Sigemi vede il cloud come un abilitatore per sbloccare un potenziale. Non abbiamo mai valutato e sconsigliamo l’adozione del cloud, qualunque esso sia, in contesti statici e nei quali non si è alla ricerca di ottenere un beneficio, un’innovazione di processo, un cambiamento.
Il cloud può al contempo facilitare e rendere più complesso, ed è per questo che è necessario un approccio consapevole e misurato. Bisogna sviluppare una nuova consapevolezza nell’impiego del cloud, che è pur sempre una tecnologia, ed in particolare del public cloud. Infatti, un’offerta sempre più estesa di servizi, potenza di calcolo illimitata e confini sempre meno definiti abilitano a potenzialità illimitate ma contestualmente a rischi da conoscere e mitigare.
È necessario avere un approccio più consapevole che, come sempre, deve andare di pari passo all’analisi dei bisogni di business.
Ma quali sono i principali punti di approfondimento da considerare nel percorso di avvicinamento, scelta ed adozione del cloud?
Business Cloud strategic vision
Cost Governance
Sicurezza e Compliance
Tecnologia
Effetto lock-in
Contrattualistica e reputazione provider
Sovranità del dato
Deploy governance
Cloud migration strategies
La migrazione al cloud è un percorso complesso che richiede un'attenta valutazione e pianificazione. Qualsiasi azienda, prima di intraprendere questo viaggio, deve considerare una serie di fattori interconnessi che spaziano dagli aspetti tecnici a quelli strategici. Una sequenza logica di valutazioni, che parte dalla visione strategica e arriva alla governance della piattaforma cloud, può aiutare le aziende a prendere decisioni informate e a massimizzare i benefici della migrazione. Vediamo, dunque, come questi elementi possono essere organizzati in una sequenza logica di valutazioni:
Visione Strategica di Business e Cloud
Allineamento strategico: La migrazione al cloud deve essere strettamente legata agli obiettivi di business dell'azienda. Quali sono i vantaggi che si vogliono ottenere? Maggiore agilità, riduzione dei costi, miglioramento della scalabilità?
Identificazione dei casi d'uso: Quali sono i processi o le applicazioni che trarrebbero maggior beneficio dal cloud?
Valutazione delle competenze interne: L'azienda dispone delle competenze necessarie per gestire un ambiente cloud?
Valutazione dei Costi
Modello di pricing: Confrontare i diversi modelli di pricing dei provider cloud (pay-per-use, contratti a lungo termine);
Ottimizzazione dei costi: Implementare strumenti di monitoraggio e analisi dei costi per identificare le aree di miglioramento;
Previsione dei costi: Stimare i costi futuri in base alla crescita prevista dell'utilizzo del cloud.
Sicurezza: non è una commodity
Valutazione dei rischi: Identificare i rischi specifici legati alla migrazione al cloud e definire le misure di mitigazione;
Conformità normativa: Assicurarsi che il provider cloud e le soluzioni adottate siano conformi alle normative applicabili (GDPR, HIPAA, ecc.);
Gestione delle identità e degli accessi (IAM): Implementare un solido sistema IAM per controllare l'accesso alle risorse cloud;
Crittografia: Utilizzare la crittografia per proteggere i dati a riposo e in transito.
Tecnologia: abilitatore e freno all'innovazione
Compatibilità delle applicazioni: Valutare la compatibilità delle applicazioni esistenti con l'ambiente cloud;
Scelta delle tecnologie: Selezionare le tecnologie e i modelli cloud più adatte alle esigenze dell'azienda e delle singole applicazioni;
Modernizzazione delle applicazioni: Valutare la possibilità di modernizzare le applicazioni per sfruttare al meglio le funzionalità del cloud.
Lock-in: Providers e Tecnologie
Dipendenza dal provider: Valutare i rischi legati alla dipendenza da un provider cloud;
Portabilità dei dati: Assicurarsi che sia possibile migrare i dati verso altri provider in caso di necessità e in caso di indisponibilità dei servizi;
Apertura degli standard: Privilegiare soluzioni basate su standard aperti per ridurre la dipendenza da un singolo vendor.
Contrattualistica e reputazione del provider
Termini contrattuali: Analizzare attentamente i termini contrattuali del provider, prestando particolare attenzione agli SLA, alle responsabilità e alle condizioni di uscita;
Reputazione del provider: Valutare la reputazione del provider in termini di affidabilità, sicurezza e supporto tecnico.
Sovranità del Dato
Localizzazione dei dati: Definire dove devono essere localizzati i dati in base alle normative e alle esigenze di business;
Controllo sull'accesso: Implementare meccanismi di controllo sull'accesso ai dati, sia a livello logico che fisico;
Backup e disaster recovery: Definire una strategia di backup e disaster recovery per garantire la continuità operativa.
Deploy governance: Platform Engineering come strumento di governance
Localizzazione dei dati: Definire dove devono essere localizzati i dati in base alle normative e alle esigenze di business;
Controllo sull'accesso: Implementare meccanismi di controllo sull'accesso ai dati, sia a livello logico che fisico;
Backup e disaster recovery: Definire una strategia di backup e disaster recovery per garantire la continuità operativa.
Le classificazioni del Cloud
Le tipologie di cloud possono essere classificate in base a diversi criteri, ma le due principali distinzioni riguardano il modello di servizio e il modello di deployment:
Modelli di servizio
I modelli di servizio definiscono il livello di astrazione offerto dal cloud provider. Si distinguono principalmente in:
Infrastructure as a Service (IaaS): Il provider mette a disposizione l'infrastruttura hardware di base (server, storage, rete) sotto forma di risorse virtuali. L'utente ha un controllo completo sulla configurazione e sulla gestione di queste risorse. Esempi di servizi IaaS sono Amazon EC2, Microsoft Azure Virtual Machines e Google Compute Engine;
Platform as a Service (PaaS): Il provider offre una piattaforma completa per lo sviluppo e il deployment di applicazioni, includendo sistemi operativi, database, strumenti di sviluppo e runtime. L'utente si concentra sullo sviluppo dell'applicazione stessa;
Software as a Service (SaaS): Il provider offre applicazioni software complete accessibili tramite un'interfaccia web. L'utente non ha bisogno di installare o gestire alcun software, ma semplicemente di utilizzarlo. Esempi di servizi SaaS sono Google Workspace, Salesforce e Microsoft 365.
