Il cyberbullismo nella legge

Il cyberbullismo, un fenomeno purtroppo sempre più comune tra i giovani a causa dell’aumento di popolarità dei social media, è stato affrontato anche dalla legislatura negli ultimi 5 anni. La legge n°71 contro il cyberbullismo, chiamata in termini più specifici “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”, è stata redatta ormai quattro anni fa e messa in vigore il 18 Giugno 2017 a seguito del suicidio di una ragazza continuamente tormentata tramite alcune piattaforme web. Per quanto riguarda l’ambiente scolastico, la normativa prevede che ogni scuola individui un responsabile al cyberbullismo (un insegnante) che offra una formazione adeguata per affrontare il problema. Inoltre, nel caso in cui la famiglia della vittima non dovesse essere avvisata, la scuola commetterebbe un reato di omessa denuncia. Analogamente, se ci si dovesse ritrovare ad assistere ad episodi di bullismo senza intervenire, se ne potrebbe rispondere in sede penale e civile. Parlando più in generale, possiamo dire che la legge sul cyberbullismo prevede sempre alcuni strumenti di tutela a favore delle vittime di questa condotta illecita.

I principali sono:

  • l’oscuramento dei siti internet sui quali avviene il cyberbullismo;

  • il reclamo al garante per la privacy;

  • la segnalazione ai genitori del cyberbullo;

  • l’ammonimento del questore, nel caso in cui il cyberbullismo costituisca anche reato.

Si tratta di importanti strumenti di difesa previsti dalla legge sul cyberbullismo; peraltro, la legge ha cura di specificare che ciascuno di essi può essere azionato direttamente dal minore che abbia compiuto quattordici anni e inoltre, a partire dalla stessa età, il minorenne può sporgere denuncia. Un ultimo passo, volto alla riduzione ed eventualmente alla totale eliminazione di questo problema, consiste nei numerosi progetti svolti nelle scuole di tutta Italia e dell’Europa, attraverso i quali vengono discussi i problemi principali legati al cyberbullismo e con i quali si cerca di informare le nuove generazioni nella speranza che, a seguito della sensibilizzazione, non ci siano più vittime.


Emma Marino