidabile e appassionato. Armonizzante e combattivo. Di Carlo porterò questi ricordi in me.

Gabriele Vezzosi, 1 Aprile 2020

Il 5 marzo 2020 facevo parte della commissione di laurea triennale in matematica presieduta da Carlo. Si laureava la mia prima studentessa, Mariachiara Riccio. Carlo organizzò i lavori della commissione con straordinario tatto nella applicazione delle severe e necessarie regole di precauzione sanitaria; si scusò con i familiari di ciascun candidato perché quel giorno non erano consentiti ("almeno non davanti ai miei occhi" aggiunse con buonumore) i festeggiamenti e le manifestazioni di affetto che salutano il compimento di tanti studi. Subito dopo aver ufficialmente proclamato Mariachiara dottoressa in matematica, e prima dell'applauso, Carlo a titolo personale ("probabilmente sono il primo docente di questo dipartimento che lei ha conosciuto quando è arrivata a Firenze" disse) aggiunse che si congratulava  in modo speciale per i progressi che le aveva visto fare durante il corso degli studi. In quel momento tanti di noi si sono commossi. Carlo aveva portato i nostri pensieri su un piano di considerazioni che ai familiari, a un relatore, stanno tanto a cuore: che la scuola sia un luogo dove si impara ad imparare, che i docenti svolgano con umanità la funzione istituzionale, che i maestri pazientemente accompagnino l'apprendimento e si compiacciano quando appaiono i frutti.

Grazie Carlo di aver incarnato con creatività tutte queste virtù: abbiamo di fronte il dovere di coltivarle con l'aiuto del tuo luminoso esempio.

Simone Calamai, 1 Aprile 2020

Ho conosciuto Carlo nel 1995 (io ancora "modenese" e lui - successore di Guido Zappa - neo direttore di Dipartimento). Ma è dal 2012 che ho avuto la fortunata ventura di conoscerlo assai da vicino. Da allora ho potuto apprezzare la sua calma lucidità, la chiarezza di pensiero e la specchiata integrità. Così Carlo ha dato una grossa mano all'andamento del Dipartimento ed io ho largamente "approfittato" della sua saggia lungimiranza chiedendogli spesso consigli e pareri che sapevo per certo essere disinteressati. Altri descriveranno  molto meglio di me la sua valenza scientifica, la sua larga cultura interdisciplinare, la sua forte passione per la didattica e la sua innata attenzione agli studenti. Mi limito a ricordare un episodio che mi ha svelato chi era Carlo: una mattina gli chiesi se era disposto a "prestare" fondi di ricerca ad altri per aiutare un giovane che era senza fondi. Mi parlò a lungo e dopo una sua riflessione mi disse che condivideva il fine questa richiesta, per lui nuova e, soprattutto, anche inusuale. Ho ripensato molte volte a questo suo gesto di solidarietà verso i colleghi ed anche a molti altri momenti: non subito ma solo dopo qualche  tempo una volta saputa la tragica notizia.  Addio Carlo, collega e indimenticato compagno di un, anche se breve, viaggio insieme. Non era possibile non volerti bene e spero che laddove sei ora ti ritorni indietro tutto l'affetto che hai speso per gli altri.

Giuseppe Anichini, 1 Aprile 2020

Ho saputo della scomparsa di Casolo fal comunicato della Scuola. Ne sono sinceramente affranto e sento di dover esprimere a te questo mio sentimento di cordoglio. Lo ricordo come persona di grande operosità, onestà intellettuale e qualità morale, e questo è ciò che conta

Guido Chelazzi, 1 Aprile 2020

Ho appreso adesso della scomparsa del Prof. Casolo. Non lo conoscevo bene, ma avevo avuto modo di lavorare con lui quando insegnava a CTF, e io ero presidente di CdL. Me lo ricordo come una persona molto impegnata nel suo ruolo di docente, gentile e molto collaborativa, con cui era piacevole parlare e scambiare idee. Mi dispiace che ci abbia lasciati, e mi dispiace non potergli dare un ultimo saluto.

Le mie sincere condoglianze a voi, suoi colleghi, e ai familiari

Novella Romanelli, 1 Aprile 2020

Non ti scorderò mai!

Antonio Bernini, 1 Aprile 2020

Non riesco ancora a credere che non incrociero' piu' i Suoi occhi, mio caro Professore. 

Non riesco ancora a credere che non prenderemo più quel caffè insieme, che non ci sarà più il nostro appuntamento fisso con i “taralli della nonna", che non ci sarà più a consigliarmi e a supportarmi.

L'ha sempre fatto, sempre. Il mio percorso è stato travagliato, ma lei era lì, ad aspettarmi, e ad aiutarmi a crederci, sempre. 

E ci riusciva più di chiunque altro, in qualsiasi situazione. Durante gli anni dell'Università e anche dopo.

Il Dini non sarà più lo stesso senza di Lei. 

Mi mancheranno i Suoi consigli, i Suoi silenzi, i Suoi punti di vista, a volte così lontani dai miei, la Sua ironia, la Sua  gentilezza, il Suo essere “matematico" ma anche tutto il resto.

E mi mancherà soprattutto Lei, tanto.

GRAZIE, di cuore, per l'infinita bellezza di conoscenza e di sentimenti gentili che mi ha trasmesso.

Con affetto,

Giorgia Battestini, 1 Aprile 2020 

Il professor Casolo non è stato solo un professore per me, ha rappresentato la mia intera carriera accademica. Ha tenuto la primissima lezione cui ho assistito il primo anno e con la sua calma ha trattato sempre con rispetto ogni mio singolo dubbio, risolvendolo con immensa pazienza. Ogni pomeriggio di studio trascorso al Dini era riempito dalla sua presenza, beveva il caffè davanti a Sgabuzzini salutando i suoi studenti con quel sorriso apparentemente timido, sembrava sempre che volesse dire qualcosa ma raramente lo faceva. Come relatore non ha deluso le aspettative, dimostrandosi ancora una volta disponibile e attento. Infine, per chiudere il cerchio, è stato lui a proclamarmi dottoressa ("con mio personale entusiasmo", come aggiunse lui).

La sua improvvisa scomparsa mi addolora molto. Spero dal profondo del cuore che abbia potuto seguire il suo stesso consiglio e sia stato felice.

 Eleonora Nesterini, 1 Aprile 2020.

La sua perdita si farà sentire per sempre.

Ma Carlo Casolo ha lasciato una magnifica eredità a chi, come me, ha avuto la preziosa possibilità di conoscerlo. Adesso il miglior modo per commemorare ciò che non potrà più condividere è fare tesoro di ciò che ci ha lasciato, ed è davvero molto.


Matteo Tarocchi, 1 Aprile 2020

Ho sempre pensato di Carlo che finché esisteranno colleghi come lui potremo guardare con fiducia al nostro lavoro. 

Sergio Vessella, 1 Aprile 2020

Un Ricordo di Carlo

Conobbi  Carlo a Padova, ormai trentacinque anni fa, nel 1985, in occasione di un seminario.

Ma fu qualche anno più tardi che ebbi l'occasione di potermi rendere conto del suo valore, non solo scientifico, ma anche umano: nel 1989 trascorremmo infatti tre mesi insieme all'Australian National University di Canberra. Ricordo bene una conferenza di Carlo di quel periodo: Robert  Bryce, con cui stavo studiando, mi disse, pieno di ammirazione: "Ma guarda quanto è bravo, Carlo, nonostante sia così giovane!". 

Quando il professor Antonio Rosati andò in pensione, si presentò il problema di trovare un suo successore per la cattedra di Algebra: un ruolo di assoluto prestigio, che prima era stato del professore Guido Zappa. Durante una conversazione col prof. Rosati, gli feci il nome di Carlo, convinto che non potesse esserci una scelta migliore. E credo che questo mio pensiero sia stato confermato in pieno: sulle orme del professor Zappa, Carlo è riuscito a formare una scuola di Algebra  di notevole valore.  

Proprio nel  carattere e nei comportamenti di Carlo, rivedevo molte somiglianze con quelli del professor Zappa: due persone dall'altissimo valore culturale, di grande umanità. Ma soprattutto, semplici, quasi schive. 

A volte gli ricordavo questo paragone e dal suo sguardo capivo che gli facesse piacere. 

Ho conosciuto poche persone con la stessa, vasta, cultura che Carlo esprimeva; in matematica poi, aveva una prontezza di pensiero come pochi altri. Una persona di grande umanità, con un carattere forgiato dalla tragica esperienza che ha vissuto in gioventù, quando perse il fratello maggiore.

In questo triste momento  il mio pensiero va alla sua famiglia, che non può salutarlo per l'ultima volta: una tragedia nella tragedia.

                                                                                 Luigi Serena. 1 Aprile 2020

Ricordo il corso di "Algebra" dell'anno accademico 1996-97: le tue meravigliose lezioni, il ricevimento degli studenti nello studio, allora, a pianterreno.

Il rigore, il fascino, la gentilezza, l'ironia.

E poi "Matematiche elementari dal punto di vista superiore", qualche anno dopo; i corsi alla SSIS.

Sono tornata, qualche volta, in Dipartimento; l'ultima quattro anni fa, un saluto tra noi veloce ma partecipe, pieno di stima reciproca. 

Solo da pochi mesi ho scoperto, per caso, alcuni tuoi scritti di matematica in letteratura, come "Cadere nel pozzo", e ho pensato che un giorno ti avrei fatto i miei complimenti; non potrò.

Ti porterò sempre nel mio lavoro di insegnante, come fatto del resto fino ad oggi. E ti ricorderò come una persona schiva ma brillante, umile e generosa.

Ciao Carlo, buon viaggio!

Angela Navarri, 1 Aprile 2020

Ho avuto la fortuna che fosse mio professore, e il privilegio di averla come relatore.

Una volta mi disse: "... io mi ero iscritto a matematica per fare l'insegnante!", ed era chiaro a tutti che quella meravigliosa persona che ci accompagnava nell'algebra fosse innamorato della matematica, e della possibilità di insegnarla. 

La ricorderò con quel suo timido, schivo ma felice sorriso, di quando ha salutato uno studente venuto nel suo ufficio per ringraziarla di tutto.

Si capisce che il primo piano del dipartimento sarà più freddo d'ora in poi. Si capisce che per noi professore è stato lei il gigante e modello. Si capisce che non bastano queste parole a ricordarla.

