Matematica giapponese

Le radici cinesi

Le radici della matematica tradizionale giapponese sono cinesi. La matematica cinese aveva raggiunto nel XVI secolo un livello di sviluppo notevole. Diversi trattati e numerose raccolte di probblemi editi nel corso dei secoli testimoniano di risultati paralleli ai classici greci e arabi e dello sviluppo delle tecniche.

Tra questi trattati il più direttamente influente per lo sviluppo della matematica tradizionale giapponese fu il Suanfa Tongzong ("Trattato sistematico di aritmetica") del 1592.

Sangi

L'influenza della tradizione cinese si riscontra ad esempio nella rappresentazione dei numeri tramite bastoncini di legno o di bambù detti sangi (算木) disposti su un'apposita griglia.

La pagina riprodotta a fianco (da wikimedia commons) riporta i numeri del triangolo di Tartaglia scritti utilizzando i sangi.

Il sistema numerico è decimale e ogni campo della griglia contiene una cifra. I colori rosso e nero permettevano di distinguere tra numeri positivi e negativi.

I sangi permettono di eseguire operazioni aritmetiche di diverso tipo, di estrarre radici quadrate e cubiche, di trattare sistemi lineari e di risolvere equazioni algebriche.

Il lettore interessato ad approfondire il calcolo con i sangi può trovare diverse spiegazioni nella pagina di wikipedia dedicata al rod calculus.

Soroban

Nel corso del XI secolo fu inventato l'abaco cinese, o suanpan (算盤), che è generalmente considerato il più antico abaco con palline infilate su aste.

Non sappiamo esattamente quando venne introdotto in Giappone l'abaco cinese ma probabilmente ciò accadde nel XV secolo. L'abaco giapponese, che prende il nome di soroban (算盤), è stato successivamente modificato ed è diverso da quello cinese. Il lettore che desidera approfondire le diverse tecniche di calcolo con il soroban può consultare questo interessante sito.

Wasan

La nascita della matematica tradizionale giapponese (wasan 和 算) è solitamente fissata nel 1627 quando il matematico Koyo Yoshida pubblicò un libro chiamato Jinkōki ("Trattato immutabile") che conteneva una vasta raccolta di problemi di utilità pratica.

Dal 1615 lo shogun Tokugawa trasferisce la capitale da Kyoto a Edo (l'odierna Tokyo) e decreta una drastica riduzione delle relazioni con l'estero, limitandole a rapporti puramente commerciali con Portogallo, Olanda e Corea. Durante questo periodo di isolamento e di pace oltre alla matematica tradizionale si svilupparono diverse forme di arte e di cultura.

Nella tradizione giapponese spesso accadeva che gli ema, dipinti raffiguranti cavalli montati su tavolette di legno, venissero appesi nei santuari shintoisti in sostituzione di sacrifici animali veri e propri. Successivamente gli ema vennero affiancati da tavolette votive di carattere matematico dette san gaku (算 额).

Sitografia

[1] Japanese Mathematics in the Edo period