Armi, acciaio e malattie

> Liceo Fabio Filzi - Rovereto <

Attività didattica realizzata dal Liceo Fabio Filzi su un estratto del testo
"Armi, acciaio e malattie. Breve storia degli ultimi tredicimila anni" autore Jared Diamond . Einaudi 1997

INTRODUZIONE PER LO STUDENTE

Questa attività è stata realizzata da insegnanti del Liceo Filzi di Rovereto (Trento) nell'ambito del progetto Curricolo Digitali 2.0. L'attività si compone di 5 sezioni di testo che puoi trovare in questa pagina e che sono estratte dal testo "Armi, Acciaio e malattie" di Jared Diamond, 1997, editore Einaudi.

Disseminate lungo il testo trovi alcune attività da svolgere (tutte raggruppate nella pagina "le Domande") che ti aiutano a verificare il livello di comprensione di quel particolare brano. Alla fine (Domanda 8) ti viene proposto un Test Finale di comprensione complessiva.

Lo svolgimento integrale di tutte le attività richiede circa 60 minuti. E' possibile svolgere anche solo alcune sezioni

Le risposte alle domande 1 e le domande 7 richiedono di allegare dei file. Questa operazione è possibile solo previa autenticazione con un account GMail.

sezione 1

(......)

Da quando i nostri antenati, circa 7 milioni di anni fa, si divisero dai progenitori delle grandi scimmie, l’uomo ha quasi sempre vissuto sulla terra cacciando gli animali selvatici e raccogliendo erbe e frutti spontanei, come ancora faceva la tribù dei piedi neri nel XIX secolo.
Negli ultimi 11.000 anni della nostra storia, ci siamo messi (perlomeno qualche gruppo) a produrre da soli il cibo che ci serviva, domesticando animali e piante e trasformandoli in bestiame e coltivazioni. Oggi Ia quasi totalità degli uomini del pianeta si nutre di cibo che si è coltivato ed allevato da sé o che è stato prodotto da qualcun altro per essere venduto. Se continua la tendenza presente, entro dieci anni gli ultimi gruppi di cacciatori-raccoglitori si convertiranno all'agricoltura o si estingueranno, mettendo così fine a milioni di anni di storia.

Popoli diversi abbracciarono l’agricoltura in tempi diversi, e alcuni - come gli aborigeni australiani - non lo fecero mai. Non tutti scoprirono il modo di produrre cibo in maniera autonoma ed indipendente: i cinesi, ad esempio, se ne accorsero da soli, mentre gli antichi egizi copiarono la tecnica dai loro vicini. Come vedremo, l’agricoltura è un prerequisito necessario per arrivare alle armi, all'acciaio e alle malattie; quindi le diverse modalità e i diversi tempi con cui i popoli delle varie zone del mondo divennero contadini e pastori può servire a capire molto bene i loro destini nella storia.

(......)

sezione 2

Il primo passo è semplice, una maggiore disponibilità di cibo implicherà maggiore popolazione . Tra le piante e gli animali presenti in natura, solo una piccola minoranza è commestibile o comunque utile all'uomo. Gran parte delle specie non possono essere mangiate, perché indigeste (come i vegetali legnosi) , velenose (le farfalle monarca o molti funghi), prive di valore nutritivo (le meduse), di laboriosa preparazione (certe bacche dalla scorza dura), difficili da raccogliere (le larve di molti insetti) o da cacciare (i rinoceronti). La biomassa del pianeta è formata in gran parte da legno e da foglie, che noi (salvo rare eccezioni) non siamo in grado di digerire. (D1 - Domande 1)

Selezionando e coltivando quelle poche specie di cui possiamo nutrirci (D2 - Domanda 2), fino a farle diventare iI 90 e non lo 0,1 per cento della biomassa di un pezzo di terra, ci procuriamo un numero di calorie per ettaro assai maggiore. Alla fine, un ettaro di terra coltivata riesce a dar sostentamento a molti più contadini (dalle 10 alle 100 volte ) di quanto non riesca a fare un ettaro di terra vergine per i cacciatori-raccoglitori. La bruta forza del numero, quindi, fu uno dei primi vantaggi in campo militare che fu concesso agli agricoltori.

FIGURA 1
(estratta dal testo originale)

sezione 3

Gli animali domestici hanno aiutato l'uomo a produrre più cibo (D3 - Domanda 3) in quattro modi diversi: fornendo latte, carne, concime e forza motrice per gli aratri. Come è ovvio, il bestiame sostituì direttamente la selvaggina come fonte primaria di proteine; al giorno d'oggi, ad esempio, Ia stragrande maggioranza delle proteine animali assunte dagli americani proviene da buoi, maiali, galline e pecore, e non certo dalla carne di cervo - considerata una prelibatezza non da tutti i giorni.

Alcuni grandi mammiferi, poi, forniscono latte e derivati: tra gli animali che sono stati sfruttati per il latte ci sono mucche, pecore, capre, cavalli, renne, bufali asiatici, yak, cammelli arabi (cioè i dromedari) e della Battriana (quelli con due gobbe). Una mucca da latte, ad esempio, fornisce nel corso della sua vita molte più calorie di quante ne fornirebbe la sua carne macellata.

sezione 4

Gli animali domestici servono anche a migliorare la produzione agricola (D4 - Domanda 4). Prima di tutto, come ogni giardiniere o contadino sa bene, non c'è niente di meglio del letame per fertilizzare la terra da coltivare. Anche se oggi abbiamo a disposizione i concimi sintetici prodotti dalle industrie chimiche, in gran parte del mondo le deiezioni animali (soprattutto di bovini, ovini e yak) continuano ad essere la principale fonte di fertilizzante. Lo sterco, inoltre, è stato ed è tutt'ora un apprezzato combustibile in molte società tradizionali.