"Si capisce che ci vuole ben altro: siate felici"

Che la terra le sia lieve professore.

Lorenzo Baldi, 1 Aprile 2020

Per un triste e doloroso scherzo del destino, ho appreso della scomparsa di Carlo ieri sera mentre avevo in mano le sue dispense del corso di Algebra. 

Questo semestre per la prima volta in 15 anni di insegnamento tengo il corso di Algebra 1 e nel preparare le lezioni ho riscoperto il piccolo tesoro delle sue dispense, sulle quali avevo studiato io stessa 20 anni fa. 

Alla stima e ammirazione che ho sempre avuto nei suoi confronti si è aggiunta una rinnovata gratitudine per quanto aveva insegnato e trasmesso a me e agli altri suoi studenti, l'entusiasmo per la matematica, per la cultura, la sua umanità, i racconti che scriveva, il sorriso gentile e la voce profonda. 

Che la terra gli sia lieve.

Ada Boralevi, 1 Aprile 2020

Le parole sembrano inadeguate e così imperfette per questo momento, eppure è con queste che possiamo alleviare il dolore. Con le parole e con i ricordi. Ricordi che cercherò, caro Professore, di coltivare e alimentare al meglio delle mie capacità.

 Ricorderò per sempre le lezioni di Algebra, che sembrava alle volte così incomprensibile da provare sconforto, sconforto che lei sapeva, con la sua immancabile pazienza, far svanire: seduti nel suo studio cercando, io, di decifrare l'Algebra 1 e poi la 2 e, lei, di farne trasparire la bellezza. Continuerò, e questo sarà facile, a ricordarmi della sua gentilezza. Mai una volta è capitato che mi rivolgesse un saluto senza accompagnarlo ad un sorriso. Sembra cosa da poco, ma sono rari coloro che trasmettono serenità. Non dimenticherò nemmeno l'attimo prima di entrare in aula per discutere la tesi, quando lei arrivò, tra amici e familiari, a rivolgermi qualche incoraggiamento e ancora uno dei suoi sorrisi. 

 Infine, vorrei con tutto il cuore ricordare anche il nostro ultimo incontro, ma già non ci riesco. Mi piace pensare che sia stato uno dei tanti, magari in biblioteca mentre io studiavo e lei cercava qualche libro dallo scaffale, con un "buongiorno" e un "salve" che nessuno dei due sapeva sarebbero stati gli ultimi.

 Tutto questo mi mancherà. Mi mancheranno la genialità e la passione.

 E mi mancheranno i suoi occhi, caldi e gentili.

Giulia Calistri, 1 Aprile 2020

Carlo Casolo è stato il professore della mia prima lezione, e il professore del mio ultimo esame. Se oggi seguo la strada per la ricerca, il merito è in gran parte suo, che ha saputo spiegare come solo lui sapeva fare la profonda bellezza della matematica. Oltre al caro ricordo, rimane l'impegno sulle nostre spalle di seguire l'ispirazione che ci ha lasciato.

Da analista ad algebrista, grazie di tutto professore.

Jacopo Ulivelli, 1 Aprile 2020

Ricordo con affetto il Professor Casolo, al quale devo veramente tutta l'algebra che so. Una persona gentile, sempre disponibile a salutare o aiutare un'anonima matricola come me. Non solo ricordo con affetto le sue lezioni di algebra, ma anche la sua lezione su Matematica e letteratura durante una Maratona di Lezioni al Dini. 

Grazie, Professore, per l'esempio e la passione dimostrate. Sono sicuro che il suo contributo rimarra` a lungo nel cuore e nella mente di tutti coloro a cui ha insegnato e con cui ha lavorato. Grazie infinite.

Sincere condoglianze alla famiglia e a tutto il gruppo di Algebra.

Niccolò Salvatori, 1 Aprile 2020

Addio Carlo. Adesso abbiamo tutti bisogno di un po' più di coraggio per andare avanti, senza di te.

Andrea Colesanti, 1 Aprile 2020

Ricordo Carlo come un collega in cui la discrezione e la gentilezza erano in piena armonia con la sua umanità. 

Luisella Verdi, 2 Aprile 2020

“Egli aveva conquistato Aglaja con l’estrema nobiltà della sua anima”

“Perchè a lui non lo splendore occorreva, non la ricchezza nè gli onori, ma solo la verità!”

“Se potessi non morire! Se si potesse far tornare indietro la vita, quale infinità! E tutto ciò sarebbe mio. Allora trasformerei ciascun minuto in un intero secolo, non ne perderei nulla, terrei conto di ogni minuto e non ne sprecherei più nessuno!”

“Perchè quel che importa è il cuore, il resto sono sciocchezze”

Carissimo Carlo, ti voglio salutare con queste parole tratte da “L’idiota” in ricordo delle nostre letture.

Sono onorata di aver potuto varcare la soglia della tua timidezza. Grata delle risate di cuore che abbiamo condiviso e dei momenti di rabbia di cui mi hai fatto dono. 

Non ti dimentico, è un grande dolore la tua scomparsa.

"...ma...ma è proprio vero che si possa essere infelici? E che vuol dire il mio tormento, che importa la mia sventura, se ho in me la forza di esser felice?"

Anna Mugnai, 2 Aprile 2020

apprendo con profonda costernazione della improvvisa morte del collega Carlo Casolo. Nel partecipare al cordoglio dei colleghi, vogliate associarmi alle condoglianze alla famiglia.

Giuseppe Modica, 2 Aprile 2020

Sebbene non conoscessimo Carlo bene quanto i suoi amici e colleghi piu' stretti, abbiamo presto capito che professore, insegnante e persona eccezionale fosse. Ci manchera' profondamente. Inviamo le nostre piu' sincere condoglianze.

Andrea, Claudia, Davide, Federica, Flavia, Fulvio, Leonardo, Lorenzo, Marco, Martina, Rita, Sara, Simone, Tommaso, 2 Aprile 2020

La segreteria e il centro di calcolo del DIMAI partecipano al cordoglio per l’improvvisa perdita del prof. Carlo Casolo, ricordandolo come uno dei docenti più presenti e vicini al loro lavoro. Mancheranno le consuete manifestazioni di gentilezza e umanità che lo hanno sempre contraddistinto, sia nel lavoro quotidiano che durante il periodo in cui ha ricoperto il ruolo di direttore del dipartimento.

La segreteria e il centro di calcolo del DIMAI, 2 Aprile 2020

Carlo,

te ne sei andato senza un saluto, non dovevi farlo così. Avevi bruciato tutte le tappe, il più giovane Rettore Vicario  a Udine, il più giovane Direttore di Dipartimento a Firenze. Il Dini era la tua seconda casa, o forse anche la prima. Seguivi gli studenti ad uno ad uno, dal primo anno fino al seminario di laurea, dove, sempre presente e gentile, avevi interesse per i lavori di tutti. Se i risultati ottenuti "non erano quelli attesi" allora me ne parlavi con maggiore piacere, con il tuo gusto originale e controcorrente. Mi manchi Carlo, la tua cultura universale, il tuo rigore intellettuale, la tua ironia sorridente, mi mancherà quando chiedevi l'olio piccante. Immagino che dove sei adesso ti abbiano dato il cellulare che non hai mai voluto, e che apprezzi anche l'angelo della Geometria, accanto al demone dell'Algebra. Con chi discuterò le rime baciate di Guccini, oppure se è più forte Froome o Nibali? Su questo, Carlo, non ci troveremo mai d'accordo.

Con tanto affetto,

Giorgio Ottaviani, 2 Aprile 2020

Caro Carlo,

mancherai a tutti come  matematico e un intellettuale raffinato e di valore ma, soprattutto, perché eri una  bella persona, gentile, sensibile e presente. Ho perso un collega fraterno, un buon amico sempre attento e disponibile. Non è mai stato necessario trovare molte parole, spesso ci accorgevamo di pensarla allo stesso con uno sguardo. Non riesco a farmi una ragione che domattina non ci incontreremo per il corridoio. Grazie per tua amicizia e per la tua vicinanza.

Giorgio Patrizio, 2 Aprile 2020

Ho avuto la fortuna di condividere con Carlo  una piccola parte dell'immenso lavoro che faceva per la didattica e gli studenti. Mi mancheranno la sua saggezza, la sua mente lucida e la sua umanità. 

Mi mancherà la sua presenza nella commissione Stage. Mi mancheranno le sue osservazioni  durante i seminari tesi, durante i quali era capace di appassionarsi a tutti gli aspetti della matematica.

Ricordo in particolare, dopo qualche seminario,  i suoi commenti e le sue riflessioni  sull'intelligenza artificiale e sul suo impatto sulla società e sulle nostre vite. Chissà cosa direbbe dei nostri saluti sul web.

Ciao Carlo

Stefania Bellavia, 2 Aprile 2020

A nome mio personale e di tutto l'ateneo fiorentino che ha avuto l'onore e il prestigio di accoglierlo e poter giovarsi del suo alto e nobile magistero, esprimo un sentimento di incredulo dolore e, associandomi alle bellissime e condivisibili parole pronunciate da tutti coloro che lo hanno conosciuto, apprezzato e ammirato, lo ricordo con infinita stima e porgo ai familiari un sentimento di affettuosa vicinanza.

Luigi Dei, 2 Aprile 2020

Ricorderò sempre la sua gentilezza in ogni contesto e la pacata fermezza nell'esprimere le sue opinioni, mai banali e sempre spunto di riflessioni importanti, da cui trasparivano passione e grande onestà intellettuale. Le mie più sentite condoglianze a tutte le persone a lui vicine.

Cesare Bracco, 2 Aprile 2020

scrivo per unirmi al cordoglio per la perdita di Carlo Casolo, di cui ho avuto modo di apprezzare le qualita'.

Gianna Stefani, 2 Aprile 2020

Egr. Direttore Le scriviamo per unirci al Dipartimento di Matematica per la perdita del Prof. Carlo Casolo, porgendo le nostre condoglianza anche da parte del nostro personale. Le saremmo grati se volesse porgerle anche alla famiglia del Prof. Casolo.

Per Caffè Romani e lo staff Andrea Romani, 2 Aprile 2020

Ho saputo della triste scomparsa del prof.Carlo Casolo e volevo porgere le mie più sentite condoglianze.

