La Storia del Fumetto in Italia

La Sergio Bonelli Editore (seconda parte)

di Alfonso Coppola

Trascorrono due anni. È il 1935, e Gianluigi Bonelli continua a scrivere storie per il Corriere dei Piccoli. Qui il direttore gli affida, ad un certo punto, l’incarico di gestire un nuovo personaggio, Balilla Venturino, una serie che racconta le vicissitudini di un naufrago, tipo Robinson Crusoe, ma con le fattezze di un bambino, trascorse su un’isola tropicale.

I disegni sono affidati alle matite di Vittorio Cossio. La serie appare per la prima volta sul n. 3 del gennaio 1935 e si conclude sul n. 43 dell’ottobre 1936. Durante questo periodo, un’altra casa editrice, la Casa Editoriale Vecchi, di Lotario Vecchi, è alla ricerca di un romanziere. Il fratello del disegnatore Vittorio Cossio, Carlo, presenta allora alla redazione il giovane Gianluigi, a cui viene chiesto di redigere una storia in prosa.

Ispirato da opere come Capitan Blood o Scaramouche, Bonelli scrive il suo primo romanzo: Gli Sparvieri del Mare, che sarà pubblicato a puntate, e con lo pseudonimo di Fernando Leoni, a partire dal n. 73 del 1° giugno 1935 fino al n. 134 del 25 luglio 1936. Nel frattempo la casa editrice cambia il nome in L’Audace.

Sia Vecchi, editore contemporaneamente anche di altre testate come Tigre Tino e Jumbo, dedicate ai più piccini, Cine Comico e Pinocchio, per i più grandicelli e Primarosa per le signorine, che il suo primo segretario Gastone Marzorati, apprezzano molto il lavoro di Gianluigi, al quale affidano anche l’adattamento italiano di Tarzan. Sarà proprio sulle pagine di Primarosa che il giovane Bonelli inizierà a farsi le ossa, scrivendo o, addirittura, reinventando completamente, vista la poca familiarità che aveva con l’inglese, le versioni in italiano di fumetti stranieri, come ad esempio La freccia d’oro, un western di produzione britannica. La sua fantasia partorisce, invece, una serie di propria invenzione, Le avventure del Principe Pulcino, che racconta di un giovane principe che un maleficio ha costretto a vivere per sempre nel corpo di un bambino. I disegni sono sempre di Vittorio Cossio, e la serie apparirà tra l’ottobre del 1936 e il luglio del 1937.

Verso la fine del 1937 Primarosa chiude e tutta la produzione viene dirottata sulla testata Pinocchio. Qui, quasi come una premonizione, Bonelli traduce una nuova serie western, Tex Thorne, completa opere che altri autori, per un motivo o l’altro, non erano riusciti a portare avanti, ma, cosa più importante, crea un nuovo personaggio, Artagow, il figlio degli dei, il primo tarzanide italiano, disegnato dal pittore Enrico Mercatali.

Nello stesso anno, finalmente, Gianluigi Bonelli può finalmente vedere il proprio nome apparire su L’Audace per la pubblicazione del suo nuovo romanzo L’ultimo corsaro, illustrato da Giuseppe Fontanelli (Bissietta) e Franco Caprioli. Altre sue storie a fumetti saranno La freccia vermiglia, disegnata da Franco Chiletto, e Inferno nero, disegnata da Ottorino Schipani (Schipa).

Nel 1938 sarà invece pubblicato il suo terzo romanzo, I Fratelli del Silenzio, accompagnato dalla storia a fumetti Fiamme in Oriente, disegnata da Enver Bongrani.

Ma il 1938 fu anche un anno molto significativo per il mondo dell’editoria, perché il Ministero della Cultura Popolare decise, in un primo momento, di limitare la pubblicazione di materiale di importazione, per poi successivamente eliminarla del tutto. Ecco che alcune produzioni britanniche verranno da quel momento pubblicate sotto il nome di autori italiani, tra cui proprio Bonelli, come ad esempio per i fumetti Sui mari del Nord, Fra i selvaggi di Kopi, i cui disegni saranno attribuiti sempre a Vittorio Cossio, ma che Cossio non aveva mai disegnato, o Il sentiero del tradimento, tutti editi sulla collana Albi dell’Audacia.

Bonelli, intanto, scriverà di suo pugno, tra 1938 e il 1939, testi in prosa come L’avvoltoio nero, per la Collezione Vittoria, che in seguito cambierà il suo nome in Collezione Juventus, accompagnati da disegni che, per i motivi esposti, saranno attribuiti ad autori italiani, in qualche caso addirittura anche allo stesso Bonelli.

Grazie all’editore Vecchi, Bonelli scrive anche quella che sarà la sua prima saga a lungo respiro per il settimanale Robinson, dal titolo I Falchi Grigi, disegnata sempre da Vittorio Cossio.

La saga avrà una storia editoriale molto tormentata, contrassegnata da riedizioni e ristampe, lunga ben tredici anni. I protagonisti sono Sir. Merrival, sua figlia Sadie, un loro amico, Jimmy e il pilota Bob Daney, i quali, scalando l’Everest, si ritrovano in una misteriosa “Città di Cristallo”, dove sono catturati dai terribili “Falchi Grigi”. I lettori, però, non potranno al momento conoscere il finale perché, nel febbraio 1937, Robinson cessa le pubblicazioni.

La storia riprenderà tre anni più tardi, pubblicata su sei volumi della serie Albi dell’Audacia, degli editori Della Casa e Casarotti, pubblicati dal 20 giugno 1940 al 5 gennaio 1941. I disegni questa volta sono affidati a Raffaele Paparella e Pier Lorenzo De Vita.

Interrotta ancora una volta, due mesi dopo, la serie riappare su Audace, questa volta con il nome modificato in I Conquistatori dello Spazio che ripropone i primi cinque albi della serie precedente, a colori e in versione verticale, per poi nuovamente interrompersi, finché, due anni dopo, tra novembre 1943 e febbraio 1944, sarà riproposta una quarta edizione nella collana Albo d’Oro Audace. Anche questa volta il finale non riuscirà ad essere pubblicato.

Finalmente, nel settembre del 1950, la saga troverà il suo finale nella Collana Ragno d’Oro, dove i lettori potranno vedere i protagonisti, finalmente vittoriosi, fare ritorno a casa... (continua…)

(Articolo pubblicato sul periodico Zonagrigia.it il 29/11/2019)