Il Gruppo Folkloristico "Aria di Casa Nostra" è stato fondato nel 1950 dal Sig. Flavio Fiorletta il cui spirito di iniziativa ma soprattutto lo scopo di mantenere vive le tradizioni popolari della propria terra lo porta a fondare il gruppo folkloristico.Inizialmente era denominato gruppo folkloristico ciociaro Enal di Alatri perchè faceva chiaramente riferimento all’ente sopracitato di cui Flavio Fiorletta era membro per la provincia di Frosinone. Nel corso degli anni, ha partecipato a tutte le più importanti manifestazioni folkloristiche d'Italia ed è stato protagonista inoltre in Portogallo, Spagna, Francia, Svizzera, Germania, Slovacchia, Croazia, Romania Ungheria, Polonia, U.S.A.,Grecia, Malta, Olanda, Siria, Isole Azzorre Ha ricevuto vari premi per la bellezza dei costumi, dei balli, e dei canti e nel 1976 il Premio Europa dalla Fondazione "A. TOEPFER" di Amburgo, come miglior gruppo di arte e tradizioni popolari e nel 2007 il Premio Antiche Piagge
Ha partecipato a numerosi programmi televisivi di cinema e di teatro a livello nazionale. A gennaio 1999 ha aperto la manifestazione per la celebrazione del bicentenario del tricolore italiano dove è stata realizzata la bandiera più lunga del mondo.e partecipa attivamente ad attività sociali e di solidarietà.
E' composto da giovani della città animati dalla passione per la ricerca, la cura e la diffusione delle tradizioni popolari ed tra i promotori del Festival Internazionale del Folklore di Alatri che dal 1970 ospita gruppi provenienti da ogni parte del mondo per realizzare incontri di tradizioni e culture diverse in un clima di amicizia e fratellanza fra i popoli. I costumi riproducono fedelmente quelli dei propri antenati, sono stati realizzati sulla scorta di oleografie del pittore Filippo Balbi della scuola napoletana, vissuto nella città di Alatri nella seconda metà dell'800, e sono caratterizzati da:
Per le donne, la sottana per lo più bianca o a colori vivaci (gli giacc’) è corta e lascia vedere le gambe calzate dalla ciocia. Sulla sottana si stende il grembiule detto “zinale”. Ciò che copre la ciociara al petto e alle spalle è il busto. Sotto, nell’estate, non ha che la camicia chiusa al collo ed ai polsi. Nell’inverno porta, sopra la camicia, la camiciola di lana e lo sciallino a colori. In testa ha la mantila, ossia un panno bianco, guarnito di merletto, che ricade dietro fino a toccare le spalle. Elementi di abbellimento sono i "curagli", bei vezzi di corallo e lunghi pendenti (orecchini in oro lunghi dodici cm con perle terminali). Le donne ciociare erano molto rinomate per allevare i piccoli delle famiglie nobili, infatti erano delle ottime nutrici. Richiestissime e vezzeggiate, erano inconfondibili quando indossavano quelle ampie gonne bianche, arricchite da balze di diversi colori a testimonianza delle casate presso le quali “prestavano servizio” e dall’immancabile bustino, prevalentemente di velluto nero, a sorreggere le fonti di nutrizione dei lattanti
Nel vestiario maschile, il calzone è di panno nero o blu. E’ corto e giunge sul ginocchio a coprire i fermagli delle strenghe della ciocia. Intorno alla vita, i calzoni sono stretti da una lunga fascia bianca, la quale finisce a grandi fiocchi ricamati quasi al fianco sinistro (sono anche di colore più vivace). Notevole è il panciotto rosso scarlatto (o verde o blu) con due file di bottoni. La giacchetta è corta. Indossa spesso il cappello di feltro e un fazzoletto intorno al collo.
Gli elementi che caratterizzano il costume ciociaro sono però:
La Ciocia , tipica calzatura dal cui nome deriva il nome di "Ciociaria", è di origine antichissima ed è costituita da una suola di cuoio opportunamente trattata che si adatta, automodellandosi, alla conformazione del piede. Dalla suola partono delle corregge (strenghe) che avvolgono la gamba fino sotto al ginocchio dove vengono legate: oltre a tener ferma la calzatura, trattengono una pezza di panno a protezione e guarnizione della gamba stessa (attualmente sostituito da un calzino in cotone colorato). L’eleganza delle ciocie, e in buona parte anche il loro costo, dipendevano alla qualità del pellame utilizzato per le strenghe, che i più poveri sostituivano con un semplice spago.
La Conca caratteristico elemento che rappresenta fedelmente la trascorsa realtà di questa terra. Tutte le famiglie ne possedevano in buon numero e in diverse misure, ricorrendo ad esse per sopperire alla mancanza di acqua corrente nelle abitazioni.
Donne di ogni età la issavano sulla testa e, più volte al giorno, raggiungevano le numerose fontane per garantirsi un costante rifornimento idrico e dove si incontravano tutte, scambiandosi le notizie del giorno precedente.