Maurizio Giorgetti, 2 Aprile 2020

Le sue lezioni del corso di Algebra furono per me, studente del primo anno, una vera e propria folgorazione. Mondi nuovi e meravigliosi apparivano giorno dopo giorno su quelle lavagne accompagnati dalla sua voce profonda. E i dubbi su ciò che avrei voluto fare da grande sparirono. 

Grazie Carlo, la tua chiarezza, il tuo stile e la tua gentilezza rimarranno per me ricordi cari.

Michele Gori, 2 Aprile 2020

Chi, come noi, era al Dipartimento di Matematica nel lontano 1994 ricorda perfettamente l’arrivo di Carlo.

E’ giunto da noi in un momento pesante. Il Dipartimento stava piangendo la tragica scomparsa di un’altra grande persona: il mai dimenticato Prof. Franco Tricerri.

E Carlo si è fatto subito apprezzare per il suo modo di essere presente, ma mai invadente.

Noi amministrativi peraltro abbiamo avuto, proprio in quel periodo e per i tre anni successivi, il piacere di conoscerlo ancora meglio come Direttore di Dipartimento.

Accettò la sua candidatura e poi l’elezione nonostante conoscesse ancora poco la nostra realtà, ma agendo con estrema disponibilità ed umiltà si approcciò all’incarico lavorando fianco a fianco a noi e al resto del Dipartimento.

Il nostro ricordo è quello di una persona che sul piano di lavoro si è speso con onestà, integrità, spirito di collaborazione e senza alcuna riserva anche nei confronti del personale tecnico amministrativo.

E chi, come noi, ha vissuto tanti anni in questa struttura ha potuto “scherzare” - con un fondo di verità - sul fatto che all’interno dei vari gruppi di ricerca le persone caratterialmente molto spesso si assomigliano come se ci fosse una sorta di selezione naturale.

Ecco, Carlo era per carattere un algebrista: riservato, impegnato, sempre disponibile e di profonda cultura.

Ci dispiace non aver pensato ad immortalare quel periodo con una foto o un altro ricordo, ma Carlo rimarrà comunque sempre nei nostri cuori.

Ornella Calzolari, Patrizia Cecchi, Maria Peruzzi, 2 Aprile 2020

Caro Carlo,

 ti ringrazio per avermi accolta, insieme agli altri,

nel "gruppo degli algebristi (e affini)" e ti sono profondamente grata per l'aiuto e il supporto che mi hai donato con generosità e convinzione in questi ultimi anni.

Era naturale ed inevitabile volerti bene e pare impossibile da accettare il non vederti più.

Non ti dimenticherò.

Un abbraccio affettuosissimo alla tua famiglia e a tutti noi.

Roberta Fabbri, 2 Aprile 2020

Ho conosciuto meglio Carlo solo da quando esiste il DiMaI, e ho avuto occasione di collaborare con lui nel Comitato direttivo della Fondazione Annali di Matematica e nella Commissione di Indirizzo e Autovalutazione del Dipartimento. Ho apprezzato fin da subito la capacità di unire il rigore e la coerenza delle sue posizioni con l'umanità nel tener conto dei casi delle singole persone. I suoi interventi sono stati spesso decisivi per un esito concorde delle decisioni da prendere. Soffriremo sicuramente della sua mancanza come collega e come uomo.

Andrea Cianchi, 2 Aprile 2020

Ricordiamo con commozione il collega brillante ma sempre umile, l'amico di oltre 40 anni che era così piacevole ritrovare e abbracciare, la persona sempre corretta, composta e equilibrata con cui era così piacevole parlare. Era un ricercatore di grandi qualità, colto, profondo e originale (i suoi lavori di teoria dei gruppi spaziano dal finito all'infinito, dalle rappresentazioni di gruppi ai grafi, ai sottogruppi subnormali, agli automorfismi di gruppi, alle relazioni tra Matematica e Letteratura). Era uomo schivo ma di profonda umanità e generosità. E’ stato maestro premuroso e accorto, guida silenziosa e discreta, consigliere saggio e acuto, collaboratore esperto ma discreto, relatore preciso e convincente. La Matematica, in particolare la Teoria dei gruppi, non solo italiana ma mondiale, subisce una grave perdita, e il mondo accademico è privato di un punto di riferimento. I colleghi, gli amici perdono un compagno di viaggio affidabile e affettuoso, che resterà però sempre nella loro memoria, sorridente, rassicurante, disponibile.

Porgiamo alla Famiglia tutta le nostre più sentite condoglianze, addolorate anche di non aver potuto nemmeno dargli un ultimo saluto. Lo ricorderemo!

   Patrizia Longobardi e Mercede Maj , 2 Aprile 2020

Il segno che ci lascia una persona non si misura in base al tempo di interazione, bensì al cambiamento che questa causa nelle nostre vite, e Lei, professore, ha segnato profondamente la mia. 

Parlerò di Lei, a tutti i miei studenti, parlerò di Lei. 

Desire' Bonet, 2 Aprile 2020. 

Caro Carlo,  voglio ringraziarti per  il rigore e la passione che hai sempre messo in ogni aspetto del tuo/nostro lavoro, eri sicuramente un punto di riferimento per tutti noi al Dini, ci mancherai molto!

Alessandra Sestini, 2 Aprile 2020

Al mio amico Carlo da Elvira. 

Chi è amato non conosce morte, perché l’amore è immortalità, o meglio, è sostanza divina. 

Chi ama non conosce morte, perché l’amore fa rinascere la vita nella divinità.

(Emily Dickinson)

Elvira Mascolo, 2 Aprile 2020

La sua scomparsa improvvisa e silenziosa ha lasciato sgomento. Il suo ricordo rimarrà vivo in tutti quanti lo hanno conosciuto e hanno avuto modo di apprezzare le sue doti intellettuali e umane, la sua passione e la sua grande competenza nel collaborare alle attività del Dipartimento. Ci mancherà.

Antonella Nannicini, 2 Aprile 2020

Ho conosciuto Carlo nel gennaio 1985, quando eravamo entrambi all'università di Warwick per approfondire la teoria dei gruppi con personalità come Trevor Hawkes e Roger Carter. Avevamo una borsa di studio del CNR e vivevamo entrambi, ma non insieme, a Kenilworth, che lui definiva "il luogo più noioso dell'Inghilterra" aggiungendo "che è come dire il luogo più caldo del Sahara". Apprezzavo il suo carattere schivo ma disponibile, e fui veramente molto contento quando venne a Firenze per guidare la ricerca in Algebra. Aveva vinto il primo concorso bandito per professore ordinario dopo la sua laurea, avendo dimostrato da subito le sue capacità di ricerca, ma di questa posizione raggiunta in giovane età non fece mai sfoggio, interpretando sempre il proprio ruolo come servizio verso gli studenti, i colleghi e le istituzioni. Aveva una cultura a 360 gradi, come i più grandi matematici, e sarà davvero difficile fare a meno di lui per tante cose.

Marco Barlotti, 2 Aprile 2020

Caro Carlo,

Certi incontri non sono nuovi, ma ritrovo fra amici di lunga data. Incrociando i tuoi occhi azzurri è stato spesso così e, nonostante la mia ignoranza, molto credo di aver condiviso nelle indagini dei tuoi silenzi.

Ci mancherai, mi mancherai. Più di quanto non possa scrivere.

Con grande commozione, stima ed affetto.

Fabio Coppini, 2 Aprile  2020 

Caro Professore,

Mi è tornato in mente in modo improvviso, senza una ragione apparente, leggendo un libro, qualche giorno fa. Questo fanno i grandi Insegnanti, ti entrano dentro e ti cambiano, e quello che ti trasmettono rimane dentro pronto a rifiorire nei momenti più inaspettati.


"Tutti i figli di Abramo formano un solo corpo,

sono della stessa essenza.

Quando il tempo affligge con il dolore

una parte del corpo

le altre parti soffrono.

Se tu non senti la pena degli altri

non meriti di essere chiamato uomo."


Di lei ricorderò sempre la sua umanità.

Grazie infinitamente

Vieri Pippolini, 2 Aprile 2020

Un saluto pieno di affetto ... https://www.youtube.com/watch?v=-qB_qUAfOvU

Raffaella Paoletti, 2 Aprile 2020

Ho appreso con profonda tristezza l'improvvisa scomparsa di Carlo Casolo. Lo incontravo spesso in Biblioteca e, da subito, ne ho apprezzato la Sua estrema gentilezza, il Suo equilibrio ed il Suo garbo nel trattare qualsiasi tematica. Note a tutti le Sue qualità scientifiche e professionali. Lascia un grade vuoto in tutta la comunità matematica.

Orazio Arena, 2 Aprile 2020

Carlo was a truly extraordinary person and an extraordinary mathematician. He will be missed so much. My deepest condolences to his family and friends.

Gabriel Navarro, 2 Aprile 2020

Sono sempre rimasta incantata dal modo in cui parlavi, lieve e  profondo. Avrei voluto conoscerti meglio ed esserti amica.

Elena Comparini, 2 Aprile 2020

Raramente si conoscono persone così intelligenti, pure e soprattutto umili. Bellissima persona che ho avuto la fortuna ed il privilegio di avere come professore.

Mancherai a tutti, per sempre verrà conservato il tuo bel ricordo.

Simone Ghiggi, 2 Aprile 2020

Primo anno di Università, lezione di Algebra I. 

Eravamo a Gennaio, una delle ultime lezioni prima del "compitino" intercorso.

Vedendoci forse un po' preoccupati il Prof. Casolo ci disse: "state tranquilli anche se il compitino non dovesse andare bene. Anzi, vi dirò che se avessero fatto fare i compitini a me probabilmente ora non sarei qui. Infatti, di Algebra, a Gennaio del mio primo anno io ancora non avevo capito nulla".

Fu spiazzante e incoraggiante allo stesso tempo.

La sua umiltà nell'ammettere che anche lui aveva incontrato delle difficoltà come studente forse spinse a non mollare qualcuno che in quel momento si sentiva perso.

Grazie Professore per essere stato, oltre che a un eccellente ricercatore e docente, una persona di grande umiltà e gentilezza.

Grazie per avermi accompagnato nel mio percorso di studi, per essere stato il mio relatore e per avermi sempre incoraggiato.

