In basso da sinistra: Grifalconi Leonardo, Milova Barbara, Malerba Aurora, Negri Alessandro, Frageri Martina, Guarneri Letizia, Crepaldi Rebecca, Conversi Cristina, Giannace Luca

In alto da sinistra: Goldoni Elena, Piedimonte Jessica, Freddi Anita, Menozzi Giulia, Balzanelli Fiamma, Balzanelli Sveva, Zanichelli Samuele, Borlean Iosif, Giovannini Arianna

Fluttuante nel cielo: Fontana Matteo

Scatti

















Ne è valsa la pena

Mai avrei potuto immaginare che sarei capitata in una classe come questa. Forse avrei dovuto capirlo dal primo giorno che mi ci sarei affezionata fin troppo. Questa scuola mi ha insegnato tanto, tantissimo ma la cosa più importante penso sia stata cosa voglia dire far parte di un gruppo, un gruppo classe (citazione che in pochi sapranno cogliere). È incredibile pensare a quante ore abbiamo passato insieme, non tutte pacifiche, si intende, ma tutte speciali. Ho incontrato persone fantastiche, che hanno reso questi cinque anni indimenticabili e con le quali condivido ricordi ed emozioni che faranno per sempre parte di me. La nostra, e lo dico con orgoglio, penso possa rientrare in qualche record scolastico o qualcosa del genere. In tutto il liceo, la 5E è stata una delle poche, se non l'unica, a non aver mai fatto gite di più giorni. Andiamo abbastanza fieri di questo record, perciò spero che nessuna classe futura ce lo possa togliere. Altra medaglia d'oro, potrebbe essere stata vinta per il titolo di “classe peggiore dell'istituto”, e pure di questo siamo piuttosto orgogliosi. Siamo stati definiti come dei falliti, disinteressati, immaturi e perchè no, una volta anche dei deviati, conclusa una lezione di scienze su come i ragazzi siano dipendenti dai cellulari (anche questa è una citazione per pochi, chiedo scusa). Ci siamo sempre distinti, nel bene e nel male, e siamo sempre riusciti a farci sentire. Anche all'ultimo anno, nonostante la paura delle possibili commissioni d'esame, siamo riusciti ad ottenere un colloquio in presidenza. Insomma, non ho mai capito il perchè di tanto astio nei nostri confronti ma posso dire che anche questo aspetto non fa che rientrare nei ricordi positivi, basta riderci sopra, così come ho riso sopra tantissimi episodi. Indubbiamente vinciamo il premio come classe che organizza le migliori feste, tutte svolte nella stessa casa, ovvio, e attese con grande ansia tutti gli anni. Per non parlare del fatto che siamo gli ultimi superstiti della sezione E... insomma non siamo stati una classe qualunque. Stare con voi mi ha insegnato che non sempre si può aver ragione. Che non sempre si può fare quel che si vuole. Che non sempre le cose vanno come vorremmo e che non sempre gli sforzi vengono ripagati. Abbiamo litigato, si, ma abbiamo anche riso. Ci siamo presi in giro, è vero, ma siamo anche sempre stati uniti. Talvolta abbiamo anche evitato di parlarci, capita, ma ci siamo sempre dati una mano a vicenda. Ho imparato cosa vuol dire condividere certe emozioni, dalle delusioni per brutti voti, all'ansia per le interrogazioni. Se c'è una cosa che di sicuro mi mancherà, sarà entrare in classe, rigorosamente un minuto prima del suono della campanella, e vedere tutti i banchi separati, gente in piedi che ripete da sola gli argomenti della verifica, altri chinati sul banco disperati, altri ancora che devono ancora finire di fare colazione. Insomma tutte le volte la stessa storia. Tutti che si parlano, si scambiano informazioni, si confrontano. Questo mi mancherà. Sapere che non ero l'unica in quello stato, che tutti avevano passato le giornate precedenti a studiare le stesse cose, gli stessi appunti (letteralmente gli stessi appunti), gli stessi argomenti. Mai come quest'anno ho capito veramente con chi fossi in classe. È strano ma è così. Forse il fatto stesso di essere all'ultimo anno mi ha portato a comprendere il giusto modo di affrontare le cose, di