Recensioni

Totò Sapore Recensione di Francesco Cento per http://www.bellininews.it/

Sabato 5 dicembre, presso l’Auditorium del Carlo Felice di Genova, è andata in scena l’ultima recita di Totò Sapore, un’opera lirica (alias “Favola in musica”, in atto unico) che, sulla carta, sarebbe per bambini. E tanti, difatti, ce ne erano tra il pubblico, insieme ai genitori. Così come il sottoscritto che vi è capitato (quasi per caso a fronte di un “tutto esaurito” per tutte quante le recite previste), con la propria figlia di nove anni.

Ancora i bambini della scuola elementare hanno lavorato alle scene, in un laboratorio organizzato dalle maestranze del teatro.

Ma, nei fatti, il lavoro è godibile da un pubblico molto vasto ed ha, aldilà del puro divertimento e delle situazioni create e delle arguzie del testo, un triplo valore educativo. Verso il teatro, verso la musica e verso l’opera lirica. Verso quest’ultima forma di spettacolo, poi, riesce gradevole sia per coloro che la conoscono, sia per coloro che ne sono digiuni.

Di opera si tratta dunque, cantata e recitata come era nell’Opéra-Comique, in Francia, e, in Italia, l’opera buffa napoletana ed a Napoli, guarda caso, si svolge la trama (e regnanti di Francia calcano la scena).

La musica di Totò Sapore (“favola musical-teatrale gastronomica e filosofica”: un amalgama determinato dalla regia di Patrizia Ercole) è stata scritta dal giovane compositore genovese Andrea Basevi; mentre le parole sono del poeta Roberto Piumini: (divertenti, lievi, con rime efficaci e mai banali, sempre puntuali nel colorire una frase, sottolineare una battuta, risolvere una scena) . Entrambi cantano nell’opera e, a fronte di una presenza inusuale, lo spettacolo ne acquista in divertimento e in utilità; nel senso che, avere sul palco il poeta, può servire a re-impostare la scena (e il canto) per sopperire a qualche incidente di percorso.

Dapprima un racconto (Il cuoco prigioniero, 1985) dello stesso Piumini, poi tradotto per il teatro. Quindi un cartone animato (Le avventure di Totò Sapore, 2003).

L’opera narra le vicende di Totò Sapore (parte en travesti), un cuoco vissuto a Napoli all’epoca di Re Borbone (uno qualsiasi). I suoi piatti erano talmente deliziosi che fu ammesso a corte dove, nella cucina della reggia, divenne il numero uno. Ma quando a Palazzo giunsero il re e la regina di Francia, le squisitezze dei manicaretti di Totò gli si rivoltarono contro. Il re francese chiede al re Borbone che il cuoco sia trasferito a Parigi. Il Borbone, diplomaticamente, rifiuta («…Totò Sapore / ha un male misterioso, assai molesto, / che Napoli soltanto può curare… / Se invece vive altrove… muore presto!»). La regina di Francia, però, non sente ragioni e, strappandosi un capello, lo fa cadere nella pietanza accusando Totò di negligenza (e lesa maestà?).

A questo punto il Re Borbone è costretto a imprigionarlo. Dopo varie peripezie, compresa un’evasione, sarà la pizza («un cibo che sia tondo / come il mondo, / né primo né secondo») la chiave che gli aprirà definitivamente la via verso la libertà e il Re Borbone, se vorrà, andrà a mangiare la pizza (facendo la fila) nel locale di Totò.

Il racconto è condotto da un bravissimo Pulcinella (en travesti) interpretato con cipiglio gioviale (e giovanile) dalla brava Laura Schintu. Bravissima è stata Giulia Beatini che ha interpretato Totò con sicura presenza (anche di spirito) e bella interpretazione canora. Magistrale la sua aria (in altri tempi “di catene”) del carcere «Se questa è una cucina…Dov’è la libertà?» (con una cadenza finale d’una sobrietà disarmante – a onore del compositore - e d’una difficoltà particolare - ad onore della cantante). Sia il Re Borbone, come già detto l’autore del libretto Roberto Piumini, con voce di basso-baritono cantante; sia l’Ufficiale, interpretato dal compositore Andrea Basevi (qui in veste di tenore), hanno ottima resa e credibilità. Bella l’aria di sortita del Re Borbone («Caro Totò ascolta questo detto») e la sua partecipazione ai pezzi d’insieme (duetti e quartetti: esilarante quello con i regnanti di Francia, «Sia fatto un gran brindisi / agli ospiti magnifici»); così come ben scritta e interpretata l’aria dell’Ufficiale alla ricerca di Totò evaso («Accidentaccio, ma dov’è scappato?»).