Modelli di Deployment
I modelli di deployment definiscono dove è fisicamente collocata l'infrastruttura cloud. Si distinguono principalmente in:
Cloud pubblico: L'infrastruttura è condivisa da molti utenti su un'architettura multi-tenant. È gestita da un provider di servizi cloud (come Amazon Web Services, Microsoft Azure o Google Cloud Platform);
Cloud privato: L'infrastruttura è dedicata a un singolo utente o organizzazione e può essere gestita internamente o da un provider di servizi cloud;
Cloud ibrido: Combina elementi di cloud pubblico e privato, consentendo di migrare carichi di lavoro tra i due ambienti;
Cloud multi-cloud: Utilizza più provider di servizi cloud pubblici contemporaneamente per diversificare i rischi e ottimizzare i costi.
La strategia Cloud come estensione della strategia di Business
Quando si parla di cloud, si va ben oltre la semplice migrazione dei dati da un server locale al cloud. Una strategia cloud ben definita deve essere integrata a livello strategico con gli obiettivi di business complessivi dell'organizzazione, al fine di ottenere:
Allineamento degli obiettivi: La strategia cloud deve essere strettamente correlata agli obiettivi di business. Ad esempio, se l'obiettivo è accelerare il time-to-market, la strategia cloud dovrebbe concentrarsi su servizi che facilitano lo sviluppo rapido di applicazioni.
Ottimizzazione dei costi: Il cloud può portare a significativi risparmi, ma solo se viene utilizzato in modo efficiente. La strategia cloud deve definire come massimizzare i vantaggi economici, ad esempio attraverso l'utilizzo di servizi scalabili e l'ottimizzazione delle risorse.
Miglioramento dell'agilità: Il cloud permette di scalare le risorse IT in modo rapido e flessibile. La strategia cloud deve quindi definire come sfruttare questa agilità per rispondere in modo più efficace alle esigenze del mercato.
Innovazione: Il cloud offre un ampio ecosistema di servizi e strumenti che possono essere utilizzati per sviluppare nuove applicazioni e servizi. La strategia cloud deve incoraggiare l'innovazione e la sperimentazione.
Come Collegare Strategia di Business e Strategia Cloud?
Per stabilire un solido legame tra le due strategie, è necessario:
Definire gli obiettivi di business: Quali sono gli obiettivi strategici dell'azienda? Come il cloud può contribuire a raggiungerli?
Valutare l'attuale infrastruttura IT: Quali sono le applicazioni e i dati esistenti? Quali sono le dipendenze e le limitazioni?
Identificare i casi d'uso: Quali sono le aree dell'azienda che possono beneficiare maggiormente del cloud? Ad esempio, lo sviluppo di nuove applicazioni, la gestione dei dati, l'analisi dei dati.
Scegliere il modello di cloud: IaaS, PaaS, SaaS? Quale modello è più adatto alle esigenze dell'azienda?
Definire la roadmap: Qual è il percorso di migrazione al cloud? Quali sono le tempistiche e i budget previsti?
Gestire il cambiamento: Come coinvolgere i dipendenti e gestire la transizione verso il cloud?
Quali sono i benefici di un forte legame tra le due strategie?
Un'integrazione efficace tra strategia di business e strategia cloud porta a numerosi vantaggi:
Maggiore efficienza: Ottimizzazione delle risorse e riduzione dei costi;
Aumento dell'agilità: Capacità di rispondere rapidamente ai cambiamenti del mercato;
Innovazione: Sviluppo di nuovi prodotti e servizi.
Miglioramento della customer experience: Servizi più personalizzati e reattivi.
In conclusione, il cloud non è solo una questione tecnologica, ma una scelta strategica che ha un impatto profondo sull'intero business. Un'adozione di successo del cloud richiede una pianificazione accurata e un allineamento costante con gli obiettivi aziendali!
Cost Governance
La gestione corretta dei costi nel contesto del cloud awareness è cruciale per diverse ragioni:
Ottimizzazione delle risorse: Il cloud offre una scalabilità senza precedenti, ma se non gestita correttamente, questa flessibilità può tradursi in un aumento inaspettato dei costi. Una gestione accurata permette di ottimizzare l'utilizzo delle risorse, dimensionandole in base alle effettive esigenze e evitando sovradimensionamenti o sottodimensionamenti.
Allineamento agli obiettivi di business: Un'azienda che adotta il cloud lo fa generalmente con obiettivi specifici, come ridurre i costi operativi, aumentare l'agilità o migliorare la scalabilità. Una gestione dei costi efficace assicura che questi obiettivi vengano raggiunti, evitando che i risparmi potenziali si trasformino in sprechi.
Previsione e controllo del budget: Grazie a strumenti di monitoraggio e analisi dei costi, è possibile prevedere l'andamento delle spese cloud e pianificare di conseguenza il budget. Questo consente di evitare sorprese negative e di prendere decisioni informate sugli investimenti.
Responsabilizzazione dei team: Assegnando i costi ai singoli team o progetti, si stimola una maggiore consapevolezza e responsabilità nell'utilizzo delle risorse cloud. Questo porta a un uso più efficiente e a una riduzione degli sprechi.
Compliance normativa: In alcuni settori, la gestione dei costi è un requisito normativo. Ad esempio, le aziende pubbliche sono tenute a rendere conto della spesa pubblica e a garantire la massima efficienza.