Sara Vannucci, 2  Aprile 2020 

Ho conosciuto Carlo pochi anni fa, da dopo che è stato costituito il DiMaI, e ho avuto modo di collaborare con lui solo dal momento in cui ho cominciato a far parte della Commissione di Indirizzo e Autovalutazione, prima come membro e poi come presidente. In ogni decisione che Carlo ci ha aiutato a prendere ho sempre grandemente apprezzato il rigore delle affermazioni e l'onestà intellettuale delle posizioni sostenute. Il suo modo gentile, schivo, fermo ma mai polemico, la sua attenzione verso i problemi umani e personali rimane un prezioso insegnamento di vita. E' stato un grande privilegio aver potuto lavorare con lui.

Patrizia Pera, 2 Aprile 2020

Caro Carlo,

han pasado ya dos días desde que te fuiste, y aún no he asimilado que ya no estarás. 

Creo que no hay palabras para expresar el dolor en el que nos deja tu partida,  así que en lugar de eso, hoy quiero darte las gracias.

Gracias por liderar un grupo que es una familia, y por hacerlo con tanta empatía, sabiduría y bondad.

Gracias por acogerme sin reservas en esta familia, por hacerme sentir como en casa desde el primer día en que pisé el suelo de Ulisse Dini.

Gracias por iluminarnos a todos con tu cultura infinita.

Gracias por hacerme parte de vuestras bromas internas, por explicármelas siempre para que me sintiera una más; primero en inglés, más tarde en italiano.

Gracias por tu increíble paciencia con mis torpes esfuerzos en vuestra preciosa lengua.

Gracias por sorprenderme cada día con las anécdotas de nuestra familia de algebristas, por hacerme partícipe de vuestra historia.

Gracias por ser fuente de admiración constante. 

Cada día me maravillabas con tu presencia, y hoy al recordarte, sigo maravillándome de haber podido compartir un lapso de tiempo contigo.

No hay palabras para describir el dolor, pero sepas que, cuando el temporal amaine, te recordaremos siempre con una sonrisa en los labios. 

Gracias Carlo, por todo.

Noelia Rizo, 2 Aprile 2020

Mi unisco al coro di quanti sono sgomenti e addolorati per  l'improvvisa e così grande perdita di Carlo Casolo ed esprimo il mio cordoglio alla famiglia e al gruppo di algebra. 

Testimonio la sua originalità, immaginando il prezzo che deve essergli costata, la sua autenticità, la bellezza della sua intelligenza che gli traspariva dallo sguardo e la grande premura. Aveva  conosciuto e conversato con mia figlia, allora studentessa di liceo classico, e quando lo incontravo mi chiedeva sempre notizie della mia figlia "filosofa".

Depongo un fiore sulla sua tomba.

Lilia Rosati, 2 Aprile 2020

Caro Carlo,

ti ho sempre apprezzato moltissimo per la tua intelligenza, il tuo equilibrio, la tua sensibilità ed onestà. Mi ritengo fortunato ad averti conosciuto e ci mancherai immensamente.

Fabio Podestà, 2 Aprile 2020

Ciao prof mi mancherai tantissimo sarai sempre nel mio cuore ti voglio  e vorrò per sempre un infinito bene.

Tonina, 2 Aprile 2020

Il pensare a Carlo mi ha sempre fatto cercare di diventare una persona migliore. Perche' nella sua semplicita' e modo chiaro di esprimersi, mi metteva il desiderio di imitarlo. Mi manca e spero che il suo ricordo possa far continuare questo desiderio.

Pablo Spiga, 2 Aprile 2020 

Sono stato tuo studente il primo anno che arrivasti a Firenze, nel 1994.

Di te mi colpì fin da subito il grandissimo talento matematico e l'amore che mettevi nell'insegnare Algebra a noi studenti.

Dopo la Laurea ho avuto la fortuna di diventare tuo Amico, e ho scoperto una persona di enorme spessore umano.

Una persona di immensa cultura, di animo nobile, gentile, generoso .

Mai un gesto fuori posto, mai una parola di troppo, con uno spiccato senso dell'umorismo quando serviva.

La notizia della tua improvvisa morte mi ha lasciato nel cuore una grande tristezza, oltre la rabbia di non poter ricevere neanche il saluto che meritavi.

Abbiamo perduto un uomo ed un matematico straordinario.

Ciao Carlo, non ti dimenticheremo.

Giacomo Baglio, 2 Aprile 2020

Il primo anno in cui teneva il corso di Algebra al Dipartimento U.Dini, io ero lì, ad ascoltarlo in prima fila, avida di conoscenza ed estasiata per la chiarezza con cui  comunicava. Purtroppo il mio risultato a quell'esame, il primo della mia carriera universitaria, non rese merito alla grandezza del mio docente, e me ne dispiacqui più per lui che per me. Ma non poteva finire lì! Dovevo fargli capire quanto lo avevo apprezzato! Pertanto lo cercai al momento della tesi: accettò con un sorriso di essere il mio relatore! Mi seguì con dedizione, con un entusiasmo che non manifestava ma che io avevo la certezza che provasse; la mia tesi sperimentale didattica fu per me un riscatto, fu divertente,  appassionante  e mi piace pensare che sia stato così anche per il mio Professore!

Lascia un grande vuoto, anche a distanza di anni è vivo in me il ricordo di un Docente equilibrato, umano, disponibile, assai competente ma decisamente umile. Insomma un GRANDE e profondo professore, come profonda e sincera è stata quella stretta di mano al momento della proclamazione.

Con affetto sincero e con la speranza di riuscire nel mio piccolo a trasmettere ai miei studenti quello che lui riusciva a trasmettere ai suoi.

Paola Sacchi, 2 Aprile 2020

Carlo è stato il mio professore di Algebra al primo anno di Università. E' stato colui che mi ha fatto innamorare di questa materia (e non solo me). Una capacità scientifica fuori dal comune, una competenza didattica altrettanto eccezionale: riusciva a farti comprendere anche le cose più articolate, con naturalezza e linerità. Ho avuto la fortuna di poter leggere anche alcune sue cose "non matematiche" e credo avesse anche una forte vocazione artistica! 

Carlo, non ti dimenticheremo mai, per tutti noi sei sempre stato un grandissimo insegnante, una grandissima persona, un punto di riferimento!

Filippo Ferrucci, 2 Aprile 2020

Eppure era soltanto un professore, diranno alcuni. C'hai fatto solo due corsi, diranno altri. 12 CFU. Che ti ricorderai mai di algebra?, diranno tutti. 

Ma il professor Casolo era proprio di più di un professore, era un animo buono, una presenza quasi amica, dai primi giorni del primo anno, durante le centinaia di giornate di studio ai tavoli del primo piano del Dini, spesso accompagnate dalla musica che ascoltava nel suo studio, fino alle ultime occasioni di transito in Morgagni per i corsi di formazione. Ma anche passando con la macchina da viale Morgagni, guardando su verso il suo ufficio, vedere le sue piante mi ha sempre reso un po' più in pace con il mondo. Chissà perché. 

Sempre una parola gentile, un saluto o un sorriso. A tutti. E lo sapevano anche quei ragazzi che su viale Morgagni ci fermavano di ritorno da mensa per vendere un accendino, che non era soltanto un professore. "Studi matematica? Dal mio amico Carlo!". 

Arrivederci Professore. 

Rita Bartoletti, 2 Aprile 2020

Caro Carlo,

Ho un ricordo molto nitido della prima volta che ci siamo visti. Era una tarda mattinata fredda e soleggiata, e stavamo camminando verso i Crociani. Abbiamo parlato di cosa ci ha spinto ai nostri studi, e tu mi hai confessato candidamente che per te l'algebra è sempre stata molto concreta, qualcosa che potessi toccare, ma hai anche aggiunto che ciascuno si sente a proprio agio in una nicchia diversa. Questa semplice ma profonda verità mi ha colpito davvero, e mi ha rivelato chiaramente tratti del tuo carattere che il tempo ha confermato: la profonda empatia, l'acutezza, la saggezza.

Porterò sempre con me quella mattinata soleggiata, e il tuo sorriso complice e modesto. Grazie, Carlo.

Gianmarco Bet, 2 Aprile 2020

Caro Carlo,

non moltissime sono state le occasioni di incontro, ma comunque sufficienti per apprezzarti professionalmente ed ancor più umanamente. Grazie grazie ed ancora grazie per quello che ci hai dato. Per noi rimarrai sempre un esempio da seguire.

Andrea Frosini ed Elisa Pergola, 2 Aprile 2020

Conosciuto solo per un corso di pochi mesi, sono state chiare fin da subito la sua preparazione, la sua passione, la sua umiltà nel confronto con gli studenti.

Carlo Comito, 2 Aprile 2020

Few and fleeting were my occasions to meet Carlo, but through my acquaintance with his mathematical children, Francesco and Emanuele, I have seen what a wise and loving father and mentor he was. Je suis desolé.

Ron Solomon, 2 Aprile 2020

Carlo, 

e' stato bellissimo essere tua amica.

La tua dolcezza, gentilezza, la tua enorme intelligenza e cultura ti hanno reso unico.

Sei stato uno dei pochissimi con cui ho amato parlare di musica.                                        

Carlo, ti ho voluto davvero bene ed ora sono infinitamente triste.

Ilaria Maurri, 2 Aprile 2020

Carlo,

la figura dello studioso e del professore, che viene brutalmente a mancare alla comunità accademica alla quale donava, e si pensava che potesse ancora donare tanto, è celebrata qui da tanti colleghi, tanti studenti. Non posso che aggiungere una voce diversa, di chi, estranea al mondo della matematica, ha ciònondimeno avuto il privilegio di condividere con te progetti e momenti ai margini della vita dell’Ulisse Dini, il ricordo di attimi belli come li sapevi donare e dai quali saremo ora privi.

Era in uno dei momenti preziosi in cui il vostro gruppetto di algebristi mi associava ai suoi intervalli di pranzo, era prima di un Natale, aspettavi felice per le vacanze qualche tuo giovane familiare. A rompere le solite disquisizioni sulle differenze generazionali, “credo che benevolmente mi considerino un po’ lo zio acquatico” dicesti, e non ti dispiaceva. Ripenso ora a questa tua immagine: “zio acquatico” un po’ lo eri difatti (eccetto il primo contatto, impeccabile): autorevole perché forte di un tuo mondo, vasto e ricco di tanti riferimenti intellettuali, pronto però ad introdurvi con garbo ed entusiasmo chi aveva la fortuna di avvicinarsi. Le idee di lettura lanciate lì con riservata eleganza, le situazioni riassunte con umorismo lieve…

Annick Magnier, 2 Aprile 2020

La prima volta che vidi il professor Casolo fu al mio primo anno di università, al corso di Algebra I. Ricordo ancora come, sopportando il freddo invernale dell'aula 1, alternasse battute a spiegazioni estremamente chiare.

