La Masseria

La Masseria Sorresso, nata nel XVI secolo come abitazione rurale del possidente Giannotto Sorresso, il cui nome è impresso nel toponimo, si presenta oggi come un felice connubio architettonico frutto della costruzione di ambienti, particolari architettonici e di manufatti di diversa funzione, voluti dai proprietari che nel corso dei secoli si sono succeduti. 

Scheda Masseria Sorresso

-      Tipologia

-      Contesto

-      Architettura rurale: denominazioni

-      Vicende storiche

-      Analisi storica - architettonica:

1.  zona adibita ad abitazione dei coloni

2.  zona prettamente adibita alla lavorazione prodotti agricoli e della pastorizia

3.  zona residenziale o padronale: piano terra, primo piano, cappella

-      Palmento: piano terra, primo piano

-      Stalla

TIPOLOGIA: Masseria di campo e di pascolo non fortificata con trullo e struttura a pignon

CONTESTO: Contrada Sorresso territorio di Noci. La Masseria Sorresso è inserita nel territorio di Noci nella zona definita culturalmente la “Murgia dei Trulli”, essa infatti presenta peculiarità uniche date dalla presenza delle costruzioni a secco di trulli e pignon.

ARCHITETTURA RURALE: Il trullo ha una struttura architettonica di pietra a secco a pianta circolare e rettangolare e copertura conica, costruita esternamente da chiancarelle disposte a cerchi concentrici che decrescono verso l’alto fino ad essere chiusi da una pietra, solitamente base per il pinnacolo.

Il pignon è un modulo architettonico  a pianta rettangolare, ha le pareti in pietra ed è coperto con un tetto a due falde, a forte pendenza, rivestito con chiancarelle a pignon nella nomenclatura locale.

La realizzazione di strutture prive di malta e leganti, nell’impossibilità di raggiungere la continuità statica attraverso la compattezza, innescarono una serie di problematiche  che risultarono risolte con l’esperienza.

VICENDE STORICHE: Le prime notizie  inerenti la masseria risalgono intorno al XV secolo quando esisteva solo una struttura, attorno ad una corte, in cui probabilmente erano presenti semplici edifici inerenti alla lavorazione dei prodotti agricoli. Notizie documentate risalgono intono agli ultimi anni del secolo XVIII quando la masseria viene acquistata da Giannotto Sorresso (come ricorda una iscrizione posizionata sul portale di ingresso “QUIPRIMUM RESTITUIT ET HOC A FUNDAMENTIS POSUIT MDCCXCV”) che provvede a ristrutturare l’intero manufatto e adibendo una parte all’abitazione  della famiglia.

Un ulteriore ampliamento si registra  negli XIX secolo: appare evidente  al secondo piano della zona padronale e un intervento di ristrutturazione negli ambienti esterni la corte, adibiti a stalle.

ANALISI STORICA-ARCHITETTONICA: La Masseria, collegata da un breve raccordo carrabile alla contrada Sorresso che conduce alla città di Noci, è posizionata su un promontorio che domina il territorio circostante ed è circondata da alte mura di protezione a scarpa, in parte ancora esistenti, che presentano  nella parte superiore una sorta di aggetto, tipo le merlature dei castelli, che dovevano costituire una difesa appropriata dell’intero manufatto. Infatti l’idea di difesa si traduce in una limpidezza dei volumi e nella strutturazione abbastanza chiusa degli spazi. Tuttavia dobbiamo registrare che la masseria non ha avuto un coerente progetto di sviluppo architettonico, essa infatti è costituita da successivi accorpamenti resi uniformi dall’utilizzo di una tecnica costruttiva uniforme e abbastanza semplice.

All’interno della masseria sono ben visibili, attraverso muri a secco, le diverse pezzature di terreno adibite a differenti coltivazioni e alle attività della pastorizia. In particolare si registrano due grandi aie quadrangolari, che presentano un lastricato in pietra per  la battitura del grano.

A livello architettonico è possibile distingue tre principali contenitori architettonici distinti nell’uso e nelle funzioni differenti e che si sviluppano attorno a due corti interne, non comunicanti tra loro e accessibili da un unico ingresso. L’intera struttura risulta uniformata proprio dall’uso della pietra locale e dal colore bianco della calce:

1.la zona adibita all’abitazione dei coloni o servitù

2.la zona prettamente adibita alla lavorazione dei prodotti agricoli e della pastorizia

3.la zona residenziale o padronale

1.la zona adibita all’abitazione dei coloni o servitù: presenta una piccola corte  attorno alla quale si sviluppano diversi edifici:   a partire da una casa colonica ad un unico piano coperta con volta a botte interna e all’esterno un tetto a falde. All’interno la struttura, testimonianza  dei costumi della civiltà contadina, si presenta piuttosto semplice;  sono infatti due piccoli ambienti, uno con  la presenza di una cucina, l’altro più interno adibito a dormitorio. Ancora attorno alla corte sono posizionati tutti una serie di ambienti: un  porcile,  due trulli adibiti a stalla con la presenza di mangiatoie e infine una interessante serie di mangiatorie posizionate all’interno della corte.

