1. Le tesi di laurea in Diritto del Lavoro, Diritto del rapporto individuale di lavoro privato e pubblico, Diritto delle relazioni industriali, saranno assegnate nel rispetto dei seguenti criteri:
a) occorre aver riportato, nella disciplina prescelta per la tesi, un voto pari o superiore a 27/30;
b) salvo eccezionali e comprovate ragioni, la tesi di laurea non sarà assegnata qualora il voto riportato nella disciplina prescelta sia inferiore al voto medio curriculare.
2. La tesi consiste in un’elaborazione personale. Non sarà perciò tollerata alcuna forma di plagio.
3. Solo dopo l'approvazione della bibliografia e dell'indice si potrà procedere all'elaborazione dei singoli capitoli.
4. Il candidato dovrà consegnare un capitolo alla volta.
5. Il capitolo corretto sarà riconsegnato non prima di due settimane.
6. In conformità con quanto previsto dal Regolamento di Dipartimento, la nomina del correlatore sarà possibile solo qualora, a giudizio del docente, l’elaborato riveli, per originalità, ampiezza della documentazione e approfondimento del tema, un particolare impegno e adeguate doti argomentative da parte dello studente.
INDICAZIONI PER I TESISTI
1. Che cos’è una tesi di laurea
La tesi di laurea è una dissertazione scritta con lo scopo di dimostrare la compiuta conoscenza di un argomento (nello specifico di Diritto del lavoro). Mediante la tesi lo studente, presa visione degli scritti pubblicati sull'argomento, li rielabora in maniera critica e li espone in modo chiaro e originale.
Dunque, elaborare una tesi significa:
individuare un argomento preciso che, a garanzia di un risultato migliore, sarà preferibilmente rispondente agli interessi del candidato; effettuare un minuzioso lavoro di ricerca e di raccolta dei documenti sull'argomento prescelto; esaminare e ordinare con metodo i dati raccolti; esporre l'argomento oggetto della dissertazione in modo che, a chi legge, siano chiari tanto la struttura quanto gli obiettivi del lavoro.
2. Come si elabora una tesi
Dopo la scelta del tema della tesi, occorre selezionare la bibliografia, leggendo innanzitutto il manuale specifico (Giugni o Ghera) con la relativa bibliografia, le voci (attinenti al tema indicato) dei dizionari giuridici, oltre a consultare l’elenco delle pubblicazioni giuslavoristiche (in allegato).
Durante la lettura di monografie e articoli è utile riportare sui singoli fascicoli fotocopiati gli estremi bibliografici, così come vanno effettuate annotazioni sintetiche, utilizzabili anche ai fini della redazione delle note.
Terminate le letture, va predisposto un analitico schema per punti, articolato in capitoli e paragrafi, oltre all’elenco completo della bibliografia consultata.
Dopo l’approvazione dello schema, il laureando consegnerà un capitolo alla volta della tesi (insieme con lo schema) sia in formato cartaceo, sia elettronico. Il capitolo corretto sarà riconsegnato non prima di 2 settimane.
Nell’ipotesi di errori o lacune, contenute nella prima stesura, dovrà essere riconsegnato il capitolo corretto insieme con la precedente versione. In modo analogo si procederà per gli altri capitoli.
Dopo aver consegnato tutti i capitoli, il candidato dovrà riconsegnare l’intera tesi, per lo meno due mesi prima dell’inizio della seduta di laurea, oltre alla bibliografia, predisposta secondo l’ordine alfabetico e cronologico per autore.
Chi intende laurearsi nella sessione di ottobre, deve aver già precedentemente consegnato i singoli capitoli, man mano rivisti dal docente e, in ogni caso, deve consegnare l'intera tesi al massimo in coincidenza con la data dell'ultimo appello di luglio.
Inoltre, in quella stessa occasione, dovrà essere consegnato il sommario, che è un sunto complessivo di ogni capitolo. Nel sommario, lungo non più di 10 pagine, dovrà essere contenuto anche l’indice della tesi, oltre all’elenco della bibliografia consultata.
3. Impaginazione e grafica della tesi
La tesi si apre con un frontespizio contenente i seguenti dati:
denominazione dell'università (specificando la facoltà); disciplina (materia) e titolo della tesi; nome e cognome del relatore; nome e cognome e numero di matricola del candidato; anno accademico.
Segue un indice analitico, così costituito:
l'introduzione, i vari capitoli (suddivisi in paragrafi ed eventuali sottoparagrafi); le conclusioni; la bibliografia.