Come gestire efficacemente i costi nel cloud:
Scegliere il provider e il piano tariffario più adatti: Confrontare le offerte dei diversi provider e scegliere il piano tariffario che meglio si adatta alle proprie esigenze oltre che alla corretta formula cloud (Private-Public-Hybrid è IaaS-PaaS-SaaS);
Monitoraggio continuo: Utilizzare strumenti di monitoraggio per tenere traccia in tempo reale dell'utilizzo delle risorse e dei costi associati;
Analisi dei dati: Analizzare i dati raccolti per identificare i trend, i picchi di utilizzo e le aree di potenziale risparmio.
Ottimizzazione delle risorse: Dimensionare le risorse in base alle esigenze, utilizzare riserve prepagate e sfruttare le funzionalità di autoscaling;
Riserva: Prevedere un budget specifico per il cloud e monitorarlo regolarmente;
Automatizzazione: Automatizzare le operazioni di provisioning e deprovisioning delle risorse per ridurre gli errori manuali e ottimizzare l'utilizzo;
Formazione: Fornire ai dipendenti una formazione adeguata sull'utilizzo efficiente delle risorse cloud.
Quali sono i rischi di un'errata gestione dei costi?
Sforamento del budget: Il costo totale del cloud può rapidamente superare le previsioni se non si ha un controllo adeguato sulle spese. Questo può portare a difficoltà finanziarie e all'impossibilità di investire in altre aree strategiche dell'azienda;
Decisioni strategiche errate: Una stima errata dei costi può influenzare le decisioni strategiche dell'azienda. Ad esempio, si potrebbe decidere di non adottare una nuova tecnologia cloud a causa di una percezione errata dei costi, perdendo così un'opportunità di crescita;
Diminuzione della competitività: Se i costi cloud sono eccessivi, l'azienda potrebbe diventare meno competitiva sul mercato. I concorrenti con una gestione dei costi più efficiente potranno offrire prezzi più bassi o servizi migliori;
Rischio di interruzione del servizio: In caso di problemi finanziari legati a una gestione dei costi inadeguata, l'azienda potrebbe essere costretta a ridurre i servizi cloud o addirittura a interromperli, con gravi conseguenze per la continuità operativa;
Perdita di fiducia degli investitori: Gli investitori sono sempre più attenti alla gestione dei costi e alla sostenibilità finanziaria delle aziende. Un'errata gestione dei costi cloud può erodere la fiducia degli investitori e rendere più difficile ottenere finanziamenti.
La gestione dei costi nel cloud è un aspetto fondamentale per trarre il massimo vantaggio da questa tecnologia. Un approccio proattivo e basato sui dati permette di ottimizzare le spese, allineare gli obiettivi di business e garantire la sostenibilità nel lungo termine.
FinOps (contrazione di Finance e Operations) è un framework che mira a migliorare la gestione finanziaria dei servizi cloud, promuovendo la collaborazione tra team di finanza, tecnologia e business. In altre parole, FinOps fornisce un approccio strutturato per prendere decisioni informate sulle spese cloud, ottimizzando i costi e massimizzando il ritorno sull'investimento.
In che modo FinOps può aiutare a mitigare i rischi connessi a una errata gestione dei costi nel cloud?
Visibilità e Trasparenza:
Monitoraggio continuo: FinOps introduce strumenti e processi per monitorare in tempo reale l'utilizzo delle risorse cloud e i costi associati;
Report dettagliati: Genera report personalizzati per comprendere a fondo dove vengono spesi i soldi e quali team o applicazioni consumano di più;
Dashboard interattivi: Offre visualizzazioni intuitive per facilitare l'analisi dei dati e l'identificazione di potenziali aree di miglioramento.
Collaborazione tra team:
Coinvolgimento dei team: Favorisce la collaborazione tra team di sviluppo, operazioni e finanza, assicurando che tutti siano allineati sugli obiettivi di costo;
Condivisione delle responsabilità: Assegna la responsabilità della gestione dei costi ai team che utilizzano le risorse cloud, incoraggiando un uso più consapevole;
Ottimizzazione delle risorse:
Identificazione degli sprechi: Attraverso l'analisi dei dati, FinOps aiuta a identificare le risorse inutilizzate o sottoutilizzate, consentendo di ottimizzare le dimensioni e le configurazioni;
Autoscaling intelligente: Implementa meccanismi di autoscaling per adattare automaticamente le risorse alle richieste in tempo reale, evitando sovradimensionamenti o sottodimensionamenti;
Riserva: Definisce budget e soglie di spesa per prevenire sorprese negative.
Decisioni basate sui dati:
Analisi predittiva: Utilizza modelli predittivi per prevedere i costi futuri e pianificare di conseguenza;
Tagging e attribuzione dei costi: Assegna tag alle risorse per tracciare i costi fino al livello del progetto o del cliente, facilitando l'analisi dei costi e la ripartizione delle spese.
Cultura dell'ottimizzazione:
Formazione e sensibilizzazione: Promuove una cultura aziendale incentrata sull'ottimizzazione dei costi cloud, coinvolgendo tutti i dipendenti;
Incentivi: Introduce incentivi per i team che raggiungono gli obiettivi di costo, motivandoli a trovare soluzioni innovative.
In sintesi, FinOps offre un approccio olistico alla gestione dei costi cloud, combinando tecnologia, processi e cultura aziendale. Questo approccio consente alle organizzazioni di ridurre i costi, aumentare l'agilità, migliorare la visibilità e allineare i costi agli obiettivi di business.
La Cybersecurity nella Cloud Awareness: Un Binomio Indissolubile
La cloud awareness e la cybersecurity sono due facce della stessa medaglia quando si parla di adozione del cloud computing. Mentre la cloud awareness si concentra sulla comprensione dei vantaggi e dei modelli di cloud, la cybersecurity si occupa di proteggere i dati e le applicazioni che risiedono nel cloud.
