Curiosità

Il Paese

Dosso del Liro è un piccolo borgo montano della sponda occidentale del Lago di Como che conta 315 abitanti (Dossoliresi) ed ha una superficie di 23,2 kmq.

Confina con i comuni italiani di Gravedona ed Uniti (ex Consiglio di Rumo), Peglio e Livo e a nord-ovest con i comuni elvetici di Cama, Grono e Roveredo.

Posto al di sopra dell'abitato di Gravedona ed Uniti ad una quota di 650 m s.l.m. è in posizione soleggiata e aperta sulla costa originata dalla confluenza delle valli del Liro e del Ronzone.

L’abitato è caratterizzato da vicoli e stradine su cui si affacciano case in pietra di torrente legate da poca calce e tetti coperti di piote, addossate le une alle altre.

Tanti e diversi sono gli affreschi murali e diversi sono i motivi per i quali sono stati dipinti. Ragioni, prima di tutto, votive e tutelari. Non per nulla tanti sono i Santi e le Madonne chiamati a soccorrere, ad intercedere, per scongiurare le malattie degli uomini e delle bestie, per calmare la furia degli elementi naturali.

Molte case sono impreziosite da affreschi così come il luoghi di sosta, segnato dalle santelle (gesiöö) di dedicazione mariana, la prima delle quali datata 1891.

Particolari e numerose sono le caratteristiche fontane dislocate per il paese.

Le Frazioni

Mulini

Frazione caratterizzata da un piccolo agglomerato di case abitato da un unico "ceppo" familiare dove una volta sorgeva il mulino del paese azionato dalla forza del Torrente Ronzone.

Civano

Frazione caratterizzata da un agglomerato di case rurali attestato nei documenti fin dall’epoca medioevale, mentre il toponimo della frazione Vico suggerisce addirittura origini romane.

I Monti

Salendo oltre il paese si trovano numerosi agglomerati di case in località percorse da rivoli d'acqua molto caratteristici, i monti, dove gli abitanti dediti all'agricoltura e alla pastorizia trascorrevano la bella stagione. Spesso c’è una fontana comune in sasso.

Le costruzioni tradizionali sono solitamente due con in comune una muraglia. Al piano inferiore della prima, chiamata revolt dal vacc, trova ricovero il bestiame, mentre al piano superiore erano accatastati fieno e foglia che serve a formare il letto al bestiame. Nella seconda costruzione nominata cascina, parzialmente interrata e attraversata da una vena d’acqua, vi è lu bait dal lacc, dove si conserva al fresco il latte, mentre al piano superiore è effettuata la lavorazione casearia. In questo secondo locale, con pavimento acciottolato o lastricato per lasciar scorrere le perdite di liquido, il focolare occupa posto in un angolo e l’uscita del fumo avviene da un foro nel tetto.

Crossanico, Bolgiana, Caiasco, Carsano, Cassinotta, Ierscia, Pojarolo, Gualderro, Pianezza, Chianchè, Sancido, Gatto, Caranca, Pianchè, Ganda, Bedrio, Poglia, Ro, Montagna, Vaninetti,

Dagos, Viasco, Paglia, Cucchetta, Piaghedo, Sortaiolo, Motta, Tetti del Dosso, Rossino, Adrano, Sciresa, Garzano, Lissa, Moncucco, Martinone, Piazze, Pozzanico, Novina.

Natura e paesaggio

Sopra l’abitato, alle quote inferiori, la costa è coperta di castagneti, sia sottoforma di boschi cedui che di fustaie, queste ultime sono il retaggio di selve castanili molto diffuse in passato, così come i vigneti oggi quasi scomparsi. Alle quote intermedie dominano i boschi di latifoglie e più in alto aree caratterizzate dalla presenza di pascoli, fino al crinale della Catena Mesolcina Meridionale sulla quale passa il confine Italo-Svizzero.