Durante gli spettacoli, il gruppo utilizza molti attrezzi della vita contadina: gli tin’ in cui le ragazze mimano danzando, la spremitura dell'uva dopo la vendemmia, “gli canistr”, gli uigli, la igliara, la zappa, la cugna,gli strummul’….
Il Gruppo "Aria di Casa Nostra" esegue il repertorio classico della Ciociaria costituito da canti e danze tipiche della regione: canti dei campi, del dolore, della devozione, del lavoro, dell'amore e della festa, nenie, ninne nanne, fino ai più caratteristici stornelli a dispetto. Molti brani sono prelevati dalla raccolta presentata al Congresso di Trento nel 1936 dal maestro Luigi Colacicchi e da una più recente raccolta redatta dal Sig. Flavio Fiorletta: "Accusì canta la ciuciaria".
Soprattutto all'estero, il gruppo esegue anche un repertorio di canti del folklore napoletano e romano vista la vicinanza della nostra città ai due capolughi di regione, Roma e Napoli e vista l'ormai internazionalità di canti come "O sole mio, Torna a Surriento, Roma nun fa la stupida stasera etc.) I canti (forse i più rappresentativi), sono accompagnati da brevi cenni storici e da piccole strofe (con la caratteristica cadenza dialettale) Me pizzica me mozzica La Tesserella L'arca Gli culacchiegli Juccia La ciammotta Ninna Nanna di Alatri Nun me tuccà Me so ficcata na spina agli core Ohi li, Ohi là La pasema Struppuletta degli spuse La mamma del mio amor L'ero fatto un bel cappello Carl'Antonio e la zitella Felice e Mariola La Campagnola Maria Nicola. Le parole e la musica delle canzoni alatrensi "L'Arca", "Gli culacchiegli", "Juccia", La cipolla", "La tesserella", "la ciammotta", vennero scritte nel 1900 da Gerardo Celebrini e Giovanni Ricciotti in occasione della fiera della Maddalena che ricorre il 22 luglio.
Le danze create dal Flavio Fiorletta, ri-coreografate da Alessia Gatta sono state eseguite nel corso degli anni da circa 600 persone e hanno subito solo piccoli cambiamenti rispetto alla loro creazione. Di ultima realizzazione è il "Ballo dell'Igliara e d'gli Uigli" presentato al Festival Internazionale del Folklore di Alatri. Ballo dei nastri Ballo delle conche Ballo dell'Igliara e d'gli uigli Mazurca Polka Quadriglia Salterello Tarantella Valzer. Su tutte però spicca il Saltarello danza tipicamente ciociara, di antica origine derivante dal latino "saltatus", di movimento rapido e di andatura saltellante. Si balla a coppie o a gruppo. I danzatori si tengono uniti con le braccia allacciate sulle spalle e i corpi un poco curvi in avanti. Questa posizione fa si che i corpi seguano, senza scomporsi, i movimenti delle gambe e dei piedi che scivolano sul terreno, dando l'impressione che non se ne stacchino mai. Questo ballo, conosciuto altresì come "ballarella", era parte integrante delle feste consumate sulle aie dopo la mietitura o durante la spannocchiatura, quando improvvisati danzerini, accompagnati dal suono di strumenti caratteristici come l’organetto e lo zufolo si esibivano spontaneamente in uno sfrenato e frizzante corteggiamento. Una curiosità che riguarda quello di Alatri creato da Flavio Fiorletta: per la realizzazione delle figure ha utilizzati i tipici "cannulicchi" (pasta di semola), disponendoli sul tavolo ad immaginare le varie figure del ballo.
Ballo dei nastri: questa danza si eseguiva presso le famiglie gentilizie in occasione delle feste. Viene eseguita con nastri colorati, che corrispondono ai vari colori delle balze delle gonne femminili. Ogni colore corrispondeva ai vari casati presso cui le ragazze prestavano servizio.
Ballo delle conche: ballo di corteggiamento. I ragazzi aspettavano le fanciulle alla fonte, dove si recavano per attingere acqua con la conca, per poterle corteggiare.
Ballo della I'gliara e d'gli Uigli.
Mazurka: danza a ritmo ternario. E' di origine non strettamente locale importata nella nostra ciociaria nel periodo in cui era presente, sul territorio, un contingente di truppe polacche.
Polka: Danza vivace, con movimento rapido, in cui assume grande importanza, non la coppia ma i due collettivi separati: quello maschile e quello femminile.
Quadriglia: danza piuttosto vivace di ascendenza rinascimentale.
Valzer: danza dal passo e dal ritmo abbastanza lento, di origine provenzale fatta conoscere in ciociaria dalle truppe francesi al servizio del Papa, quando la nostra regione si trovava sotto il dominio dello Stato Pontificio
Tarantella: ballo allegro, di chiara influenza napoletana, essendo la nostra regione ai confini con la Campania.
I canti che le danze sono accompagnate dell'organetto "a du bott'", dalla fisarmonica, dalla chitarra, dal tamburello e dal “cutufu’”
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