Perché la cybersecurity è così importante nella cloud awareness?
Responsabilità condivisa: Sebbene i provider cloud offrano una serie di misure di sicurezza, la responsabilità ultima per la sicurezza dei dati in cloud rimane in capo all'organizzazione che utilizza il servizio;
Minacce in continua evoluzione: Il panorama delle minacce informatiche è in costante cambiamento, con nuovi attacchi e vulnerabilità che emergono regolarmente;
Superfici d'attacco estese: Il cloud offre una vasta gamma di servizi e risorse, aumentando potenzialmente la superficie d'attacco e rendendo più complesso proteggere l'ambiente;
Compliance normativa: Molte industrie sono soggette a normative rigorose in materia di protezione dei dati (ad esempio, GDPR, HIPAA). È fondamentale garantire che le misure di sicurezza adottate siano conformi a tali normative.
Quali sono le principali sfide e come affrontarle?
Visibilità limitata: La natura distribuita del cloud può rendere difficile avere una visibilità completa sull'intero ambiente;
Configurazione errata: Errori di configurazione possono esporre i sistemi a rischi;
Minacce interne: Anche gli utenti interni possono rappresentare una minaccia;
Perdita dei dati: La perdita di dati può avere conseguenze devastanti per un'azienda
Best practices per la cybersecurity nel cloud
Modello di sicurezza condivisa: collaborare con il provider cloud per condividere le responsabilità in materia di sicurezza
Segmentazione della rete: isolare le diverse componenti dell'infrastruttura cloud per limitare la propagazione di eventuali attacchi
Gestione delle identità e degli accessi (IAM): implementare un sistema IAM robusto per controllare l'accesso alle risorse cloud
Crittografia: crittografare i dati a riposo e in transito per proteggerli da accessi non autorizzati
Patch management: mantenere aggiornato il software e i sistemi operativi per mitigare le vulnerabilità
Monitoraggio continuo: utilizzare strumenti di monitoraggio per rilevare anomalie e rispondere rapidamente agli incidenti
Penetration Test: effettuare regolarmente test di penetrazione e vulnerability assessment per identificare le vulnerabilità del sistema
Formazione del personale: fornire al personale una formazione continua sulla sicurezza informatica
La cybersecurity è un elemento fondamentale della cloud awareness. Un approccio proattivo e basato sui principi della sicurezza informatica è essenziale per proteggere i dati e le applicazioni nel cloud!
Il cloud può essere un potente abilitatore per le aziende che desiderano innovare, scalare e migliorare la propria agilità. Tuttavia, se non viene adottato scegliendo e migrando le giuste tecnologie, può diventare un inibitore del cambiamento e aumentare significativamente i costi operativi.
Come il cloud può essere un abilitatore:
Agilità e scalabilità: Il cloud permette di scalare le risorse IT in modo rapido e flessibile, adattandosi alle variazioni del carico di lavoro e alle esigenze di business. Come vedremo però questa leva può venire meno in un contesto di software legacy;
Innovazione: Offre un accesso rapido a nuove tecnologie e servizi, consentendo alle aziende di sviluppare nuovi prodotti e servizi più rapidamente;
Efficienza dei costi: Riduce i costi legati alla gestione dell'infrastruttura IT, consentendo di pagare solo per le risorse effettivamente utilizzate. Anche qui, come vedremo, non sempre i software presenti in azienda possono sfruttare questo beneficio strategico. Sono molti i casi nei quali è impossibile rendere variabile l’impiego di risorse e quindi adattare il costo alla reale necessità;
Collaborazione: Facilita la collaborazione tra team e la condivisione di dati e applicazioni;
Resilienza: Garantisce una maggiore disponibilità dei servizi grazie alla ridondanza e alla distribuzione geografica dei data center.
Le tecnologie scelte per la migrazione al cloud giocano un ruolo fondamentale nel determinare se il cloud sarà un abilitatore o un inibitore.
Containerizzazione e orchestration: Tecnologie come Docker e Kubernetes consentono di creare ambienti cloud portabili e scalabili, facilitando la migrazione e la gestione delle applicazioni. Queste applicazioni cloud native sono perfette per essere ospitate nel cloud;
Serverless computing: Riduce la complessità della gestione dell'infrastruttura, consentendo agli sviluppatori di concentrarsi sulla logica di business ma allo stesso tempo genera possibili lockin;
Strumenti di DevOps: Automatizzano i processi di sviluppo, deployment e gestione delle applicazioni cloud.
Le Migrazioni di Software Legacy verso il Cloud: Sfide e Soluzioni
Le migrazioni di software legacy verso il cloud presentano una serie di sfide uniche, principalmente a causa della loro natura monolitica, della dipendenza da tecnologie obsolete e della mancanza di documentazione adeguata.
Perché sono più difficili?
Monoliticità: Le applicazioni legacy sono spesso monolitiche, ovvero costituite da un unico blocco di codice che è difficile da scomporre in componenti più piccoli e indipendenti.
Dipendenze da tecnologie obsolete: Molte applicazioni legacy dipendono da sistemi operativi, database e altre tecnologie ormai obsolete che potrebbero non essere supportate nel cloud.
Mancanza di documentazione: La documentazione delle applicazioni legacy è spesso incompleta o addirittura assente, rendendo difficile comprenderne il funzionamento e le dipendenze.
Integrazione con sistemi esistenti: Le applicazioni legacy sono spesso strettamente integrate con altri sistemi aziendali, rendendo complessa la migrazione.
