I Vangeli

Nell'approccio allo studio dei Vangeli bisogna sempre avere in mente che, in essi, le "stratificazioni" sono presenti sia nella redazione dei Vangeli stessi, sia nella loro successiva rilettura teologica.

L'equivoco di fondo è pensare che ciò che si legge nei Vangeli sia una sorta di cronaca della vita di Gesù, con le sue gesta e con le sue parole originali.

Purtroppo non è così: i Vangeli sono un'opera con una finalità teologica, scritta dalla Chiesa primitiva e per la Chiesa presente e futura.

Quindi, al massimo, in essi ritroveremo l'intento e il messaggio della Chiesa primitiva, non quello di Gesù.

Questo, perché, gli evangelisti sono biografi antichi, non cronisti contemporanei.

I Vangeli appartengono al genere della biografia greco-romana e, questo genere, permetteva una certa flessibilità nel modo in cui gli eventi storici venivano narrati.

Se non comprendiamo bene questa cosa, non riusciremo mai a capire nulla dei Vangeli e del loro valore come fonti storiche.

L'esattezza del dato è una cosa che ossessiona noi moderni ma, per gli antichi, era assolutamente insignificante.

Gli evangelisti descrivono in modo diverso il processo, la crocifissione e la morte di Gesù perché, in parte, si rifanno a tradizioni diverse, e perché, in parte, hanno scopi teologici diversi.