Ma Casolo non è stato solo un professore.

È stato una colonna portante del Dini.

È stato un esempio di correttezza, rigore e precisione per generazioni di studenti, tra i quali sono orgoglioso di potermi annoverare.

Così lo ricorderò, con piacere e velata tristezza.

Lapo Cioni, 2 Aprile 2020

Ciao Carlo,

E' con grande tristezza che apprendo questa brutta notizia, in un periodo già non bello di suo.

Ci siamo conosciuti poco, ma ho imparato tantissimo dalle tue lezioni di Algebra più

di 25 anni fa e questa materia ha giocato un ruolo molto importante nella mia vita professionale.

Grazie di tutto! 

Paolo Cascini, 2 Aprile 2020

"Un matematico che non sia contemporaneamente anche un po' poeta non sarà mai un matematico completo"  (Karl Weierstrass)

Carlo, un docente, una guida, una mente, un collega: tutto questo sei stato per me. 

Grazie a te ho imparato che mondi apparentemente opposti possono convivere e in te hanno dialogato in modo dialettico: la tua timidezza, il tuo candore e il tuo  spirito naif hanno sempre fatto da contrappunto a una mente brillante, vivace, salace, ricca di ironia.

La tua intelligenza e la tua cultura erano infinite e ogni volta riuscivano a stupirmi perché emergevano come una luce attraverso i tuoi occhi blu, schivi ma estremamente eloquenti.

Il tuo interesse  per noi,  studenti di allora e successivamente ex studenti, non si è limitato mai soltanto all'ambito accademico e formale, ma scendeva sempre nell'umanità di ognuno di noi, con garbo ed educazione, a te così congeniali.

Il modo più giusto e sentito di onorarti sarà quello di portarti con me ogni prossima lezione che farò, non dimenticando mai che la matematica è poesia, una poesia fatta di intuizioni, equilibri, simmetrie, ma soprattutto di menti come la tua che hanno contribuito ad ampliarla.

Un saluto sincero. 

                                                                                                                                                                                                                              Alessandro Martinelli, 1 Aprile 2020

Carlo Casolo è stato il mio Professore di Algebra. E' stato uno dei maestri che mi hanno fatto amare la matematica. Lo ricordo con grandissimo affetto. Grazie.

Alessandro Calamai, 2 Aprile 2020

Ci incontravamo spesso nei dintorni di casa mia, scambiandoci schivi sorrisi carichi di simpatia. Avrei voluto fermarti, perché ti ho lasciato andar via? 

Massimo Furi, 2 Aprile 2020

Mi disse che aveva deciso che dal compimento dei sessant'anni avrebbe  fatto solo le cose che gli piacevano; perciò accettava il nostro  invito al convegno che si sarebbe tenuto a Lecce, perché Lecce gli  piaceva. Ripenso adesso a quelle parole con profonda tristezza.

L'ultimo giorno del convegno ci incrociammo in giro per le vie del  centro, ci salutammo da lontano.

Alla commozione si unisce il rimpianto delle parole non dette.

Carmen Musella, 2 aprile 2020

Caro Carlo,

  avevi quella modestia che solo le grandi persone possono avere. Ricordo le molte occasioni in cui il tuo garbato incipit  -Io non me me ne intendo di queste cose ma...- , era seguito da osservazioni sorprendentemente acute, anche in campi lontani dal tuo.

Grazie Carlo, i valori scientifici e umani in te sono stati un tutt'uno, e con quelli hai reso il nostro Dipartimento, il nostro luogo di lavoro, e quindi anche un po' la nostra vita, un posto infinitamente migliore di quello che sarebbe stato senza di te.


Luigi Barletti, 2 aprile 2020

Caro professore, 

ho avuto il privilegio di essere una sua studentessa e, in quanto tale, non posso fare a meno di ricordare la chiarezza e la passione con cui riusciva a spiegare l'Algebra, la pazienza infinita che dedicava a noi studenti quando qualcosa non ci tornava. Ma più di ogni altra cosa non posso fare a meno di rammentare la sua gentilezza e la sua umanità, per le quali la ringrazio con tutto il cuore. Così voglio sforzarmi di ricordarla con il sorriso, un sorriso vero, con gli occhi, come quello gentile che lei rivolgeva a noi studenti, salutandoci ogni volta che ci incontrava in dipartimento. 

Elisa Cipriano, 2 Aprile 2020

Una delle ultime cose che ho potuto fare in Dipartimento, prima della chiusura totale a causa del virus, è stata andare all'hotel Corolle a ritirare una fattura per il pernottamento di un ospite del Professore. Lui si era scusato, perché il suo ospite era venuto a febbraio a Firenze, e non mi aveva consegnato la pratica proprio perché si era scordato questa fattura. Gli avevo detto di non preoccuparsi, assolutamente. Sarei andata io stessa a recuperarla, senza alcun problema. E così ho fatto. Avevo pensato di avvertirlo, ma nel tramestio concitato dell'ultimo giorno, mi è passato di mente...

Ci ho ripensato ora.

So che sarebbe stato superfluo avvisarla, Prof., perché ci siamo capiti all'istante, quel giorno... l'ho capito dal suo sguardo colmo di gratitudine. Sono contenta che ci ricorderemo così,  con questa stretta di mano.

Francesca Chiappini, 2 Aprile 2020

Eri e resterai un modello da seguire. Ti ringrazio per le lezioni di algebra, per i tuoi racconti a pranzo e i tuoi consigli per il dottorato. Ti ringrazio per le tue parole, ma soprattutto per i tuoi silenzi. Il tè al bergamotto non avrà più lo stesso sapore senza di te.

Buon viaggio Carlo.

Vanessa Jacquier, 3 Aprile 2020

Carlo, parlerò di te al presente, come se fossi ancora qui, con noi. Ti voglio bene e ho per te una immensa stima. Ho avuto la grande fortuna di condividere con te alcuni impegni in Dipartimento, sono state occasioni per conoscerti: è bello il tuo sguardo di matematico, è bello il modo in cui affronti impegni e problemi, è bello il tuo saper offrire sempre un punto di vista che va al cuore vero delle cose, è bella la tua profondità, la tua estrema onestà intellettuale. Sei una persona pacata, ironica, sincera, con una infinita riserva di disponibilità e umana comprensione, rare e preziose.

Sono sbigottita, ci metterò molto tempo per capire davvero che ci hai lasciato, che non avrò altre occasioni di incontrarti e chiacchierare con te, nessun’altra opportunità di lavorare con te.

Grazie agli amici algebristi per averti dedicato questa pagina che ci permette almeno di condividere i pensieri.

Fiammetta Battaglia, 3 Aprile 2020

Ho conosciuto Carlo nel 2006, al primo anno di universita'. Ricordo che ci divertivamo a osservare le sue 'passeggiate' per il dipartimento e il modo misterioso in cui sembrava uscire o entrare piu' volte dal suo studio senza mai passare nella direzione opposta. Allora, Carlo era "solo" il Professor Casolo, che occasionalmente ci dava qualche suggerimento sugli esercizi di Algebra.

Durante gli anni ho imparato a conoscerlo meglio, prima con le lezioni su Matematica e Letteratura, e poi finalmente con il suo corso di Istituzioni di Algebra, uno dei piu' belli tra quelli che ho seguito nei miei cinque anni a Firenze. Negli anni successivi, durante le mie occasionali visite in Dipartimento, ricordo con molto piacere quegli incontri saltuari a prendere un caffe', qualche pranzo passato assieme al gruppo di Algebra, qualche incontro in biblioteca. Mi ricordo come abbiamo iniziato a darci del tu, con un po' di iniziale imbarazzo, da parte mia e forse anche un po' da parte di Carlo stesso.

Non riesco a immaginare un Dipartimento Ulisse Dini senza Carlo Casolo. Ma l'affetto che gli e' stato dimostrato in questi giorni mostra che il suo ricordo e i suoi insegnamenti resteranno vivi nella comunita' del Dini, e in tutti gli studenti, gli amici e i colleghi che lo hanno conosciuto.

Fulvio Gesmundo, 3 Aprile 2020

Caro Professore,

sono arrivato al Dini solo un paio di anni fa, in fin dei conti anche grazie a lei che ha pensato potessi essere meritevole di intraprendere il percorso di Dottorato.

Non mi ci è voluto molto per percepire la presenza di una colonna portante, un punto di riferimento silenzioso che tracciava la strada e guidava saggiamente quella grande famiglia che è il gruppo di Algebra. Adesso che questo punto di riferimento non c'è più, siamo tutti un po' più soli, spaesati. Ma tra i tanti insegnamenti che la sua presenza e la sua sterminata cultura ci hanno dato, uno per me è il più importante: l'umiltà dei grandi. Se non si può essere grandi come lei, bisogna imparare almeno ad essere umili. Ci proverò. Grazie.

Dario Villanis Ziani, 3 Aprile 2020

Mi piacerebbe ricordare Carlo con un anagramma:

"L'ETICA DISCREZIONE"

come

"LEZIONE DI CRESCITA"

Maria Tota, 3 Aprile 2020

Ho conosciuto il professor Casolo durante il precorso di Matematica, ormai quasi 16 anni fa.

Una persona davvero genuina, pacata, che con una facilità disarmante riusciva a rendere le lezioni di Algebra un vero piacere.

Di lui mi ricorderò sempre quando all'orale di Algebra I mi domandò di un teorema che io (erroneamente) chiamai teorema "fondamentale". Lui, con il sorriso sulle labbra, mi riprese bonariamente dicendomi "beh, sì è importante...ma non è fondamentale!". Riuscì a non mettermi in difficoltà e anzi, fu un modo per stemperare la tensione.

Era così, era veramente mitico.

Mi ricordo il suo cavallo di battaglia per spiegare le implicazioni: "se dico la frase 'tutti i giovedì piove' sto anche dicendo che 'se non piove, allora non è giovedì' ".

Mi ricordo del suo paese "Olosac" che usava nelle sue dispense di Algebra; mi è rimasto talmente impresso che quando a scuola coi miei ragazzi ho dovuto inventare un paese sul piano cartesiano non ho avuto dubbi sul nome.

