Benedizione delle armi alla “Sanctuary Church”

di Alfonso Coppola

Non c’è alcun dubbio. La scena che i passanti si sono ritrovati davanti lo scorso mese, per le strade di Newfoundland, in Pennsylvania, sarà una di quelle difficili da dimenticare. Gli abitanti di Dreher Township, Contea di Wayne, infatti, hanno a un certo punto visto dirigersi verso una chiesa locale, la “Sanctuary Church”, diversi fedeli appartenenti al controverso gruppo religioso “World Peace and Unification Sanctuary” del reverendo Hyung Jin Moon, ornati di corone realizzate con proiettili e armati di fucili semiautomatici AR-15. Per intenderci, la stessa arma utilizzata ad Orlando il 12 giugno 2016 da Omar Mateen per uccidere 49 persone e ferirne 53, o quella utilizzata da Nikolas Cruz per compiere la strage nel liceo di Parkland. La cerimonia che ne è seguita, che ha spinto al trasferimento di alcuni studenti di una vicina scuola elementare per ragioni di sicurezza, officiata dallo stesso Moon, ha visto la benedizione di alcune coppie di sposi e delle loro armi. Intervistati, i membri della “chiesa” hanno dichiarato che la cerimonia era prevista da mesi e che quello che stavano facendo non era altro che seguire la volontà di Dio, descritta da un passo biblico contenuto nel libro dell’Apocalisse: “A chi vince e persevera nelle mie opere sino alla fine, darò potere sulle nazioni, ed egli le reggerà con una verga di ferro e le frantumerà come vasi d'argilla” (Apocalisse 2:26,27). I seguaci del movimento interpretano questo versetto come un comando di armarsi e vedono nella “verga di ferro” un riferimento al fucile. Il reverendo Hyung Jin Moon, (figlio di Sun Myung Moon, predicatore sudcoreano scomparso nel 2012 e fondatore, agli inizi degli anni Cinquanta, della ben più nota e imponente “Chiesa dell’Unificazione”, di cui la “World Peace and Unification Sanctuary” rappresenta una fazione scissionista), ha invocato nel corso della cerimonia “un regno di pace assicurati da polizia e milizia, dove i cittadini, tramite il diritto dato loro da Dio onnipotente di tenere le armi, siano capaci di proteggersi l’un l’altro e tutelare il fiorire del genere umano”. Immediatamente, la “Chiesa dell’Unificazione” del reverendo Moon ha preso le distanze dall’accaduto. La Chiesa “Madre” che, ricordiamo, non è in alcun modo collegata con gli avvenimenti descritti, è stata oggetto di attenzione da parte del grande pubblico soprattutto in occasione di enormi matrimoni collettivi come, ad esempio, quello che fu trasmesso via satellite in 54 paesi nel 1997, quando, nello stadio di Washington, 3.600 coppie giunte da tutto il mondo convolarono a nozze con in sottofondo la voce di Whitney Houston, oppure in occasione del discusso matrimonio del monsignor Emmanuel Milingo nel 2001. Oggi la “chiesa” fondata da Sun Myung Moon è denominata “Federazione delle Famiglie per la Pace Mondiale e l’Unificazione” (FFPMU). In un comunicato, diffuso il giorno seguente alla cerimonia della benedizione delle armi, il presidente della FFPMU, Giuseppe Calì, ha dichiarato: «Noi incoraggiamo la pace e non abbiamo mai accettato l’uso delle armi. Il rituale di benedizione avvenuto in Pennsylvania presso l’organizzazione “Sanctuary Church” è totalmente scollegato dalla nostra etica e dai nostri valori collegati alla pace, al dialogo, alla condivisione e alla non violenza per la costruzione di una famiglia mondiale incentrata su un unico Dio d’amore e misericordia. L’introduzione di armi all’interno dei nostri luoghi di ritrovo non è mai stato accettato e mai lo sarà. Ribadisco la nostra totale estraneità ai fatti avvenuti in Pennsylvania e all’organizzazione che li ha messi in atto. La “Sanctuary Church”, continua Calì, “non è mai stata collegata in alcun modo alla Chiesa dell’Unificazione. Il fatto che sia stata fondata da uno dei quattordici figli del rev. Moon e HakJa Han, non gli dà nessun diritto di parlare a qualsivoglia titolo a nome del nostro fondatore. Ci dissociamo totalmente dalle attività della “Sanctuary Church” e diffidiamo chiunque dall’associarci in maniera diretta o indiretta a questa organizzazione».

(Articolo pubblicato sul periodico Zonagrigia.it il 24/04/2018)