Strategie per facilitare la migrazione:
Analisi approfondita: Effettuare un'analisi dettagliata dell'applicazione legacy per comprenderne l'architettura, le tecnologie impiegate, le dipendenze e i punti di integrazione con altri sistemi;
Modernizzazione: Prima di migrare, valutare la possibilità di modernizzare l'applicazione legacy, ad esempio refactoring di codice, containerizzandola o utilizzando microservizi;
Migrazione graduale: Invece di migrare l'intera applicazione in una sola volta, considerare una migrazione graduale, migrando prima i componenti meno critici;
Collaborazione con esperti: Coinvolgere esperti di cloud computing e di migrazione di applicazioni legacy può essere fondamentale per garantire il successo del progetto.
Le migrazioni di software legacy verso il cloud presentano sfide significative, ma sono fattibili con una pianificazione accurata e l'utilizzo delle tecnologie e delle strategie appropriate. Scegliere il modello di cloud più adatto e adottare un approccio graduale sono elementi chiave per il successo di questo tipo di progetto.
Il lockin è un concetto importante da considerare quando si pianifica una migrazione verso il cloud. Esso rappresenta la dipendenza da un particolare fornitore di servizi cloud, che può rendere difficile o costoso passare a un altro provider in futuro. Tuttavia, ci sono situazioni in cui il lockin potrebbe non essere un fattore determinante nella scelta di una strategia di migrazione.
Scenari in cui il lockin potrebbe non pesare:
Piccoli progetti e POC: Per progetti di piccole dimensioni o proof of concept, il lock-in potrebbe non essere una preoccupazione primaria. L'obiettivo in questi casi è spesso quello di valutare rapidamente una tecnologia o un servizio, senza dover investire eccessivamente in una soluzione a lungo termine;
Provider altamente affidabili: Se si sceglie un provider cloud con una solida reputazione e un track record di affidabilità, la probabilità di dover cambiare provider in futuro potrebbe essere bassa. In questo caso, il lock-in potrebbe essere considerato un rischio accettabile;
Integrazioni limitate: Se l'applicazione da migrare ha poche o nessuna integrazione con altri sistemi, la dipendenza dal provider cloud sarà minore e il costo di una potenziale migrazione sarà più contenuto;
Progetti a breve termine: Per progetti con un orizzonte temporale limitato, il lock-in potrebbe non essere un problema significativo;
Quando il valore aggiunto del provider supera il costo del lock-in: Se un provider cloud offre servizi altamente specializzati o un valore aggiunto significativo per l'azienda, il costo del lock-in potrebbe essere considerato accettabile in cambio dei benefici ottenuti.
Strategie per mitigare il rischio di lock-in
Valutazione multi-vendor: Confrontare le offerte di diversi provider cloud per individuare la soluzione più adatta alle proprie esigenze;
Scelta di standard aperti: Privilegiare soluzioni basate su standard aperti per facilitare la portabilità dei dati e delle applicazioni;
Automatizzazione dei processi: Automatizzare i processi di provisioning, configurazione e gestione delle risorse cloud per ridurre la dipendenza da strumenti specifici di un provider;
Pianificazione dell'exit strategy: Definire una strategia di uscita in caso di necessità, identificando i potenziali costi e tempi di migrazione.
Il lock-in è un fattore da considerare nella scelta di una strategia di migrazione verso il cloud, ma non deve necessariamente essere un ostacolo. Valutando attentamente le proprie esigenze e adottando le strategie appropriate, è possibile mitigare il rischio e ottenere i massimi benefici dalla migrazione.
Tuttavia, il lock-in tecnologico è una situazione in cui un'organizzazione diventa eccessivamente dipendente da una particolare tecnologia o prodotto, rendendo difficile o costoso passare a soluzioni alternative. Nel contesto del cloud computing, questo fenomeno può avere diverse implicazioni negative anche se, con una pianificazione accurata e l'adozione di strategie di mitigazione adeguate, è possibile ridurre al minimo il rischio e garantire la flessibilità e l'agilità per affrontare le sfide future.
Quali sono i rischi principali associati al lock-in tecnologico nel cloud?
Perdita di flessibilità: L'azienda potrebbe essere vincolata a un unico provider o a una specifica tecnologia, limitando la sua capacità di adattarsi a nuove esigenze o a cambiamenti nel mercato;
Aumento dei costi: Il provider potrebbe aumentare i prezzi di quello specifico prodotto o tecnologia senza che l'azienda abbia molte alternative, poiché la migrazione verso un nuovo servizio potrebbe essere troppo costosa o complessa;
Dipendenza dal provider: L'azienda diventa eccessivamente dipendente dalle decisioni del provider, che potrebbe interrompere un servizio, modificare le condizioni contrattuali o subire acquisizioni che influenzano negativamente la qualità del servizio;
Difficoltà nell'innovazione: Il lock-in può ostacolare l'adozione di nuove tecnologie o soluzioni innovative, poiché l'azienda potrebbe essere vincolata a un ecosistema tecnologico specifico;
Rischio di obsolescenza: Se la tecnologia scelta diventa obsoleta, l'azienda potrebbe trovarsi in difficoltà a mantenere i propri sistemi aggiornati e sicuri.
Come mitigare il rischio di lock-in
Valutare attentamente i provider: Confrontare le offerte di diversi provider cloud, valutando non solo i costi ma anche la flessibilità, la scalabilità e le politiche di uscita;
Scegliere standard aperti: Privilegiare soluzioni basate su standard aperti per facilitare la portabilità dei dati e delle applicazioni;
Automatizzare i processi: Automatizzare i processi di provisioning, configurazione e gestione delle risorse cloud per ridurre la dipendenza da strumenti specifici di un provider;
Pianificare l'exit strategy: Definire una strategia di uscita in caso di necessità, identificando i potenziali costi e tempi di migrazione;
Monitorare costantemente il mercato: Tenere d'occhio le novità del mercato e le tendenze emergenti per individuare eventuali alternative valide.
La scelta del cloud provider è una decisione strategica che va ben oltre la semplice valutazione delle funzionalità tecniche. Un aspetto cruciale da considerare è l'analisi dettagliata dei contratti offerti dai diversi provider.