2.la zona prettamente adibita alla lavorazione dei prodotti agricoli e della pastorizia:  qui gli ambienti sono raccordati da una corte interna. In primo luogo si registra la presenza di un interessante mulino, oggi sprovvisto di ruota, che si sviluppa su due piani e con copertura a pignon. I due piani sono inoltre comunicanti attraverso una tromba di trasferimento del grano dal piano superiore al piano terra. Il piano superiore è accessibile attraverso una scala esterna. Affiancato al granaio è un grande camino provvisto di cucina, utile probabilmente per la lavorazione del grano. Un altro lato del cortile è occupato da  due grandi stalle con mangiatoie basse, strutturate con la solita  architettura a trullo.

3.la zona residenziale o padronale: La residenza padronale che oggi osserviamo è risalente al 1795 quando Giannotto Sorresso dovette probabilmente  ricorrere ad alcuni lavori di ristrutturazione per consentire una residenza, seppur breve, della sua famiglia e di se stesso. Del Sorresso risulta tutt’oggi sconosciuta la sua residenza nel centro abitato di Noci, tuttavia a lui si deve la costruzione del grande convento delle clarisse con la relativa chiesa intono alla metà del 1600. Ulteriori studi consentiranno di acquisire ulteriori informazioni sul committente e sulle residenze a lui appartenute. Tuttavia si rivela nell’analisi della decorazione della chiesa delle clarisse un gusto prettamente aggiornato alla cultura napoletana, infatti registriamo alcuni interessanti altari marmorei napoletani  databili la seconda metà del Seicento. La struttura abitativa padronale della Masseria non presenta grandi decorazioni, giustificate dal fatto che nelle masserie la decorazione appare economizzata al massimo.

Piano terra: gli ambienti sono molto semplici, coperti a volte a botte. Sono presenti una cucina, una cantina per la conservazione degli alimenti e alcune camere adibite alla residenza della servitù.

Primo piano: raggiungibile da una scale interna, è di esclusiva competenza padronale, presenta due ambienti raccordati da un unico ingresso. Un primo corpo è costituito da un salotto con un terrazzino esterno, due camere da letto e una cucina. È possibile rilevare un semplice accenno decorativo sulle pareti sulla volta e sulle porte lignee, quest’ultime interessanti e di buona qualità risalenti alla seconda metà del settecento. Il motivo decorativo delle porte viene ripetuto anche sulle porte finestre. A questo corpo architettonico unitario, si registra l’aggiunta di un ulteriore corpo, composto da due grandi camere più ampie e senza nessuna decorazione. In due camere da letto si registra la presenza di due botole, indizio di luoghi per la conservazione del grano. Dall’ingresso, al primo piano, si raggiunge un grande terrazzo in cui è presente una interessante doppia edicola con la seguente iscrizione “QUO RUSTICATB. CONQUINISCERE  LIBEA COMMODIGRA HEIC LOCA SUNT POSITA A.D. 1792”. Dal terrazzo attraverso una scala si raggiunge un piccolo ripostiglio, forse adibito un tempo a colombaia.

La Cappella: si presenta a pianta rettangolare di dimensioni molto ridotte, essa costituisce la prova evidente che  la masseria ospitava anche l’intera famiglia. L’altare è in pietra con un semplice paliotto, al cui centro è presente una stella, ed è sovrapposto da un affresco. Nella parte superiore è stato rappresentato un postergale in prospettiva e dipinto a finto marmo. È possibile infatti che l’intero altare fosse dipinto a finto marmo secondo la moda del momento, infatti nel barocco quando non si poteva ricorrere alla realizzazione di un altare in marmo o non era conveniente realizzarlo nella residenza extraurbana, si ricorreva ad un lavoro di simulazione. L’affresco, di discreta qualità, raffigura l’Annunciazione, il momento in cui Maria assorta nella lettura viene colta dalla visita dell’Angelo che le porge il giglio bianco simbolo di purezza e le annuncia la Maternità divina, sottolineata dalla colomba dello spirito Santo. Necessita comunque di un intervento di restauro e di consolidamento degli strati pittorici.

Palmento: la struttura del Palmento, addossata alla casa padronale,  si compone di due ambienti rettangolari a L, con un piano terra e un primo piano.

Al piano terra è collocato il Palmento che è costituito da due vasche comunicanti, nella prima è posizionato il torchio per la pigiatura del vino, a seguire con un livello inferiore la vasca di decantazione e infine due ambienti strutturati per la misurazione del vino.

Il primo piano si raggiunge con una scala interna, presenta un ambiente di deposito e un grande terrazzo. All’esterno del palmento è presente un piccolo forno all’aperto per la cottura del vino.

Trullo adibito a stalla

Stalla costituita da due ambienti comunicanti, di 10 metri di lunghezza, coperta a pignon. Probabilmente il primo ambiente venne realizzato nel 1815 come ricorda un’iscrizione sul portale d’ingresso. Qui sono presenti una serie di mangiatoie 8 per ogni lato. Successivamente, forse per aumento del bestiame, fu realizzata o accorpata una struttura già esistente e realizzato un’enorme portale con la seguente iscrizione “F-D-T.F.     D.M.F.C.   A. D. 1858”.

APPROFONDIMENTI: Gli studi notarili sulla famiglia Sorresso (catasto onciario e catasto napoleonico del centro di Noci) consentiranno di acquisire maggiori informazioni sulla evoluzione architettonica della Masseria e di una eventuale identificazione del palazzo della famiglia all’interno del centro urbano di Noci. Pertanto anche in questo caso possiamo parlare di un sistema di residenze nobiliari nel centro urbano ed extraurbano e di eventuali confronti con altre realtà ragionali e nazionali.