Religione

  1. “La religione non è dunque una cosa che potrà essere annichilita dal progresso tecnologico o da altri tipi di spiegazione della realtà più «convincenti» e «razionali». Dobbiamo allora chiederci qual è la ragione della sua persistenza all’interno dell’esperienza umana. A mio avviso questa ragione va individuata nella percezione da parte degli uomini che in loro abita una dimensione non del tutto riducibile a quella materiale, alla dimensione mondana. In altre parole l’uomo comprende di non essere del tutto riducibile al mondo.” (Vito Mancuso)

2. “La verità non può essere posta dall’intelligenza dell’uomo, ma da questa solo riconosciuta nell’ascolto della religione.”

3. “La religione non è vera, perché gli evangelisti e gli apostoli la insegnarono; ma essi la insegnarono, perché è vera.”

4. “Dicendo «Dio» nominiamo la sorgente e il porto dell’essere-energia, nonché la sorgente dell’informazione che consente all’energia di strutturarsi in materia organizzata così da diventare vita, vita intelligente, vita come spirito creativo. La religione è vera e degna di un essere umano responsabile nella misura in cui relaziona il singolo individuo a tale «principium» di tutte le cose.”

5. “Per il fatto che l’uomo ha una natura spirituale che lo porta ad avere coscienza e quindi a meravigliarsi del fatto di vivere, per il fatto che egli vuole la vita non solo per sé ma anche per gli altri, e che identifica questa volontà di vita con il bene, per tutto ciò, quando si trova di fronte al dolore e all’ingiustizia nasce in lui la contraddizione da cui prende origine la religione.”

6. “La sconfinata produzione di miti e mitologie, di riti e liturgie, di abiti e cerimonie, di libri e edifici sacri, testimonia la grandezza e il travaglio dell’anima alle prese con la tragica meraviglia della vita… La religione nasce dall’intreccio asimmetrico di meraviglia e di dolore che la superiorità della vita provoca negli esseri umani.”

7. “Se più di sei miliardi di persone abitano questo pianeta, non spetta a nessuna religione rivendicare rispetto alle altre il proprio cammino verso la salvezza. Piuttosto, è necessario, riconoscendo la libertà degli uomini, in particolare la vera libertà religiosa, rispettare ciascuno per il proprio cammino di fede e incontrarsi nel dialogo gli uni con gli altri, per capirsi meglio.”

Note

  1. «Il caso o la speranza?» Un dibattito senza diplomazia, Garzanti, Milano 2013, pagg. 33 e 34 di Paolo Flores D’Arcais e Vito Mancuso

  2. «Hegel teologo» e l’imperdonabile assenza del «Principe di questo mondo», Garzanti, Milano 2018, pag. 109, di Vito Mancuso

  3. «Antitesi ai frammenti dell’anonimo di Wolfenbüttel», [1777], in «Opere filosofiche», a cura di Guido Ghia, Utet, Torino 2008, pag. 492, cfr. anche «Axiomata», nn. 9-10 [1778], ed. it. in «Religione e libertà», a cura di Guido Ghia, Morcelliana, Brescia, 2000, pagg. 150 e 151, di Gotthold E. Lessing

  4. «Io e Dio». Una guida dei perplessi, Garzanti, Milano, 2011, pag. 76, di Vito Mancuso

  5. «Io e Dio». Una guida dei perplessi, Garzanti, Milano, 2011, pag. 54, di Vito Mancuso

  6. «Io e Dio». Una guida dei perplessi, Garzanti, Milano, 2011, pagg. 51 e 53, di Vito Mancuso

  7. «L’inizio di tutte le cose». Creazione o Evoluzione? Scienza e Religione a confronto, Rizzoli, Milano, 2006, pag. 229, di Hans Küng