Qual è l'approccio corretto per un'azienda che sta per migrare in cloud? Sicuramente l'approccio multidisciplinare, che coinvolge sia figure tecniche che legali, per valutare attentamente i contratti dei cloud provider. Ecco alcuni punti chiave da considerare:
Comprendere i Termini del Servizio
Livelli di servizio (SLA): Verificare gli SLA garantiti dal provider in termini di disponibilità, prestazioni e tempi di risposta;
Responsabilità: Definire chiaramente le responsabilità di entrambe le parti in caso di malfunzionamenti o interruzioni del servizio;
Sicurezza dei dati: Assicurarsi che il provider adotti misure di sicurezza adeguate per proteggere i dati dell'azienda, in conformità con le normative vigenti.
Valutare i costi
Modello di pagamento: Capire se il modello di pagamento è basato sull'utilizzo, su abbonamenti mensili o annuali, o su una combinazione di entrambi;
Costi nascosti: Identificare eventuali costi aggiuntivi, come quelli per il trasferimento dei dati, le operazioni di backup o il supporto tecnico;
Scalabilità: Verificare se il modello di pagamento è flessibile e consente di scalare le risorse in base alle esigenze dell'azienda.
Comprendere i Termini del Servizio
Proprietà dei dati: Chiarire chi possiede i dati e come vengono gestiti i diritti di proprietà intellettuale;
Conformità normativa: Assicurarsi che il provider sia in grado di garantire la conformità alle normative vigenti in materia di protezione dei dati (GDPR, HIPAA, ecc.);
Risoluzione del contratto: Definire le modalità di risoluzione del contratto e le tempistiche per il trasferimento dei dati in caso di cessazione del servizio.
Analizzare le condizioni di supporto
Canali di supporto: Verificare i canali di supporto disponibili (telefono, email, chat) e i tempi di risposta garantiti;
Livelli di supporto: Valutare i diversi livelli di supporto offerti e i costi associati;
Knowledge base: Verificare se il provider mette a disposizione una knowledge base o una community online per l'auto-assistenza.
Valutare la flessibilità del Contratto
Periodo contrattuale: Verificare la durata del contratto e le condizioni di rinnovo.
Clausole di uscita: Analizzare le clausole relative alla risoluzione anticipata del contratto e le penali applicabili.
Opzioni di espansione: Valutare la possibilità di espandere i servizi contrattuali in futuro.
Checklist: Creare una checklist personalizzata per valutare i diversi aspetti dei contratti;
Consulenza legale: Coinvolgere un avvocato specializzato in diritto tecnologico per analizzare i termini contrattuali più complessi;
Benchmarking: Confrontare i contratti offerti dai diversi provider per individuare le migliori condizioni.
Esistono diversi framework e standard riconosciuti a livello internazionale per valutare i contratti dei provider cloud, in particolare quelli che offrono servizi IaaS (Infrastructure as a Service), PaaS (Platform as a Service) e SaaS (Software as a Service). Questi framework forniscono una serie di criteri e indicatori che permettono di valutare in modo oggettivo e completo la qualità dei servizi offerti, la sicurezza dei dati, la conformità alle normative e altri aspetti cruciali per la scelta del provider.
Perché utilizzare un framework?
Obiettività: I framework forniscono una base oggettiva per la valutazione;
Completezza: Garantiscono una valutazione completa su un'ampia gamma di aspetti;
Confrontabilità: Permettono di confrontare le offerte dei diversi provider;
Trasparenza: Rendono il processo di valutazione più trasparente e ripetibile.
Come utilizzare un framework
Selezionare il framework più adatto: Scegliere il framework in base alle specifiche esigenze dell'azienda e al tipo di servizi cloud richiesti;
Adattare il framework: Adattare il framework alle proprie esigenze specifiche, aggiungendo o rimuovendo criteri in base alle proprie priorità;
Valutare i fornitori: Utilizzare il framework per valutare le offerte di diversi provider, confrontando i risultati ottenuti;
Prendere una decisione informata: Sulla base dei risultati della valutazione, scegliere il provider che offre il miglior rapporto qualità-prezzo e soddisfa al meglio i requisiti dell'azienda.
L'utilizzo di un framework riconosciuto per la valutazione dei contratti dei provider cloud è fondamentale per garantire una scelta informata e ridurre i rischi associati alla migrazione al cloud. Questi framework forniscono una serie di strumenti e indicatori che permettono di valutare in modo completo e oggettivo le offerte dei diversi provider, aiutando le aziende a prendere decisioni strategiche. La scelta del cloud provider è una decisione strategica che ha un impatto significativo sulla competitività di un'azienda. Una valutazione accurata dei contratti è fondamentale per evitare sorprese e garantire la massima flessibilità e sicurezza.
Anche la reputazione e la specializzazione di un provider cloud sono fattori determinanti nella scelta di un servizio cloud, e influenzano in modo significativo il successo di una migrazione. Infatti, un provider con una solida reputazione e una specializzazione nel tuo settore è più probabile che ti offra un servizio di alta qualità, personalizzato e in grado di soddisfare le tue esigenze specifiche.
Reputazione
Affidabilità: Un provider con una solida reputazione è generalmente sinonimo di affidabilità. Ciò significa che è in grado di garantire un'alta disponibilità dei servizi, tempi di risposta rapidi e un'elevata sicurezza dei dati;
Esperienza: Un provider con una lunga esperienza nel settore cloud ha accumulato una vasta conoscenza delle migliori pratiche e delle tecnologie più avanzate. Ciò si traduce in una maggiore capacità di risolvere i problemi e di supportare i clienti;
Case studies: La presenza di case studies di successo dimostra la capacità del provider di soddisfare le esigenze di clienti simili al tuo.
