Chiesa di San Michele

Il complesso monumentale di San Michele è composto dalla chiesa monumentale barocca e dall'ex residenza, un tempo noviziato gesuitico nella città di Cagliari; tra la via Azuni e la via Ospedale, ed è officiata dai padri gesuiti. L'edificio sacro, per le sue linee architettoniche, per l'apparato decorativo e per le opere scultoree e pittoriche che custodisce, rappresenta la principale testimonianza di arte barocca e rococò in Sardegna. Annesso alla chiesa sorgeva l'ex Casa del noviziato dei gesuiti, dal 1848 Ospedale Militare, oggi Dipartimento Militare di Medicina Legale.

San Michele presenta sì una pianta centralizzata (a pianta centrale e aula unica) ma con un diverso sviluppo dello spazio. Infatti, attorno all'aula centrale si aprono a corona tre cappelle comunicanti tra loro, dietro alle quali si apre la cappella presbiteriale, ovviamente sopraelevata di alcuni gradini. Questa soluzione, tipicamente barocca, ha permesso di unire croce latina e croce greca. Come in altre chiede gesuitiche sarde (Santa Croce a Cagliari, Sant'Ignazio a Oliena, Purissima a Iglesias) anche San Michele non presenta transetto, sostituito dalle due grandi cappelle intermedie. Praticamente la pianta centrale poggia su un ottagono ampliato a croce nei lati opposti, che comporta due cappelle maggiori centrali munite di altare (dedicate a sant'Ignazio di Loyola e a san Francesco Saverio), che si aprono direttamente sulla volta centrale della chiesa, e sei cappelline radiali tutte intercomunicanti, tre per lato, voltate a botte (a sinistra troviamo: san Luigi Gonzaga, san Francesco Borgia e ultima la cappella di Maria Bambina, dalla quale si accede nell'antisacrestia; a destra troviamo invece: Sacro Cuore, san Jean-François Régis, e la Vergine col Bambino, adornata dei simboli delle litanie lauretane). Questa soluzione planimetrica permette di raggiungere lo scopo di unire la pianta centrale a quella longitudinale senza fonderle. La planimetria della chiesa evidenzia anche una chiara impostazione dottrinale: nell'apertura di tre cappelle per lato vi è un'allusione al mistero trinitario. L'aula costituisce un tutt'uno, secondo i dettami gesuitici, secondo cui niente al suo interno doveva distrarre l'attenzione del fedele dal “sacro mistero” che si svolgeva sul presbiterio.