Informazioni tecniche
Zona montuosa: Prealpi comasche (Triangolo lariano)
Località di partenza: Como, nuovo parcheggio Ospedale Valduce/ Valduce, via Dante
Quota di partenza e arrivo: 210m slm
Punto più elevato: 1320m slm
Dislivello positivo totale: circa 1950m
Sviluppo: circa 28km
Sentieri utilizzati: salita per “San Donato” da Como a Brunate; dorsale per creste da san Maurizio in poi; sentiero non numerato tra la vetta del Bolettone e l’Alpe del Vicerè; sentiero per Capanna Mara; dorsale per creste per Bolettone e ritorno
Durata dell’escursione: 4h 30’
Difficoltà: EE (per il dislivello e lo sviluppo)
Persone presenti: Paolo
Mappe: Lago di Como – Lago di Lugano, 1: 50.000 - Kompass 91
Traccia GPS disponibile: gpx
Foto disponibili qui
Condizione dei sentieri
I sentieri sono in ottimo stato ma hanno caratteristiche e condizioni molto eterogenee.
Da Como a Brunate, si usa un sentiero molto grazioso che passa per boschi e lambisce il nucleo caratteristico di san Donato; da Brunate a san Maurizio si usano sentieri ben indicati su acciottolato; da san Maurizio infine si trovano prevalentemente sentieri di montagna, con brevi intervalli di acciottolato o asfalto.
Tutte le vie di salita al Bolettone erano innevate: la neve non era molta ma sempre ben ghiacciata e scivolosa.
Presenza di acqua, ma solo nei numerosi punti di appoggio (vedi relazione).
Eventuali pericoli
Il ghiaccio nei tratti innevati.
L'escursione
Bella corsa attraverso il primo quarto della dorsale del triangolo lariano, con l’aggiunta di una variante sul versante di Albavilla (CO).
Da Como (centro: ho parcheggiato nel nuovo silo di fronte al Valduce: entrata da via Lecco e uscita da via Dante), si prende via Dante, si svolta in via Ferrari e la si percorre tutta in salita fino a incrociare via Zezio; si gira a destra e poi di nuovo a sinistra su via Tommaso Grossi, che sale verso Brunate. Nel mezzo della successiva curva verso destra, si trova a sinistra l’inizio del sentiero (indicazioni per Brunate – san Donato). Si imbocca il sentiero che porterà fino alle prime case di Brunate. Questa salita si sviluppa principalmente attraverso un bel bosco, offre diversi punti panoramici verso Como città e costeggia il caratteristico nucleo di san Donato. Durante questo tratto si incontrano diversi bivi. Tuttavia, o sono presenti indicazioni oppure la direzione risulta abbastanza ovvia (in mancanza di segnalazioni, si prenda la strada che sale). In discesa, al contrario, la mancanza di segnalazioni potrebbe essere un problema (ma basta ricordarsi a grandi linee il percorso di andata). Arrivati a Brunate, si prosegue un po’ a naso: facendo riferimento alla Chiesa, cercando indicazioni per la funicolare, oppure, come il sottoscritto, prendendo alcune scalinate interne che portano velocemente proprio alla stazione di arrivo della funicolare e dell’ex albergo Bellavista. Più precisamente: il sentiero da Como finisce all’altezza di via Antonio Baserga. Si prende questa via, si raggiunge e attraversa via Volta, si continua su scalinata (sempre via Baserga), si passa dal Municipio e si tiene la sinistra a eventuali bivi (salendo sempre). Si raggiunge così il piazzale della funicolare (700m slm; 30'; 2,7 km; 490m D+), poco sotto piazza della Chiesa.
Da qui, numerosi cartelli indicano i sentieri verso san Maurizio, il faro voltiano o le baite: vanno tutti bene. Questi sentieri passano inizialmente per le vie del centro di Brunate e poi salgono diretti verso san Maurizio, attraversando un paio di volte la strada asfaltata e carrozzabile. Giunti a san Maurizio, comincia il vero e proprio sentiero della dorsale lariana (numero 1), indicato a sinistra della chiesetta posta di fronte alla scalinata che sale al faro. In pochi minuti si raggiungono le prime baite (980m slm; 50’, 4,4 km; 770m D+). È possibile raggiungere questo punto in automobile, accorciando notevolmente sviluppo e dislivello della passeggiata e rendendola fattibile anche a chi ha bambini al seguito.
