Lettera dei trentacinque anni compiuti

Published on Medium in November 2016

Ciao.

È una spolverata di capelli bianchi, una sequenza di numeri: cosa vuoi che sia?

È arrivato anche stavolta, puntualissimo, il giro di pista: questo compleanno che ho festeggiato sempre malvolentieri. E che stavolta, come sai, è diverso.

Vorrei dirti che non sono granché cambiato: ma chi ci crederebbe? Solo perché entro ancora nei miei vestiti? O perché mantengo una a una le mie mal’abitudini e goffaggine?

Sono cambiato, lo ammetto persino io. E mi ci devo ancora abituare.

Cambiamento, dici, perché sono più vecchio? Ma quando mai! A spuntare una casella ETÀ differente, a leggere inforcando gli occhiali, a parlare di tasse e pensioni, a programmare vacanze con largo anticipo… mi ci abituerò — presto o tardi. Per queste cose, il tempo fa il mestiere suo. Per altre cose invece, funziona proprio poco.

È una spolverata di capelli bianchi, una sequenza di numeri: cosa vuoi che sia?

Sai — fino a poco fa avrei voluto togliermi lo sfizio di invecchiare adolescente: di cazzeggiare fintanto le rotule reggevano; e rinchiudermi nella mia stanzetta (qualunque stanzetta fosse) se fosse girata male.

E invece, ora lo sai, ho capito. Ho capito senza le parole (e infatti non saprei spiegare) che c’è da vivere il tempo che ho davanti senza prendere pause. E ho pure scoperto di avere ancora una fetta di giovinezza da consumare (con saggezza :)) e una voglia matta di costruire poco a poco qualcosa. D’un tratto, la noia non so più cosa sia.

Sono diventato adulto, in una notte, trascinando la valigia in strada. Mi sono ritrovato ad abbracciare il mio amore forte: non saprò mai se la reggevo o mi aggrappavo. Mi sono ritrovato con una lista di cose da fare scritta con la grafìa dei bambini — e con un pane nuovo che getto in mare volentieri.

Adesso 3/4 delle ansie che avevo sono svaporate, e il papello chilometrico delle cose notevoli s’è fatto un bigliettino piegato in due. Restano tante piccole meravigliose cose: questi anni (che sento come fossero tanti!) stanno stretti nel loro scatolone.

La fotografia della nostra squadra appesa al muro è bella come sempre: siamo venuti benissimo, abbracciati, ognuno con i suoi colori.

È una spolverata di capelli bianchi, una sequenza di numeri: cosa vuoi che sia?

Un bacio forte,

Luigi

PS La torta ha una ditata sulla crema: chi è stato?