Opinioni dei clienti: Le recensioni e le testimonianze di altri clienti possono fornire preziose informazioni sulla qualità del servizio offerto;
Certificazioni: Le certificazioni ottenute dal provider sono una garanzia aggiuntiva della qualità dei servizi e della conformità alle normative.
Specializzazione
Settore specifico: Alcuni provider si specializzano in settori specifici (ad esempio, healthcare, finance, retail) oppure sono specializzati su alcuni ambiti aziendali (HR, produzione, finance). Scegliere un provider specializzato nel tuo settore può garantire una maggiore comprensione delle tue esigenze specifiche e soluzioni più adatte;
Tecnologie: Alcuni provider sono specializzati in determinate tecnologie (ad esempio, big data, machine learning, IoT, microservizi). Se hai bisogno di utilizzare tecnologie specifiche, scegliere un provider specializzato può semplificare l'implementazione;
Servizi aggiuntivi: Un provider specializzato può offrire servizi aggiuntivi (ad esempio, consulenza, integrazione con altri sistemi) che possono semplificare la tua migrazione e l'utilizzo del cloud.
La scelta di un provider cloud è una decisione strategica che ha profonde implicazioni sulla sicurezza e sulla gestione dei dati. Uno degli aspetti più critici da considerare è la sovranità dei dati e la riservatezza. Questa scelta si incentra principalmente su due modelli di cloud: public e private.
Cloud pubblico: Offre risorse informatiche condivise su un'infrastruttura di proprietà e gestita da un provider di servizi cloud (come Amazon Web Services, Microsoft Azure, Google Cloud Platform);
Cloud privato: Fornisce un ambiente cloud dedicato a un singolo cliente, spesso ospitato all'interno dei data center del cliente stesso o di un provider terzo.
Quando si valuta la sovranità dei dati e la riservatezza, è fondamentale considerare tutti gli aspetti che riguardano il controllo e la disponibilità dei dati e delle infrastrutture. Fra gli aspetti da valutare ci sono la localizzazione dei dati, i meccanismi di replica del provider e in generale tutte le policy di transito dei dati, la sicurezza e la conformità normativa. I provider offrono una vasta gamma di strategie per garantire la riservatezza dei dati, riconoscendo l'importanza cruciale di questa tematica per le aziende. Ecco alcune delle più comuni:
Crittografia a riposo: I dati vengono criptati quando sono memorizzati sui dischi, proteggendoli da accessi non autorizzati anche in caso di violazione fisica dei data center;
Crittografia in transito: I dati sono criptati durante il trasferimento tra i data center e i dispositivi degli utenti, proteggendoli da intercettazioni;
Chiavi di crittografia gestite dal cliente: I clienti possono mantenere il controllo sulle chiavi di crittografia, garantendo un maggiore livello di sicurezza.
Le chiavi di crittografia gestite dal cliente (CMEK o CMK) rappresentano un livello avanzato di controllo sulla sicurezza dei dati nel cloud. Anziché affidare la gestione delle chiavi di crittografia al provider cloud, l'organizzazione cliente assume il controllo diretto su queste chiavi, garantendo un maggiore livello di sicurezza e conformità normativa.
Le chiavi di crittografia gestite dal cliente offrono un livello di controllo e sicurezza dei dati senza precedenti. Tuttavia, la loro implementazione richiede una pianificazione accurata e competenze tecniche specializzate. Le organizzazioni che gestiscono dati altamente sensibili o che devono soddisfare requisiti normativi rigorosi dovrebbero valutare attentamente l'utilizzo delle CMEK e considerare pienamente pro e contro di questo approccio. La certezza è che sia in ambito private cloud che public esistono soluzioni che consentono di raggiungere altissimi livelli di riservatezza e sovranità del dato.
Come funzionano le CMEK o CMK?
Creazione della chiave: Il cliente crea una chiave di crittografia utilizzando un servizio di gestione delle chiavi (KMS) come quello offerto dai principali provider cloud;
Protezione dei dati: La chiave viene utilizzata per crittografare i dati nel cloud;
Controllo esclusivo: Il cliente mantiene il controllo esclusivo sulla chiave, il che significa che solo il cliente può decriptare i dati;
Integrazione con i servizi cloud: Le CMEK possono essere integrate con una vasta gamma di servizi cloud, come storage, database e altre applicazioni.
Vantaggi delle CMEK
Maggiore controllo: Il cliente ha il controllo completo sulla gestione delle chiavi, consentendo di definire politiche di rotazione delle chiavi, di revocare l'accesso alle chiavi in caso di compromissione e di soddisfare requisiti normativi specifici;
Aumento della sicurezza: Mantenendo il controllo sulle chiavi, il cliente riduce il rischio di violazioni dei dati causate da compromissioni dei sistemi del provider cloud;
Conformità normativa: Le CMEK sono spesso un requisito per soddisfare normative come GDPR e HIPAA, che richiedono un alto livello di controllo sulla sicurezza dei dati;
Flessibilità: Le CMEK offrono una maggiore flessibilità nella gestione della crittografia, consentendo di adattare le politiche di sicurezza alle esigenze specifiche dell'organizzazione.
Svantaggi delle CMEK
Complessità: La gestione delle CMEK richiede competenze tecniche specializzate e può aumentare la complessità della gestione della sicurezza;
Costi aggiuntivi: L'utilizzo delle CMEK può comportare costi aggiuntivi per l'acquisto e la gestione delle chiavi;
Rischio di perdita delle chiavi: Se le chiavi vengono perse o compromesse, i dati potrebbero diventare inaccessibili.
Scenari d'uso comuni
Settori altamente regolamentati: Settori come la sanità, le finanze e il governo hanno requisiti di conformità rigorosi che possono essere soddisfatti più facilmente utilizzando le CMEK;
Dati altamente sensibili: Le CMEK sono ideali per proteggere dati altamente sensibili, come informazioni personali, finanziarie o proprietarie;
Organizzazioni con requisiti di sicurezza personalizzati: Le organizzazioni con requisiti di sicurezza specifici possono utilizzare le CMEK per implementare politiche di sicurezza personalizzate.