Non possiamo dimenticare la coppia dei regnanti di Francia (Tomaso Valseri e Sara Minoggio) con la regina che attacca quella che in altri tempi veniva chiamata “aria di sdegno”, quando “trova” (il suo) capello nel piatto: irresistibile «Un capello di cuoco nel mio piatto».

Plauso alla Regina di Napoli, Barbara Maiulli, dalla napoletanità compìta e bastantemente mediterranea.

Napoletanità diffusa a piene mani dagli innumerevoli Pulcinella presenti in scena, senza mai cadere nell’agiografico, pizza compresa, dato che l’ironia e la verve dei cantanti–attori è stata ragguardevole. Nella favola, si sa, un posto vale l’altro, ma in questa “favola filosofica” appare soffusa, tra le righe, la capacità – e la voglia? – di parlare di un aspetto del Meridione, tra tanti Soloni xenofobi contingenti e tanti pregiudizi conclamati (dei tempi nostri).

Insomma, uno spettacolo (autoprodotto) da raccomandare, come se ne vedono pochi al giorno d’oggi e che avrebbe retto facilmente anche il palcoscenico maggiore del Carlo Felice, così come il “tutto esaurito” delle recite (martedì 1, mercoledì 2, giovedì 3, venerdì 4 e sabato 5 dicembre) la dice lunga sul gradimento del pubblico. Per contro, va detto, che lo spettacolo non sarà rappresentato altrove ed è un vero peccato perché davvero meriterebbe d’esser conosciuto in altre piazze, oltre quella genovese fortunata. Bisognerebbe far circolare e conoscere questa Favola che possiede musica chiara, agevole e genuina. Eseguita, qui a Genova, dal vivo, con flauto traverso (con funzione di “obbligato” e di rinforzo al canto), chitarra e pianoforte. Orchestra dal vivo che, vista l’esiguità dell’insieme, potrebbe trovare riscontro anche altrove.

Solo una raccomandazione: dato che è una favola gastronomica ad altissimo livello di sollecitazione dei succhi gastrici, è buona regola arrivare a teatro a stomaco pieno.

Francesco Cento

Roberto Piumini e Andrea Basevi Due personaggi in cerca di Sapore

Repubblica — 04 dicembre 2009 pagina 15 sezione: GENOVA

LO SCRITTORE Roberto Piumini e il compositore Andrea Basevi formano da tempo un affiatato sodalizio nel teatro musicale per bambini. In "Totò Sapore" in scena in questi giorni con successo di pubblico all' Auditorium Montale, i due autori si mettono anche simpaticamente in gioco come attori. È una favola divertente, costruita con ironia nel testo e resa piacevolmente in musica con soluzioni diversificate, dai gorgheggi umoristici della regina di Francia all' aria patetica del povero Totò. Scorrevole la regia di Patrizia Ercole, bravissimi gli attori e cantanti e i musicisti (Roberta Paraninfo, pianoforte, Gianluca Nicolini, flauto, Fabrizio Giudice, chitarra), simpatiche le scene del Laboratorio del Teatro. - (e.i.)

Fonte: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/12/04/roberto-piumini-andrea-basevi-due-personaggi-in.html

Articolo pubblivato sul Venerdì di Repubblica il 2 luglio 2010

http://periodici.repubblica.it/venerdi/?num=1163

E la pizza di Totò Sapore affascina Torino costumi e scene genovesi per l' opera di Piumini

