La saga Bonelli continua

di Alfonso Coppola

La breve esperienza con I.D.E.A. fa comprendere due cose a Gianluigi Bonelli. La prima è che, con il passar del tempo, la formula del fumetto richiesta in edicola dai lettori era adesso l’albo, e non più il giornale, la seconda è che la collaborazione con gli altri soci non sarebbe più potuta proseguire.

Rileva quindi Audace per settemila lire, cifra che gli viene prestata dalla suocera, Emilia Bertasi, e propone gli albi di Furio come portabandiera dell’etichetta, anche se non dichiara apertamente il cambiamento in questo formato a causa della censura fascista, che si era sempre mostrata ostile verso questo nuova tipologia di prodotto editoriale.

Bisogna comunque chiedere l’autorizzazione per le “modifiche alla struttura del contenuto del giornale”. Il Ministero della Cultura Popolare concede l’autorizzazione ma dispone l’obbligo di sottoporre alla commissione le bozze degli albi prima della pubblicazione, per l’approvazione finale, secondo le circolari emesse dalla Prefettura n. 139/B del 30 novembre 1939 e n.1206/B del 30 agosto 1940, che disciplinano la Stampa per Ragazzi.

Con l’approvazione del Ministero, Audace può uscire in edicola. Il formato è di otto pagine, tutte dedicate a Furio, costa 70 centesimi, e solo l’interno delle copertine contengono racconti in prosa. È un albo a tutti gli effetti, ma nessuno sembra rendersene conto.

Il protagonista, Furio Almirante, è un giovane emigrante italiano, che negli anni venti si trasferisce in Missouri. La sua vita tranquilla, nella fattoria che possiede, viene sconvolta dalla richiesta di aiuto di un cugino che vive a New York. Giunto nella metropoli, grazie al suo fisico muscoloso, ha modo di farsi notare dall’opinione pubblica grazie a una serie di scontri, anche con le forze dell’ordine. Una serie di vicissitudini lo porteranno a diventare un pugile professionista e, le sue gesta, sia private che sportive, porteranno la stampa a definirlo come “X.1.” “L’Uomo dal Pugno di Acciaio” come titola il numero uno della serie.

La redazione di Audace è, decisamente, a conduzione familiare. Gianluigi Bonelli scrive i testi e si preoccupa di gestire i rapporti con i disegnatori, che nel frattempo sono aumentati di numero. La moglie Tea si occupa della contabilità e cura le rubriche all’interno dell’albo. Intanto una nuova stretta del Ministero intima, con una raccomandata datata 6 dicembre 1941, alla Redazione di “cambiare le fisionomie dei personaggi che sono troppo americaneggianti…sottolineare di più l’elemento politico” in alcuni racconti e “presentare le bozze di stampa almeno quindici giorni prima della pubblicazione”.

Bonelli conclude che Milano non è più un luogo sicuro nel quale poter continuare a lavorare. La redazione, composta ora anche da Franco Donatelli, disegnatore di punta della casa editrice, e da Mario Faustinelli, si trasferisce quindi in Liguria. Ma il Ministero, intanto, pone sotto sequestro 1043 albi editi da varie case editrici, compresi tutti i numeri che Audace aveva stampato prima del 1° gennaio 1942. Questo per diminuire la pubblicazione di varie testate in quanto non riusciva a tenere sotto controllo l’intera produzione editoriale.

È un danno enorme, al quale Bonelli replica con due azioni, rimodellando le fattezze di Furio e modificando le caratteristiche tipografiche dell’albo presentandolo in un formato orizzontale. Inoltre altre pubblicazioni arricchiscono il panorama di Audace. Si tratta, tra le altre, di Capitan Fortuna e Orlando l’Invincibile.

Nell’estate del 1943 Gianluigi Bonelli viene richiamato al fronte, ma fugge in Svizzera per non arruolarsi. La moglie Tea e il figlio Sergio trovano rifugio a Fontanabuona, nell’entroterra ligure. Le pubblicazioni di Audace passano alla gestione editoriale de La Diffusione della Stampa che, però, vista la scarsità di autori, e la stretta del Ministero, cambia la periodicità da settimanale a quattordicinale. Le nuove storie di Furio sono affidate ad un nuovo autore Enrico Bagnoli. Nel 1945 la Casa Editrice ottiene il nulla osta per ristampare alcuni numeri precedenti, ma questo non impedisce di interromperne, almeno temporaneamente, le attività.

Intanto, il piccolo Sergio, si ritrova tra le mani un albo di Furio, dal titolo La foresta in fiamme, in cui il personaggio creato da suo padre, abbandonata la metropoli statunitense, si era ritrovato a vivere un’avventura in Angola. Nell’affrontare un temibile avversario conosciuto come Leopardo Nero, Furio indossa una grottesca pelle di coccodrillo.

Le vignette de La foresta in fiamme, colpiscono in maniera particolare il giovane, facendo scaturire in lui una vera e propria passione per questa specie animale. Un interesse che lo porterà nel corso degli anni a collezionare centinaia di storie ed oggetti che li rappresentavano, e che saranno uno stimolo per la spiccata fantasia che dimostrerà in futuro… (continua…)

(Articolo pubblicato sul periodico Zonagrigia.it il 20/12/2019)