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Lunghezza A/R: 6.7 km;
Dislivello massimo: 93.1 m (pendenza media: 4.8%);
Pendenza massima: 11.3% (per una lunghezza di circa 590 m per coprire un dislivello di circa 67 m);
Durata: 4 ore;
Galati Mamertino (ME) 9/6/2019
La cascata del Catafurco è una cascata naturale generata dal tuffo del Torrente S. Basilio da un dislivello di 30 m ed è per molti la cascata più bella del Parco Dei Nebrodi. La furia dell'acqua, nel tempo, ha scavato una sorta di cavità naturale detta la "Marmitta Dei Giganti" dove nei mesi più caldi ci si può anche rinfrescare facendosi un bel bagno.
Il nome "Catafurco" è sicuramente dovuto alla particolare forma a V della gola che ospita la cascata, ma è anche legato ad una leggenda popolare che vuole che nella zona della cascata trovassero rifugio uomini e donne della vicina frazione di S. Basilio che ad un'età di 50 anni non fossero ancora sposati e che, per questo, erano cacciati dal resto della popolazione perché visti come uomini di dubbia reputazione gli uomini e come streghe le donne. Questi reietti, allora, per vendetta, inforcavano chiunque passasse dal loro luogo di esilio. Secondo questa leggenda, quindi, il nome di "Catafurco" deriverebbe dal siciliano e sarebbe il corrispondente della frase: "Vieni qua che ti inforco".
L'accesso al sentiero che ci porta alla cascata e poco più a Sud di Galati Mamertino (ME), paesino facilmente raggiungibile dalla costa tirrenica. Se si arriva da Catania, si deve prima attreversare Floresta (ME) imboccando la SS116 verso Ucria, percorrerla per circa 7 km e mezza imboccando, poi, sulla sinistra, la SP152 per giungere a Tortorici dopo essersi immessi, dopo circa 12 km, sulla SP157 che è quella che poi ci porta a Tortorici. Attraversato il paesino la stessa provinciale ci porterà a Galati Mamertino e un 2 km e mezza a Sud del paesino si trova la C.da S. Basilio e dunque l'ingresso al nostro sentiero.
Alternativamente, dopo aver imboccato la SP157 e percorsi neanche 10 km si può imboccare, nel punto di coordinate (N38°.02688; E14°.80163) una strada secondaria che si inoltra in quella che è denominata l'area dei caprioli passando per la C.da Sceti. È questo l'itinerario illustrato nella mappa sopra, itinerario che ci consente bypassare il paese di Galati, risparmiando qualche chilometro, sbucando nei pressi della C.da S. Basilio e dunque dell'accesso al nostro sentiero.
Sulla mappa sopra è riportato il percorso che dovremmo affrontare a piedi, in realtà il tratto riportato in giallo si può anche percorrere con l'auto che poi si dovrà parcheggiare, anche se qualcuno si avventura fino all'accesso alla cascata, a noi lo sterrato è sembrato eccessivamente dissestato per essere percorso con un mezzo che non fossee un fuoristrada e poi, ormai è noto che la nostra filosofia è quella di percorrere i sentieri rigorosamente a piedi.
Parcheggiata l'auto si percorrerà i tratto segnato in rosso sulla nostra mappa. Dopo aver percorso circa 300 m si troverà una fonte di acqua freschissima e, dopo la curva, saremo all'interno dell'area del Parco Dei Nebrodi. Contnuando per altri 800 m giungeremo al Borgo Molisa, si tratta di un borgo di pastori ormai abbandonato, costituito per lo più da ruderi e le cui costruzioni sono realizzate con pietrame a secco, veramente incantevole:
Caratteristici del villaggio sono i cosiddetti "pagghari", realizzathi in pietrame a secco fino ad una certa altezza e poi coperti con paglia che poghgia su una semplice struttura in legno:
Dopo il villaggio si imboccherà il sentiero di sinistra che dopo circa 800 m ci pporterà ad un caratteristico abbeveratoio al quale dissetarsi con acqua freschissima:
Dopo l'abbeveratoio si inizia a salire per più di 1 km e il pendio viene alleviato dal bellissimo panorama e da simpaticissimi incontri:
In ogni caso, alla fine della salita ci si trova davanti un bivio e noi dobbiamo svolatare a destra accedendo all'area attrezzata, il sentiero ci porterà dritto dritto alla cascata tramite, alla fine, un ultimo tratto di strada stretta tra una parete di roccia e il fiume, tratto di strada reso più sicuro da un passamano in legno. Prima di imboccare questo tratto di sentiero, però, vale la pena deviare verso destra, per ammirare le "lacrime di Maria" che rappresenta uno spettacolo veramente particolare; si tratta, infatti, di una nicchia naturale scavata nella roccia ricoperta, all'esterno, da un tappeto di muschio; questo perché dalla roccia fuoriesce un flusso d'acqua in forma di tante gocce (le lacrime di Maria, appunto) e che chiudono l'accesso alla cavità con una sorta di velo d'acqua.
All'interno della cavita è stata posta una statuetta della Madonna a quanto pare non tanto per fini votivi, ma per evitare che la gente potesse arrecare danno a questa singolare formazione cercando pose particolari per scattare qualche foto: