Informazioni tecniche
Zona montuosa: Prealpi comasche (Triangolo lariano)
Località di partenza: Como, stazione FN
Quota di partenza e arrivo: 211mslm
Punto più elevato: 1440mslm
Dislivello positivo totale: circa 2100m
Sviluppo: circa 30km
Sentieri utilizzati: scalinata e salita del “Carescione” da Como a Brunate; dorsale per creste da san Maurizio in poi
Durata dell’escursione: 4h 50’
Difficoltà: EE (per il dislivello e lo sviluppo)
Persone presenti: Paolo
Mappe: Lago di Como – Lago di Lugano, 1: 50.000 - Kompass 91
Traccia GPS disponibile: kml
Foto disponibili qui
Condizioni dei sentieri
I sentieri presentano condizioni molto eterogenee. Da Como a Brunate, si usano scalinate prima e poi sentieri che diventano sempre più graziosi e puliti allontanandosi dalla città; da Brunate a san Maurizio si usano sentieri ben indicati su acciottolato; da san Maurizio all’ultima baita prima del Monte Boletto, si alternano sterrato e asfalto su strade carrozzabili; da qui in poi, infine, i sentieri sono tipici sentieri di montagna. Nessuna presenza di neve sui sentieri.
Nessuna presenza d’acqua ma numerosi punti di appoggio.
Eventuali pericoli
Nessuno in particolare.
L'escursione
Bella corsa attraverso il primo terzo della dorsale del triangolo lariano, che da Como porta fino a Bellagio.
Da Como (stazione Ferrovie Nord), ci si dirige verso la stazione degli autobus, la si supera e si gira a sinistra, percorrendo una vietta parallela al lungo lago. Si trovano le indicazioni per Brunate (pedonale) e si cominciano a salire le scale. La prima rampa porta in via Torno, la si attraversa e si continua per scale (via Stoppani). Alla fine della scalinata, si prosegue su strada asfaltata verso sinistra fino a raggiungere un bivio e due indicazioni per Brunate: prendo nuovamente una scalinata che sale sulla destra, con indicazioni di tempo pari a 50 minuti. La scalinata sale prima tra case e poi finalmente supera l’abitato e prosegue nel bosco, incrociando più volte il percorso della funicolare. La scala diventa presto sentiero, anche se spesso questo sentiero prevede dei gradini, non particolarmente faticosi. Continuo a salire e raggiunte le prime case di Brunate, alla fine del sentiero, vado a destra, seguendo la strada che velocemente mi porta alla stazione di arrivo della funicolare (712mslm; 35').
Il sentiero ora diventa più piacevole e l’ambiente più montano: si prosegue su sentiero poco pendente superando prima la capanna CAO, poi il ristorante Baita Carla, quindi le baite Bondella e infine Monte Boletto, dove sono presenti anche alcuni animali (asini, capre e cavalli). Dalla Baita Monte Boletto il sentiero diventa inizialmente più pendente e dopo pochi minuti incontro la prima deviazione: a sinistra si prosegue sulla dorsale normale, a destra parte il sentiero più stretto che costituisce la dorsale per creste e sale al Monte Boletto. Scelgo la seconda opzione e raggiungo facilmente la vetta (1250mslm; 1h 25').
Scendo poi continuando per la cresta in direzione opposta, su sentiero evidente fino a raggiungere la dorsale abbandonata in precedenza. Di qui, proseguo fino alla Bocchetta di Molina (1130mslm; 1h 35'), dove il sentiero si divide nuovamente: si può proseguire verso la capanna Mara lungo il versante settentrionale del Bollettone, all’interno del faggeto, oppure risalire il monte sul versante meridionale. Scelgo naturalmente di salire al Bolettone, preferendo però continuare in cresta e non prendendo il sentiero che, pur salendo in vetta, lo fa inizialmente a mezza costa. Raggiungo finalmente la vetta (1347mslm; 1h 50'), dove sono presenti una grande croce e un rifugio (purtroppo senza gestore).
Dalla vetta scendo sul versante opposto, seguendo le indicazioni per la Capanna Mara. Il sentiero corre vicino a una staccionata e prosegue, prima all’aperto e poi per boschi, fino a un bivio per il rifugio Riella e la Capanna Mara. Tornerò dopo alla Mara e prendo per la direzione Riella, ricongiungendomi presto con la dorsale e continuando in direzione Palanzone, fino a raggiungere un nuovo bivio. Qui decido di lasciare nuovamente la dorsale e di proseguire per la dorsale per creste, scegliendo un sentiero ripidissimo che porta in vetta al Pizzo dell’Asino (1280mslm; 2h 20').
Il Palanzone è ormai vicino, ma bisogna prima scendere alla Bocchetta di Palanzo e poi risalire verso la vetta, con sentiero anche in questo caso molto ripido (si resta sempre sulla dorsale per creste). In vetta, molti escursionisti (1440mslm; 2h 40').
Scendo lungo il versante opposto, tenendo la sinistra dopo un boschetto e trovando il sentiero che scende fino al Cippo Morelli, per poi girare a sinistra e dirigersi verso il rifugio Riella prima. Mi trovo a questo punto alla massima distanza da Como, e comincia quindi il mio ritorno. Proseguo dal Riella mantenendomi sulla dorsale, seguendo le precisamente indicazioni fino a raggiungere la Capanna Mara (1155mslm; 3h 05’).
Da qui, invece, seguirò di nuovo la dorsale per creste, ripetendo sia il Bolettone sia il Boletto. Dalla Mara si seguono le indicazioni per la vetta, ripercorrendo il sentiero svolto precedentemente in discesa; dopo la vetta, decido di scendere lungo un sentiero che corre a mezza costa, giusto per variare un po’, e raggiungo la dorsale, che riprendo fino al bivio per il Boletto (arrivando dal Bolettone, consiglio di evitare la prima indicazione per il Boletto e di prendere solo la seconda). Per salire, scelgo il sentiero più ripido che sale deciso sulla destra. Si tratta dell’ultimo tratto di salita: lo completo, stanco ma felice, fino a raggiungere di nuovo la vetta del Boletto (1250mslm; 4h).
Da qui in poi il sentiero sarà tutto in discesa fino a Como, il che velocizza la corsa ma mette a durissima prova la tenuta delle gambe, già stanche da oltre 2000 metri di dislivello positivo: si tratta di ulteriori mille metri di dislivello in discesa ancora da percorre su sentiero spesso duro e non sterrato. Concludo a Como, sempre alla stazione nord, quasi cinque ore dopo la mia partenza (190mslm; 4h 50’).
Punti di appoggio
Tantissimi: a Como, Brunate, San Maurizio e poi lungo il sentiero (vedi relazione)
Materiale necessario
Utili per chi li usa, ma non necessari, i bastoncini.
Note e commenti vari
La passeggiata in sé è certamente alla portata di tutti, specialmente da Brunate in poi (dove la valutazione diventa E). Da non sottovalutare comunque il dislivello e lo sviluppo, nonché alcune salite, come quella al Palanzone o al Pizzo dell’Asino, abbastanza impegnative. Consigliabile anche alternare dorsale e dorsale per creste in andata ritorno, come ho fatto in quest’altra uscita.
Ho corso o camminato velocemente e senza sosta; quindi i tempi non possono essere presi come riferimento per chi volesse svolgere una semplice escursione. Possono invece essere utili per chi decide di correre.