L'indice, dunque, ha una duplice funzione:
definire l'ambito della tesi; in effetti, dalla sola lettura dei titoli dei capitoli e dei paragrafi si potranno comprendere gli argomenti trattati e la loro struttura;
ritrovare velocemente un dato argomento, essendo indicato per ciascun argomento il corrispondente numero di pagina.
Quanto alla numerazione dei capitoli e dei paragrafi, si possono utilizzare indifferentemente le cifre romane, le cifre arabe o le lettere, purché sia seguito un criterio coerente.
L'introduzione ha il compito di aiutare il lettore ad addentrarsi nella tesi, offrendo già un'idea dell'argomento, dell'ordine logico della trattazione e degli obiettivi generali della ricerca. Come già detto, è consigliabile suddividere la tesi in capitoli costituiti da paragrafi e da eventuali sottoparagrafi.
Ogni capitolo deve essere titolato e contrassegnato da un numero progressivo (per esempio utilizzando le cifre romane). I paragrafi, anch'essi titolati e numerati progressivamente (per esempio, utilizzando le cifre arabe) si susseguono l'uno all'altro, all'interno del medesimo capitolo, senza andare a nuova pagina, utilizzando un'adeguata spaziatura: tra la fine di un paragrafo e il titolo del successivo e tra il titolo del paragrafo e il testo.
I capoversi vanno distinti con un rientro nel corpo del testo.
Le conclusioni di una tesi rappresentano il punto di arrivo della ricerca e contengono le conseguenze logiche che si ricavano da precedenti riflessioni. Queste possono essere raccolte tutte in uno specifico capitolo conclusivo oppure apparire nelle varie parti della tesi come conclusioni parziali. In genere, il capitolo conclusivo non contiene alcun aspetto nuovo (non trattato in precedenza); tuttavia, può indicare i limiti della ricerca e può fornire, nel contempo, spunti per ulteriori approfondimenti.
La tesi si chiude con una bibliografia finale, contenente l'elenco delle pubblicazioni in ordine alfabetico per autori, e per anno quando ci siano più opere dello stesso autore, consultate per la stesura della tesi stessa, l’elenco della giurisprudenza consultata, suddivisa per organo giudicante (Corte di Giustizia, Corte Costituzionale, Corte di Cassazione, Tribunale, Pretura).
4. Citazioni e note
Si è precedentemente sottolineato come una tesi di laurea sia frutto di una minuziosa opera di ricerca di scritti altrui. Tuttavia, spesso sarà più utile, o più comodo, riportare fedelmente le parole testuali di un autore (c.d. citazioni d'autore). Tali citazioni devono essere riportate nel testo della tesi tra le virgolette alte doppie ("...") o basse doppie («...»).
Le citazioni, mai più lunghe di 3 – 4 righe, devono essere fedeli, nel senso che le parole dell'autore (che si cita) devono essere trascritte così come sono. Tuttavia, se nel corso di una citazione si omettono alcune parole, l'omissione si segnala con l'inserzione di tre puntini di sospensione (con [...]o senza parentesi quadre) in corrispondenza della parte tralasciata. Analoga procedura va osservata, se si omettono nessi sintattici all'inizio o alla fine della citazione, a meno che quest'ultima non sia accordata sintatticamente al discorso (es. "Il diritto sindacale [si è evoluto] in parallelo alla storia del movimento operaio, riflettendo quella contrapposizione tra capitale e lavoro che fu una delle più specifiche conseguenze della rivoluzione industriale").
Si ricordi che i termini in lingua straniera o classica devono essere scritti in corsivo (es. "nel nostro ordinamento il rapporto tra l’autonomia collettiva e quella individuale è regolato dal meccanismo dell’inderogabilità in pejus di natura reale").
Un ricco apparato di note è importante in una tesi di laurea, perché è uno degli indicatori a conferma della ricchezza delle letture effettuate dal laureando.
Le note danno informazioni che, per loro natura accessoria ovvero per considerazioni di chiarezza o di spazio, non è conveniente presentare nell'area del testo: dunque verranno numerate progressivamente e raccolte tutte a piè di pagina. Esse sono redatte in forma breve e chiara, e si suddividono in:
note di riferimento bibliografico
note di rimando (o di rinvio)
note di contenuto (o di discussione)
Le prime contengono informazioni bibliografiche e indicano la fonte della citazione. Le seconde servono ad aggiungere su un argomento discusso nel testo ulteriori indicazioni bibliografiche di rinforzo mediante rinvii esterni, ad altri testi, oppure interni a un capitolo, o paragrafo, della tesi stessa (tali rinvii sono introdotti generalmente da: cfr. oppure da: si veda; o ancora da: confronta; contra; in senso conforme; in senso difforme). Le terze servono ad ampliare e specificare le affermazioni fatte nel corso della trattazione, evitando di appesantire il testo con affermazioni che, seppure importanti, rischiano di far perdere fluidità al discorso.