Non posso far altro che ringraziarlo, per questi e altri mille ricordi.

Un caro saluto e un abbraccio.

Daniele Masini, 3 Aprile 2020

Carlo aveva sempre una parola gentile e un sorriso di saluto quando ci incontravamo. Ho tanti ricordi legati a lui sin da quando, più di venti anni fa, era il mio docente del corso di Algebra, fino a poche settimane fa, quando mi capitava di vederlo e parlarci nei corridoi del Dini.

In questo triste momento però mi è veramente difficile trovare le parole giuste per esprimere emozioni e pensieri: da una parte mi sembra impossibile non poterlo rivedere mai più, dall'altra so che purtroppo la tragica realtà è questa. Porterò sempre con me il suo caro ricordo.

Luca Bisconti, 3 Aprile 2020

Ciao Carlo, mi sei sempre sembrato "un puro", una di quelle rare persone di cui oggi c'è sempre più bisogno... mancherai a tutti, certamente a chi ti è stato più vicino, ma anche ai tanti che hanno perso la grande occasione di conoscerti meglio.

Paolo Salani, 3 Aprile 2020

Esprimo le mie più profonde condoglianze e il mio affettuoso ricordo per il lavoro fatto insieme, durante il periodo della SSIS per la formazione dei futuri insegnanti.

Sarà doloroso vedere ora il suo grande tavolo vuoto!

Roberto Falciani, 3 Aprile 2020

Ho conosciuto Carlo grazie ai miei amici nel gruppo di Algebra, ed ho avuto la fortuna di frequentarlo condividendo con lui alcuni dei momenti più significativi della mia vita, è pertanto molto difficile esprimere con le parole il dolore di questa perdita. 

Pensando a lui ricordo la sua voce inconfondibile, la sensibilità che ha sempre mostrato, la sua umiltà in ogni situazione, le riflessioni profonde, il suo modo rassicurante di dire qualsiasi cosa,  la sua ironia,  i suoi silenzi carichi di significati, la riservatezza, la sua gioia sincera per un sacchetto di biscotti fatti da me, la genuina e trascinante competitività nei giochi da tavola del primo dell’anno, ma soprattutto l’infinita dolcezza  e il coinvolgimento paziente con i bambini con i quali era sempre straordinariamente a suo agio.

È stata un dono la possibilità di trascorrere del tempo, anche se troppo poco, con Carlo che con la sua semplice presenza impreziosiva ogni momento. .. tutti noi saremo più poveri senza di lui.

 Sonia Tisi, 3 Aprile 2020

Grazie, professore, per la sua didattica sempre così elegante e formale. Grazie per la sua mente aperta, la sua flessibilità, la sua capacità di ascolto incondizionata, anche se velata da un'apparente timidezza. Grazie per la sua iniziale, austera rigidità, sbocciata, ben presto, in una onesta complicità. Grazie per averci testimoniato come la matematica possa travalicare i semplici confini di gessi e lavagne. 

A noi il compito (e l'onore) di continuare su questa strada.

Gabriele e Giovanni, 3 Aprile 2020 

Caro Professore. 

Sono stato uno dei suoi primi allievi nel 1994 a Firenze. 

Appena appresa la dolorosa e inaspettata notizia della Sua morte sono andato a sfogliare nuovamente gli appunti del Suo corso. 

Anche se sono passati 25 anni ho sentito di nuovo la Sua voce, l'ho vista di nuovo nell'aula 1 del Dipartimento di Matematica a spiegare Algebra a noi giovani studenti. 

La ringrazio per quello che ci ha insegnato, rendendo la Sua materia semplice e affascinante. 

In tutte le persone che ha incontrato ha lasciato una memoria indelebile che sopravviverà anche dopo. 

So che queste parole non leniranno il dolore della Sua scomparsa, ma ai Suoi Cari e alle persone che Le sono state amiche vorrei dire che il Suo ricordo vivrà in tante anime, che un po' di Lei vivrà in tutti i nostri ricordi. 

Grazie di tutto.

Alessandro Armellini, 3 Aprile 2020

Caro Carlo, 

averti avuto come professore e come relatore della mia tesi di laurea è stato un vero privilegio. Ogni colloquio con te era illuminante, dosavi con cura le parole, tendevi sempre alla perfezione, mai una parola di troppo, mai una fuori posto. La conoscenza vasta e profonda che avevi degli argomenti di cui trattavamo ha fatto sì che io ti considerassi una sorta di mago, o meglio, una creatura mitologica, come ha scritto uno dei tuoi amici più cari. Sia prima che dopo la mia laurea sei stato una guida: senza i tuoi consigli, forse, non avrei fatto scelte decisive e vissuto bellissime esperienze. Sempre più raramente riuscivo a passare in Dipartimento, ma il pensiero di non poter più tornare a salutarti è straziante, perché la tua accoglienza non sentiva il passare del tempo, mi consolerò sapendo di portare con me i tuoi aneddoti, le tue risate, i tuoi insegnamenti preziosi. Nelle mie lezioni, a scuola, provo malamente ad avvicinarmi al tuo modo di insegnare e sappi che spesso ho detto - e continuerò a dire - : "se mi sentisse il mio Professore di Algebra!". 

Grazie di tutto Carlo!

Selena Marinelli, 3 Aprile 2020

Caro professore,

La ricorderò sempre per la franchezza con la quale mi spronò e mi aprì gli occhi il primo anno, per la semplicità con la quale mi disse che "se ti piace non ci sono scuse e non ci sono ostacoli. C'è solo da lavorare ed esserne felici"

Lo capii, veramente, solo qualche anno dopo e venni a ringraziarla, dal profondo. Mi sorrise, con quel sorriso profondo, sincero ed un po' impacciato: "bravo, lo sapevo".

Il pomeriggio della tesi tornai al Dini per le sessioni di altri amici: "Ma sei ancora qui?" mi disse scherzando. "E pensare che rischiavi di non laurearti perchè non avevi inviato le copie della tesi".

La rividi due anni fa al Dini, dove avevo accompagnato degli alunni alle gare di matematica e non feci in tempo a ricordare della ramanzina che: "allora ci avevo visto giusto".

Grazie, di cuore, perchè senza quella famosa ramanzina mi sarei perso, del tutto, per non ritrovarmi più.

Giacomo Guarnieri, 4 Aprile 2020

Non trovo parole migliori per ricordare Carlo Casolo di quelle che Dante rivolge nel Purgatorio al suo Maestro Virgilio:

"Facesti come quei che va di notte,

che porta il lume dietro e sé non giova,

ma dopo sé fa le persone dotte."

                                         Alessio Russo, 4 aprile 2020

L'ho conosciuto durante l'esperienza della SSIS 

ed ho potuto apprezzarne il suo equilibrio tra una attenta riservatezza e 

una vera e spontanea disponibilità a interagire sul piano umano e professionale.

Mi è capitato di incontrarlo al Dipartimento anche in tempi più recenti e 

mi ha sempre manifestato con piacere i ricordi comuni.

Riccardo Ruganti, 4 aprile 2020

Carlo è bellissimo oltre che struggente leggere l’enorme amore, affetto e stima di cui sei riuscito a circondarti.

Col tuo modo di essere hai dimostrato che si può essere ammirati senza esibire l’ego, ma per la profondità delle proprie parole; che si può essere presenti anche conducendo una vita schiva e in disparte, dando un peso e un valore tale ai momenti insieme in grado di riempire i vuoti della distanza; che si può entrare nel cuore di ognuno in punta di piedi, con pudore e rispetto.

Tra le tante cose difficilissime che sei riuscito a dimostrare questo è quello che mi hai insegnato.

Ora mi piace immaginarti sopraffatto dall’emozione di tutto questo, come raramente ti ho visto, forse solo nel compleanno a sorpresa che Orazio e Francesco ti organizzarono riunendo alcune delle fortunate persone che ti hanno conosciuto. 

Cataldo, 4 Aprile 2020

Dedicata a te, Carlo

https://m.youtube.com/watch?v=oDEu39FLYpw

dall'assistente del procuratore. 

4 Aprile 2020

Dura legge della vita a cui, impotenti, possiamo solo piegarci, con la consapevolezza che le persone che abbiamo incontrato, che ci hanno insegnato e grazie alle quali siamo le persone che siamo diventate, saranno sempre presenti in noi. 

Grazie Carlo.

Sara Ciaffarafà, 4 Aprile 2020

Chi ha passato del tempo al Dini sa benissimo chi era Carlo Casolo e cosa rappresentasse per gli studenti e per i colleghi. Un punto di riferimento, sempre pronto ad un sorriso o una buona parola per chi incontrava. Questo valeva anche per chi dal Dini se n'era andato e che ci tornava, magari dopo molto tempo, e quasi si meravigliava che il Casolo lo riconoscesse e gli chiedesse "come va".

Ci sembra giusto ricordarlo, come hanno già fatto altri, per la sua passione per la matematica e per la letteratura. Questo fu l'argomento del suo seminario alla 24 ore di lezioni non-stop dell'ottobre 2008, sviluppato poi nei numerosi documenti scritti che ci ha lasciato, un'eredità culturale che ci terrà occupati per molto tempo. Il professor Casolo ci ha accompagnati per anni lungo tutto il nostro percorso universitario e continuerà a farlo tramite quello che ci ha trasmesso, come insegnante ma soprattutto come uomo.

Come si capisce dalle tante testimonianze raccolte in questa pagina, mancherà a tutti: a chi gli è stato più vicino, ma anche a molti altri.

Come direbbe il Casolo, "siate felici".

Ciao Professore,

Umberto Biccari, Daniele Buratta, Mariam Arianna Fathi, Leonardo Landi, Simone Naldi, Tommaso Ricci, Pietro Rossato, 5 Aprile 2020

A chi di noi aveva insegnato l'algebra, a chi la letteratura, a chi aveva dato semplicemente una mano "a gratis", a chi aveva incoraggiato e a chi aveva chiesto notizie di noi, dopo tutti questi anni! A tutti noi il Prof. Casolo lascia un ricordo vivo di grande umanità e saggezza.

Gli studenti del gruppo "m01", 5 Aprile 2020

Tra noi pochi incontri e poche parole: tanto basta per rimpiangerti e ringraziarti.

Ciao Carlo

Andrea Stefanini, 5 Aprile 2020

Il gesso che scorre sulla lavagna, una lezione nitida e affascinante,  i visi giovani degli studenti, la gioia di vederli apprendere e  crescere, i loro sorrisi... E le macchine del caffè del Dini, le tue  piante, il rito del pranzo con gli algebristi...

