BREXIT

BREXIT. Qualche input di macroeconomia.

Queste mie considerazioni pongono a confronto due concezioni politiche-economiche di come stare nel capitalismo(kismo), che io non condivido ovviamente, ma che possono far riflettere sull'esistente...

Il peggio: uscire più in fretta dalla UE(Unione Europea) e globalizzazione capitalista(kista), ma senza una prospettiva economica chiara;

il meno peggio: stare nel mercato globalizzato, per ora, ma in agonia...

-La G.B., madre del capitalismo (kismo) industriale, 5°potenza industriale nel mondo, vota per l'uscita dalla Ue, ma questa è un'uscita dalla globalizzazione del mercato kista!

-Stiamo vivendo la Crisi Globale di Contrazione Economica Kapitalista(CGCEK), poiché l'automazione manuale-intellettuale, sta distruggendo progressivamente la misura del valore-lavoro (tempo-lavoro necessario dell'uomo per fare una merce e misurare la ricchezza...).

Tuttavia, pur vivendo la CGCEK, il mercato kista, ha la necessità storica della globalizzazione, e dunque perdere un pezzo come la G.B., è una accelerazione della sua fine storica.

Comincio con le illusioni di coloro che sono contro l'€ e vogliono uscire dal mercato della globalizzazione.

-Prima illusione della Brexit: la svalutazione del pound(sterlina) come panacea economica alla crisi, con l'aumento delle esportazioni.

In Inghilterra vi saranno sempre meno investimenti esteri di capitali. Ad esempio, la chiusura delle barriere agli immigrati, limita la competizione di qualità e costi della forza-lavoro, seppure i costi dell'immigrazione globale a cui stiamo assistendo tendono ad aumentare...; le barriere non si limitano alla merce forza-lavoro, ma alimentano il protezionismo di tutte le merci, di conseguenza vi sarà un brusco calo degli interscambi commerciali che alimenta politicamente nazionalismi-localismi che osteggiano oggettivamente il business del villaggio globale kista.

-Altra illusione, che separandosi dal mercato globale, si abbia l'autonomia economica e nessuna necessità di scambio economico internazionale. Oppure, Il luogo comune, che pompando denaro dalle riserve monetarie statali, si abbia automaticamente la nuova crescita economica autoctona...poiché rilancerebbe i consumi e l'economia... Questa tesi ho dovuta sorbirla spesso da Paolo Barnard, nella trasmissione televisiva"La Gabbia". Il mio stato emotivo era tra l'indignato e il divertito! E' che questa tesi e legge economica(il denaro crea denaro) andava bene fino a pochi lustri fa col kismo in espansione, ma ora che gli Stati sono in maggioranza economica ko, questa tesi viene applicata soltanto dalle banche centrali mondiali, le quali, avendo ancora risorse valutarie, comprano i debiti insolventi degli Stati, per non far cadere globalmente il castello di sabbia(denaro) kista. Ma per quanto tempo, se la crescita non avverrà, causa la eliminazione dei maggiori consumatori che sono i produttori espulsi dalla robotica e intelligenza artificiale?

-Altro aspetto da analizzare: in questa CGCEK, lo Stato che non starà entro il mercato globalizzato e soprattutto in istituzioni finanziare, economiche kiste mondiali, tende a morire, e uscendo dal mercato, a scomparire.

Tuttavia credo che le istituzioni come, la UE, le banche centrali, Fmi, ecc. ignorando il referendum, boicotteranno cinicamente, la scelta popolare inglese e penseranno a qualche pezza, che non coprirà e reggerà il buco di una tela che sta marcendo...

-In sintesi coloro che vogliono uscire dalla globalizzazione, desiderano inconsciamente stare dentro il mercato kista, poiché non hanno l'autonomia nazionale(razionale) di produrre e vivere da soli e diversamente! E l'esempio l'abbiamo avuto coi ricatti economici che ad esempio il governo greco di Tipras ha subito e subisce dalla UE e Germania.

Le giuste critiche di coloro che vogliono uscire dall'€ e globalizzazione.

-La globalizzazione, toglie l'autonomia nazionale e scelta politica autoctona e dei propri bisogni territoriali...

- La UE e la globalizzazione ci impoveriscono alimentando le diseguaglianze economiche e non hanno un'idea di programma di governo continentali e globali e, ad esempio,paradossalmente(Merkel e Hollande) vanno dal Papa a nascondere le loro incapacità e furbizie e, chiediamoci, cosa intendono dire e fare contro la finanza, le multinazionali vecchie e nuove che indirizzano questo mercato in agonia? Sull'immigrazione,ecc.?

-Restando alla UE. Da anni si scrive di Stati Uniti d'Europa, ma, oltre alla moneta comune, si è realizzato soltanto alcuni accordi economici, mancando i più importanti politicamente(questo per le scelte di convenienza economica di breve respiro della Germania): una fiscalizzazione comune per le imprese, un esercito europeo, in sintesi, una politica federalista, modello USA...