All'interno del Comune vi è la Valle del Dosso che scende dritta dalla Bocchetta di Cama particolare indicata per escursioni e caratterizzata dalla presenza di luoghi di interesse paesaggistico come la parete del Monte Ganda Rossa e la parete della Costa Degli Orsi oltre alle aree degli alpeggi di Madri, Muggiam, Parodo, Predone, Melbino, Mottala.

Parrocchiale della Ss. Annunziata

Il paese di Dosso del Liro, comune fin dal XIII secolo, accoglie il visitatore con una suggestiva piazzetta su cui si affacciano la chiesa secentesca con l’adiacente cappella dell’Immacolata, la casa parrocchiale del 1694 e l’intero borgo di carattere rurale, con alcune interessanti case e portali secenteschi.L’imponente chiesa, consacrata nel 1699, è preceduta da un pronao con data e conserva al suo interno una ricchissima decorazione barocca.

Il presbiterio, inquadrato da grandi statue in stucco raffiguranti sull’arcone trionfale l’Annunciazione, il Trionfo della Croce e S. Paolo e nel coro S. Giovanni Battista e S. Rocco, conserva un ricco altare in marmi policromi e sulla volta un importante affresco con l’Assunzione della Vergine, opera di Andrea Lanzani, che nel 1689 – come recita un’iscrizione – affresca anche l’ultima campata della navata con la Visione di S. Giovanni a Patmos e Storie bibliche. Le due campate precedenti presentano invece più recenti decorazioni con Strumenti della Passione e Simboli eucaristici.

I pilastri della navata presentano i quattro Evangelisti, e i profeti Davide e Isaia, databili al primo Settecento e attribuibili all’ambito del pittore valsoldese Giovan Battista Pozzo, attivo poi in Piemonte.

Anche le cappelle laterali conservano interessanti cicli decorativi settecenteschi’ riferibili al medesimo ambito stilistico: le ariose Storie di S. Giuseppe con gli strumenti di falegnameria nella prima a destra; i Misteri del Rosario nella seconda a destra, con statue della Vergine, di S. Domenico e S. Rosa, e ancora Storie della Passione nella seconda a sinistra, con un grande Crocifisso sopra l’altare.

La prima cappella a sinistra, con la statua dell’Addolorata tra le SS. Lucia e Agnese, donata probabilmente dagli emigrati di Dosso del Liro a Palermo, conserva due preziose tele attribuibili al pittore intelvese Alessandro Valdani, come pure quella raffigurante S. Anna con Maria Bambina appesa sulla parete a sinistra dell’ingresso. Sulla controfacciata si trova un organo settecentesco, la cui cassa è decorata con pregevoli intagli.

http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/CO250-00554/

Chiesa di S. Pietro in Costa

All’altezza del borgo di Traversa, si vede su un poggio che emerge tra i castagneti della valle del Liro l’antica parrocchiale di S. Pietro in Costa, raggiungibile attraverso un sentiero.Ricordata fin dal 1328, la sua fondazione è certamente precedente, come attesta l’abside ancora di stampo romanico. L’attuale struttura risale probabilmente ad una ricostruzione avvenuta nella seconda metà del Quattrocento. La facciata presenta ancora tracce di una decorazione rossa a bugnato, risalente al tardo Cinquecento.L’interno conserva un importante ciclo di affreschi presbiteriali raffiguranti 1′ Annunciazione, Cristo in gloria tra gli Evangelisti, gli Apostoli e S. Pietro martire con i Dottori della Chiesa nella fascia decorativa mediana. Un’iscrizione riporta la data 1532 e l’indicazione del parroco Vincenzo Curti quale promotore dell’opera, a testimonianza di un diretto coinvolgimento del clero locale nella committenza e nell’impostazione dei più significativi cicli presbiteriali della zona, ispirati a modelli iconografici ancora romanici (Piona, Novate Mezzola). Il pittore di Dosso del Liro deriva i suoi modi da Sebastiano da Piuro, attivo in S. Giacomo a Livo, ed è l’espressione più significativa di un primo assestamento classicista della tradizione locale, basato sulla cultura pittorica bergognonesca della Certosa di Pavia, aggiornata di leonardismo e consolidata sul Luini e Fermo Stella. Molto probabilmente lo stesso pittore si ritrova attivo alcuni anni dopo in S. Martino a Montemezzo. La chiesa conserva altri dipinti cinquecenteschi: il Battesimo di Cristo nel battistero sulla sinistra dell’ingresso, un debole affresco del secondo Cinquecento; una Madonna col Bambino tra i SS. Rocco e Sebastiano nella seconda campata, affrescata nel 1577 in seguito a un voto fatto dagli emigrati a Palermo affinché la loro Confraternita fosse salvata dalla peste; un S. Rocco sul secondo pilastro di sinistra e due coppie di Santi sulla parete seguente, tutti di fattura tardocinquecentesca; un S. Rocco e una rovinatissima Madonna col Bambino nella stessa terza campata, databili alla prima metà del secolo.