Il sentiero ora diventa più piacevole e l’ambiente più montano: il sentiero tradizionale comincia alla fine del piazzale e prosegue all’interno del bosco, superando numerose baite (Capanna CAO, Baita Carla, Baita Bondella, Baita Boletto). Dalla baita Boletto il sentiero diventa inizialmente più pendente e dopo pochi minuti incontro la prima deviazione: a sinistra si prosegue sulla dorsale normale, a destra parte il sentiero più stretto che costituisce la dorsale per creste e sale al Monte Boletto. Opto naturalmente per la seconda opzione e raggiungo facilmente la vetta (1250m slm; 1h 15'; 7,7 km; 1070m D+).
Scendo poi continuando per la cresta in direzione opposta fino a raggiungere la dorsale abbandonata in precedenza. Di qui, proseguo in leggera discesa fino alla Bocchetta di Molina e, poco dopo, il sentiero si divide nuovamente: si può proseguire verso la capanna Mara lungo il versante settentrionale del Bollettone, all’interno del faggeto, oppure risalire il monte sul versante meridionale. Comincio quindi a salire verso destra e incontro la prima vera neve dell’escursione. Invece di prendere il sentiero di cresta, prendo quello che, quasi subito, si stacca verso destra e resta sul versante, sperando di trovare meno neve. Facendo comunque attenzione a non scivolare, raggiungo finalmente la vetta (1347mslm; 1h 50'; 11 km; 1300m D+). Presenti una grande croce e un rifugio (purtroppo senza gestore).
Decido di scendere all’Alpe del Viceré prima seguendo il sentiero che costeggia il caratteristico filare di pini e che scende molto velocemente, fino a incontrare un altro sentiero che prendo andando verso sinistra. Qui comincia un traverso che termina quando incontrerò il classico sentiero di salita che dall’Alpe del Viceré porta direttamente al Bolettone. Proseguo quindi in discesa su questo sentiero e, memore di quando lo feci in salita, cerco una scorciatoia che quasi subito, verso destra, mi permette di risparmiare un po’ di strada. Arrivo quindi al parcheggio dell’Alpe del Viceré, che attraverso verso il sentiero che da qui sale verso la Capanna Mara (940m slm; 2h 15'; 13 km; 1310m D+).
Questo sentiero porta subito alla Baita Cacciatori e poi comincia salire. È un percorso semplice e non molto lungo ma che presenta una buona pendenza in alcuni punti. La stanchezza comincia a farsi sentire e smetto di correre, anche perché di chilometri davanti ne ho ancora molti. La capanna Mara si raggiunge dopo poco tempo (1185m slm; 2h 45', 16 km, 1550m D+).
Non mi fermo e proseguo subito per la vetta del Bolettone: cerco le indicazioni ma la via è abbastanza intuitiva. Si alternano tratti all’interno del bosco ad altri su pratoni. Anche su questa salita la neve è presente e decisamente scivolosa, anche se ma in maniera preoccupante. Raggiungo per la seconda volta dal vetta del Bolettone. Le salite non sono ancora finite ma mi sento decisamente sulla via del ritorno (1347m slm; 3h 10'; 17 km; 1780m D+).
Sulla stessa via di salita, proseguo quindi prima in discesa in direzione della dorsale e della Bocchetta di Molina, poi di nuovo in salita verso il Boletto, che conquisto di nuovo (1250m slm; 3h 40’; 20,5 km; 1900m D+).
Da qui in poi il sentiero sarà tutto in discesa fino a Como, il che velocizza la corsa e mette alla prova la tenuta delle: si tratta di ulteriori mille metri di dislivello in discesa ancora da percorre su sentiero spesso duro e non sempre sterrato. Tornato su via Tommaso Grossi, torno al parcheggio dell’auto seguendo di nuovo la stessa strada, questa volta a ritroso (210m slm; 4h 30’; 28 km; 1950m D+).
Punti di appoggio
Tantissimi: a Como, Brunate, San Maurizio e poi lungo il sentiero (vedi relazione). Verificare però l’apertura di baite e rifugi.
Materiale necessario
Utili per chi li usa, ma non necessari, i bastoncini. Utili da avere, almeno nello zaino, anche i ramponi o ramponcini.
Note e commenti vari
La passeggiata in sé è certamente alla portata di tutti, specialmente da Brunate in poi dove il dislivello diventa meno severo. Da non sottovalutare comunque il dislivello e lo sviluppo.
Ho corso o camminato velocemente; quindi i tempi non possono essere presi come riferimento per chi volesse svolgere una semplice escursione. Nel caso si camminasse, consiglio di raddoppiare (almeno) i tempi di percorrenza.