Il 24 maggio 1915 l'Italia entra in Guerra e migliaia di giovani vengono inviati lungo il confine con l'Impero Austro Ungarico a combattere una guerra che, contrariamente a quanto pensavano gli alti comandi, non fu rapida, ma richiese immani sacrifici a persone intrappolate nel fango delle trincee e nei ghiacci delle montagne

Questo sito non vuole però essere uno strumento dedicato all'approfondimento degli eventi della Grande Guerra, bensì un omaggio a tutti coloro che, qualsiasi fosse la divisa che indossavano, per quell'evento apocalittico hanno patito e...     dato la loro vita.

In particolare è dedicato ai miei nonni Antonio e Luigi, classi 1887 e 1890 che, sebbene siano sopravvissuti all'eccidio, sono ritornati alle loro case uno gravemente mutilato, l'altro fortemente cambiato nell'animo.

Antonio Parcianello               

Alcuni numeri della tragedia:

• Italia

Uno studio realizzato dal demografo italiano Giorgio Mortara nel 1925, basato su dati ufficiali del governo, stimò in 651.000 i militari italiani caduti durante il conflitto, così ripartiti: 378.000 uccisi in azione o morti per le ferite riportate, 186.000 morti di malattie e 87.000 invalidi deceduti durante il periodo compreso tra il 12 novembre 1918 e il 30 aprile 1920 a causa delle ferite riportate in guerra, mentre lo storico britannico Mark Thompson indicò nel 2008 un totale di 689.000 militari caduti per tutte le cause.

I morti civili, stimati sulla base delle statistiche demografiche di prima della guerra, furono calcolati in 1.021.000, di cui 589.000 a causa di malnutrizione e carenze alimentari e 432.000 a causa dell'influenza spagnola; mentre Thompson indicò in 600.000 i morti civili dovuti "a causa delle avversità della guerra".