Ma, è bene precisare, che la finalità principale degli europeisti, era creare U.S.Europei, concorrenziali capitalisticamente agli USA e ASIA.

Ma oramai è TARDI!!! Si naviga a vista!

Le illusioni di coloro che credono ancora di riformare il kismo e relativa globalizzazione scegliendo il meno peggio.

- Grande illusione: di riformare e convertire i vampiri del mercato kista ad una equità di giustizia economica-politica-sociale, ad un nuovo umanesimo.

Gli strumenti nuovi sono in sostanza quelli vecchi: la riproposizione Keynesiana in forma moderna: reddito di cittadinanaza; investimenti degli stati con surplus commerciali e più ricchi, come la Germania e i paesi grandi esportatori, come la Cina...

Un inciso sul reddito di cittadinanza(redd.Citt.) è doveroso; poiché anche Paul Mason lo propone (insieme a movimenti di sinistra) nel suo libro Post capitalismo, come punto di programma di transizione.

Ovviamente il redd.citt. lo sosterrebbero gli Stati, ma i costi sarebbero perenni in quanto la disoccupazione mondiale è progressiva e irreversibile, cronica, in quanto data dalla inarrestabile automazione tecnologica...Dunque, sussidi di disoccupazione, redditi di cittadinanza,o quant'altro, non sarebbero dati per un periodo breve, ciclico, di transizione di crisi economica kista... E, dunque, scordiamoceli!!! Inoltre, gli Stati da quale fiscalizzazione trarrebbero risorse economiche: dagli stessi redditi di cittadinanza? ...

In breve: qualcuno crede ingenuamente che esistano stati, banche centrali, capitali industriali e finanziari che vogliano BUTTARE le loro entrate fiscali e profitti per scopi umanitari? Se così fosse, che senso avrebbe allora lasciar morire intere popolazioni in mare, di fame, per guerre, quando abbiamo risorse alimentari per 12 miliardi di persone?

Ma abbiamo un briciolo di conoscenza della logica e avidità kista???

- I pentiti della globalizzazione, o meglio del libero scambio, chiamato liberismo. In sintesi, economisti premi nobel, i quali negli anni '80(esecutori politici sono stati la Thatcher e Reagan) hanno creduto e illuso che il mercato libero avrebbe automaticamente alimentato la ricchezza mondiale...

Abbiamo nomi illustri che cita su laRepubblica il giornalista Federico Rampini: Larry Summers ex segretario al tesoro di Bill Clinton, che definisce questa crisi: di Stagnazione secolare. Egli scrive: "Abbiamo le prove che la globalizzazione ha aumentato le diseguaglianze all'interno degli USA" .

Paul Krugman, premiio nobel in economia nel 2008, sostiene che la globalizzazione è si benefica, ma ha la necessità di REGOLE politiche.

Sulla stessa linea, della necessità delle regole dettate dalla politica, c'è l'economistaThomas Piketty che ha scritto il libro"Il capitale del XXI secolo".

Ma la "conversione" (per dire)più autorevole contro il liberismo, viene dal Fmi(Fondo monetario internazionale). Recentemente "il Fmi ha raccomandato i controlli sui movimenti di capitali, in certe situazioni di crisi: l'opposto di quel che predicava negli anni '80 e '90".

In sintesi, la globalizzazione è vitale per il kismo, pur sapendo che questi è in contrazione economica globale... Disperati e impotenti al vivere in agonia kista, gli economisti più intelligenti, sperano di rallentare, contenere con la politica e finanza e con nuove regole, il MERCATO senza regole liberista, alimentatore delle diseguaglianze estreme.Questi economisti, vorrebbero rivedere la redistribuzione della ricchezza materiale mondiale, ma è UTOPIA! In quanto il "limite del capitale è il capitale stesso" come affermava Marx e dunque non si può andare contro la natura del capitale, se non uscendo dal suo modo di vivere!

CONCLUDENDO.

Non ho la presunzione di avere dato tutti gli elementi di analisi tra le due posizioni economiche soprascritte, ma l'ESSENZA della crisi irreversibile kista, si!

La differenza sostanziale tra me e gli analisti o specialisti economici, premi nobel,ecc., i quali hanno più conoscenze, dati e dettagli sulla crisi kista, è che costoro cercano invano di fare sopravvivere il kismo, mentre io analizzo questa crisi prospettando un modo di vivere nuovo ed epocale fuori dal kismo.

In sintesi vi sono due transizioni in atto.

La prima è il decadimento, agonia, irreversibile del kismo, di cui non si sanno i tempi (pensate alle veloci e imprevedibili trasformazioni avvenute dal 2008...) e modi, e che potrebbero avere anche esiti nefasti per l'umanità...

La seconda, un inizio di una nuova epoca e speranza per l'umanità di cui sto scrivendo da anni e che qualcuno comincia timidamente a condividere teoricamente, qualcuno invece a vivere praticamente...pepe