La Platform Engineering rappresenta un approccio innovativo alla gestione dei servizi cloud che mira a fornire un ambiente di sviluppo e deployment coerente, automatizzato e self-service. Questo paradigma può essere un potente alleato nel governare gli aspetti complessi della sicurezza e della compliance all’interno di tutto il ciclo di vita del software.
In che modo la Platform Engineering può aiutare?
Astrazione e Automazione
Interfacce unificate: La Platform Engineering fornisce un'interfaccia unificata per accedere e gestire i servizi cloud, semplificando le operazioni e riducendo il rischio di errori manuali;
Pipeline CI/CD automatizzate: Le pipeline CI/CD automatizzano il processo di sviluppo, test e deployment, garantendo la coerenza e la ripetibilità delle configurazioni;
Template preconfigurati: La creazione di template preconfigurati con le impostazioni di sicurezza e compliance corrette accelera lo sviluppo e garantisce la conformità fin dall'inizio.
Governance e Compliance
Policy as code: Le policy di sicurezza e compliance possono essere definite come codice e integrate nelle pipeline CI/CD, garantendo l'applicazione coerente delle regole;
Scansione delle vulnerabilità: L'integrazione di strumenti di scansione delle vulnerabilità nelle pipeline CI/CD permette di identificare e mitigare tempestivamente le minacce;
Audit trail: La Platform Engineering può fornire un audit trail completo delle modifiche apportate all'ambiente cloud, facilitando le attività di audit e compliance.
Strumenti di FinOps e Budgeting
Ridurre i costi: Ottimizzando l'utilizzo delle risorse e identificando le aree di spreco;
Aumentare l'agilità: Prendendo decisioni più rapide e informate;
Migliorare la visibilità: Ottenendo una comprensione più profonda delle spese cloud;
Allineare i costi agli obiettivi di business: Assicurando che le spese cloud supportino le strategie aziendali;
Quotazioni e budget: La Platform Engineering può fornire stime dei costi e strumenti di budgeting per aiutare a controllare le spese.
Self-Service
Catalogo dei servizi: i servizi self-service permettono agli sviluppatori di richiedere le risorse necessarie in modo rapido e sicuro.
Pipeline CI/CD con Test Automatizzati
Integrazione Continua (CI): Ogni modifica al codice dovrebbe innescare automaticamente una serie di test unitari, di integrazione e, possibilmente, end-to-end. Questo permette di identificare rapidamente eventuali problemi;
Continuous Delivery(CD): Una volta che il codice supera tutti i test, può essere automaticamente distribuito in un ambiente di staging per ulteriori test e seguire la catena di delivery;
Feature flag: permette di attivare o disattivare funzionalità di un software senza modificare il codice, utile per test, rilasci graduali e personalizzazione.
Monitoraggio, Test di performance e Carico
Simulare carichi di lavoro realistici per valutare le prestazioni dell’infrastruttura e del software sotto stress.
Identificare colli di bottiglia, problemi di scalabilità e potenziali punti di errore prima che influenzino gli utenti finali.
Raccogliere e analizzare metriche chiave sulle prestazioni, l'utilizzo delle risorse e il comportamento degli utenti in tempo reale.
Impostare allarmi per rilevare anomalie e potenziali problemi prima che si trasformino in interruzioni del servizio.
Test di Conformità e Regolatori
Assicurarsi che gli sviluppi soddisfino tutti i requisiti di conformità e normativi pertinenti al settore o alla regione geografica;
Automatizzare i test di conformità per garantire che il software rimanga conforme anche dopo gli aggiornamenti.
Feedback degli utenti e Telemetria
Raccogliere feedback dagli utenti finali del software per identificare potenziali problemi di usabilità o funzionalità mancanti;
Utilizzare la telemetria per ottenere informazioni dettagliate sull'utilizzo delle applicazioni e identificare aree di miglioramento.
Integrazione con la Platform Engineering
Tutte queste soluzioni di test e controllo della qualità dovrebbero essere integrate direttamente nella piattaforma stessa, idealmente come self-service per gli sviluppatori.
L'automazione è fondamentale per garantire che i test vengano eseguiti in modo coerente e frequente, senza rallentare il processo di sviluppo.
La piattaforma dovrebbe fornire visibilità sui risultati dei test e sulle metriche di qualità, consentendo ai team di prendere decisioni informate e di intervenire rapidamente in caso di problemi.
Integrando queste soluzioni in modo efficace, la Platform Engineering può garantire che la piattaforma sia non solo potente e flessibile, ma anche stabile, sicura e di alta qualità, offrendo un'esperienza ottimale agli utenti finali e supportando il successo dell'organizzazione. Attraverso l'automazione, la standardizzazione e il self-service, la Platform Engineering può trasformare il modo in cui le organizzazioni sviluppano e gestiscono le loro applicazioni nel cloud.
Benefici chiave della Platform Engineering
Aumento della velocità e dell'efficienza: L'automazione e il self-service accelerano lo sviluppo e il deployment delle applicazioni
Onboarding più rapido per i nuovi sviluppatori: La Platform Engineering velocizza e semplifica l'onboard consentendo ai nuovi sviluppatori di essere produttivi in brevissimo tempo
Facilita la tracciabilità e gestisce la documentazione: Agevola la condivisione di informazioni e policy di sviluppo
Migliore sicurezza e compliance: L'applicazione coerente delle policy di sicurezza e compliance riduce il rischio di violazioni dei dati
Riduzione dei costi: L'ottimizzazione delle risorse e l'automazione delle operazioni riducono i costi operativi
Maggiore agilità: La Platform Engineering consente di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del business