relazionarsi, e il peso da dare alle situazioni. Mi mancherà salire le scale ed entrare nella mia aula. Vedere quel quadro che non abbiamo mai appeso. L'albero di natale che è rimasto intatto e addobbato con lattine di plastica per tutto l'anno. Il ventilatore che tutti gli anni cercavamo di rubare. Quell'armadietto pieno di libri, alcuni nemmeno nostri, che ogni lunedì veniva riordinato per poi arrivare al sabato in completo disordine. Quelle tapparelle tutte storte, aggiustate dopo un anno e rotte nuovamente nel giro di una settimana. Insomma mi mancherà la mia aula ma soprattutto mi mancheranno le persone che l'hanno resa tale. Gente che non entrava prima delle 8.02, che mangiava a qualsiasi ora, che faceva più pause caffè che ore in classe, che usciva solo per parlare con le bidelle, che tornava in aula dopo mezz'ora perchè c'era “la fila in bagno” o perchè doveva fotocopiare 20 pagine di appunti. Gente che trovava le scuse migliori per non aver fatto i compiti, le stesse che poi magari prendevano i voti migliori e si beccavano gli insulti da tutti gli altri. Quelli che capivano miracolosamente matematica e si mettevano alla lavagna per spiegarla. Quelli che arrivavano a scuola con solo le carte da briscola, altri con solo un quaderno, altri ancora con tutti i libri possibili. Quelli che si nascondevano dietro un zaino per guardare le partite di basket, per ascoltare la musica, leggere un libro o dormire. Quelli che facevano serata il venerdì sera per poi balzare clamorosamente la prima ora del sabato. Quelli che trovavano il tempo di cucinare nonostante i mille impegni e che il giorno dopo portavano alla classe cestini di biscotti, torte e quant'altro. Quelli che venivano costantemente chiamati dai professori perchè distratti o perchè coloravano i mandala dell'agenda. Quelli che si dimenticavano pure delle assemblee, che perdevano ogni anno la tessera delle fotocopie e che riuscivano a rovesciare il caffè sporcando un numero incredibile di banchi. Quelli che riuscivano a copiare in qualsiasi situazione e quelli che (siano lodati loro) riuscivano a suggerirti anche dall'altro lato dell'aula. Insomma, persone che tutti i giorni se ne uscivano con qualcosa di nuovo, ti stavano affianco, ti strappavano una risata. E quanti litigi poi... per evitare di finire in prima fila, per non essere interrogati, per scegliere il giro di interrogazioni, per non giocare per la centesima volta a pallavolo. Tutti litigi che poi, nel giro di due ore, parevano risolti per poi spuntare nuovamente alla prima occasione. Litigi che non sono però niente in confronto alle risate che ci siamo fatti. L'unico rimorso che provo, è non aver potuto concludere l'anno con voi. Mai mi sarei aspettata che quel 22 Febbraio sarebbe stato l'ultimo giorno di scuola. Forse se l'avessi saputo, non sarei uscita dall'aula con quella gioia pensando che avremmo finalmente avuto quattro giorni di vacanze di carnevale prima di ricominciare con le solite routine. Giornate che si sono trasformate in settimane, poi in mesi. Se l'avessi saputo non sarei scesa dalle scale di corsa, non avrei salutato i miei compagni così distrattamente e non avrei slegato la mia bici con cuore così leggero. La quarantena ci ha semplificato la maturità, è vero, ma ci ha anche privato di tutti quei momenti che avremmo potuto passare insieme (gita e viaggio di maturità compresi). Sarebbe stato per me un onore condividere con voi gli ultimi sforzi, le ultime ansie, le ultime litigate e le ultime risate. Avrei preferito concludere l'anno in un modo normale, sacrificando tempo per lo studio e l'esame, si, però assieme a voi. Vi sono grata per quello che mi avete dato in questi cinque anni. Fare questa scuola non è stata una passeggiata ma di sicuro ne è valsa la pena e non parlo solo per i voti o per la preparazione, mi riferisco a voi.


All'ultima 5E, Arianna Giovannini.