Inoltre, i grandi animali domestici possono servire anche a tirare gli aratri, il che rende possibile dissodare terreni che sarebbero altrimenti lasciati incolti. Tra gli animali da lavoro ricordiamo i bovini, i cavalli, il bufalo asiatico e il banteng di Bali, e gli incroci tra buoi e yak. Ecco un esempio della loro importanza.

I primi agricoltori apparsi in Europa centrale circa 7000 anni fa - i popoli della cosiddetta «cultura della Ceramica lineare» , o Linearbandkeramik - furono per un certo tempo confinati in terre dai suoli morbidi, che potevano essere dissodati a mano con appositi bastoni (D5 - Domande 5)

Solo mille anni dopo questi agricoltori primitivi furono in grado di coltivare una maggiore varietà di terre. Lo stesso accade in America: gli indiani delle grandi pianure nordamericane erano confinati nei terreni alluvionali; lo sfruttamento degli altopiani, il cui suolo era molto più duro, fu possibile solo nel XIX secolo grazie agli europei e ai loro aratri tirati da animali.

Abbiamo visto come la domesticazione di piante e animali ha portato in modo diretto a una maggiore concentrazione di popolazione. Esistono anche cause più indirette, che hanno a che fare con lo stile di vita sedentario imposto dalla coltivazione della terra. Com'è noto, i cacciatori-raccoglitori devono quasi sempre condurre un'esistenza nomade mentre gli agricoltori sono legati ai loro campi; e la vita sedentaria fa aumentare la densità abitativa perché permette, tra le altre cose, di diminuire l'intervallo tra la nascita di due figli.

Una donna nomade non può permettersi di portare con sé nei suoi spostamenti più di un bambino, oltre alle sue poche cose; non può dare alla luce un altro figlio fintanto che il precedente non è in grado di camminare al passo degli altri membri della tribù. In pratica i cacciatori-raccoglitori controllano le nascite in modo che tra un figlio e l'altro passino all’incirca quattro anni; ciò è ottenuto in vari modi: durante l'allattamento, astinenza sessuale, aborto e infanticidio. (D6 - Domande 6)

I popoli sedentari, invece, non hanno il problema di dover trasportare i lattanti nel loro girovagare, e possono allevare tutti bambini che riescono a sfamare. Per molti agricoltori l'intervallo tra due nascite successive si riduce a circa due anni. La natalità più elevata e la capacità di sostentare un maggior, numero di uomini per ettaro conducono evidentemente a una densità di popolazione assai più alta.

sezione 5

Un'altra conseguenza della vita sedentaria è data dai cosiddetti surplus alimentari. Un nomade può, di tanto in tanto, portare con sé più cibo di quanto non riesca a consumare in pochi giorni ma alla lunga questa abbondanza non gli è utile perché non ha i mezzi per conservarla e custodirla. Un sedentario invece può immagazzinare molto cibo e fare la guardia perché non glielo rubino. Il surplus alimentare è essenziale per la proliferazione di quelle figure sociali non dedite in permanenza alla produzione di cibo, figure che una popolazione nomade non può permettersi (D7 - Domanda 7)

Tra questi nuovi “specialisti” ci sono gli uomini di governo . Nelle società di cacciatori-raccoglitori, che sono in genere egualitarie, non si trovano né monarchie ereditarie né apparati burocratici, e l'organizzazione politica non va oltre il livello della banda o della tribù. Tutti gli adulti abili al lavoro sono impegnati in permanenza a procacciarsi cibo, non hanno tempo per altro.

Viceversa, dove le risorse alimentari si accumulano, può accadere che una élite riesca ad affrancarsi dalla necessità di produrre, e che anzi ottenga il controllo del lavoro altrui, imponendo tasse o altro e dedicandosi cosi a tempo pieno al governo. Ecco perché le società agricole di medie dimensioni si organizzano in potentati vari, e quelle più grandi diventano veri e propri stati.

Queste strutture politiche complesse sono certo in grado di organizzare una guerra di espansione meglio di quanto non possa fare una banda di nomadi. In alcune zone particolarmente ricche, come la costa nordoccidentale americana e la costa dell'Ecuador, i cacciatori-raccoglitori riuscirono a diventare sedentari, ad immagazzinare il surplus alimentare e a darsi una struttura politica, ma rimasero ben lontani dal diventare un vero stato.

TEST FINALE

Ora puoi verificare la comprensione complessiva del testo intero rispondendo al set di domande D8 - Domande 8

COPYRIGHT DISCLAIMER

I brani del testo originale di Jared Diamond sono qui pubblicati unicamente a scopo di studio ed insegnamento
Tutte le
immagini utilizzate sono libere senza vincoli di copyright oppure rilasciate sotto licenza Creative Commons idonea per il riutilizzo per fini non commerciali e educativi