L'intervista a Giuseppe Boletta
L'intervista a Giuseppe Boletta
Il giorno 20 novembre 2024 presso il Polo Liceale Città di Sondrio si è tenuto, nell'ambito delle attività previste per il Laboratorio delle Pietre Parlanti, un incontro con il Sig. Giuseppe Boletta, residente a Villa di Tirano in provincia di Sondrio. I ragazzi hanno ascoltato la testimonianza indiretta di Boletta il quale ha raccontato di come nel settembre del 1943, in piena Seconda guerra mondiale, suo zio, don Giuseppe Carozzi, abbia aiutato circa trecento ebrei a fuggire in Svizzera.
Il 12 settembre 1943, infatti, don Giuseppe Carozzi si reca a Tirano per incontrare il capitano della Compagnia di Confine della Guardia di finanza, Leonardo Marinelli, per informarlo di aver avuto ordine dalla Santa Sede di proteggere gli ebrei internati all’Aprica e per chiedergli di consentire il passaggio in Svizzera a quegli sventurati. Quindi, grazie anche all'appoggio di don Cirillo Vitalini, parroco di Bratta, si riesce ad organizzare la fuga. Dall’Aprica gli ebrei scendono nottetempo a Motta, quindi a Bianzone, a Bratta e, da qui, passano la frontiera in parte da Lughina, in parte dal Passo Frantellone, in parte dal Passo del Gallo, una ottantina dal Colle Danzana.
Don Giuseppe Carozzi, dopo questi fatti, è costretto a rifugiarsi in Svizzera ma non cessa di operare a favore della Resistenza. Organizza infatti e dirige un gran numero di corrieri utili per lo scambio di informazioni tra forze partigiane.
I documenti degli Archivi inglesi testimoniano che don Giuseppe Carozzi era a capo del gruppo partigiano Pierino.
G. Boletta e il professor Moiser
G. Boletta mostra una foto di archivio
G. Bolletta si appresta a rispondere alle domande gli studenti
G. Boletta con i professori referenti del progetto: prof.essa Prete, professor Moiser e (?)
Di seguito, il materiale che il signor Boletta ha raccolto negli anni, per lo più documenti che provengono dagli Archivi Inglesi