http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/CO250-00410/

Museo del Dialetto dell'Alto Lario Occidentale

Inaugurato nel 2007, è un museo della lingua in cui il materiale presentato al pubblico è costituito da suoni e modi di dire dei vari dialetti che sono ancora parlati nelle valli dell’Alto Lario, un patrimonio culturale immateriale di grande valore, perché sempre più raro. Gli oggetti esposti, donati dalle famiglie di Dosso del Liro, fungono da indispensabili "illustrazioni" a nomi e parole che in alcuni casi non esistono più.I temi della visita al museo sono, in successione:

1. Stanza dei suoni (video editing opera di Vincenzo Colecchia e Marco Venturini);

2. I nomi dei luoghi;

3. Le imbarcazioni del Lario;

4. I nomi delle cose;

5. Dalle parole ai proverbi;

6.Il dialetto scritto;

7. Teatrino delle ombre cinesi;

8. "Nel mezzo del discorso".

Contatto per le visite: tel. 0344 85218 - int. 29 (Comunità Montana Valli del Lario e del Ceresio)

La festa della Madonna

La seconda domenica d’ottobre il paese festeggia la festa della Madonna.Il giovedì, la statua della Madonna con il Bambino è tolta dalla nicchia dell’altare laterale ed è posata su di un basamento alto circa 80 cm davanti all’altare maggiore Il basamento è ricoperto con tovaglia finemente intagliata e bordata di pregevoli pizzi, la statua è addobbata con l’oro votivo (collane di corallo, orecchini e anelli). Inizia il triduo d’adorazione. La domenica mattina c’è la Messa solenne e i parrocchiani iniziano a portare le offerte per la Madonna (i canestri: burro, formaggio, salumi, torte, funghi, ecc.). Nel pomeriggio sono cantati i Vespri e i confratelli indossano il loro costume, ogni famiglia si tramanda di padre in figlio l’appartenenza alla confraternita, un saio bianco legato con un cordone rosso e coprispalle rosso.E’ compito dei confratelli portare sulle spalle la Madonna, la croce grande e i candelieri durante la processione, è sempre compito del confratello più anziano ritmare il passo della processione utilizzando il bastone del priore.Le consorelle hanno il compito di portare gli stendardi, la croce d’inizio processione e le candele. Terminata la processione, dopo la benedizione inizia la parte profana della festa con l’incanto dei canestri e le feste di piazza.

Prodotti Tipici

Scemüda (formaggio di mucca, magro), formaggio dell’alpe, burro, formaggini di capra, ricotta fresca, ricotta salata e pepata zingherlin, salami, salsicce, cotechini, lardo e pancetta salati e stagionati nel laveg (contenitore rettangolare di sasso 40 X60 con coperchio di legno), pasta di segale e frumento.