È bene infine ricordare che:
nelle note è preferibile non inserire capoversi (gli 'a capo') e le citazioni dovranno essere tra virgolette doppie.
5. Criteri per rimandi bibliografici
ARTICOLI IN RIVISTA
Cognome e nome dell'autore, Titolo dell'articolo (o capitolo), Titolo della rivista (abbreviato, secondo l’allegata abbreviazione delle riviste lavoristiche), anno, volume (I, II, etc) o numero (1, 2, etc) del fascicolo (ove necessario), prima pagina in cui appare l'articolo (p. 210; pag. 210), se necessario, pagina da cui si cita.
Esempio: E. Gragnoli, Tempo e contratto di lavoro subordinato, in RGL, 2007, p. 439 ss.
CITAZIONI DA GIORNALI
Per le citazioni da quotidiani e settimanali valgono le stesse regole indicate per le riviste, con la differenza che sarà qui più opportuno mettere la data piuttosto che il numero del fascicolo.
Esempio: M. RUSCIANO, Finisce l'era della cogestione e il sindacato diventa controparte, in "Il Sole 24 ore", 31 gennaio 1993.
VOLUMI DI SINGOLI AUTORI
Cognome e nome dell'autore, titolo e sottotitolo dell'opera, luogo di edizione, editore, data di edizione, pagina da cui si cita.
Esempio: P. Grossi, Mitologie giuridiche della modernità, Milano, Giuffrè, III edizione accresciuta, 2007.
VOLUME CON PIÙ AUTORI E NESSUN CURATORE
Esempio: F. Carinci, R. De Luca Tamajo, P. Tosi, T. Treu, Il rapporto di lavoro subordinato, Torino, Utet, 1997.
VOLUMI MISCELLANEI
[sono raccolti scritti di diversi autori (autori vari (AA.VV.); a cura di; commentari ed enciclopedie]:
Cognome e nome dell'autore, Titolo dell'opera, in, eventuale nome del curatore (a cura di) oppure (diretto da), oppure AA.VV., Titolo dell'opera collettiva, (eventuale nome del curatore se prima si è messo AA.VV.), luogo di edizione, editore, data di edizione, eventuale numero del volume dell'opera in cui si trova l'articolo citato, prima pagina in cui appare l'articolo, (se necessario, pagina da cui si cita).
Esempio: C. Mortati, Principi fondamentali: art. 1, in G. Branca (a cura di), Commentario della Costituzione, Artt. 1-12: principi fondamentali, vol. I, Bologna-Roma, Zanichelli-Il Foro italiano, 1975, p. 12 ss.
6. Giurisprudenza
Es:
Trib. Milano, giorno/mese/anno, estremi della rivista, ...
Cass. giorno/mese/anno, n..., estremi della rivista
Cass., S.U., giorno/mese/anno, n..., estremi della rivista
Corte Cost., giorno/mese/anno, n..., estremi della rivista
T.A.R. Lazio, sez...., giorno/mese/anno, n..., estremi della rivista
Cons. Stato, sez..., giorno/mese/anno, n..., estremi della rivista
ESEMPIO: Cass. 1/1/2000, n. 0000, in RIDL, II, 2001, p. 1.
Quando un testo è già stato citato, si ripetono il nome dell'autore e il titolo abbreviato + cit. + indicazione del luogo da cui si cita. Esempio: M. Ricci, Le politiche del lavoro del Governo Renzi, cit., p. 239.
Al seguente link è possibile scaricare l'elenco delle abbreviazioni delle riviste giuridiche:
https://drive.google.com/open?id=12tAXSrwtFzXNFF5K0nbu7FzxGb0GSOF6
Di seguito alcune riviste lavoristiche:
Variazioni su temi di diritto del lavoro (VTDL)
Rivista italiana di diritto del lavoro (RIDL)
Rivista giuridica del lavoro e della previdenza sociale (RGL)
Argomenti di diritto del lavoro (ADL)
Lavoro e diritto (LD)
Giornale di diritto del lavoro e delle relazioni industriali (DLRI)
Il lavoro nella giurisprudenza (LG)
Massimario di giurisprudenza del lavoro (MGL)
Il lavoro nelle pubbliche amministrazioni (LPA)
Il diritto del mercato del lavoro (DML)
Diritti lavori mercati (DLM)
Labor