Non è giusto che tu sia stato privato di questo e di tutte le tue  passioni, della tua matematica dei tuoi libri della tua musica, dei  tuoi affetti. Non è giusto, non doveva succedere.

Ci lasci il ricordo di una persona grande e dai modi semplici, gentile  e sensibile e saggia; una di quelle persone che non credono di avere  sempre i diritti e gli altri i doveri ma piuttosto il viceversa.

Credevi molto in quella parte del nostro lavoro che apparentemente  porta meno "gloria": l'insegnamento; e, come capita spesso alle  persone schive, ci profondevi a piene mani tempo ed energia...  Eri  perfino contento, contento davvero, se scoprivi che altri cercavano di  essere buoni insegnanti.

Credo che ti commuoveresti se tu potessi leggere i commenti pieni di  affetto e di stima che hanno lasciato qui i tuoi studenti...

Mi dispiace di non aver parlato di più con te. Ho un piccolo ricordo  però: un breve tratto di strada insieme sotto il solleone di luglio,  dopo le lauree dello scorso anno, e le tue parole gentili. Grazie.

Onore a te, Carlo; lasci tanto in eredità:

il mondo è un po' migliore perché tanti, giovani e non più giovani, ti  hanno conosciuto.

 Elena Rubei, 6 aprile 2020

Il primo anno di università fu critico per me che venivo da ragioneria.

Il Prof. Casolo è stato un faro con il suo modo di insegnare e scrivere dispense. Chissà quanti come me ha illuminato e lui neanche lo sospettava...

Fiero e grato di essere stato un tuo studente.

P.S. Concludo con una tua divertente citazione durante una delle prime lezioni di algebra che mi è rimasta impressa per qualche motivo :)

"Non dico il falso se affermo che tutti gli elefanti presenti in quest'aula sono di colore rosa"

Andrea Ceni,  6 Aprile 2020

Sono passati ormai quasi diciotto anni da quelle mie prime lezioni di algebra, ma, quando mi capita di rileggere quelle per noi mitiche dispense, mi sembra di sentire ancora la voce inconfondibile che le "racconta". Il suo saluto sorridente mi ha poi accompagnato quotidianamente durante tutti i miei anni al Dini. Il mio saluto ad un vero "gigante".

Valentina Boccini, 6 Aprile 2020

Piango anch'io, attonita e addolorata, la morte di Carlo Casolo. E  sono vicina alla famiglia, e ai suoi più cari amici, che ne sentono,  grave, la perdita.

                                                             Alma D'Aniello, 7 Aprile 2020

La morte non è niente. Non conta.

Io me ne sono solo andato nella stanza accanto.

Non è successo nulla.

Tutto resta esattamente come era.

Io sono io e tu sei tu

e la vita passata che abbiamo vissuto così bene insieme è immutata, intatta.

Quello che eravamo prima l'uno per l'altro lo siamo ancora.

Chiamami con il vecchio nome familiare.

Parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.

Non cambiare tono di voce,

Non assumere un'aria solenne o triste.

Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,

di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme.

Sorridi, pensa a me e prega per me.

Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima.

Pronuncialo senza la minima traccia d'ombra o di tristezza.

La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto.

È la stessa di prima,

C'è una continuità che non si spezza.

Cos'è questa morte se non un incidente insignificante?

Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri solo perché sono fuori dalla tua vista?

Non sono lontano, sono dall'altra parte, proprio dietro l'angolo.

Va tutto bene; nulla è perduto.

Un breve istante e tutto sarà come prima.

E come rideremo dei problemi della separazione quando ci incontreremo di nuovo!

                                                                                                         (H.S. Holland)



Mio caro Carlo,

sai bene che non avrei mai voluto scrivere questa lettera,  ci hai lasciato così presto, non dovevi farlo, e in questa dannata situazione non abbiamo potuto nemmeno salutarti.

E ho pensato di partire con questa poesia, che credo fotografi la situazione. Sono certo che la conosci e che potresti parlarmi del suo autore. In tanti anni non c’è stato argomento di conversazione,  rugby a parte, in cui tu non ne sapessi più di me, eppure non me lo hai mai fatto pesare...

Allora eccoci qui, a parlare di come ci siamo conosciuti e di come sei entrato, piano piano e con gentilezza, nella mia vita e in quella di Patrizia e dei miei figli. Ah, anche dei nipoti. Giocavi con Clementina, tirandole la palla quando eravamo al magazzino di Populonia, e ridevate insieme ricordi? Quella volta siamo riusciti a portarti al mare, impresa titanica invero, come ben sa chi ha avuto il privilegio di conoscerti anche nella tua vita privata.

Ci siamo conosciuti poco dopo il tuo arrivo a Firenze, mi pare fosse il 94’ e tu, appena arrivato, sei stato precettato da Pucci per fare il Direttore. Io mi sono offerto di aiutarti, e ho cercato di importi la mia presenza. Fa parte del mio carattere, lo sai bene, ma tu mi hai accettato. A volte sono invadente, spesso anche troppo, e per qualche strana alchimia tutte le persone a me più care sono l’esatto contrario di me. Così, in poco tempo, sei entrato a far parte della mia famiglia. Quante volte abbiamo passato il Natale, l’ultimo dell’anno e Pasqua insieme, specialmente quando ancora non avevi formato il gruppo degli algebristi che hai sempre guidato in modo discreto. E in molte di queste occasioni ti ho prestato una giacca, quella grigia che ti sta benissimo, e che indossavi solo per farmi piacere. La stessa giacca te l’ho prestata in certe occasioni istituzionali, ma è una cosa nostra, ed è giusto mantenere un dignitoso riserbo.

C’eri al matrimonio di Giovanni ed a quello di Caterina, non potevi certo mancare, e anche in quelle occasioni mi pare che la giacca fosse una delle mie.

Quando era ancora in Italia, Caterina cantava in un coro a cappella. Io trovavo sempre una scusa per non andare a sentirla, ed una volta che non mi sono potuto chiamare fuori ti ho chiamato come sostegno morale. Credo fosse una chiesa a Scandicci, o forse a Quaracchi, non ricordo bene, sono passati circa dieci anni,  e forse tu mi puoi aiutare a farlo. Ma ricordo bene che alla fine ti ho chiesto se ti era piaciuto.

- Sì, ma il soprano andava troppo sopra gli altri -

Figurati se potevo capirlo, ma sotto sotto ho pensato che non potevi capirlo nemmeno tu.

- allora, Caterina, come è andata? –

-Zitto, babbo, il soprano andava troppo sopra, fa sempre così... –

Io al posto tuo avrei gonfiato il petto e detto: - Visto? Ve l’avevo detto! -. Tu ti sei limitato ad abbassare lo sguardo, sei fatto così.

Quante cose abbiamo condiviso! Ricordo ancora di quando ti ho portato al campo di rugby, il mitico Padovani, e tu mi guardavi con aria divertita mentre pretendevo che anche tu accarezzassi l’erba..

E i disegni che mi hai regalato, con la firma degli “algebristi anonimi” ? Li conservo tutti, lo sai bene, perché provavo un sottile piacere ad essere preso in giro da te, Francesco ed Orazio. E i tuoi scritti? Nell’ultimo, quello che non hai mai voluto finire, ad un certo punto parli della morte del capitano Willars. Il commento, micidiale, è stato : -almeno ha smesso di parlarci di rugby...-  Cito a memoria, perché il manoscritto è nel mio studio al Dini e chissà quando potrò rileggerlo.

Per non parlare dei soprusi che avete fatto al mio omino di ferro, alcuni così turpi che credo sia bene stendere un velo pietoso.

Ti confesso una cosa, che sono certo hai capito da tempo. 

In fondo, voi algebristi, io vi ho sempre invidiato! 

La mia matematica è adatta a descrivere il mondo che ci circonda. Al corso di EDO ho trattato pure il modello SIR, così drammaticamente attuale, e di questo abbiamo discusso, l’ultima volta che ci siamo visti di persona,  quando ancora potevamo andare al Dini. Per questo ho sempre mostrato “disprezzo” per l’algebra, ma sai che non è vero, e lo sanno anche Francesco, Orazio ed ora anche Eugenio, che il mio corso lo ha pure seguito. Io con le equazioni differenziali posso cercare di descrivere quello che ci circonda, voi invece siete al piano di sopra, ed io non sono mai riuscito a salirvi.

Per me era appunto, “algebra”, ma questo, per favore,  tienitelo per te.

Una sera, a cena, mi avete fatto pure un esame, sono certo che il ricordo ti fa ancora sorridere.

La commissione , rigorosamente di tre persone, era presieduta da te, con a latere Francesco ed Orazio.  -ci parli del teorema di Lagrange- Questa era la domanda che mi avete fatto con aria innocente e melliflua.

- Lo so! E che ci vuole?  Sia f una funzione continua nell’intervallo chiuso AB e derivabile nell’aperto, allora... –

-No guardi, io intendevo quello importante, quello del corso di algebra-

- Proprio, non lo ricordo. E poi, quello importante è quello del corso di analisi. Un aiutino?  -             -le classi laterali le dicono nulla?-

- E’ passato troppo tempo, ma, giuro, lo sapevo. O almeno lo sapevo quando me lo ha insegnato lo Zappa -   Tu ti sei rivolto ai due compari, dicendo che il candidato non era preparato, ed ho dovuto recitare un mea culpa...

Ma forse ti sto annoiando, scusami, e tante sono le cose di cui ti vorrei ancora parlare. Alcune sono troppo intime, e ce le teniamo per noi.

Per gli studenti sei sempre stato un mito, ed io ho seguito una sola delle tue lezioni, ovviamente non di algebra, non ci avrei capito nulla. Eravamo una notte al Dini. Prima ho parlato io, mi pare di un modello di Volterra-Lotka, poi tu e poi Orazio, credo su un problema di crittografia.

Tu invece hai volato alto, come sempre: Armonia e contrappunto. Nel silenzio generale, tu ci hai portato in quel mondo, per me così lontano. E a un certo punto hai citato un testo in sanscrito.

L’occasione era troppo ghiotta per me, e non ho saputo trattenermi, interrompendo quella magia con una sciocchezza: -Perché tutti voi sapete, che il Professor Casolo conosce anche il sanscrito!-

Il giorno dopo, due studenti del mio corso mi hanno chiesto conferma del fatto che tu sapessi anche il sanscrito. Questo fa capire quanto ti stimino.

