"29Questo vi dico, fratelli: il tempo si è fatto breve; d'ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l'avessero;30quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che gioiscono, come se non gioissero; quelli che comprano, come se non possedessero; 31quelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero pienamente: passa infatti la figura di questo mondo!" (I Cor. 7.29-31)
Il nostro futuro nessuno lo conosce. L'unica cosa certa del futuro è che la nostra vita su questo mondo finirà. E' una certezza che tutti abbiamo ma che sembra così lontana, soprattutto quando siamo più giovani, che la consideriamo come una cosa che non ci appartiene. E ridiamo, piangiamo, facciamo le nostre scelte come se quel momento non dovesse mai venire, oppure con l'ansia di non lasciarci scappare nessuna occasione di benessere. L'idea della morte viene scansata più o meno consciamente senza considerare che invece è da come ci si relaziona con questo pensiero che si può fare una vita più o meno autentica.