Come il grande scienziato siamo convinti che esaminare i dati, scegliere fra diverse opzioni, “provando e riprovando” fino a che non si giunge a valutazioni consapevoli e motivate, sia il metodo non solo degli studi scientifici, ma anche di quelli umanistici: è così che si consolida l’acquisizione delle capacità critiche che consentono ad ogni cittadino di prendere posizione nei confronti dei problemi, ancor di più in una fase storica che ci vede quotidianamente investiti da enormi quantità di notizie e informazioni fin troppo eterogenee.
Saper leggere un giornale, rendendosi conto del punto di vista di chi scrive e degli interessi che eventualmente difende, o saper interpretare un discorso politico, cogliendo il vero significato di parole che possono nascondere o mistificare la realtà -volendo fornire due facili esempi - rappresentano il “saper fare” intellettuale di chi ha sviluppato una autonoma capacità di comprensione e di giudizio non certamente attraverso la passiva ripetizione di concetti meccanicamente appresi, ma attraverso la partecipazione attiva, il coinvolgimento personale e la curiosità intellettuale, stimolate da interessi culturali che concorrono all’effettiva crescita e maturazione dell’individuo.