Anime scalze - Fabio Geda

Anime scalze. Romanzo pubblicato nel 2017 da Einaudi.

“... noi, controcorrente, entravamo ogni vogata un pò più dentro la nebbia. Sapevo di avere Viola alle spalle, le sentivo il fiato e intravedevo gli spruzzi del remo nell’acqua. e sapevo che non mi sarei mai dovuto voltare a cercarla. Procedevamo allo stesso ritmo, negli occhi la partenza, che quella la si conosce sempre, e nel respiro una quieta fiducia, come quella di certe anime scalze mentre risalgono i fiumi in cerca di sorgente”.

Anime scalze è una storia che procede verso la sorgente, controcorrente, dentro le nebbie del passato e le incertezze del futuro. Non a piedi nudi, ma con le anime nude. “Dobbiamo farci trasportare dal fiume assecondando la corrente ma imponendo una direzione alla canoa”. Il fiume indica il passare dei giorni, alcuni veloci e altri come se non avessero una fine: bisogna accettare il tempo fuggitivo e precario, ma ricordando che la responsabilità della decisione su come farlo scorrere è della volontà umana, non del caso. I detriti e i sassi della coscienza e dell’incoscienza di due adolescenti man mano che risalgono annaspando in alto, alla fonte, restano sempre più giù, a valle. Sicuri della presenza dell’altro, Viola e Ercole hanno gli stessi bagliori negli occhi: a lei la luce pende ai confini dello sguardo, a lui la curiosità verso i fuochi d’artificio delle serate estive. Condivisione e armonia: stessi ritmi. Non stessa cultura, non stessa condizione sociale e economica, semplicemente avanzano a ritroso nelle loro esistenza allo stesso ritmo. Sereni nel respiro che li stringe nel presente, la vita, ma presaghi della partenza, ombra della consapevolezza da adulti. Tornando verso la sorgente e contemporaneamente attraversando il presente Ercole è diventato già adulto.

Geda descrive la scena di Ercole, circondato dalla polizia, sul tetto di un capannone armato di un fucile con suo fratello Luca. Il protagonista effettua un recupero memoriale del suo passato a partire dai suoi ricordi infantili: ricorda infatti alcuni eventi avvenuti all’età di sei anni, e precisamente nell'autunno della prima elementare, quando il piccolo Ercole vede morire la nonna e, a seguito di questo evento, il nonno darsi alla fuga: a fuggire sarà anche la madre che infatti sarà trovata dopo tanti anni in nuovi panni, in una nuova vita e con una nuova famiglia. Ercole ha l’espressione di un ragazzo che, come la madre, sembra costantemente guardare i fuochi d’artificio (come se fosse sempre innamorato) ma il suo animo è pervaso, sin dall’infanzia, da sentimenti tormentosi. In effetti, dopo l'abbandono da parte di sua madre, Ercole viene travolto da sensazioni cupe, indefinibili, paurose, che nel libro assumono una forma del tutto originale, quella di mostri imprigionati nei muri. Il piccolo Ercole, allora di soli sei anni, è così costretto, a soffocare le proprie paure nelle pareti, per poterle controllare, per trovare la forza di affrontarle, perché nessuno al suo posto può farlo. Egli non ha vicino una madre che lo rassicuri, un padre che lo abbracci, dei nonni che possano tranquillizzarlo. Il suo mondo, la sua vita è un continuo sgretolarsi. Così, come farebbe qualsiasi altro bambino della sua età, decide di dare forma a ciò che logora il suo animo, a ciò che gli toglie il respiro, per poterlo osservare, per essere in grado di porre da solo degli argini, quegli stessi argini che però dovevano essere assicurati dai suoi genitori.L'unica soluzione a tali tormenti è quella, una volta cresciuto, di diventare coraggioso, di trovare la forza di superare ogni rischio. La storia di Ercole è un percorso di iniziazione all’adultità (romanzo di formazione).