Repubblica — 17 settembre 2010 pagina 4 sezione: GENOVA

QUEL titolo, "Totò Sapore", che domani andrà in scena al Festival Mito di Torino con costumi e scene del Carlo Felice, rimanda subito al film animato con musiche di Eugenio Bennato che, qualche anno fa, riuscì a ritagliarsi un suo spazio nella sfida ai colossi americani. In realtà, il cartone era solo "liberamente ispirato" a un bellissimo racconto, "Il cuoco prigioniero", firmato da Roberto Piumini, uno dei più importanti scrittori italiani per l' infanzia. Quel testo, infatti, ha prima vissuto una sua forma teatrale e poi è diventato un' opera lirica, musicata da Andrea Basevi, apprezzato compositore genovese e docente al Conservatorio di Alessandria. Basevi, in scena, si è pure ritagliato una piccola parte, il conte Belforte, così come lo stesso Piumini, che sarà il re Borbone. Ma i protagonisti assoluti sono la musica, firmata appunto da Basevi, i costumi e le scenografie, interamente realizzate dai bambini delle scuole genovesi che hanno partecipato ai laboratori del Carlo Felice. Un trionfo di colori cuciti addosso ai personaggi per un' opera che domani, dopo una prima esecuzione genovese, sarà di scena al "Mito" nella sezione appunto dedicata ai bambini. L' attività dei laboratori del Caro Felice, totalmente gratuita e messa a disposizione della città, aggiunge così un altro prestigioso tassello alla sua già consolidata esperienza. La regiaè affidataa Patrizia Ercole, le musiche saranno eseguite al flauto da Gianluca Nicolini e alla chitarra da Fabrizio Giudice, il coro è quello del "Genova Vocal Ensemble", diretto da Roberta Paraninfo, che accompagnerà l' opera anche al pianoforte. - MASSIMO MINELLA

Fonte: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/09/17/la-pizza-di-toto-sapore-affascina.html

Bambini all' opera

Repubblica — 18 settembre 2010 pagina 13 sezione: TORINO

Un allestimento propedeutico con melodie non banali che avvicinano alla lirica e scenografie realizzate dalle scuole

In scena Totò Sapore, la favola musicale di Piumini

È nata oltreoceano l' avventura sonora di "Totò Sapore", mentre il compositore Andrea Basevi e la regista Patrizia Ercole, incidentalmente marito e moglie, stavano lavorando a San Paolo in Brasile nelle scuole delle favelas. I bambini c' entrano parecchio e non solo come fruitori in questa favola musical-teatrale, gastronomica e filosofica di Roberto Piumini, ospite del cartellone di MiTo oggi per due repliche gettonatissime alle 16 ed alle 18.30 nella Casa del Teatro Ragazzi. Realizzatori delle scenografie, disegnate da Valentina Albino, sono proprio i piccoli delle scuole elementari di Genova, che hanno partecipato ai laboratori di attrezzeria organizzati dal teatro Carlo Felice e si sono divertiti a colorare, maneggiare compensato, produrre oggetti che poi hanno riconosciuto, perché rigorosamente invitati ad assistere alle prove. "Totò Sapore" racconta di un cuoco prigioniero in un' immaginaria Napoli al tempo dei Borboni: si chiama Totò ed è talmente bravo da suscitare l' efferata invidia del Re di Francia e uno sproposito di conseguenti pasticciate macchinazioni. Si tratta di un' opera propedeutica, con una melodia ricca di citazioni della grande opera lirica, che non ne cela la complessità ma ne smussa l' imponenza: avvicina tutti alla lirica maiuscola, senza spaventare. Un' operazione per mille versi originale, quella di Patrizia Ercole, di formazione attrice e ormai da tempo impegnata nella didattica teatrale. Anzitutto in scena ci sono gli autori, che hanno alle spalle parecchie collaborazioni: Roberto Piumini recita e intona, nei panni di Re Borbone, e canta anche Andrea Basevi. È il debutto come cantante per l' eccellente scrittore, mentre l' attore l' aveva fatto in gioventù, continuando poi a usare professionalmente la sua bella voce da basso per registrare audiolibri o far parlare l' orso Balosso dell' Albero Azzurro in Rai. Recentemente il narratore ha avuto l' idea bislacca di confidare una certa sua nostalgia per il palcoscenico ed eccolo allegramente scritturato: non solo, il testo è in rima, talvolta la memoria tradisce Piumini che sempre si riscatta lì per lì, come i migliori rimatori all' improvviso. Tutte le altre parti sono incarnate dal Genova Vocal Ensemble, un gruppo di giovani, tra i 18 ed i 26 anni, prevalentemente donne e dirette da Roberta Paraninfo; anche la loro è storia strana, sono quotati nell' ambito delle corali polifoniche, partecipano e vincono concorsi e hanno, nonostante l' età, un' invidiabile esperienza musicale, avendo cominciato a cantare da bambini. Abituata da tempo ad insegnare a recitare, non è stato difficile per la simpatica regista incasellare in ruoli teatrali la compagnia di cantanti. - MAURA SESIA

Fonte: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/09/18/bambini-all-opera.html