La città fabbrica di Torviscosa

Mostra realizzata nell'ambito delle attività del Centro studi RI-abitare
Progettare il riuso (RI-Lab)

Vista dell'ingresso della zona industriale

Laurea magistrale in Architettura

Laboratorio integrato 3

Manutenzione e tutela dell'ambiente costruito

Temi
Riuso del teatro e dello spazio pubblico
Torviscosa futuri

Docenti
Maura Manzelle
Michela Pace

Collaboratori alla didattica
Matteo Mazzoni
Federica Gerla
Elisa Scattolin


Mostra a cura di Matteo Mazzoni

Asse di connessione tra città e fabbrica

Ingresso della zona industriale

TORVISCOSA OGGI

Il laboratorio integrato affronta il caso studio di Torviscosa, città di fondazione di epoca fascista situata in Friuli, caso emblematico di città aziendale che mette in connessione la scala architettonica, quella urbana e quella territoriale. Il centro storico, costruito alla fine degli anni Trenta dalla SNIA Viscosa, era pensato in stretto dialogo morfologico e funzionale con il grande stabilimento industriale legato alla produzione di fibre tessili. La successiva dismissione, il ripensamento della produzione e l’avvicendamento delle aziende nel tempo impongono di rapportarsi con la vocazione industriale della città, ed al contempo di ripensarla alla luce delle attuali tendenze territoriali. Tra queste la transizione dei sistemi produttivi, la ridefinizione del patrimonio costruito, dei servizi e delle infrastrutture, lo spopolamento e la questione ambientale. Immaginare un futuro per Torviscosa significa affrontare questioni legate all’abitabilità, al riuso, e soprattutto alla ridare significato all’ampio parco di elementi che, insieme, costruivano la città-fabbrica: dagli stabilimenti alle abitazioni, dai terreni ai servizi passando per il complesso sistema di relazioni a sostegno dell’economia locale. A partire dall’osservazione ravvicinata di questi elementi, il percorso progettuale propone di riflettere su alcuni dei grandi temi che interessano il territorio friulano contemporaneo ed in particolare sulla relazione tra città e lavoro. Questo significa anzitutto ridiscutere cosa sia “ambiente costruito” e cosa significhi affrontare questioni di tutela a scale diverse

Edificio del Teatro

Edificio del Ristoro

fonte: CID - centro di informazione e documentazione di Torviscosa

fonte: CID - centro di informazione e documentazione di Torviscosa

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA E URBANA

L’esercizio di progettare sul patrimonio costruito di Torviscosa deve essere inserito nella impellente necessità di riuso adattivo dell’esistente con il fine di limitare il più possibile l’uso di nuovo suolo.

Torviscosa, città di fondazione, ha visto sviluppare velocemente il suo territorio, pianificando la sua urbanistica e costruendo gli edifici secondo una logica di necessità, utilizzandoli contemporaneamente con principi di monumentalità al fine di esaltare la forza che la Snia Viscosa esercitava in quel periodo storico.

Assi visuali e di percorrenza, la pianificazione precisa del verde e la costruzione di edifici nati con usi specifici, fanno leggere il tessuto urbano di Torviscosa come il tentativo di costruire una realtà ideale, dove lavoro e vita dei lavoratori potessero trovare una conduzione equilibrata e volta al benessere sia individuale che collettivo.

Il declino economico della società Snia Viscosa ha comportato l’abbandono di edifici a partire da quelli industriali, ma ha coinvolto anche la dismissione di molte attività produttive che coinvolgevano il territorio e conseguentemente di alcuni spazi prima legati ad una società viva e attiva.

Il Teatro e il Ristoro sono tra gli edifici di rappresentanza più interessanti di Torviscosa. Formalmente molto simili e specchiati tra loro, si relazionano visivamente con l’entrata principale della fabbrica e sono configurati per “abbracciare” lo spazio pubblico che si trova di fronte ad essi, oggi utilizzato come parcheggio.