Ma forse il sanscrito lo sai per davvero, Carlo. Per favore, prima o poi me lo dovrai dire...

Con l’affetto di sempre

                                                                                               Gabriele Villari, 7 Aprile 2020

Caro Professore, ricordiamo il tuo sorriso di gentilezza e comprensione. Ci accompagnava durante i corsi e compariva nei momenti di maggiore difficoltà. Nelle tue lezioni si nascondevano quelle piccole pause in cui cercavi silenziosamente di non lasciare indietro nessuno. Non possiamo dimenticare la metafora che raccontasti un giorno sulla dimostrazione per assurdo: "è un po' come quando ci si innamora: uno si costruisce un castello di pensieri, si appassiona delle conseguenze.. finché poi arriva a prendere atto di come stanno le cose". 

Ci hai insegnato una materia meravigliosa, ardua ma al tempo stesso tremendamente affascinante e avvincente per noi matricole di quegli anni, con la cura di chi sa dare l'esempio.

Ti siamo grati per il bagaglio scientifico e umano che ci hai donato. Semplicemente Grazie. Ci hai reso migliori.

Camilla, Carlo, Dalila, Margherita, Massimo, Sara, Stefano, 8 Aprile 2020

Sono ancora sbigottito e sgomento, e non riesco a crederci. 

Mi è capitato di dividere lo studio con Carlo per un paio di anni, appena arrivati entrambi nel 1994 a Firenze, finché lui non è diventato direttore di dipartimento. 

Dividere lo studio, e quindi molte giornate, con Carlo è stata una esperienza piacevole e di valore, e ha creato un'intesa personale che ci siamo portati dietro negli anni seguenti, e che mi ha sempre dato la sicurezza di poterlo ben comprendere nelle varie situazioni, pur nella nostra diversità di carattere. Carlo ha sempre sostenuto a questo proposito che in media lui ed io parliamo quanto due persone normali.

Nel dividere lo studio con qualcuno, inevitabilmente si vedono, specie se si è curiosi, spaccati della vita dell'altro. E quelle che vedevo con Carlo erano sempre cose schiette e di valore. Carlo a quei tempi viaggiava verso il nord quasi ogni fine settimana, e il lunedì quando tornava mi accorgevo che aveva - mi sembrava - della polvere di gesso sul maglione, e non capivo perché. A un certo punto glielo chiesi, e lui mi rispose che non era gesso, ma farina, perché aveva una ragazza dolcissima che lavorava in una pasticceria.

Graziano Gentili, 8 aprile 2020

Conoscevo Carlo da molti anni. Mi è stato e mi è ancora difficile  realizzare che non è più con noi.  Ho un chiaro ricordo del suo primo  intervento ad un convegno, quando espose i suoi notevoli risultati  sulla subnormalità nei gruppi infiniti, e fu subito chiaro che quel  giovane schivo e silenzioso aveva davanti una brillante carriera  scientifica. Negli anni ho avuto poi molte occasioni per conoscerlo  meglio, discutendo di teoria dei gruppi e dei problemi  dell'università, e quando ho avuto l'occasione di scrivere un articolo  con lui ho potuto apprezzare in diretta il suo particolare acume nella  ricerca. Mi sento di dire che non ho mai conosciuto altri con la sua  innata capacità di affrontare in modo così profondo problemi che  riguardassero indifferentemente gruppi finiti o infiniti. E a questa  manifesta qualità scientifica Carlo abbinava una modestia del tutto  particolare, una modestia che mi piace definire sincera ed ingenua,  una modestia inconsapevole del suo genio. Ed è questo abbinamento che  caratterizza Carlo come uno scienziato ed un uomo vero. La sua  scomparsa lascia sgomenti: è un danno enorme per la teoria dei gruppi,  è una tragedia irreparabile per chi, come me, lo sentiva amico.

Francesco de Giovanni, 9 Aprile 2020

Carlo entrò all'Università di Udine come ricercatore nel 1986 e, nel 1990, divenne giovanissimo professore straordinario di Algebra. In quel periodo la sua attività di ricerca era rivolta principalmente allo studio della condizione di subnormalità nei sottogruppi di un gruppo. Ottenne risultati interessanti ed importanti che, tuttavia, riflettono solo in minima parte l'enorme bagaglio culturale, non solo matematico, e l'abilità tecnica che tutti gli riconoscevano. Diversi giovani brillanti frequentarono Udine per lunghi periodi per poter imparare da lui, tra questi James Ward, Silvio Dolfi e Maria Silvia Lucido, che ebbe Carlo come correlatore di dottorato. Altrettanto generoso ed apprezzato dagli studenti fu il suo impegno didattico. Nel 1994 si trasferì a Firenze, dove venne chiamato alla prestigiosa cattedra che fu di Guido Zappa, il decano  dei gruppisti italiani. Nonostante la distanza, Carlo volle comunque continuare a dare il suo contributo a Udine, prendendosi carico  per un anno, come supplente, del corso di Geometria. 

Molti del nostro Dipartimento ebbero la fortuna di conoscerlo, tra questi il decano, che così vuole ricordarlo:

"Ho conosciuto Carlo quando arrivai a Udine nel 1987. Subito mi colpirono la gentilezza e la signorilità dei suoi modi, specchio della sua bontà d'animo e, mi piace pensare, della bellezza della scienza che coltivava con tanto valore. 

Accanto alle sue indubbie qualità scientifiche e didattiche, voglio anche ricordare la sua sensibilità e la sua disponibilità ad assumersi anche quegli impegni meno piacevoli, ma necessari, del nostro lavoro: eletto preside della Facoltà di Scienze, chiesi a Carlo se voleva assumersi il gravoso incarico di prorettore alla didattica. Incarico che Carlo accettò e svolse con impegno ineguagliabile. Impegno che confermò anche a Firenze, dove venne molto apprezzato come direttore del Dipartimento di Matematica. È un onore aver potuto lavorare al suo fianco. 

A Udine rimarrà vivo il ricordo e l'esempio di una bellissima figura di uomo e di matematico. Che possa essere di  conforto al dolore dei suoi cari e dei molti che gli volevano bene".

ll Dipartimento di Scienze Matematiche, Informatiche e Fisiche dell' Università di Udine, 9 Aprile 2020

Sono giunto al Dini solo qualche anno fa, eppure mi è difficile immaginare come il vuoto lasciato da Carlo potrebbe mai essere colmato.

Una volta conosciuto Carlo Casolo, era impossibile non provare per lui ammirazione. Carlo sembrava conoscere i gruppi per nome uno a uno, come lui e i colleghi dicevano del professor Zappa, e pareva capire l'Algebra tutta al primo ascolto. Era umile come solo i più bravi sanno essere e giusto nei confronti di tutti.

Non posso dire che era il matematico che vorrei diventare, perché sarebbe un modello irraggiungibile.

Nicola Grittini, 9 aprile 2020

It was a privilege to have known Carlo over the course of nearly thirty years. Students and colleagues in the Department of Mathematics in Florence have lost a Professor who was greatly esteemed both for his exceptional mathematical gifts as well as his character. Those of us who knew him personally have lost  a gentle soul whose presence greatly enriched our lives. He was a person of culture and profound erudition who never imposed himself on company. He also had a great sense of humour. Above all he was a person of the highest integrity. Ave atque vale.

James Ward, 10 Aprile 2020

Vorrei che le mie parole, qui e altrove, fossero adeguate alla finezza di Carlo.

In ogni contesto, dal Dipartimento al corridoio del supermercato, la sua voce usciva come attraverso uno spiraglio, pronunciando le parole giuste. Mai una di più. E attraverso quello spiraglio si vedeva dischiudere una profondità che non sono in grado di descrivere. Temo che in nessun contesto si potrà non dico colmare, ma nemmeno attenuare, il vuoto dovuto all'assenza della sua voce.

Spero che la terra gli sia lieve. Anche a chi gli era meno legato, la vita peserà un po' di più.

Caterina Stoppato, 12 Aprile 2020

Matematica e letteratura erano due grandi passioni di Carlo e questi due articoli ne sono una splendida testimonianza: leggerli è come sentire ancora la sua voce.

"Matematica e sogni nella letteratura"  e "La biblioteca universale" nascono da due conferenze che Carlo tenne all'Università di Salerno nelle prime due edizioni del convegno "Matematica e Letteratura" e che vennero poi raccolte rispettivamente nei volumi "Matematica e Letteratura. Analogie e convergenze" e "Parole, formule, emozioni. Tra matematica e letteratura". Grazie alla DeAgostini-UTET e ai curatori dei volumi, Paolo Maroscia, Carlo Toffalori, Saverio Tortoriello e Gianni Vincenzi per averci concesso di condividere i lavori di Carlo.

La Biblioteca Universale. drive.google.com/file/d/1iJvANUFJ0fCe2X_xvJj-qmG-KYNznDtn/view?usp=sharing

Ma tematica e Sogni nella Letteratura. drive.google.com/file/d/1ylM5M5t2V1VmiIYDvnclESL3ZP5ShsYb/view?usp=sharing

Veronica Gavagna, 13 Aprile 2020

certamente questo non è ciò che Carlo avrebbe voluto, non tutto questo muoversi attorno a Lui, ma sicuramente sorriderà timidamente, leggendo i ringraziamenti miei e di tutta la nostra famiglia,  a tutti coloro i quali hanno lasciato scritto un ricordo, un pensiero per Lui  e per noi, raccontando spiragli di vita e incontri, e per la vostra vicinanza.

Appena possibile mi auguro di potervi incontrare, grazie. 

Anna e famiglia Casolo, 20 Maggio 2020

Carlo fut l'une des dernières personnes avec qui j'ai parlé lors de la conférence à Lecce en juin 2019, pour la première et dernière fois, nous avons juste échangé quelques mots, mais j'ai tout de suite été touché par une grande gentillesse.

Sébastien Palcoux, 10 Giugno  2020

Caro Carlo,

la triste notizia della tua morte prematura, ricevuta in ospedale dove da mesi combatto una lunga malattia, mi ha profondamente addolorata. Ti ho sempre stimato moltissimo, purtroppo senza mai esternartelo. Ti penso nella luce della verità, che hai sempre molto amato.

              M. Clara Tamburini, 16 Giugno 2020