sono una studentessa Liceo Cecioni.
Mi manchi come non mi sei mai mancata, e non solo a me. Spero di rivederti il prima possibile, anche se adesso non possiamo sapere con certezza quando. E come diceva la mia zia, ci accorgiamo del valore delle cose soltanto quando non le abbiamo più.
Mi mancano i compagni di classe e quelli di banco, tutti i professori e i volti che incrociavo nei tuoi corridoi. Mi manca il suono della campanella, i muri colorati, la lavagna con i gessi, le file alle macchinette. Mi mancano le farfalle nello stomaco prima delle interrogazioni, l’ansia prima del risultato dei compiti, l’alzata di mano per rispondere, ma mi manca anche quando rispondevamo tutti insieme da creare confusione. Mi mancano anche le lamentele per le troppe ore passate nelle tue classi e le idee contrastanti che avevamo in classe per ogni singola cosa.
Ora che non ci sei, al tuo posto ce n’è un’altra che si chiama “didattica a distanza”. È vero che non è niente in confronto a te, ai tuoi corridoi, alle tue classi, alle tue pareti, alle tue palestre e ai tuoi laboratori ma abbiamo a disposizione soltanto lei. Quando facciamo questo nuovo tipo di lezione, stiamo per un po’ di tempo davanti allo schermo del nostro cellulare, computer o tablet, ascoltando la voce dei professori, anche quando la connessione non è dalla nostra parte.
Ora quasi tutti leggiamo un libro, studiamo, contiamo i giorni, pensiamo che prima o poi si ripartirà. Cominciamo ad avere paura.
Ho ascoltato il telegiornale e hanno parlato per capire come valutare il nostro percorso scolastico in un anno in cui verremo tutti promossi oppure come impedire che copiamo i compiti se siamo da soli in casa mentre li eseguiamo, con google.
Spesso penso a tutti quei ragazzi che avrebbero dovuto affrontare l’esame di terza media o ai diciottenni, che chiuderanno il loro percorso scolastico senza le lacrime e le urla dell’ultimo giorno di scuola, senza sentire l’odore stantio dell’aula per l’ultima volta e magari provarne già nostalgia, forse senza un esame di Stato degno di questo nome, senza il viaggio per festeggiare quell'esame finalmente superato, senza gli abbracci con il compagno di banco come se partisse per chissà quale posto, ma che rivedranno quella sera stessa.
E adesso? Vorrei capire ma non ho delle risposte ai miei dubbi e forse non conosco nemmeno le domande. È tutto così lontano, completamente diverso. Un ricordo che continuamente ritorna nella testa.
Mi manchi veramente tanto, cara scuola.
Ti rivoglio.
Al più presto,
……..
Il focus del lavoro pone l’accento sulla riflessione e sulla gestione delle emozioni durante questo tempo sospeso dovuto all'isolamento sociale.
L’obiettivo del prodotto non è dunque prettamente linguistico e, per questo motivo, si è scelto di pubblicare le riflessioni senza nessuna correzione.
Diario di bordo degli alunni della 3B Esabac
Un flusso di coscienza con immagini rubate a questa particolare e anomala quotidianità. Una riflessione sul concetto di libertà e condivisione.
Coordinamento didattico/editing prof. Marco Bruciati