Il Teatro, che è stato adottato come caso-studio di edificio da riusare, era destinato a luogo d’incontro e di intrattenimento per gli operai della fabbrica, ma una volta persi i suoi spettatori è stato nel tempo abbandonato. Nel corso degli anni sono stati perseguiti diversi tentativi di restauro che non vennero mai completati, aggravando ulteriormente lo stato di conservazione dello spazio interno. 

Lo spazio del Teatro è caratterizzato dal grande vuoto della platea, da un imponente quinta scenica sviluppata in altezza, da capriate in calcestruzzo armato (strutture all'avanguardia al tempo della costruzione) e da diversi spazi di piccole dimensioni che circondano lo spazio centrale.

Data l'impossibilità di prevedere il futuro di Torviscosa, l'intento è stato quello di portare gli studenti a proporre un progetto per fasi, distribuite in un ipotetico arco temporale di diversi anni per proiettare l'edificio in nuove opportunità di trasformazione. Nella prima fase è stato chiesto agli studenti di indagare l'essenza stessa dello spazio del teatro, proponendo un progetto di riuso aperto a diverse funzioni, identificando nel presente i valori da conservare, trasformare o gli elementi da demolire. Questo primo passaggio ha portato alla progettazione di nuove strutture spaziale fisse e rimovibili che potessero rendere nuovamente agibile l'ormai ex teatro, permettendo di vivere lo spazio con modalità diverse rispetto allo scopo per cui l'edifico era stato concepito. Nella seconda fase è stato chiesto di sviluppare due diversi progetti identificati da due diverse specifiche funzioni che hanno portato gli studenti a mettere in discussione il progetto da loro stessi sviluppato; la prima fase diventa in questo modo lo stato di fatto da cui ripartire per immaginare due diversi futuri, collegati alle potenzialità di rigenerazione di Torviscosa indagate contemporaneamente dal punto di vista di progettazione territoriale e urbanistica.

 

 Matteo Mazzoni


URBANISTICA

Il caso di Torviscosa spinge a riflettere sui processi di trasformazione e transizione che caratterizzano i luoghi del lavoro novecentesco, sul ripensamento del sistema città, e con questo degli abitanti-lavoratori all’interno del territorio. Superata la visione spesso stereotipata che il recupero del patrimonio presuppone, Torviscosa mette in luce anche altre contemporaneità, legate alla tutela in senso più ampio (delle economie locali, delle comunità, dell’ambiente). A scala urbana, abbiamo proposto agli studenti di osservare Torviscosa a partire dalla costruzione degli immaginari, operazione fondamentale nell’opera di fondazione e ricca di retoriche permanenti.

Le rappresentazioni di Torviscosa, da sempre legate alla città-fabbrica, sono state ridiscusse raramente alla luce del mutato rapporto tra territorio e urbanizzazione che è avvenuto, soprattutto negli ultimi 50 anni, attraverso il cambiamento delle forme insediative, economiche e delle questioni ambientali. La costruzione di immaginari si prefigura come azione progettuale a due scale: una proiettiva, che individua scenari territoriali a medio e lungo periodo, ed una operativa che precisa come questi possano occupare e trasformare lo spazio attuale secondo la traiettoria proposta.

Attraverso il progetto del suolo si propone di ridefinire il rapporto tra i diversi materiali della città, chiarendo quali sono le forme di inerzia e le nuove occasioni. Il complesso rapporto tra spazi privati e collettivi, tra i luoghi dell’abitare domestico e quello del lavoro, tra spazi aperti di prossimità e i manufatti, così come tra preesistenze e nuove possibilità progettuali, ha rappresentato il campo di riflessione del laboratorio. 


Michela Pace

ELABORATI FINALI

Gruppo 2 

Fardin, Fellini, Marconato

Gruppo 5

Cangini, Seide

Gruppo 6

Casotto, Facchin, Grigoletto

Gruppo 7

Leonardi, Varesco

Gruppo 9

Abbiati, Spada